A
Better Birthday.
Lavi
si svegliò presto anche quella mattina.
La
tenue luce solare batteva già sulla sponda del suo letto e non
rischiarava ancora completamente la stanza.
Si
stropicciò gli occhi impigrito, ma rimase un altro po'
disteso.
Non
si poteva certo dire che non si fosse ancora abituato alla routine
del posto, ma avrebbe preferito di gran lunga rimanere disteso su
quel letto a tempo indefinito.
Purtroppo,
però, non poteva nemmeno pensare una cosa del genere.
Prese
iniziativa e a fatica si alzò.
Fuori
dalla porta l'Ordine Oscuro era già sveglio e al lavoro,
mentre solo ora gli ultimi - come lui - cominciavano a svegliarsi.
Col
lento sorgere del sole, riprese anche lui i gesti di ogni giorno
andando in bagno, vestendosi e finalmente recandosi verso la mensa,
guidato dal suo impaziente stomaco.
Si
sorprese di non incontrare quasi nessuno nei corridoi, nonostante il
chiasso fosse ben udibile, ma i suoi dubbi si dispersero quando un
folto gruppo di facce familiari lo accolse raggiante nella stanza.
<
BUON COMPLEANNO, Lavi !! > urlarono molti in coro.
<
sì, buon compleanno ! >
<
buon compleanno, esorcista-san ! >
<
auguri ,Lavi !! >
C-Compleanno
... ?
Sul
suo volto si aprì un sorriso radioso.
Era
esattamente la mattina del 10 agosto, la sua prima mattina da 19enne.
Il
suo cuore perse alcuni battiti mentre girava tra i tavoli e riceveva
abbracci, baci e amichevoli pacche sulle spalle.
Quel
cuore, che come Bookman JR non avrebbe mai dovuto avere.
Notò
Kanda seduto in un tavolo da solo e, sbracciandosi, ci arrivò
dinnanzi.
Posò
le mani sulla panca in un gesto non troppo delicato per richiamare la
sua attenzione.
<
heeeeey Yu ! Non mi fai gli auguri ?
>
Ricevette
un'occhiata storta, ma prima di vederlo dedicarsi di nuovo alla sua
soba mattutina, riuscì a strappargli un sussurrato < tsk.
Tanti auguri, Rabbit >
Ordinò
a Jerry un mucchio di cibi deliziosi per colazione e ritornò
tra la folla, diretto verso il tavolo dove già erano intenti a
consumare il loro pasto Crowely, Miranda, Lenalee e Bookman.
Alla
vista di questo, non potè far a meno di ricordare lo scontro
col 48° sé stesso, nell'illusione creata da Road.
Era
stato qualcosa di troppo forte, non si poteva dimenticare.
“Cos'è
quella reazione ?”
“Questo è
solo un mucchio d'inchiostro, no ?”
“Lavi
?”
“Se
non riesci a guardare una cosa del genere senza reagire ... non sei
degno del tuo incarico”
“Tu
ormai ...”
“...
non sei più un Bookman”
Sentì
il dolore propagarsi dal petto, come se tutte le ferite della
battaglia si fossero d'improvviso riaperte.
<
Lavi, tutto bene ? >
La
voce apprensiva di Lenalee lo riportò al presente e si rese
conto di essersi portato involontariamente una mano al cuore.
Spostò
lo sguardo immediatamente sul Vecchio, prima di rassicurare la
ragazza.
Sapeva
già cos'avrebbe letto sul suo volto e l'espressione che
incontrò fu di preoccupazione e tristezza.
Non
sfugge mai niente a quel Vecchio !
Riprese
la sua solita aria serena e consumò il suo pasto senza troppi
complimenti.
Immerso
tra auguri e regali – tra cui un coniglio di pezza, regalo di
Miranda in persona, e un piccolo ma terribile fiore carnivoro,
superstite dalle macerie del suo vecchio castello, di Kuro-chan –
tentò di allontanarsi dalla mensa ed andare a prendere un po'
d'aria.
Accolse
l'idea di fare un giro al Dipartimento Scientifico : magari avrebbe
raccattato un altro po' di auguri anche là.
Così
si ritrovò nuovamente solo per gli ampi corridoi.
Sbuffò
sonoramente, portandosi le mani dietro alla testa.
Nemmeno
Allen era a mangiare ... un momento, Allen ?!
Non sarà mica che quel cretino di Due Nei l'abbia rinchiuso in
biblioteca con sé e non lo voglia far uscire finchè non
avrà le risposte che cerca ??
Lo farà morire di fame !
