Like a virgin, UH! di Ulissae (/viewuser.php?uid=32329)
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Like a virgin, UH!
110. Prendi il suo
telefono e metti come suoneria "Like a Virgin" di Madonna
Lo
scopo della storia è rappresentare al meglio -uno ci tenta,
poi...- la
frase sopra citata, che fa parte di una raccolta più grande.
Lo scopo è
di usare la frase come traccia e creare qualcosa di semidemenziale, se
non totalmente demenizale. Buona lettura.
Se c'era qualcosa che Edward Cullen odiava tanto quanto le lezioni a
scuola erano le due ore di ginnastica settimanale.
Sorvolando sul fatto che ci fosse qualcosa di inquietante nel
professore, che sbraitava e urlava come un pazzo per tutto il tempo, e
di rivoltante,
a quanto pareva aveva una tresca con la professoressa di spagnolo,
zitella patentata; la cosa che Edward veramente odiava nel profondo era
il dover lasciare tutti i suoi averi nello spogliatoio.
Questo non avrebbe comportato un problema serio, anzi, i primi tempi si
era pure divertito a sentire i pensieri dei suoi compagni di classe
che, pur di fargli un dispetto -tradizione instaurata contro i nuovi
arrivati- tentavano di aprire il suo armadietto e di sparpagliare per
tutto l'istituto i suoi vestiti di ricambio.
I primi tempi era stato divertente, sì, poi era
diventato scocciante,
infine, con il cambio degli orari era diventato stressante.
Sfortuna per lui il quarto anno aveva lezione proprio dopo di lui.
Ma non era il quarto in sé a preoccuparlo, no. Erano loro.
Quegli idioti, ritardati, stupidi, e chi più ne ha
più ne metta! Dei suoi fratelli a farlo agitare oltre modo.
Erano loro e le loro menti malate; loro e i loro assurdi scherzi, loro.
Punto. LORO.
Perciò, ogni giovedì, Edward usciva di casa
prestando particolare attenzione ai loro pensieri che, naturalmente,
risultavano innocenti e cordiali, i loro sorrisi erano tanto
preoccupanti quanto quelli di due orsetti di peluches.
Due rei sotto le spoglie di angeli!
Quel giorno, quando rientrò nello spogliatoio
sentì gli occhi e i pensieri di tutti puntati su di lui;
deglutì, cercando di rimanere calmo.
Dio, che buffone.
Un sorrisetto divertito comparì sulla faccia di Mike Newton,
che affondò la testa nello zaino per nascondersi.
Poveraccio...
Un sorrisino imbarazzato si presentò sulle labbra di Erik.
Cosa diamine volevano da lui?!
The cat is on the table,
the pen is under the chair
Ecco. Questo pensiero era preoccupante. Spostò
immediatamente l'attenzione sul proprietario e si ritrovò il
fratello più grosso sogghignare soddisfatto, mentre l'altro
ridacchiava sommessamente, mantenendo un'espressione più
composta.
Si avvicinò, minaccioso; qualcosa non andava, non andava affatto.
“Like a
virgin, UH!, Touch for the very first time...”
Si guardò intorno, non capendo da dove provenisse la musica
metallica, era soffusa, non diretta. In un attimo ritrovò la
fonte di tale rumore. Inchiodò il suo armadietto e
gelò.
Il suo cellulare stava suonando. Il suo cellulare aveva quella suoneria.
-Fratellino, piace?- ridacchiò Emmett, dandogli una pacca
sulle spalle. -Papà ti sta cercando da circa...
sì, due ore-
Jazz ormai era piegato in due, aprì l'armadietto e prese in
mano l'infernale aggeggio. Continuava a suonare e vibrare.
Dannatissima Madonna.
Io lo dicevo che era gay
Piano piano tutti gli studenti si dileguarono, sghignazzando e
lanciandogli occhiate divertite e canzonatorie.
Emmett era poggiato alla panca, ormai seduto; si teneva la pancia per
le risate, mentre quell'altro, il disgraziato!, continuava a fissarlo
divertito.
-Su, Ed, non puoi dire che non sia azzeccata- ghignò.
-Potresti pure suonarla!- propose l'altro.
L'espressione di Edward Cullen era calma, placida. Perché
lui era sempre calmo. I suoi gesti un po' meno.
In un secondo scattò e neanche i fratelli capirono cosa
stesse succedendo.
All'ora di pranzo, quando Alice e Rosalie gli chiesero dove fossero i
rispettivi compagni lui sorrise angelicamente -diabolicamente-
rispondendo che non lo sapeva.
Tutta la scuola si chiese come mai, negli armadietti due e tre ci
fossero due buchi grandi quanto la testa di due persone.
Edward Cullen, al contrario, sapeva benissimo incastrare le zucche
vuote dei suoi fratelli nel metallo amico degli armadietti.
Angolo autrice:
OH! Ma quanto sono scema? *O* Questa stupida fanfiction è
uscita di getto è semi idiota; non credo
neanche che faccia ridere ò.ò
Non sono protata per certe cose ._.
Arrivederci, emigro.
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