"Quando
si deciderà a tornare?"
Questo pensiero continua a scorrerti nella mente senza lasciarti tregua.
Quella mattina il leader aveva convocato Yoite proibendoti di andare
con lui.
Ti eri infuriato ed eri corso da Kazuho, e avevi cercato di scoprire
qualcosa, anche un piccolo particolare che magari ti era sfuggito.
Nulla, anzi.
Lei ne sapeva meno di te.
Ti ricordi ancora la sua espressione:
apparentemente impassibile, ma sotto, nel profondo dei suoi occhi avevi
letto timore, inquietudine... forse rassegnazione per qualcosa che tu
non sapevi e che sarebbe dovuta succedere, prima o poi.
Si era alzato dal suo solito angolino e, raccolto il cappello, era
uscito.
Ora è sera e lui non è ancora tornato.
Ti alzi e vai alla finestra. Guardi fuori: un cielo limpido ti si para
di fronte e la luna alta nel cielo splende felice come per prendersi
gioco di te.
Senti dei passi che salgono le scale, poi la porta si spalanca di colpo
sbattendo contro il muro.
Ti giri di scatto.
"E' lui! E' tornato"
Un sorriso si fa pazio sulle tue labbra.
L'hai aspettato da tanto tempo e ora è finalmente
lì.
Gli corri incontro.
<>
I tuoi occhi sono luminosi ma vedi che, come se non ti avesse
nè visto nè sentito si dirige come un fulmine nel
bagno chiudendo la porta a chiave.
Gli è caduto il cappello e non si è nemmeno
fermato a raccoglierlo.
Non capisci.
Il tuo sguardo si posa su quel cappello appoggiato sul pavimento.
Non una parola, non un segno.
Qualcosa in lui ti ha spaventato.
I suoi modi? ..No
La sua freddezza?.... Ci sei abituato.
I suoi occhi .... quei due cristalli blu, quelli ti avevano spaventato
e la sua mano che, tra i capelli corvini tremava.
Senti il rumorore dell'acqua che scorre.
Ti dirigi verso la porta, bussi, lo chiami ma lui non risponde.
"Cosa diamine pensa di fare?
L'acqua continua a scorrere, senti che lui ha aperto un armadietto per
prendere qualcosa.
"Maledizione! Non starà per ..."
Non hai tempo per pensare: tiri un calcio alla porta che con un rumore
assordante si spalanca.
Una nuvola di vaporte ti investe, poi lo vedi.
Allunghi una mano, la tua volce è calma, cerchi di
rassicurarlo.
<>
Ma lo sai, si è isolato in un mondo tutto suo.
<< Sta lontano da me! >>
Lo guardi con occhi indagatori.
Non ha nulla che non va.
Poi il tuo sguardo è attratto da lui che si sta
disperatamente lavando le mani, macchiate dal kira.
<< Non... non va via ! Perchè ?
Perchè non riesco a mandare via questo sangue
?>>
Rimani a bocca aperta.
Sulle sue mani non c'è nulla, nemmeno una piccola macchia di
sangue.
"Che divolo gli avrà detto quel vechhio pazzo?"
Vedi che inizia ad arretrare per poi finire a sedersi nella doccia,
Apre l'acqua.
E' bolente.
Si porta le mani alla testa e per la prima volta, dopo tanto tempo, lo
vedi che piange.
Solo, indifeso.
Un bambino costretto a crescere troppo in fretta.
Sospiri.
Chiudi l'acqua che esce dal lavandino.
Ti passi una mano tra i capelli biondi, poi entri nella doccia .
Senti il calore dell'acqua che ti avvolge bagnando i tuoi vestiti.
Senza dire nulla ti siedi accanto a lui e lo abbracci.
Senti il suo cappotto che, ormai, è diventato pesante per
l'acqua.
Appoggi la tua testa alla sua.
Gli prendi le mani e inizi a sfregarle.
<> gli
sussurri dolcemente.
Lui non risponde, si limita a muovere la testa.
Poi cerca riparo, conforto nelle tue braccia, appoggia i suoi capeli
corvini al tuo petto.
Il dolce suono del tuo cuore lo culla in un sonno pofondo.
Troppe emozioni.
Non sai cos'è successo.
Non glielo chiedi.
Lui non te lo dirà.
Vuoi solo abbracciarlo.
Non sai quanto tempo passa e nemmeno ti interessa.
Adesso vuoi solo asciugre le lacrime di quel ragazzo per poi sperare di
vedere un suo sorriso che per te vale più di 1000 parole.
Quel sorriso che per te è più luminoso del sole e
di tutte le stelle messe insieme nel cielo.
Yoite
|