Killer
Non
è detto che se un poliziotto è nella polizia, non
voglia uccidere come un serial killer!
L'agenzia tutto fare Gin-chan,
era davvero un tuttofare. Lo diceva
anche il nome.
Niente e nessuno escluso.
Anche quando il vice del vice comandante, cioè il sottoposto
del vice comandante della famosa e rispettata (?) Shinsengumi, la
polizia più temuta (?) della città di Edo,
nonché l'unica, venne a chiedere un grosso favore al capo
dell'agenzia.
Un favore che però, nessuno seppe mai.
La causa?
Un furioso litigio finito fin troppo bene.
Bussò alla
porta di mattina presto, fremendo per l'eccitazione. L'idea gli era
venuta in mente la sera prima, e, per la troppa agitazione, non aveva
resistito fino al sorgere del sole.
Infatti, quando si incamminò verso l'agenzia tutto fare
Gin-chan, era ancora buio pesto.
Di solito a quell'ora la città era mal frequentata, a causa
degli innumerevoli Amanto che attendevano la notte per fare razzie di
ogni genere. Ma Sogo, assieme al suo fidato bazooka che tirava fuori
per ogni evenienza, poteva stare tranquillo e sereno: era sicuro che
nessuno gli avrebbe dato fastidio. Ma soprattutto NIENTE gli avrebbe
dato fastidio.
Continuò a bussare per un po', finché non si rese
conto che forse era un po' troppo presto per disturbare la gente.
Ma, troppo eccitato per poter attendere ancora, prese il suo adorato
bazooka dal taschino interno della giacca della divisa, mirando alla
porta.
Inutile dire che ci fu un gran fracasso, ma ancora nessuno venne ad
accoglierlo.
Sogo entrò in casa indispettito per così poco
rispetto. Dopotutto, era pur sempre il sottoposto del vice comandante
della Shinsengumi!
Percorse il salotto, notando, sul tavolino davanti al divano rosso, una
pila enorme di Jump adagiati perfettamente uno sull'altro, tutti
incolonnati come se fossero stati in una scatola.
Sogo li guardò per un po', indeciso sul da farsi.
Poi, cedette irrimediabilmente alla tentazione: ne afferrò
uno, facendo cascare a terra tutti gli altri giornali, che si
sparpagliarono in modo disordinato sul pavimento.
Aprì l'ultimo numero della settimana, si sedette sul divano
e cominciò a leggere interessato.
Sfogliava con interesse quelle pagine sottili, tutte colorate, e tutte
molto, molto intriganti.
Non smise di leggere nemmeno quando udì un rumore tremendo
provenire alla sua sinistra.
Pareva una porta che si spalancava di colpo, come se qualcuno le avesse
tirato un calcio.
Ma il ragazzo non ci fece molto caso. Era troppo impegnato a leggere
quei fumetti.
Alzò lo sguardo solamente quando gli parve di avere qualcosa
di fastidioso davanti a sé.
In effetti il fastidioso c'era, ma non era qualcosa. Era qualcuno.
E quel qualcuno aveva uno sguardo omicida negli occhi, già
rossi di per sé, che aspettava solamente un'altra mossa
falsa da parte del nemico per poter agire e ucciderlo.
Sogo lo guardò distrattamente, incontrando una faccia tutto
meno che simpatica, ma alzò le spalle come se non avesse
visto niente e si concentrò nuovamente sulla rivista.
"Ah...sei solo tu Gintoki..." disse, come se avesse avuto davanti un
vasetto di burro di arachidi.
Sulla tempia di Gintoki si fece spazio una minacciosa ed enorme vena
pulsante, che non prometteva nulla di buono. Come tutte le vene
pulsanti che si rispettino.
Ma, un'altra volta, il ragazzo col bazooka non ci fece il minimo caso.
Non era nemmeno impressionato!
"Tu...cosa...stai...facendo?" chiese un Gintoki tutto meno che
amichevole, scandendo bene le parole.
Sogo si degnò di guardarlo in volto,con un'espressione del
tipo "Che cacchio vuoi?".
"Sto leggendo, non vedi?" rispose tranquillamente. "Sapevo che eri
ignorante, ma adesso ho la conferma che sei pure cretino!"
Questo era troppo!
"TU!!!Sei entrato in casa mia!!!E stai leggendo i miei preziosissimi
Jump!!!" disse, puntandogli un dito tremolante di rabbia contro.
Il ragazzo dalla permanente naturale stava per scagliare uno dei suoi
infallibili pugni...
"Ora riceverai uno dei miei infallibili pugniiii!" disse infatti,
mentre si arrotolava la manica della maglia nera e alzava il braccio in
aria.
