La nuova scuola era veramente imponente e ben attrezzata
poiché contava su due palestre, due campi da calcio e due da
tennis. Ovunque si vedevano studenti intenti a studiare o a recarsi nei
propri club pomeridiani.
Narumi era appena atterrata con un volo della Fly Japan e si era
ritrovata in un mondo nuovo. Aveva vissuto sempre con la madre che era
ambasciatrice giapponese in america, mentre il padre era uno scienziato
che lavorava oramai da anni in Russia e a casa non si vedeva che per le
occasioni importanti.
In America la ragazza aveva imparato l’arte della ginnastica
ritmica ed era diventata anche molto brava a giocare a pallavolo, tanto
che aveva ricevuto moltissime richieste da club molto importanti per
entrambe le discipline.
Ora la nazionale Juniores giapponese l’aveva richiamata in
patria per partecipare alle gare amichevoli che sarebbero svolte in
vista dei mondiali di pallavolo.
Narumi aveva accettato anche se non particolarmente entusiasta, in
quanto avrebbe dovuto lasciare l’America, sua madre e i suoi
amici e ciò le dispiaceva molto.
I responsabili della nazionale l’avevano iscritta al liceo
Kensei, che era una delle migliori scuole sia a livello disciplinare
che sportivo.
“Vieni Narumi, la preside vuole parlarti” disse
l’allenatore della nazionale il signor Fukashi.
“Buongiorno!”
“Buongiorno a te Narumi, io sono la signora Shizuko e sono la
preside della scuola. Volevo solo complimentarmi con te per i successi
sportivi e scolastici siccome ho potuto vedere che aveva degli ottimi
voti ad una scuola difficile come la Cilton di Harfort ed inoltre
volevo informarti sulla scuola”.
“La ringrazio signora Shizuko” disse gentilmente la
ragazza.
La preside spiegò a Narumi che avrebbe diviso la stanza con
un’altra studentessa Aiko Akuro anche lei brava studentessa e
ginnasta. La sua classe sarebbe stata la seconda D e il suo professore,
il signor Kuwashima.
La ragazza ringraziò e si diresse nel dormitorio femminile,
qui appoggiò le valigie si cambiò e si diresse
subito verso la palestra dove si allenava la nazionale femminile.
L’allenamento fu sfiancante soprattutto per lei che era
appena atterrata e che risentiva del fuso orario. Quando questo
finì torno alla sua scuola e decise di recarsi in palestra
per continuare a provare le schiacciate in cui non eccelleva
particolarmente.
Si cambiò nello spogliatoio e indossò la sua
divisa dove oltre al numero, lei era il 4, spiccava la scritta Nippon
che la rendeva particolarmente orgogliosa.
Entrò in palestra e iniziò ad allenarsi non
accorgendosi che anche un’altra persona aveva avuto la sua
stesa idea allenarsi.
Il ragazzo era Keichi Hattori uno dei fuoriclasse della squadra di
basket della scuola; frequentava il secondo anno e non amava molto la
compagnia tanto che era chiamato da tutti il solitario. Quando vide la
ragazza giocare rimase sbalordito dalla sua eleganza e cattiveria
quando si scagliava con tutta la sua forza sulla palla.
Ma la sua sorpresa fu ancora più grande quando vide che
sulla sua divisa vi era la scritta “Nippon”
perché ciò stava a significare che era
un’atleta della nazionale.
Decise di rimanere a guardare la ragazza ma lei si accorse che qualcuno
la stava spiando, interruppe subito l’allenamento e corse via.
L’allenatore, infatti, le aveva detto di non dire a nessuno
che lei era una delle giocatrici della nazionale perché non
conoscendola i giornalisti avrebbero iniziato a ficcanasare e
ciò avrebbe provocato delle noie alla squadra.
Inoltre suo padre non voleva che giocasse a pallavolo ma che diventasse
una scienziata anche lei e lo raggiungesse in Russia per continuare i
suoi studi.
Il giorno seguente Narumi indossò la sua divisa e si
recò a scuola entrò nella sua classe e con
sorpresa scoprì che il ragazzo che l’aveva vista
giocare il giorno prima era un suo compagno, ma lui non la riconobbe.
