La delusione ha un
sapore amaro, stridente e fastidioso, e quando lo senti non puoi far
altro che resisterle con tutte le tue forze.
Stringi i pugni, trattieni le lacrime, quelle lacrime che
t’inondano gli occhi; resisti all’impulso di urlare
con tutta la rabbia cha hai in corpo,
e il tempo si ferma, i granelli di sabbia della tua clessidra
immaginaria scendono lenti e noiosi in attesa di raggiungere il fondo.
La scena che ti si presenta davanti è il ciak di un film. Il
tuo film.
Tutti gli attori sono pronti a recitare la propria parte.
Basta chiudere gli occhi.
… e la storia ha inizio.
Storm
…
Non dovresti conoscere la
disperazione
se le stelle scintillano
ogni notte;
se la rugiada scende
silenziosa a sera
e il sole indora il
mattino
.: Charlotte
Brontë :.
“Hai sentito cos’è successo?”
“Dicono che Uzumaki è…”
“Sì, proprio così! E’ stata
Haruno!”
Le voci sono fastidiose.
Lui le odia, forse perché parlano di lei.
All’inizio cerca di non darvi peso, d'ignorare tutte quelle
inutili chiacchiere.
Uno spreco di tempo.
Ogni parola lo trafigge come la lama affilata di mille, tremila spade e
lacerano la sua anima, alimentano il suo odio.
Non può sopportare questa tortura, eppure stringe i denti e
reprime qualsiasi emozione - sa che lasciandosi andare finirebbe solo
col peggiorare le cose.
“A quanto pare Sasuke Uchiha è riuscito a
distruggere il loro nido d’amore!” dice una ragazza
senza preoccuparsi di abbassare la voce.
Lui la guarda di traverso: a nessuno sembra importare della sua
presenza e conversano non pensando che forse tutto è
sbagliato e che niente, assolutamente niente di tutto questo sarebbe
dovuto accadere.
“Chissà come si sente Uzumaki. Poveretto, non lo
invidio!”
“Ecco cosa succede a invaghirsi di una come Sakura
Haruno!”
“Certo, ma che anche il migliore amico di lui
abbia…”
“Migliore amico?!“
Risate.
Naruto rimane fermo, non sapendo bene cosa fare; si sente di troppo in
mezzo a tutta quella gente che spettegola del suo dolore.
I minuti passano, la sua frustrazione cresce.
Non sanno niente!
Un urlo di dolore.
Sbatte il pugno contro la parete spessa
dell’aula richiamando gli sguardi dei presenti. Non gli
importa della loro sorpresa, dei loro giudizi inutili; spera solo che
quella farsa cessi.
E’ stufo di farsi prendere per i fondelli, di sentirli, di
subire, di soffrire, di urlare nella propria mente bestemmie a cui
nessuno non farà mai caso.
A tutto
c’è un limite.
.:
Per quanto tempo sono rimasto in mezzo a questa tempesta?
Totalmente
sommerso dalla forma indefinita degli oceani
Le
acque che rendono sempre più difficile stare a galla
Con
queste onde che si infrangevano sulla mia testa :.
Tutti parlano, tutti esprimono la propria opinione, nessuno pensa
nemmeno per un momento che io sia in grado di sentire ogni parola di
quello che spiattellano in giro.
I suoi occhi azzurri fissano inespressivi la lavagna impolverata e in
disuso, provata dagli anni e vecchia quanto la sua scuola, se non di
più. Per un attimo è allettato
dall’idea di prendere la sedia su cui è seduto e
usarla per mandare in mille pezzi quell’inutile rettangolo
appeso al muro; ci ripensa e scuote il capo: non vuole sprecare tempo
come non vuole farsi espellere per colpa di Sakura.
O meglio, di Sasuke.
Non nega che l’avvenimento che ha sconvolto ogni cosa
è stata colpa sua, ma non può perdonargli
l’affronto. Vuole inchiodarlo al muro, fargli rimpiangere di
essersi portato a letto la sua ragazza, gridargli: 'Mi hai tradito,
teme!' e andarsene, mollare, tutto, dimenticare.
Dopotutto l’Uchiha ha sfruttato la profonda crisi creatasi
fra lui e Sakura e se n’è fregato delle
conseguenze, oltretutto sapendo ciò che, nel profondo,
quest’ultima provava da sempre per lui.
“Merda!”
Chiude gli occhi per non vedere ancora il viso della ragazza che ama e
comincia a pensare: gli studi, la scuola di arti marziali, suo fratello
Pain, l’incidente in cui sono morti i suoi genitori, la prima
volta che ha baciato Sakura…
“Disturbo?”
Naruto sussulta e alza lo sguardo verso la porta, sbigottito.
“No.”
Hinata Hyuuga lo guarda timidamente. Ha fatto violenza su se stessa per
entrare nell’aula e adesso, finalmente, si rende conto
dell’espressione dipinta sul viso Naruto: dolore. Allora si
avvicina, respira a fondo e pensa che forse perderà i sensi
come al solito; in presenza di quel ragazzo le succede sempre.
Non sa bene il perché.
Si siede sulla sedia vicino alla porta e scruta con attenzione i
capelli biondi e ribelli del giovane, gli occhi azzurri e profondi come
il mare; un mare in tempesta, però.
“Che ci fai qui?“ le chiede Naruto, perplesso. Per
un attimo dimentica il suo stato d’animo.
Lei arrossisce violentemente e sussurra: “Cercavo un posto
tranquillo per cantare.”
“Ah. Tu canti?“ domanda lui, poco interessato. I
suoi occhi sono di ghiaccio, ora.
Hinata si rattrista. Sposta una ciocca dei suoi lunghi capelli corvini
dietro la spalla e si guarda le gambe che dondolano sulla sedia, in un
movimento lento e armonioso.
