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Autrice: Melanyholland
Rating: giallo
Timeline:
orientativamente dopo l’episodio 2x15, “Gone with the Will” (Via col
Testamento). Niente spoiler, ho inventato tutto da lì in poi.
Pairing: Blair/Chuck,
cenni Dan/Serena.
My Notes: è la mia prima
fanfic su Gossip Girl, ho voluto cimentarmi con Blair Waldorf, un
personaggio che adoro.
Feedback: qualsiasi cosa
vogliate dirmi, nel bene e nel male, sarà graditissima. ^^
Disclaimer: Gossip Girl
non mi appartiene, non uso i suoi personaggi a scopo di lucro ma solo per
divertimento.
Le Rouge et Blair
Giacché sua madre era una
delle stiliste più celebri di New York, Blair Waldorf era cresciuta apprendendo
i segreti dell’alta moda fra fotografie di modelle, scampoli di seta, tulle e
taffettà e abiti sontuosi appesi alle loro grucce in camera di Eleonor. Era
inoltre ben consapevole di ciò che restava nascosto, lontano dalle luci della
passerella e dall’atmosfera patinata, celato sotto il fragore degli applausi e
la musica di accompagnamento.
Molti possono immaginarlo, ma
lei sapeva. E se ad uno sguardo superficiale poteva sembrare che non ci fosse
differenza, c’era eccome, ed era profonda e dolorosa, come guardarsi allo
specchio e scoprire di essere inadeguata, ancora una volta.
“Che ti metti stasera?” chiese
Serena, accoccolata sul letto, splendida come sempre.
“Non lo so ancora”, Blair si
strinse nelle spalle, facendo scorrere lo sguardo corrucciato fra i numerosi
capi del suo armadio.
“Perché non quello Chanel
rosso che ti sei provata ieri? Ti stava benissimo, B.”
“Questo è ovvio.” ribatté lei
alzando un po’ il mento, dando alla voce la giusta punta di orgoglio colpito. La
verità era che non poteva mettere quello. Le piaceva, la faceva sentire bella e
sexy, le dava la sensazione di risplendere, tanto quanto aveva sempre
visto brillare Serena. Ma il tessuto le premeva sul petto dolorosamente e valeva
davvero la pena di soffrire tanto solo per sentirsi in quel modo per un unico
stupido momento?
No, rispose la sua mente,
piccata e al diavolo i sacrifici di cui parlava sua madre.
“Metterò il Dior verde
con la gonna a balze.” stabilì, chiedendo poi a Serena cosa aveva intenzione di
indossare lei ma senza prestare veramente attenzione alla sua risposta. Di
sicuro qualcosa di corto e scollato che avrebbe fatto voltare la testa a tutti i
ragazzi presenti al party e a più di un vecchio industriale bavoso, a voler
essere realistici.
Si sfilò la veste da camera e
indossò l’abito mentre Serena passava a raccontare dell’ennesima discussione con
Dan vengo-dai-bassifondi-e-ne-sono-fiero Humphrey.
“Ma perché ci parli ancora? Tu
meriti di meglio!” replicò, mentre si sistemava la spallina, e lo credeva
davvero, era la sua migliore amica e avrebbe voluto vederla felice con qualche
affascinante gentleman, non impelagata in un altro asfissiante confronto da
teen-drama con Humphrey, sempre pronto a dire di amarla e subito dopo a
giudicarla; ma come al solito Serena non la prese sul serio e accantonò la sua
reazione con quel sorriso indulgente e affettuoso che le rivolgeva spesso.
Blair si ammirò allo specchio,
quell’abito era decisamente bello. Non era pretenzioso e scomodo, la avvolgeva
dolcemente senza soffocarla, la faceva sentire libera (forse fin troppo), carina
(ma non troppo) e non avrebbe attirato l’attenzione su di lei. Il che era un
bene, perché…
“Lo sai che ci sarà anche Chuck
stasera, vero?” chiese la sua migliore amica, un po’ titubante, come se avesse
voluto fare quella domanda tutto il pomeriggio e non avesse osato fino a quel
momento. Blair indirizzò a Serena un sorriso sprezzante attraverso lo specchio,
mentre si sistemava il cerchietto di diamanti fra i boccoli castani acconciati
con cura. Le sue dita tremarono solo un istante, ma fu un breve palpito
trascurabile, niente che la distratta Serena avrebbe notato.