“Ragazzi vi presento Narumi una vostra nuova compagna di
classe. E’ arrivata ieri dell’America e spero che
siate gentili con lei!”
“Salve a tutti!”
“Bene Narumi puoi prendere posto vicino a Keichi
là in fondo. Bene e adesso cominciamo prendete pagina
78…”
Durante l’intervallo iniziavano a girare i pettegolezzi sulla
nuova arrivata; c’era chi diceva che fosse stata espulsa
dalla sua scuola e che i genitori l’avessero costretta a
venire in Giappone oppure c’era chi affermava che fosse una
studentessa modella ma asociale. Però due ragazze in
particolare erano intente a parlare di lei;“Guarda Mari
è arrivata una nuova rivale e ora come farai?”
disse una delle ragazze della classe rivolgendosi a una studentessa
della sezione C.
“Non ti preoccupare metterò in chiaro subito due o
tre cosette con quella lì!”
Din-don la campanella aveva appena suonato che Narumi si precipitava
subito fuori dalla classe per andare in palestra dove si allenava la
sua nazionale; venne bloccata all’ingresso della scuola da
Mari che l’aveva seguita.
“Ciao, io mi chiamo Mari e sono la migliore studentessa della
classe nonché capitano della squadra di pallavolo femminile
e futura fidanzata di Keichi perciò se farai anche una sola
cosa che possa rompere i miei piani o ostacolarmi ti renderò
la vita un inferno!” disse duramente la ragazza ma Narumi non
l’aveva neppure ascoltata perché era preoccupata
di fare tardi così le rispose distrattamente “Si,
si ho capito ciao!” poi corse via.
L’allenamento era appena iniziato quando la ragazza
arrivò, l’allenatore la aspetto per rendere noto
il calendario degli incontri che avrebbero dovuto affrontare.
“Allora ragazze la prima partita la giocheremo qui contro la
Russia che come sapete è uno delle più forte
nazionali di tutto il mondo dopodiché sarà il
turno delle cinesi e delle statiunitensi. Ora renderò noto
il nome delle titolari: Narumi Yoshino, Nana Genji, Yuri Tomoe, Hatsuyo
Nene, Yayoi Tama e Yuka Yoshi voi giocherete contro la Russia fra due
settimane”.
“Si mister”.
Terminato l’allenamento, che fu anche quel giorno durissimo,
Narumi e Nana si avviarono nella stessa direzione perché la
ragazza abitava in una villetta poco distante dalla scuola.
“Nana prechè non ti sei inscritta anche tu alla
mia stessa scuola?”
“Perché avrebbero subito capito che anche tu sei
una di noi e ciò ti avrebbe apportato altri guai visto che
tuo padre non vuole che tu giochi!”
“Capisco… Oh sono arrivata ci vediamo domani! Ciao
Nana!”.
“Ciao a domani!”
Narumi si stava dirigendo verso il dormitorio quando una voce alle sue
spalle la fece trasalire: “Ehi come fai a conoscere Nana
Genji delle Orient?” chiese quella voce. Quando si
voltò vide che era stato quel suo strano compagno di classe
il solitario.
“Bhè io… io…”
balbettò la ragazza in preda al panico.
“Non importa ma sta attenta a Mari se dovesse scoprire
qualcosa su di te che tu tieni nascosto ti rovinerà la
vita…Ciao” disse il giovane.
“Aspetta Keichi… Ti ringrazio ma non ti devi
preoccupare io non nascondo nulla e solo che Nana non vuole che le si
faccia pubblicità.”
“Sarà ma io non ti credo…”
disse il ragazzo, poi prese il suo borsone che aveva appoggiato per
terra e si diresse in palestra.
Di solito non parlava mai con nessuno ma quella sua
“bizzarra” compagna di classe la incuriosiva molto.
-Accidenti mi hanno quasi scoperto!! Se il mister lo venisse a sapere
mi sbatterebbe fuori squadra per la paura che papà la faccia
licenziare! Maledizione- Narumi era pensierosissima mentre stava
riponendo la sua cartella.
Le era sorto nel cuore un odio per quel ragazzo non solo
perché era un freezer ambulante senza sentimenti ma anche
perché aveva avuto la faccia tosta di sfidarla.
