Un
vento forte e umido saliva fino al promontorio, portando con se il
profumo del mare.
Un sospiro del
licantropo si mischiò a quella brezza marina che arrivava
fin lassù, a scompigliargli i capelli scuri.
I suoi occhi erano di
un grigio reso ancora più plumbeo dal tempo, annebbiati
così come il cielo.
Confusi.
Pensierosi.
Il suo stesso cuore
era in tempesta.
E per cosa?
Un altro
sospiro…
Chiuse gli occhi,
abbassando il volto.
Li riaprì e
vide lo strapiombo sotto di se… Scogli ed acqua attendevano
chiunque si fosse tuffato.
Si guardò
le mani e rivisse quel momento di poche ore fa, nella notte..
Correva veloce,
sicuramente più veloce della sua vittima, che ansimava,
cercando di urlare. Ma le grida si bloccavano nella sua gola,
impietrite dalla paura… Cercava di vedere fra le fronde
della foresta, cercava la bestia che sicuramente sarebbe stata il suo
assassino.
Il licantropo
balzò fuori dai cespugli, dagli alberi, atterrando la
ragazza che ormai quasi non respirava più.
Un cupo ringhio gli
scosse la gola, mentre alzava la zampa, preparando gli artigli.
La ragazza
urlò, ad occhi spalancati.
E lui si
fermò.
La sua smorfia
aggressiva si distese, ferma in un’espressione contemplativa.
La mano era rimasta a
mezz’aria.
Il licantropo
guardò gli occhi della ragazza…
Verdi.
Come un fulmine, era
stato come un fulmine che l’aveva fermato.
Aggrottò le
sopracciglia, sapendo benissimo perché si era
bloccato…
Ringhiò
ancora, e gli sfuggì un latrato mentre si allontanava.
Fenrir strinse il
pugno, insieme agli occhi.
Alzò lo
sguardo sul mare.
Una presenza
costante…
Ma mai abbastanza.
|