“C’è l’open bar, quindi era
prevedibile.” ribatté ironica.
“E-”
“Ho chiesto a Nate di essere il
mio più uno.” la interruppe, prima che iniziassero una conversazione che davvero
non voleva intraprendere. “Lui e Vanessa hanno rotto, il che significa che
almeno uno di voi due ha ritrovato il senno”, alzata di sopracciglia e sorriso
indulgente numero due, “…quindi ho pensato che un po’ di distrazione gli avrebbe
fatto bene. E poi insomma, ha frequentato Brooklyn per molto tempo, se ad un
tratto comincia a blaterare di loft e metropolitana avrà bisogno di qualcuno che
lo soccorra.”
“Sei terribile!”
Risero.
“Nate, eh?” disse Serena dopo un
po’.
Blair si rimirò allo specchio
per l’ennesima volta, da capo a piedi, lisciandosi la gonna.
“Sì, Nate.” sussurrò con un fil
di voce.
*
Come aveva previsto, la maggior
parte degli sguardi maschili era calamitata dalle lunghe gambe di Serena. Con
accanto lei, la sua cascata di capelli biondi e il suo fisico straordinario,
Blair si sentiva sempre meno Queen B e sempre più la piccola Blair-Bear.
L’occhiata che Nate aveva riservato a Serena quando l’aveva salutata non era
stata di aiuto, e pur avendolo trascinato a tempo di record dall’altra parte del
salone, Blair non riusciva togliersi dalla mente il modo in cui gli occhi
azzurri di lui avevano guardato la loro amica comune. Solo una volta aveva
notato quel suo sguardo rivolto a lei ed era stato in quel periodo dolce-amaro
in cui lei e Chuck si erano insultati apertamente e amati segretamente.
No, smettila, si
rimproverò, bloccando i ricordi che affioravano prepotentemente. Sorrise al suo
accompagnatore e Nate rispose, ed era un’espressione dolce, tenera, il sorriso
di un Prince Charming, quello capace di far battere il cuore di ogni
ragazza e che lei aveva imparato a conoscere fin da quando era bambina, al tempo
in cui pensava che erano perfetti insieme e che si sarebbero sposati in
primavera.
E avrebbe anche potuto
continuare a sorridere e a fingere che fosse tutto okay per l’intera serata se
non l’avesse scorto un istante dopo vicino al bar (incredibile come si possa
trovare qualcuno anche in mezzo ad un salone gremito di gente), in uno dei suo
completi sgargianti che sarebbero sembrati ridicoli su chiunque altro. Distolse
subito lo sguardo, perché non le piaceva ciò che aveva visto sul suo viso. Era
più facile ignorarlo e odiarlo se lo immaginava con uno dei suoi sorrisi lascivi
e gli occhi che luccicavano di malizia; era più facile se faceva finta di
credere che lui non potesse provare niente di vero.
Chuck non si meritava la sua
preoccupazione. L’aveva respinta, l’aveva maltrattata e umiliata e nessuno
poteva permettersi di farle una cosa del genere e passarla liscia. Quindi quando
si divise da Nate non era certo perché era dispiaciuta per Chuck, bensì perché
aveva voglia di un drink e magari avrebbe colto l’occasione per insultarlo un
po’. Per divertirsi a sue spese, solo per questo.
“Guarda un po’, è tornato Dorian
Gray. Qualcuno si decida a bruciare quel maledetto ritratto.” lo apostrofò e fu
fiera di sé per la frecciata, che era sofisticata e di classe, una cosa alla
Grace Kelly.
Lui le rivolse un sorriso
divertito ma velato di affetto che le fece suo malgrado battere più forte il
cuore.
Forse perché sapeva che era un
sorriso solo per lei, al contrario di quello di Nate, collaudato e ammirato da
molte giovani donne dell’Upper East Side (e da un paio di Brooklyn).
“Anche tu mi sei mancata,
tesoro.”
“Niente ‘lavoro fino a tardi’
con prostitute straniere stasera, Chuck?”.
