Nuova pagina 1
Eccomi
qui con una nuova ff come promesso. Non vi dico niente, solo RECENSITE!!!!!!!!
P.s.
le parti di questo colore sono i ricordi
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My
life is only you
1°
capitolo- sweet
remember
Quella
mattina, il sole splendeva luminosa nel cielo limpido primaverile. Io e Ryan
eravamo seduti ad un tavolino di un bar fuori città,in campagna. Sorseggiavamo
spensierati i nostri succhi di frutta.
D’un
tratto, Ryan si voltò e prese ad ammirare il paesaggio circostante, così
rigoglioso e fresco, rinato dopo l’inverno.
R:
ti ricordi. L’anno scorso, io e te, al caffè…
I
ricordi cominciarono a riaffiorare.
S:
ricordo perfettamente tutto. Come potrei dimenticare…
Ryan
raccolse un giglio bianco dal vaso vicino a lui e me lo porse. Lo annusai. Quel
profumo mi aprì la mente e, insieme a Ryan, cominciai a ricordare quel
giorno…
In
occasione della sconfitta di Profondo Blu, al Caffè Mew Mew era stata
organizzata una festa.
Arrivai
lì, stranamente in anticipo, infatti non era arrivato ancora nessuno. Mi
sedetti ed incrociai le gambe contrariata.
Passarono
pochi minuti in cui la mia pazienza cominciò a vacillare. All’improvviso,
dalla scale, scese Ryan. Fui estasiata dalla visione che mi si presentò
davanti: era semplicemente meraviglioso nel suo smoking nero. Mi sorrise.
Uno
di quei sorrisi radiosi e disarmanti che solo lui aveva la possibilità di fare.
Da quando l’avevo conosciuto, ho sempre creduto che la bellezza dei suoi
sorrisi risiedeva proprio nella loro rarità. Poiché solo i sorrisi che vengono
direttamente dal cuore possono risplendere di tale lucentezza.
Mi
accorsi che ero rimasta imbambolata a guardarlo, come in trance.
Mi
ricomposi e sperai che lui non se fosse accorto.
Venne
verso di me. Incrociai i suoi occhi, belli come il mare di Giugno. Non riuscii a
sostenere il suo sguardo e chinai il capo arrossendo, stupendomi del mio stesso
comportamento.
R:
perché non mi guardi negli occhi?
S:
non è vero! Ti sto…guar…guardando!
R:
dicono che quando qualcuno non guarda negli occhi una persona, vuol dire che ha
qualcosa da nasconderle.
S:
ti sbagli! – controbattei irritata- Non ho nulla da nasconderti!
R:
sarà…- non sembrò tanto convinto della mia risposta-
I
suoi occhi color nocciola, non riuscivano a guardarmi. Mi nascondeva qualcosa.
Mi consolai al pensiero che non era
la sola.
Ciò
pensato a lungo e ho deciso che le dirò cosa provo al più presto possibile. Mi
libererò finalmente di questo macigno che mi opprime il cuore.
Lei
intanto si era voltata e guardava nel voto. Vedendola così indifesa, fragile,
mi veniva voglia di stringerla a me. Di sentire la sua pelle vellutata contro la
mia.
Quante
notti l’avevo desiderata. Avrei potuto prenderla e fare di lei ciò che avrei
voluto. Ma il mio problema, se così si può definire, e che avevo troppo
rispetto di lei per farlo.
Ho
soppresso i miei sentimenti. L’ ho fatto per troppo tempo. Ho vissuto nella
sofferenza, ma una parte di me era felice, perché lo era lei. Ormai la mia vita
è legata ad ogni suo sguardo, che sia felice, triste, lunatico…ad ogni suo
sorriso anche se non è per me.
Ci
ho pensato a lungo.
Devo
dirle quello che provo.
Devo
aprirle il mio cuore.
Forse
soffrirò. Forse soffrirà. Ma alla fine sarò stato sincero.
Mi
avvicinai. Lei non se ne accorse. La abbracciai, la strinsi a me più forte che
potevo. Quasi a farle male.
Rimasi
pietrificata. Il contatto della sua pelle mi infondeva sensazioni fino ad allora
sconosciute.
Nella
mia mente regnava il caos più totale. Il mio cuore era come impazzito.
Rischiava di uscirmi fuori dal petto. Tutte le mie certezze crollarono. Forse
avevo sbagliato tutto. Io stavo con Mark, ma le emozioni che Ryan mi provocava
anche con un semplice abbraccio non potevano essere sorvolate.
Sino
ad allora, avevo sempre pensato che la mia vita fosse perfetta, che la mia
storia con Mark fosse perfetta. Ma forse non lo era.