“Ehi che c’è non stai
bene?”chiese la sua compagna di stanza.
“No, non ti preoccupare, piuttosto so che tu sei una ginnasta
mi piacerebbe molto entrare nella tua squadra!” rispose
Narumi.
“non c’è problema domani dopo le lezioni
vieni in palestra così il capitano ti farà un
provino!”
“Grazie mille!”
Il giorno seguente Mari insospettita dal comportamento di Narumi volle
sfidare la ragazza ad una partita di pallavolo a due ma la ragazza
rifiutò dicendo di non essere capace di giocare a quel gioco
inutile dopodiché si recò in palestra dove diede
prova di grande maestria e bravura non solo sulla trave ma anche con i
quattro attrezzi della ginnastica ritmica: la clavette, la funicella,
la palla e il nastro.
Tutti rimasero sbalorditi mentre eseguiva i suoi esercizi e anche
Keichi che passava di lì per andare in palestra ad allenarsi
con la squadra di basket rimase letteralmente senza fiato nel vedere il
corpo snello e slanciato assumere forme e posizioni difficilissime
mentre Narumi eseguiva con maestria ogni genere di mossa dalle
più semplici alla spaccata in rotazione che è una
tecnica tra le più difficili.
Mari quando vide la sua nuova rivale si infuriò ed
escogitò un nuovo trucco per poterla eliminare dalla sua
vita.
Terminati i vari club i ragazzi si recarono nella sala delle conferenze
per una riunione molto importante.
“Ragazzi silenzio, per favore!” disse la
professoressa Koreka per attirare l’attenzione dei ragazzi
riuniti nella sala.
“Come sapete” proseguì la donna
“La scuola organizza ogni anno dei tornei di pallavolo tra le
classi e anche per quest’anno né è
stato organizzato uno. Ci saranno due gironi A e B e le partite avranno
luogo dopo le ore di lezione. Il torneo avrà inizio sabato
prossimo con la seconda D che affronterà la seconda
C.”
Immaginate la gioia di Mari e la paura di Narumi: una era felice
perché avrebbe potuto mettere in ridicolo la sua nemica
l’altra aveva paura di essere smascherata.
La ragazza si recò subito dalla preside ma, nella corsa,
urtò due ragazzi uno era Keichi e l’altro era un
suo amico d’infanzia nonché capitano della squadra
di calcio Akira Watanabe.
“Scusate ragazzi ma sono molto di fretta!” I due
ragazzi rimasero stupiti e poi Akira disse “Carina ma
dovrebbe correre meno o rischia di abbattere tutti quelli che
incontra!!”
“Ma piantala e andiamo in palestra!!”disse Keichi
continuando a pensare al perché di tanta fretta e al
perché di quello sguardo assente.
“Signora Shizuko la prego faccia qualcosa!” disse
Narumi appena entrò nell’ufficio della preside.
“Non ti preoccupare Narumi il tuo allenatore è al
corrente del torneo e ha dato il suo permesso per giocare!”
“Ma mio padre se lo venisse a sapere mi riporterebbe in
america e io non potrei più giocare!”
“Anche a questo ho già pensato! Non ti preoccupare
andrà tutto bene!”
“Se me lo assicura lei..”
La ragazza uscì più rasserenata
dall’ufficio della preside e si avviò verso
l’uscita dove la stava aspettando Keichi.
“Ciao Keichi! Cosa stai facendo qui?”
“Ti aspettavo perché volevo delle
spiegazioni…”
“Spiegazioni a riguardo di che cosa?”
“Al riguardo del tuo strano comportamento… Da
quando ti conosco non ti ho mai vista realmente felice e...”
“Non sono affari tuoi!” Lo interruppe la ragazza
“ E poi senti chi parla di strano comportamento…
Io odio i ragazzi che non si fanno i fatti propri! Ora sono in ritardo
me ne vado ciao!” concluse così la discussione e
corse verso la palestra.