“Ho dei guai col sindacato. Le
faccio lavorare troppo”. Eccolo il sorriso vizioso, ed era davvero da idiota
essere sollevata di vederlo, rifletté Blair.
“Hai abbandonato il braccio di
Nathaniel. Annoiata?” insinuò, con quella sua voce bassa che le faceva venire un
particolare tipo di brividi.
“Sono solo venuta a ordinare un
drink.” ribatté e per provare il suo punto chiese un Martini, rimproverando il
cameriere quando fece per prepararglielo con la vodka.
“Perché non mandare lui,
allora?” Tornò all'attacco Chuck e sorrise di trionfo quando la vide esitare,
colta in contropiede. Maledetto Chuck Bass.
Arrabbiata, fece per andarsene
ma lui la prese per il polso, delicatamente.
“Ti va di parlare?”
“Lo stiamo già facendo.”
“Intendo in privato.”
Blair lo scrutò diffidente.
Chuck rise, interpretando correttamente il suo sguardo.
“Non attenterò alla tua virtù. E
a Nathaniel non dispiacerà”. Fece un cenno verso Nate, che stava conversando
amabilmente con una bionda. Ovviamente una bionda.
E le sorrideva.
La stizza che la visione le
provocò la convinse a farsi condurre da Chuck verso i giardini della villa che
ospitava la festa.
“Parla. Ti do tre minuti, poi se
non mi lasci tornare alla festa mi metto a urlare”.
Incrociò le braccia, lo sguardo
deciso sotto le sopracciglia aggrottate, e per la prima volta quella sera si
sentì di nuovo forte. Si sentì la Queen B. Che fosse solo perché era lontana
dalla luce riflessa della Regina S.?
Forse; o magari era per il modo
in cui ora Chuck la stava guardando, non più con ironia, ma come se fosse...
stupenda.
“Mi dispiace per quello che è
successo,” sussurrò, avvicinandosi e lei avvertì dolore sincero nelle sue
parole.
E non andava bene.
Chuck doveva essere arrogante,
insensibile, disgustoso, non parlarle in quel modo. Non era giusto. Con nessun
altro si comportava così, Blair lo sapeva bene; per gli altri era così facile
etichettarlo, trattarlo con noncuranza e a volte anche astio, in fondo era Chuck
Bass, avrebbe fatto uno dei suoi sorrisetti, detto una porcheria e se ne sarebbe
tornato alla sua suite in compagnia di qualche avvenente ragazza.
Per lei era tutto diverso.
Perché le faceva intravedere, anche se solo per un istante, il ragazzo dietro
l’apparenza, fragile, solo…
…innamorato? No, è solo
un’illusione
Perché, se poi quando era lei
a scoprirsi e a rendersi vulnerabile, ridiventava subito il bastardo che era
impossibile non odiare?
“Ti ho detto che è tardi,
ormai.” Algida, composta, ma la voce le tremò verso la fine perché lui ora era
così vicino, e le era tornato in mente quel loro primo bacio sulla limousine.
Sei sicura?, aveva detto lui ed era maledettamente fuori personaggio, così
poco da Chuck che lei aveva effettivamente dimenticato chi si trovava davanti e
un momento dopo lui la stringeva a sé e la accarezzava e baciava e Blair si era
chiesta se anche lui si fosse dimenticato chi era perché ogni suo movimento era
sensuale sì ma anche così dolce, e poi non si era domandata più niente
perché tutto ciò a cui riusciva a pensare era Chuck su di lei, intorno a lei,
dentro di lei, l'ardore con cui la toccava e la teneva contro di sé e la
guardava negli occhi, l'intensità con cui aveva sospirato il suo nome contro il
suo collo mentre veniva.
Rabbrividì e indietreggiò, ma
solo un poco. Per Chuck fu facile prenderla fra le braccia e con un angolo della
mente Blair pensò che era proprio come essere in uno di quei vecchi film che
adorava tanto.
“Lasciami!” Sbottò, perché lei
non era Audrey Hepburn e sicuramente Chuck non era Gregory Peck. “Il tuo
tempo è scaduto, devo tornare alla festa.” aggiunse, guardandolo con un cipiglio
severo, e voleva veramente andarsene, ma quei maledetti tacchi sembravano
essersi piantati nel terreno. Avrebbe scritto una lettera di lamentele a
Gucci appena tornata a casa.