Mi
voltai verso Ryan e li tirai il collo della camicia per avvicinarlo a me. A quel
punto lo baciai. Un bacio tenero ma allo steso tempo passionale. Le nostre
labbra si erano allungo cercate e desiderate, e adesso, finalmente, potevano
soddisfare la voglia dell’altro.
Credo
che in quel momento provai un sentimento forte e travolgente, amore? Credo
proprio di si! Un amore bugiardo, celato dietro un’amicizia. Ugualmente, bello
e puro come la neve.
Forse
è questa la mia strada, adesso. Forse è questa la cosa giusta da fare. forse
era lui il ragazzo che ho sempre amato…
Continuammo
a baciarci con sempre maggior desiderio, tanto da far diventare i nostri respiri
irregolari.
Fui
sorpreso dalla sua reazione. Mi sembrava un sogno. era troppo bello e sensuale
per essere la realtà, ma era ciò d’altronde are. Lei mi aveva
baciato…potevo toccare il cielo con un dito…
Fummo
interrotti da un rumore appartenente ad un motore, proveniente dal piazzale
davanti al caffè. Giuro che chiunque fosse stato, l’avrei pestato a sangue.
Smettemmo
di baciarci e dopo pochi8 istanti fece capolino dalla porta principale, un super
gasato Kail.
Divenni
paonazza, al solo pensiero che Kail ci avrebbe potuto scoprire. Ryan sbuffò
visibilmente e girò sui tacchi per dirigersi vero la cucina.
Non
avemmo modo di parlare per tutta la festa, con Mark che mi seguiva come un cane.
Non lo sopportavo più. Ma riconoscevo che non era colpa sua. Lui si comportava
come si era sempre comportato, sempre iper protettivo. Ero io che mi ero
stancata. In tutto il trambusto della festa notai con piacere, per quanto poteva
essere possibile, che a Ryan il comportamento di Mark dava enormemente fastidio.
A dire la verità anche a me.
Non
lo sopportavo più. Sempre tra i piedi a fare il coglione. Sorrisi. Dopo tutto
in tutta quella faccenda qual cosa di positivo c’era. Mi accorsi di aver
provato per la prima volta in tutta la mia vita la gelosia, e tutto questo
grazie a quella buffa ragazzina che mi aveva fatto conoscere il dolce e il
salato dell’amore.
Giunse
finalmente la fina della festa. Tutti ce ne andammo e come da copione, una volta
usciti dal caffè, Mark mi marcò stretto impedendomi di filarmela.
M:
vuoi che ti accompagni a casa?
S:
no, grazie lo stesso. Sai se, mi padre ci vede insieme ci fa una scenata e
preferirei evitare.
M:
ho capito. Ci vediamo domani però, ok?
S:
certo.
Mark
mi si avvicinò e fece per baciarmi. Io dovetti rispondere e lo baciai a mia
volta. Il bacio fu a fior di labbra, molto casto.
Mi
consolai nel sentire, in quei pochi attimi, ancora il profumo di vaniglia delle
labbra di Ryan.
Vedendolo
allentarsi, provai per Mark un profondo senso di colpa. Ma ormai avevo preso la
mia decisione: l’indomani l’avrei lasciato.
Giunta
davanti a casa, mi accorsi che non avevo più con me la borsetta. Forse
l’avevo lasciata al caffè? Cominciai a correre come una matta. Dopo una lunga
corsa, arrivai finalmente a destinazione. Tutte le luci erano spente e
sull’edificio regnava il silenzio. Entrai, cercando di fare il meno rumore
possibile.
Appena
terminata la festa, mi era diretto spedito, nella mia camera. Cominciai a
giocare con una pallina da basball.
Mentre
la pallina rimbalzava sul muro davanti e mi ritornava , realizzai ciò che era
accaduto. Forse lei, adesso, mi considerava più di un amico. Poteva perfino
amarmi.
Smisi
di giocare e chiusi gli occhi, cercando di rivivere quel bacio.
Riuscii
a trovare la mia borsetta nonostante l’assenza di illuminazione. Stava
cercando di uscire facendomi strada a tentoni. Urtai per caso una sedia che
cadendo ne urtò altre due facendo cadere anch’esse. Caddi anch’io.
Fui
svegliato da un forte fragore proveniente dal piano di sotto. Scesi di corsa,
non curante di essere a torso nudo. Una volta sceso accesi la luce e vidi
Strawberry per terra con l’immagine del terrore sul volto. Scoppiai a ridere.
Era troppo buffo.
Lui
scese dalle scale e accese la luce. Mi vide per terra sconvolta e scoppiò a
ridere. Non lo avevo mai visto ridere così di gusto. La sua allegria mi
travolse e in poco anch’io mi ritrovai a ridere. Improvvisamente mi accorsi
che indossava solo un pantalone di tuta. Arrossii per questo e lui se ne
accorse.