Keichi decise allora di seguirla e di chiarire finalmente il mistero
della ragazza che aveva visto la sera prima dell’arrivo di
Narumi nella sua scuola e che sospettava essere proprio lei. La segui e
si ritrovò di fronte all’entrata della palestra
dove si allena la nazionale giovanile di pallavolo e capì
subito che la ragazza che stava cercando era proprio Narumi.
“Ciao tu sei un amico di una mia compagna?”
“Ma tu sei la Tomoe…”
“Si sono io perché ci conosciamo?”
“No ma tu sei una delle migliori alzatici che militano nel
nostro campionato di pallavolo!”
“Ti ringrazio! Ma sei qui per qualcuno?”
“Si sono venuto a vedere Narumi ma…”
“Ah si la ragazzina americana. Ora non posso fartela
incontrare abbiamo una partita di allenamento ma se aspetti quando
finisce puoi parlarle.”
“Si grazie aspetterò in tribuna.Ciao!”
“Ciao!”
Keichi andò a sedersi sugli spalti dove vi era una gran
folla e assistette alla partita. Narumi non si accorse del ragazzo
né tantomeno la sua compagna di squadra la
avvertì della visita. Disputò
un’amichevole eccezionale e quando ebbe terminato si diresse
verso l’uscita, ma rimase sorpresa quando
nell’atrio vide venirle incontro il suo compagno di scuola.
“Ma tu come…” disse spaventata la
ragazza.
“Viene qui fuori che parliamo con calma.”
“Ti prego non dire a Mari che sono una giocatrice della
nazionale ti supplico… Lo so che è la tua ragazza
ma non farlo.”
“Ma lei non è la mia ragazza e comunque non
preoccuparti non ho intenzione di svelare a nessuno il tuo banale
sarà per te ma se mio padre venisse a sapere che io ho
disubbidito ai suoi ordini rischiando di non entrare ad Harvard per
venire a giocare qui mi ucciderebbe!”
“Ed è per questo che non vuoi farlo
sapere?”
“Non solo! Io qui non godo di molta simpatia
perché ritengono che sia venuta dell’america per
soffiare il posto a qualche altra ragazza che ha lavorato sodo, mi
odierebbero ancora di più se sapessero che per colpa mia la
nazionale può essere disfata!”
“ Ed è solo per questo che ti odiano non mi sembra
che per arrivare a certi livelli anche se vieni dall’america
tu abbia battuto la fiacca no?”
“Io non provengo dal mondo della pallavolo ma della
ginnastica e per loro e come una vergogna mentre per me è
segno di orgoglio! Ma a proposito come facevi a conoscere Nana delle
Orient? Giochi a basket e non a pallavolo!”
“Vedi fino all’anno scorso io facevo parte del
Toyotama ma poi a causa di un incidente nel quale mi ruppi un legamento
del ginocchio non vollero più seperne di me e mi
liquidarono. Io non trovai più una squadra disposta ad
accettarmi e così venni qui e non giocai mai più
a pallavolo.”
“Ti ringrazio…”
“Di cosa?”
“Di avermi raccontato la tua storia se volevi potevi anche
non farlo pensavo che fossi una pessima persona perché
sembri un frigor ambulante, ma non è così. Mi
sbagliavo, scusa!”
“Non ti devi scusare tu hai anche i tuoi problemi e poi il
mio comportamento non poteva certo aiutarti!”
I due ragazzi scoppiarono a ridere e decisero di dirigersi verso la
scuola assieme. Quando Mari li vide si adirò ancora di
più e in cuor suo meditò la vendetta.
Nei giorni seguenti i rapporti tra i due ragazzi cambiarono e
impararono a conoscersi. Mangiavano insieme, studiavano insieme e a
scuola iniziarono a girare degli stupii pettegolezzi.
“Senti dimmi un po’ Narumi, ma tu e Keichi state
insieme?”
“Ma no cosa dici?! Io lo stò solo aiutando per gli
esami! Lo odio e tu lo sai è un ragazzo che non ha
sentimenti!” mentì la giovane.
“Davvero tu pensi questo di me?” disse una voce
dietro la ragazza che la fece sussultare.