"Non è che devi fare la telecronaca di quel che fai!"
ribatté Sogo indignato. "Ci vedo sai?".
Questo fece arrabbiare Gin ancora di più.
"Ora riceverai DUE dei miei infallibili pugniiiii!" urlò di
nuovo, pronto a colpire.
"Infallibili? Ma dove? Al massimo essere flosci!"
A rovinare quel momento fu Kagura, con una delle sue solite
affermazioni. Verissime tra l'altro.
Era spuntata all'improvviso dalla sua camera, come un fungo parassita
spunta da un albero marcio.
Come Gin sentì quelle parole, il suo braccio perse quel
vigore appena acquisito e cadde lungo il fianco.
"Possibile che tu debba sempre mettermi i bastoni tra le ruote?!"
gridò il ragazzo, ora infuriato anche con lei.
"Io dire solo verità!" ribatté sicura la ragazza
dai capelli color carota. "E poi stavi per uccidere persone seduta su
divano!" si giustificò. "Mica vorrai macchiarti di delitto!"
lo rimproverò. "Tu non essere assassino Gin! Anche se
persona su divano essere quel cretino di Shinsengumi!"
"Ehi!Io non sono un cretino!!" ribatté Sogo, alzandosi dal
divano, arrabbiatissimo.
"Oh si invece!" rispose Kagura.
"No!"
"Sì!"
"No!"
"Sì!"
"No!"
"Sì!"
"No!"
"Sì!"
"No!"
"Sì!"
"No!"
"Sì!"
"La volete piantare voi due?!?" intervenne Gin.
I due si girarono contemporaneamente, e, contemporaneamente risposero:
"NO!"
"E va bene, va bene..." Gin si rassegnò. Era impossibile
fermare quei due.
Prese un suo adoratissimo Jump e si accoccolò sul divano,
attento a non farsi colpire da qualcosa che molto probabilmente i due
avrebbero lanciato.
Dopo pochi minuti di ininterrotto fracasso, un Shinpachi piuttosto
assonnato, fece il suo ingresso, raggiungendo Gin sul divano, dopo aver
preso le debite distanza da Sogo e Kagura.
"Gin, ma cosa succede?" chiese, strofinandosi gli occhi pieni di sonno
con le mani.
"Uhm..." rispose solamente lui, troppo preso dalla lettura.
"Uhm..." mugugnò di nuovo Gin, convinto, senza staccare gli
occhi da Jump, speranzoso che Shin avesse capito.
"E come dovrei interpretarlo il tuo UHM?!" chiese nervoso Shinpachi.
Una vena cominciava a pulsargli sulla tempia.
"Uhm!" rispose Gin, come a voler dire "Lo devi interpretare come un
UHM!"
"Mmmh..." adesso anche Shinpachi aveva preso a mugugnare. "Allora lo
prendo come un Sogo e Kagura stanno litigando per un motivo a me
ignoto, mi hanno svegliato, hanno svegliato anche te e adesso siamo
tutti e due seduti su questo divano, cercando di evitare degli UFO
lanciati da quei due, facendo finta che non stia succedendo nulla!"
Shin parlò tutto d'un fiato, diventando paonazzo. Era
affannato e guardava Gin, in attesa di una risposta intelligente.
Intanto Sogo e Kagura continuavano indisturbati.
"ALLORA?!" gridò alla fine Shin, stanco di essere ignorato
da quello che lui chiamava capo.
Gin alzò lentamente la testa, lo guardò come per
dirgli "Esattamente", ma dalle sue labbra uscì tutt'altra
risposta.
"Shinpachi, non vedi che sto leggendo?" disse calmo, facendo arrabbiare
e respirare ancora più affannosamente il ragazzo accanto a
lui.
"GIIIIIIIIN!!" urlò, scagliandosi su di lui. Ma il samurai
con un semplice gesto della mano, lo colpì in mezzo agli
occhi, facendolo crollare a terra, e facendosi pure un male cane alle
nocche.
"Ahia..." infatti mormorò, massaggiandosi la mano. "Sono
fuori allenamento..."
Poi, seccato, guardò la scena davanti a sé, e
concluse che era meglio trasferirsi in cucina.
"Mi serve del latte alla fragola." E corse verso il frigorifero.
Intanto, i due litiganti avevano smesso di litigare, forse troppo
stanchi o forse perché si erano appena resi conto che
litigavano per un motivo troppo stupido.
"Perché stavamo litigando?" chiese Sogo col fiatone.
"Io no idea..." rispose sincera Kagura, già dimenticatasi
del motivo. "Tu vuoi alghe?" chiese, estraendo dalla tasca il suo
solito barattolino di anche sottaceto.