In
balia di questi pensieri arrivò dinnanzi al laboratorio 5,
ancora in via di ricostruzione dopo il violento attacco degli Akuma e
del Livello4.
I
mormorii indecifrabili cominciavano ad avere un senso man mano che ci
si avvicinava e pensò che sarebbe stato meglio fare un salto
in biblioteca ... il più presto possibile.
Oltrepassò
il bianco cartello “Chemistry Group Only” noncurante, ma
dopo pochi passi vide una goffa figura familiare lasciare cadere un
enorme scatolone dalle proprie braccia e iniziare a correre su per
la scalinata.
Lavi
si arrestò sul terzo gradino, aspettando che Johnny lo
raggiungesse affannosamente.
<
uff, che fatica ... mi dispiace, Lavi, ma Reever è
inflessibile e non vuole che si entri >
<
mhh che noia ... > ribatté il rosso.
<
JOHNNY !! ma quanto ci metti ?!
Sbrigati a tornare ai comandi ! > la voce intimidatoria del capo
della Sezione fece trasalire entrambi.
<
c-chiedo scusa ! > tentò di rispondere l'interessato <
... accidenti, mi fa spostare dei marchingegni che sono il triplo di
me ! >
Fece
per scendere nuovamente la lunga gradinata, quando l'esorcista lo
fermò.
<
posso darti una mano, se vuoi >
Alla
vista del suo sorriso, a Johnny s'illuminarono gli occhi e, come se
avesse avuto un'apparizione divina, accettò di buon grado
l'aiuto.
La
speciale macchina era stata inscatolata, accuratamente etichettata e
controllata.
<
questo è quello che dobbiamo spostare ... ecco va proprio ...
accidenti, scusami Lavi, ma va portata nell'Arca ! >
<
e che problema c'è ? >
<
bè, chi non è della Scientifica non dovrebbe entrarci
... >
<
eddai Johnny !!! è anche il mio compleanno oggi ! > strizzò
l'occhio con fare complice.
<
Lavi non ... no ... e va bene > cedette < spero solo che Reever
non ti veda > rabbrividì.
Presero
cautamente l'oggetto e cominciarono a spostarsi verso l'Arca, salendo
la piccola scala di ferro.
Poco
prima di sparire, Lavi vide nel corridoio aggirarsi Link,
disorientato come non mai, senza Allen alle calcagna ...
Riapparse
magicamente nel mezzo di trasporto precedentemente in possesso del
Conte del Millennio.
Le
stanze ed ogni piccolo particolare erano stati rimessi al loro posto
dopo le dure lotte che vi si erano svolte al loro interno e il
download mai completato : tutto era stato correttamente ripristinato
grazie ad una stanza segreta, un piano, uno spartito e la melodia che
Allen aveva suonato.
Allen
... dov'è Allen ? Perchè
Link non è con lui ?
La
luminosità di quel luogo rendeva quasi impossibile pensare a
cosa fosse successo, quanta oscurità aveva ospitato neanche
troppo tempo addietro.
Forse
si è nascosto ... Quel Due Nei è veramente stressante,
non sarebbe certo stata una cattiva idea.
Nell'appoggiare
finalmente la mastodontica macchina a terra, davanti alla porta che
conduceva alla Sezione Asiatica, un particolare catturò il suo
sguardo.
Poco
più in là, una ciotola bianca semplicemente decorata e
dei residui di riso, erano stati abbandonati per metà dietro
ad un angolo di un muro.
I
suoi primi sospetti andarono subito al ragazzo coi capelli bianchi e
capì che se fosse stato come pensava, i conti tornavano alla
perfezione.
<
ohe, Johnny, non è che potrei fare un giro qua ?
>
L'altro
lo fissò smettendo di scribacchiare qualcosa sullo scatolone.
<
non credo proprio ... già sei qui e non dovresti ... >
<
please Johnny !! visto che non mi avete ancora aggiustato il
martello, fammelo come regalo ! >
Lavi
sapeva come far sentire in colpa quelli della Scientifica.
Johnny
rimase interdetto, ma alla fine cedette sospirando forte.
<
... e va bene, ma non uscire finchè non ti do via libera, non
toccare niente, non fare del casino e non entrare nella stanze ! >
<
ooook, capo !! > sorrise in segno di vittoria il rosso e lo vide
rientrare nell'Istituto.
Inspirò
forte e si guardò intorno.
La
ciotola ...
Si
ricordò il motivo per cui era voluto rimanere e raggiunse in
fretta l'oggetto : svoltando l'angolo si susseguivano una fila di
residui di cibi diversi che si arrestava solo dinnanzi ad una porta
socchiusa.
Questa
non sembrava condurre da nessuna parte perchè posta in mezzo
al camminamento, senza mura né niente.