Ancora
in preda alle risa, notai che lei si era accorta che io non avevo la maglia e si
era ammutolita arrossendo.
S:
senti, io...doveri dirti…ecco…una cosa importante…
R:
guarda, se vuoi chiedermi di dimenticare quello che è successo prima, non ci
sono problemi.
Lei
mi guardò allucinata.
S:
ma cosa dici??!! Io volevo solo dirti…TI AMO!
Fui
sconvolto. Mi sentii mancare e cercai una sedia dove potermi sedere. La trovai e
mi ci sedetti, mantenendomi la testa con la mano.
Nel
vedere la sua reazione, alcune lacrime galeotte cominciarono a percorrermi il
viso. Forse il mio sentimento non era corrisposto come credevo.
Poi,
all’improvviso,lui ricominciò a ridere. Questo mi irritò molto.
Cominciai
a ridere. Tutta quella situazione era troppo inverosimile. Sollevai lo sguardo
verso di lei. Stava
piangendo. In quel momento realizzai che l’avevo ferita. Mi sentii un verme.
Ritornai
serio e mi diressi verso di lei. Le presi il mento con le dita e la baciai. Con
il pollice le asciugai le lacrime.
R:
mi dispiace. Questa situazione è così surreale che…
S:
ho capito! Non c’è bisogno che mi dici altro!
Con
i noduli alla gola continuai a parlare.
S:
evidentemente il ragazzo dolce e sensibile di cui mi sono innamorata nojn
esiste. È stata una follia pensare che Ryan Shirogane non sia soltanto freddo e
cinico. TI ODIO!!!
Quelle
parole mi ferirono più di mille spade. Le corsi dietro e la voltai bruscamente
e la guardai. Lei scattò in avanti e mi baciò.
Tutto
il mondo scomparve. In quel momento c’eravamo solo io e lui. tutta la mia
tristezza,il mio risentimento, il mio odio, verso di lui svanirono solo
guardandolo negli occhi, come per magia.
R:
ti amo.
S:
meglio tardi che mai.
Cominciai
ad accarezzarle il volto. A quel contatto lei rabbrividì. Lei in quel momento
mi fermò.
Non
so perché lo feci, ma lo fermai. Quando mi toccava, un irrefrenabile desiderio
di diventare sua per sempre, mi inondava. Ero
sicura che non sarebbe stato solo sesso, sarebbe stato amore…
S:
voglio farlo!
R:
cosa?!
S:
voglio essere parte di te, stanotte.
R:
non vorrei che dopo te ne pentissi…
S:
non succederà.
Detto
questo, mi baciò e mi prese in braccio. Salimmo al piano di sopra e mi adagiò
sul letto. Ci guardammo e lui mi cominciò a baciare il collo.
Io
invece, li morsi affettuosamente l’orecchio e poi passai la mano sui suoi
pettorali scolpiti.
Cominciai
a toglierle il vestito e rimase soltanto con la biancheria intima. Poi lei,
ancora impacciata, mi tolse i pantaloni. Lei arrossì.
Per
toglierla dall’imbarazzo, mi avvicinai e li slacciai il reggiseno. Le lo tolsi
e li accarezzai il seno. Al
contatto lei rabbrividì.
Mi
fermai e ammiri il suo corpo perfetto. Quel corpo, tanto bramato e desiderato,
metteva a dura prova la mia lucidità.
Dopo
esserci tolti gli ultimi indumenti
a vicenda, lui mi guardò…
R:
sei sicura? Puoi ancora tirarti indietro.
S:
non ci pensare neanche. Avanti!
Lui
mi sorrise armoniosamente e mi baciò, incoraggiandomi. Mi fece stendere e mi
rimontò. Mi guardò ancora prima di entrare in me. Diventammo una cosa sola.
Fu
molto dolce. Non sentii alcun dolore.
La
mattina seguente mi svegliai presto. Lei era addormentata al mio fianco. Mi
alzai senza svegliarla e scesi giù in cucina.
Preparai
la colazione, come piaceva a lei: cappuccino e cornetto al cioccolato.
Ritornai
di sopra. Lei stava ancora dormendo. Mi curvai e con un bacio la svegliai. Lei
sbadigliò e sorridendomi mi disse “buon giorno”.
Le
mostrai il vassoio e i suoi occhi brillarono di felicità.
Fu
quella la prima volta che mi sentii importante per una persone. La prima in
tutta la mia vita che facevo sorridere di gioia qualcuno e fui contento che sia
proprio lei: il sole nella mia vita.
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