“Quando ho cominciato avevo solo cinque anni. Era al funerale
di mia madre.” confessa, imbarazzata.
Naruto volta la testa verso di lei. Sembra interessato.
“Ricordo che quel giorno pioveva. Forte. Mio padre era sempre
silenzioso, non parlava quasi mai, se non per ringraziare le persone
che erano venute al funerale. Con me e mia sorella Hanabi, che allora
aveva appena tre anni, non aprì bocca. Tuttavia, ci strinse
la mano per tutto il tempo. Sono certa che volesse rassicurarci e al
contempo trovare qualcosa cui appoggiarsi. Non è mai stato
il tipo che piange e si butta giù.“ sospira.
Il ragazzo la studia. “E poi?”
“Poi è iniziato il funerale. C’era tanta
gente che non conoscevo ed ero impaurita. Pensavo:
“Chi sono queste persone? Che ci fanno al funerale della
mamma?”.
Ciò nonostante, mi dimenticai quasi subito di loro. Davanti
a me vedevo solo la bara in cui giaceva la mia povera madre”
“Com’è morta?”
Hinata lo fissa. “In un incidente d’auto. Stava
guidando durante un violento temporale…” balbetta,
confusa. “...ed è finita fuori strada.”
termina, mentre sente che la tristezza la pervade di nuovo. Non parla
quasi mai della morte di sua madre e preferisce evitare
l’argomento. Sente di non farcela.
“Scusa. Domanda sbagliata.“ interviene Naruto,
pentito. “Continua il tuo racconto.”
“Piangevo. Le lacrime mi rigavano il viso e velavano i miei
occhi rendendo tutto ancor più incomprensibile. Avevo solo
cinque anni, però mi rendevo perfettamente conto di quello
che stava succedendo. Sapevo, nel profondo, che non l’avrei
più rivista. Il mio angelo era tornato in
paradiso.”
Lei sorride, triste. “Così, l’unica cosa
che potevo fare per dirle addio, era cantare la sua canzone
preferita.”
“Pensi sempre a quel giorno?”
Naruto lo dice esitando: sente che sta osando troppo.
Ma forse, se ci pensa più attentamente, non è
stata già Hinata a tentare la sorte quando è
entrata nella stanza?
La Hyuuga annuisce. “Sì, sempre.”
.: Fine Capitolo 1 :.
SECONDA CLASSIFICATA
(PARIMERITO):
Storm
di Mokochan
Grammatica e stile:
9
Originalità: 9,8
Caratterizzazione dei
personaggi: 9,4
Attinenza al tema:
5
Gradimento personale:
5 in totale
Totale: 38,2
punti complessivi
Giudizio di Shurei:
Una delusione di cuore... diciamo che io ne so qualcosa... una storia
del genere l'ho già sentita, sì, forse
perché io sono nata dopo una delusione d'amore. Spesso si
pensa che la persona cui siamo legati sia quella per tutta la vita...
invece ci accorgiamo del contrario: rimaniamo delusi dal suo
comportamento con noi e poi alla prima occasione si lascia andare alla
prima persona che capita, deludendoci ancora di più.
Per quanto riguarda i personaggi, li trovo IC: per un attimo quando ho
letto che Naruto andava in biblioteca mi sono detta... oddio OOC...
Naruto in biblioteca? Si nota bene la sofferenza tipica di questi due
personaggi, per cui ti dico che hai fatto un buon lavoro.
L'originalità è molto buona, decisamente. Mi
è piaciuto come hai trattato l'argomento.
Per quanto riguarda la grammatica ho notato con piacere che ti piace
scrivere al presente. Questo tipo di narrazione, a mio avviso, ci rende
partecipi delle vicende come se stessimo guardando un film. Grossi
errori non ne ho rilevati. Per quanto riguarda la punteggiatura
c'è qualche virgolina fuori posto, sicuramente rimediabile
con una rilettura e alcune dimenticanze più errorini di
digitazione, causati da una piccola distrazione (capita, non
preoccuparti!). Ma questi sono il male minore.
Lo stile è fluido e chiaro, mi piace...
Giudizio di Rina:
Non ho trovato errori rilevanti, però consiglio anche a te
di dare una rilettura al tutto, soprattutto alla punteggiatura in
generale.
Longfic in tre capitoli, alterna momenti introspettivi e profondi con
scene che ricordano tanto una leggera commediola sentimentale.
L'originalità della trama è buona, ma non
eccessiva.
Buona anche la caratterizzazione dei personaggi: sarebbe stata ottima
se l'avessi elaborata e avessi approfondito di più.
La delusione - qui tempesta emotiva - deriva da un doppio tradimento
(Naruto è tradito sia da Sakura, la sua ragazza, sia da
Sasuke, il suo migliore amico), però da questa nasce
un'interazione positiva tra il protagonista e Hinata, che si viene poi
a concretizzare e rafforza il rapporto tra di loro. Non vi
sarà alcuna dichiarazione esplicita (lei è
innamorata da tempo di lui, solita storia XD) eppure si capiscono, si
confidano e appaiono dolci, soprattutto nell'ultimo capitolo e nel
finale, finale che mi fa sciogliere letteralmente. Mi ha toccato!
Ancora non credo a questa cosa °________° Seconda (a
Parimerito) ... ma sempre
SECONDA
°__°
Mio Dio, mi pare impossibile! XD
La canzone che ho usato è
Storm dei Lifehouse
u.u
Ammetto di non aver scritto un capolavoro, ma ho cercato di fare del
mio meglio .__.
Ringrazio di cuore Shurei e Rinalamisteriosa e... bè,
commentate! *__*
Un bacione,
Mokochan