Un
fuoco
d’oro arde
solitari
tronchi rifulgono,
la
solitudine rimorde,
un assiduo
crepitio atono.
Rifulge,
illumina e cresce
assimila
altri fuochi, illusione
di grande unità esordisce.
Speme
eterna, nascita d’agone.
ribollenti
tronchi di calore,
rossi
Immersi nella luce,
orrendo di
risa fragore
consumati da
stesso duce
Ultimo
forte
sfavillo, tremolio, oscurità
Null’altro, grigia
polvere. Mera brevità.
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