L'ultima
volta che aveva visto una cosa così si era ritrovato ...
da
Allen ... quella è la stanza segreta del Quattordicesimo.
Aumentò
la velocità del passo e sparì attraverso la porta
bianca.
Lavi
venne accecato da un'intensa luce bianca.
Tutto
lì dentro era luminoso e candido : un divanetto di medie
dimensioni, due semplici sedie, un pianoforte – elemento
fondamentale della stanza – , una parete ricoperta da
rettangoli vetrati e ... un ragazzo.
<
yo, Allen > sapeva di non poter sbagliare nel trovarlo.
Il
più piccolo era rannicchiato ai piedi dello strumento, con la
testa abbassata, ma scattò al pronunciare del sua nome.
<
L-Lavi ! >
I
due si guardarono per un lungo istante.
<
che ci fai qui ?
> chiesero all'unisono.
<
bè, io vengo spesso qui a riflettere ... poi sono scappato da
Link > ammise infine Allen.
<
non ti biasimo ... > rispose Lavi leggermente accigliato.
<
ma tu come hai fatto ad arrivare qui ?
>
<
vediamo ... se per “qui” intendi la stanza, la porta era
socchiusa, se invece intendi l'Arca bè ... un favore di
Johnny, o meglio un regalo ! >
<
ma non è giusto ! > ribattè < ogni volta io devo
architettare dei piani assurdi per salire qui e invece ... ! >
Lavi
fece un passo verso l'altro.
<
no ... non è proprio giusto, tu persuadi sempre gli altri a
fare quello che vuoi e ... >
Si
avvicinò fino ad essere a pochi centimetri da lui.
<
... sei maledettamente ingiusto ! >
Si
piegò sulle gambe portando il viso a poca distanza da quello
dell'altro, con fare minaccioso.
Allen
si appiattì contro il pianoforte, leggermente intimorito.
<
ehy moyashi
... sai che giorno è oggi ?
>
<
il 10 agosto, c-credo ... e mi chiamo Allen per la cronaca >
Lo
ignorò < e sai cosa dovresti dirmi ??
>
<
che sei un baka
lo sai già ... >
<
no un augurio >
<
... buongiorno ?
>
Lavi
fece un verso terrificante e si buttò all'indietro portandosi
le mani sulla faccia, depresso.
Il
ragazzo coi capelli bianchi tese una mano verso di lui per spostargli
le sue, non capendo assolutamente la situazione.
<
ehm ... Lavi ?
Tutto bene ?
>
Non
ricevette risposta.
<
scusa, ma cosa ho detto di male
?
>
Riuscì
a togliere una mano e lo vide sghignazzare sommessamente.
<
SCEMO-LAVI mi hai fatto prendere un colpo ! >
Ridendo,
il rosso prese la mano dell'altro e la strinse fra le sue.
<
oggi è il mio compleanno, Allen, e tu non lo sapevi > lo
prese in giro.
<
woah ... davvero ?
>
Assentì
con la testa.
<
oh ... bè ... posso offrirti qualcosa da mangiare, dovrebbe
esserci ancora qualcosa in quel sacco vicino all'entrata >
Indicò
una catasta di rimasugli che Lavi non aveva nemmeno notato entrando.
Rimase
stupito un attimo per l'enorme quantità di cibo, poi si
riprese.
<
se stai cercando di rimediare, lascia perdere. Tanto non eri comunque
a conoscenza della mia data di nascita >
Allen
sentì un tuffo al cuore.
Non
essendo abituato a festeggiare il suo si era ingiustamente
dimenticato anche di quello dei suoi amici.
Lavi,
vedendo la sua espressione, smise di recitare : intrecciò le
dita delle loro mani insieme e lo attirò a sé.
Sulle
sue labbra mormorò uno < scherzo >, per poi unirle con
le proprie.
Ve
le posò sopra più volte, assaggiandole con delicatezza,
per cercare di abituarlo al contatto.
Dopo
l'ennesimo bacio, si staccò leggermente e vide la sua faccia a
metà tra il sorpreso e lo scioccato.
In
poco tempo l'espressione mutò e un magnifico sorriso si fece
largo sul suo volto.
<
tanti auguri di buon compleanno > disse Allen semplicemente.
Posò
poi di sua iniziativa la mano libera sul viso dell'altro e prese a
baciarlo a sua volta.
Un
turbinio di emozioni li avvolgeva come una coperta calda mentre il
contatto si approfondiva maggiormente.
La
restante mano libera di Lavi andò invece a posarsi sul collo
del compagno, per poi spostargli i capelli : strisciò la
propria guancia con quella dell'altro per arrivare al suo orecchio.