"Oh si grazie!" e ne prese una.
Mangiarono tranquillamente per quasi due ore, senza che nessuno venisse
a interromperli, e senza che Shinpachi si svegliasse.
Doveva avergli fatto davvero male quel pugno di Gin.
Non per niente i suoi pugni venivano definiti infallibili.
In quanto a lui, era sì andato in cucina, ma non aveva
bevuto il suo solito latte alla fragola perché, tragedia
delle tragedie, ironia delle ironie, era finito proprio quella sera a
cena.
Così, per dimenticare quell'orribile esperienza, si era
imbottito di sakè e vodka alla pesca (diceva che gli faceva
scordare completamente il latte alla fragola), fino ad addormentarsi
completamente ubriaco sul tavolo, la testa fra le braccia e la mano
stretta sulla bottiglia incriminata.
Mentre in salotto, i due litiganti si erano addormentati uno sopra
l'altro in posizioni poco consone.
La mattina seguente la signore Otose, entrando in casa per
riscuotere l'affitto, si trovò davanti ad una scena
raccapricciante.
Piantò un urlo sovrumano, facendo svegliare tutti.
I vicini di casa si allarmarono parecchio, ma quando videro che Otose
stava correndo dietro e insultando quelli dell'agenzia tutto fare,
ritornarono in casa tranquillamente. Quella era la solita routine.
I poveri diavoli rientrarono in casa solo una settimana dopo, troppo
impauriti per poter affrontare la padrona di casa più che
incallita.
Ed ecco il giudizio!^.^
Terza classificata pari
merito:
itachi_love
[Vincitrice del premio "Rapidità" e del premio "Sorachi"]
con Killer
Parametri:
Correttezza
grammaticale: 7/10
Stile: 9/10
Completezza della
storia: 8/10
Trattamento dei
personaggi: 9,5/10
Originalità: 3,5/5
Giudizio personale:
5/5
Totale: 37 punti
Valutazione:
Andando in ordine
secondo i parametri di valutazione: grammaticalmente
va bene non ci sono errori. Ci sono però delle imprecisioni,
quali un
uso non sempre accurato della punteggiatura (a volte ti fai prendere la
mano con le virgole); qualche termine errato (hai scritto
“anche” al
posto di “alghe”, e un
“incallita” che immagino avresti voluto dire
“incollerita”); qualche espressione che andrebbe
rivista; e la prima
parte che mi ha lasciata un po' perplessa.
Tuttavia, lo stile
è molto buono, e molto Sorachiano, cosa che
ho davvero apprezzato. Alcuni punti sembravano davvero essere usciti
dall'anime, e in generale i dialoghi sono molto in stile Gintama.
La storia in
sé invece non mi ha colpito particolarmente. Mi
spiego meglio. La storia prevedeva un finale di quel genere, e infatti
è stato molto divertente vedere come hai giostrato gli
eventi. Tuttavia
il finale è meno brillante del resto della storia.
È come se fosse
stato solo abbozzato, mentre invece se fosse stato studiato meglio
avrebbe reso un effetto anche migliore. Ad esempio, anche solo uno dei
tre si fosse chiesto “Ma Okita che cavolo ci era venuto a
fare qui?!”.
Il punteggio non troppo alto della voce 'completezza della storia'
riguarda anche i vari punti della trama che non mi sono sembrati
completamente esaurienti o adeguati. Uno per tutti, Shinpachi che
è a
dormire da Gintoki. O quest'ultimo che si ubriaca in quel modo.
Ma a parte questo
ultimo particolare, e forse l'atteggiamento
non sempre fedelissimo di Okita, i personaggi sono trattati in maniera
più che esemplare. Davvero, leggendoli mi sembravano quelli
veri. Quei
due che litigano, il prendersela in quel modo di Shinpachi: davvero ben
riuscito!
In generale, una
storiella che mi ha fatta davvero ridere.
Basterebbe sistemare qualche piccolo dettaglio e un po' la
punteggiatura e le espressione scorrette, e poi questa storia
è davvero
un piccolo capolavoro. Brava!
Beh, sono davvero felice!
Con questa storia ho davvero riconosciuto i miei limiti attuali, e ne
sono davvero contenta.
La giudice è stata molto corretta e sincera, e di questo la
ringrazio con tutto il mio cuore.
E anche per essere stata così rapida, e, naturalmente per
aver indetto questo meraviglioso contest.
Un grandissimo grazie a tutte le altre partecipanti per avergli dato
vita, e i miei più sentiti complimenti, è stato
un onore gareggiare con voi. ^.^
E ringrazio per i magnifici banner! *ç* li adoro! <3
Ancora complimenti a tutte!!
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