Il ragazzo aveva la faccia di una cane bastonato, girò i
tacchi e se ne andò sbattendo la porta. Narumi si
sentì realmente in colpa, lei non lo odiava ma aveva paura
che quei pettegolezzi compromettessero la situazione delicata nella
quale si trovava. Corse per tutta la scuola cercando Keichi
per scusarsi e per spiegargli ogni cosa ma lui sembrava come
volatilizzato, poi, le venne in mente che c’era un luogo dove
amava rifugiarsi quando si sentiva abbattuto e così lo
raggiunse sul tetto.
“Keichi… Io non volevo, mi spiace!”
“E di che cosa ho capito fin troppo bene! Sei diventata mia
amica per far sì che il tuo segreto non venisse scoperto
tutto qua!”
“Non è vero! Allora sei davvero un insensibile!
Non capisci niente!” disse, dopodiché corse
giù dalle scale.
Il ragazzo si sentì in colpa per quello che aveva detto
perché in fondo non lo pensava affatto e ciò gli
dispiaceva.
Purtroppo però i due ragazzi non si accorsero che
c’era un’altra spettatrice che aveva assistito alla
scena e che era pronta ed indagare su Narumi: si trattava di Mari.
Il padre di Mari era un uomo politico molto influente e
perciò non avrebbe avuto difficoltà ad indagare
per conto della figli che viziava spudoratamente.
Così, alla vigilia della partita con la Russia, ebbe i
risultati della ricerca che aveva condotto e per Narumi iniziava
così il principio della fine.
Nel frattempo la ragazza aveva contattato alcune squadre di pallavolo
maschile di lega ed era riuscita ad ottenere un posto per Keichi e
quando ricevette la notizia non riusciva a credere a quello che gli era
accaduto. Capì subito che era stato tutta opera di Narumi e
così corse da lei per ringraziarla ma la partita era appena
iniziata e non poté parlarle subito, così attese.
La partita fu davvero spettacolare e davvero durissima in quanto le
Russe potevano contare sulla potentissima schiacciata della Morosova e
alle alzate imprevedibili della Artamonowa. Alla fine la nazionale
giapponese ebbe la meglio e sconfisse le russe per 3 a 2. Le ragazze
stavano esultando felicissime quando il padre di Narumi fece il suo
ingresso negli spogliatoi.
“Allora è vero che sei qui a giocare piuttosto di
essere a casa a studiare!” disse furibondo.
“Papà ma cosa…”
“Prendi la tua roba tu torni a casa con me!”
“Signor Yoshino lasci che le spieghi…”
“Non c’è niente da spiegare, ha
capito?”
Narumi raccolse le sue cose e suo padre la trascinò fuor
dalla palestra dove la stava aspettando Keichi.
“Perché l’hai raccontato?”
“Ma io non ho detto nulla a nessuno…”
“Perché?”
Narumi non riusciva a darsi pace, lei lo aveva aiutato e lui gli aveva
voltato le spalle. Quando tornò a scola incontrò
Akira che era stato informato da sua sorella gemella Mari di tutto
quanto e consolò la ragazza dicendole che era stato Keichi
che gli aveva detto che lei era una giocatrice della nazionale.
Lei lo ringraziò dicendo che non avrebbe mai dimenticato la
sua gentilezza dopodiché partì con il padre.
Akira era soddisfatto aveva tolto di mezzo il suo rivale Keichi che
anche se non lo voleva ammettere era innamorato di Narumi.
La ragazza venne trasferita a Osaka in una delle più
prestigiose scuole di tutto il Giappone, fino a quando il padre avrebbe
dovuto lavorare lì dopodiché sarebbe ritornata in
America.
Nel frattempo la squadra aveva perso l altre due amichevoli e la
situazione peggiorava di giorno in giorno perché la data
dell’inizio del torneo delle quattro nazioni era vicina e la
mancanza in squadra una giocatrice come Narumi nel suo ruolo di
ricevitrice pesava molto.
Intanto Keichi stava cercando di scoprire che aveva informato il padre
di Narumi della nazionale e, dopo breve, Akira confessò
mentre era ubriaco che era stata sua sorella che aveva organizzato
tutto.
Il giovane non perse tempo, corse subito a Osaka dal padre della
ragazza per chiedergli di farla giocare nel torneo delle quattro
nazioni.