“Per startene impalata tutta la
sera accanto a Nathaniel?” la canzonò Chuck. “Tu meriti di meglio. Meriti di
essere al centro dell’attenzione, perché tutti possano ammirare la tua
perfezione.”
Blair sapeva che quella era una
battuta studiata e probabilmente non era nemmeno la prima volta che veniva
usata, perciò reputò davvero sciocco sentirsi arrossire. E quando Chuck le si
avvicinò al viso tanto da farle percepire il suo respiro caldo sulle labbra
pensò che baciare una ragazza contro la sua volontà era proprio una cosa da
Chuck Bass, repellente, in altre parole, e chiuse gli occhi.
Il bacio però non fu disgustoso
e Blair si ritrovò senza sapere bene come aggrappata a lui, con le guance calde
e il respiro corto. Certo, per essere davvero un bacio perfetto avrebbe dovuto
cingergli il collo e non il busto come stava facendo, e le mani di lui sarebbero
dovute essere sui suoi fianchi e decisamente non sul suo sedere, ma quando si
trattava di Chuck era sempre tutto sbagliato e caotico.
Perciò lo odiava con tutto il
cuore.
“Ora che hai avuto quello che
volevi posso andarmene?” ribatté, ma si sentiva le gambe deboli e il ventre in
fiamme. La mano di lui salì ad accarezzarle i capelli e i suoi occhi scuri erano
incredibili in quel momento, ricolmi di eccitazione ma anche di devozione e
affetto. Uno sguardo che era tutto per lei, solo per lei, Blair Waldorf.
“Vuoi davvero tornare indietro?”
sussurrò con la stessa dolcezza con cui l’aveva stretta quella prima notte
quando, stanchi, si erano lasciati andare contro i sedili.
Blair esitò, cercando di
riordinare i suoi pensieri, di rievocare tutta la crudeltà con cui l’aveva
trattata, deridendo la sua dichiarazione, disprezzando i suoi sforzi per
aiutarlo con la compagnia; ma le immagini che riaffioravano erano tutte
sbagliate: lo vedeva indifeso e in lacrime sul suo letto, aggrapparsi a lei per
un sostegno; lo vedeva sul cornicione di un palazzo, solo e disperato; udiva le
sue stesse parole: Sarò sempre con te. Una promessa così grande e così
importante, ma era stato tanto facile pronunciarla, quasi naturale. Ed era
qualcosa di incancellabile.
Si strinse nelle spalle,
sospirando. “No. Non credo.”
Chuck sorrise e tentò di
baciarla ancora, ma lei lo fermò scostando il capo.
“Ma cosa c’è avanti, Chuck? Hai
detto che non potremo mai essere una coppia. Hai detto che…”
“Blair.” La chiamò, solenne.
Quel tono la colpì e tacque, in ascolto.
“Io non so niente
riguardo a questo genere di cose. Come puoi fidarti di quello che dico?”.
Questo le fece sbocciare un
piccolo barlume di speranza in fondo al cuore e un sorriso di piacere sulle
labbra. Si rilassò un poco fra le sue braccia, ma era ancora preoccupata.
“Dovremo parlarne.” disse,
esitante.
“Ma non ora.” replicò Chuck, e
si chinò per baciarla, voglioso. Blair lo lasciò fare, perché per essere onesta
anche lei aveva poca voglia di discutere al momento. I lunghi e tediosi
confronti erano roba da Serena e Dan, non da loro.
Comunque, prima che lui la
facesse distendere sull’erba, si assicurò che la posizione del bacio fosse
perfetta, con le mani tutte al punto giusto.
Una vera signora fa attenzione
ai particolari.
Avvistata: Blair Waldorf in
uno Chanel rosso fuoco ha fatto girare la testa a tutta Park Avenue. Che il
cambio di stile sia dovuto al fatto che ieri sera è stata notata fuggire dalla
festa dei Van Der Woodsen con un vestito sgualcito e macchiato d’erba? Se è
così, quei poveri ragazzi dovranno rassegnarsi. B. sembra finalmente aver capito
che anche se nella moda la bellezza costa, il premio è di gran lunga maggiore
dei sacrifici.
XOXO
Gossip Girl
Fine
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