<
grazie > fu poco più di un soffio, accompagnato da un altro
sorriso.
Il
più piccolo arrossì all'udire la sua voce così
calda e vicina.
Le
loro bocche trovarono però migliore occupazione delle parole.
Le
lingue arrivarono a toccarsi e ai due esorcisti ormai non rimaneva
che riprendere fiato mentre i rispettivi cuori battevano
freneticamente, quasi come volessero saltar fuori.
Nessuno
dei due si era mai spiegato le notti insonni col pensiero fisso del
compagno, come un segno che la loro amicizia chiedeva di più.
In
quella piccola stanza ormai cominciava a fare caldo.
Entrambi
si fermarono ansimando, rimanendo ugualmente vicini, e pigramente
Lavi tirò un capo del nastro che Allen portava al collo.
La
sottile striscia scivolò sulla camicia e toccò terra
senza rumore.
Il
rosso fece in tempo a slacciargli i primi quattro bottoni, prima che
l'altro staccasse la presa delle loro mani e buttasse le braccia al
suo collo, avventandosi su di esso.
Prese
a baciarlo nell'incavo tra questo e la spalla, mentre il più
grande rimase fermo, un poco sorpreso.
Non
si aspettava certo un Allen così attivo !
Lo
sentì suggere ogni parte di pelle lasciata scoperta dalla
maglia blu cobalto, poi fermarsi e intensificare l'operazione poco al
di sotto della mandibola sinistra.
Sentì
il sangue fluire leggermente verso quel punto, nonostante sulla pelle
non sentisse nient'altro fuorchè le sue labbra.
Si
staccò con uno schiocco e lo vide come contemplare il suo
lavoro.
Non
appena il bianco incrociò i suoi occhi però fece
volontariamente cadere la fascia nera di Lavi sul collo a coprire il
tutto.
<
ehy Allen ... > domandò la vittima in questione, con fare
sospettoso < cos'hai combinato ?
>
Lo
vide esitare per poi rispondere < n-niente. È una sorpresa,
diciamo >
Non
credette ad una sola parola.
Guardandolo
accigliato, gli mise una mano sul petto e lo buttò giù,
di fianco al pianoforte, senza troppa delicatezza.
<
non sai mentire, Allen >
Percorse
il suo viso con la bocca, dopo essersi chinato sopra di lui e finì
per baciarlo di nuovo, avidamente.
Era
come il gioco d'azzardo ; una volta provato, non si riesce più
a smettere.
Passò
le mani sotto la sottile camicia, tirandola fuori dai pantaloni.
Lo
sentì fremere leggermente sotto di sé e questo non fece
altro che aumentare l'intensità dei suoi movimenti, spinto
dalla bramosia.
Si
fermò solo per togliersi la maglia, ormai diventata un
elemento inutile, e gettarla al suo fianco.
Fece
per ricominciare a dedicarsi ad Allen, steso inerme ad occhi chiusi
sul pavimento, quando sulla parete candida comparve una schermata che
la copriva interamente.
Stupito,
Lavi la fissò intensamente, mentre questa cominciava a
trasmettere immagini sempre più chiare : Johnny camminava
freneticamente per i corridoi dell'Arca, urlando il nome
dell'esorcista e guardandosi intorno preoccupato.
<
ah !! > urlò il rosso alzandosi di scatto < me n'ero
completamente dimenticato ! >
l'altro
si mise a sedere, ancora scosso per quanto successo.
<
Lavi ... ?
>
<
ehm Allen ... diciamo che il mio tempo qui era limitato e che dovevo
starmene buono buono fuori da ogni stanza senza fare casino >
il
più piccolo lo guardò con aria interrogativa.
<
bè allora ... sbrigati ed esci ! >
<
sei acuto, moyashi.
Peccato che ci avevo pensato anche io ! >
Si
rinfilò la maglia e corse fino alla porta.
Senza
uscire ancora, si girò e lo puntò il suo sguardo su di
lui.
<
Allen ... devi ancora finire di darmi il tuo regalo >
<
co – ... ah > arrossì.
<
stasera festeggeremo come si deve, in camera mia > sorrise
maliziosamente.
<
ma Link ?
>
<
oh bè ... se si vuole aggiungere ... >
<
LAVI !! >
<
... vedremo come sistemarlo. See
ya !
>
Gli
mandò un bacio con la mano, ridendo, e andò incontro ad
un Johnny disperato.
Dico
solo : *çççç*
Chissà ...
magari scriverò il continuo ;)
♥ TANTI AUGURI LAVI ♥
Grazie x)
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