“Non se ne parla lei deve studiare e non giocare a
pallavolo!”
“Ma la prego signore, Narumi ha degli ottimi voti anche se
gioca a pallavolo e poi può continuare a studiare e
diventare come lei, una scienziata ed esercitare la sua professione
quando avrà raggiunto l’età del
ritiro.”
“No! E non insistere!”
A questo punto il ragazzo gli raccontò la sua storia e gli
spiegò che da quando era arrivata Narumi aveva ripreso la
fiducia in se stesso e la speranza, che aveva perso molto tempo fa.
A questo punto il signor Yoshino disse che avrebbe permesso che
giocasse a pallavolo solo se avesse vinto il torneo delle quattro
nazioni lei e il campionato di lega lui altrimenti sarebbe tornata a
casa.
Keichi promise che avrebbe fatto di tutto, lo ringraziò e se
ne andò.
Tornato a casa il padre della giovane la chiamò e le disse:
“Vuoi davvero giocare a pallavolo, Narumi?”
“Si papà, perché?”
“Perché un tuo amico è venuto a
trovarmi e mi ha detto che lo hai aiutato tanta e ora sei convinta che
per colpa sua non puoi più giocare e così io gli
ho detto che se lui vincerà il campionato e tu il torneo con
la nazionale vi lascerò in pace a patto che tu continui a
studiare come stai facendo adesso. Sei d’accordo?”
Non aveva ancora finito di pronunciare la frase che la ragazza le si
era gettata al collo e lo stava ringraziando con le lacrime agli occhi.
Il padre si commosse e le permise di ritornare nella sua vecchia scuola.
Tornata al liceo Kensei viene accolta calorosamente da tutti tranne che
da Mari che la sfida di nuovo a pallavolo e questa volta Narumi accetta
sapendo che non deve più temere di essere scoperta.
La palestra era affollatissima in ogni spazio è Narumi
è pronta a battere, la partita sarà di un solo
set fino al 15 e non al 25 perché le giocatrici in campo
sono solo due.
La sfida non è molto accesa perché anche se Mari
cerca di fermare in qualche modo Narumi non ci riesce e così
la partita finisce solo dopo mezz’ora con la sconfitta della
perfida ragazza per 15 a 5.
Akira si diresse subito verso la ragazza e si complimentò
con lei offrendosi di portarla fuori a mangiare qualcosa per
festeggiare, ma la ragazza rifiutò.
Anche Keichi aveva assistito alla partita e quando questa era terminata
aveva cercato di parlare con Narumi ma questa l’aveva
prontamente evitato. Anche nei giorni seguenti la scena si
ripeté, appena suonava la campanella la ragazza correva
fuori dall’aula per non incontrare Keichi che però
il giorno prima dell’inizio del torneo delle quattro nazioni
era riuscito a raggiungerla ed a fermarla.
“Perché continui ad evitarmi? Ti piace forse stare
in compagnia di Akira piuttosto che mia? Lui ti gira sempre in torno e
non gli dici niente mentre con me non parli più!”
“Non mi piace la sua compagnia e comunque ti
spiegherò tutto alla fine del torneo delle quattro nazioni.
Ora devo andare ciao!”
Il giorno dopo lo stadio Fokuei di Tokio era gremito, il Giappone
avrebbe dovuto affrontare la Russia che durante le amichevoli era stata
sconfitta.
Tutto era pronto, ecco il fischio d’inizio, la squadra di
Narumi inizialmente si trova in difficoltà a causa della
potente schiacciata della Sidorenko che mette in crisi la giocatrice ma
alla fine grazie ad un lavoro di squadra ben organizzato non solo si
aggiudicano questa partita ma anche la successiva contro gli Stati
uniti.
Ora rimaneva sola la squadra più difficile e dura da
battere, cioè la Cina di Wang la bravissima schiacciatrice
che aveva già partecipato alle olimpiadi di Sidney 2000.
Oltre alla bravura dell’avversario si doveva aggiungere che
le ragazze della nazionale erano molto stanche a causa degli
allenamenti e degli esami scolastici, che erano sempre più
vicini. Narumi, inoltre si era infortunata da una caviglia durante la
partita contro gli stati uniti per ricevere un pallone molto difficile
che avrebbe consentito la vittoria alla squadra.
Si fasciò la caviglia molto stretta anche se ciò
non le impediva di sentire il dolore, ma grazie alla sua grande forza
di volontà riuscì a giocare tutti i set ed
infine, anche se il bravissimo capitano della nazionale cinese Wenyi
Yang aveva quasi neutralizzato a muro le schiacciatrici Nana e Yuri e
aveva messo a dura prova Narumi, il Giappone si aggiudica la vittoria.
Mentre tutti erano intenti a festeggiare Narumi che aveva giocato molto
bene ed aveva ricevuto tutte le schiacciate delle avversarie anche
sforzando in maniera disumana la caviglia cadde a terra senza
più forze. Keichi corse subito nel campo e prese in braccio
la ragazza che prima di perdere i sensi le dise: “Keichi, io
ti amo…”.
Il padre della ragazza commosso dallo sforzo che aveva fatto la figlia
si mise ad applaudirla e con lui tutto lo stadio. Capì
allora che non poteva più impedirle di giocare
perché quello era il suo sogno, non un capriccio come
pensava lui.
Narumi venne portata all’ospedale dove i medici dissero che
era solo molto affaticata e che non rischiava nulla né in
salute né nella sua carriera sportiva, aveva solo bisogno di
riposo.
Keichi la vegliò tutta la notte dopodiché al
mattino si recò nella palestra dove si sarebbe giocata la
finale per il campionato di lega.
Vi erano infatti due squadre al primo posto a pari merito con i punti,
uno era il Toyotama, la squadra che aveva rifiutato il talento del
ragazzo mentre l’altra era l’Aoba squadra, invece
dove militava.
La partita iniziò in ritardo ma comunque fu uno spettacolo
magnifico, Keichi si scagliava con tutta la sua forza su ogni pallone
che gli veniva alzato, anche quelli più difficili, con tutta
la sua forza tanto che la palla sembrava scomparisse
nell’aria. Voleva vendicarsi della squadra che lo aveva
cacciato e voleva regalare lo scudetto a Narumi che giaceva in
ospedale. La partita si concluse con la vittoria dell’Aoba
per 3 a 1.
Keichi si recò subito all’ospedale per mostrare lo
scudetto alla ragazza che lo abbracciò felice. Il padre di
Narumi mantenne la promessa e la lasciò vivere in Giappone
per giocare a pallavolo, mentre Narumi diventava titolare della squadra
del Tonan dove avrebbe giocato durante il campionato, pur continuando a
studiare, mentre suo padre prese l’aereo per tornare in
Russia.
Il giorno in cui venne dimessa Keichi la stava aspettando per
accompagnarla a casa. Durante il tragitto si fermarono nel parco
perché il ragazzo doveva parlare assolutamente con Narumi.
“Senti nerumi quando stavi per svenire alla partita mia hai
detti che…”
“Che ti amo ed è vero.” Lo interruppe la
ragazza e poi proseguì “Io avevo imparato a
conoscerti ed amarti ma tu non mi hai voluto ascoltare. Quando dissi
che ti odiavo non lo dissi perché lo pensavo seriamente ma
perchè non volevo compromettere la nostra situazione e
soprattutto non volevo che avessi rogne con Mari a causa mia.”
“Io invece credevo che tu avessi approfittato di me
perché conoscevo il tuo segreto e cio mi aveva
ferito…”
“Mi spiace…”
“No non devi scusarti, io non ho voluto ascoltare
colpa mia.” Poi proseguì “Volevo poi
ringraziarti per avermi dato l’opportunità di
tornare a giocare a pallavolo.”
“E io ti ringrazio per aver convinto mio pare a farmi giocare
a pallavolo”.
“Senti Narumi volevo dirti che… ecco
sai… anche io…”
La ragazza non gli fece finire la frase e lo baciò
dolcemente sulle labbra, lui rimase molto stupito poi quelle parole che
avevano faticato tanto ad uscire dalla sua bocca scaturirono facilmente
e le disse “Anch’io ti amo!”
I due giovani si diressero verso la scuola per iniziare una nuova vita
di sport, sacrifici, studio e amore.
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