[ Questa fanfiction
partecipa alla challenge delle 100 fanfic in Italiano ( fanfic100_ita)
]
Titolo: L'ennesima
notte.
Pairing:
Trowa/Heero
Rating: R
Conteggio Parole:
313
Warnings:
Yaoi, Lime, PWP.
Spoiler:
Nessuno.
Note: Mi
sono accorta adesso che questa settimana non avevo ancora pubblicato
nulla, ma fortunatamente vi ho posto rimedio in tempo! (Anche se in
realtà non mi corre dietro nessuno.)
Per quanto riguarda la fanfic... aww, finalmente ho pubblicato la mia
prima 3x1! E, già che siamo in argomento, vi inviterei a
guardare il numero delle parole. 3x1x3. Sì, l'ho fatto molto apposta e molto a fatica,
oserei dire. Che altro dire? Anche il questo caso il prompt
è arrivato a posteriori. Tutto merito di Heero e dei suoi
sensi di colpa, all'incirca, e di Trowa che vive di seghe mentali. Ora,
non sono perfetti, insieme?
Disclaimer:
Gundam Wing appartiene agli aventi diritto. Questa fanfiction non
è scritta a scopo di lucro.
-:-:-
Una notte, un’altra notte, l’ennesima notte. Una
notte di troppo che minacciava sempre di essere l’ultima.
«Sono in debito con te.»
Trowa fece scorrere le labbra sulla sua gola, le clavicole, il petto,
mentre con le mani gli accarezzava l’addome e i fianchi,
prendendosi tutto il tempo necessario. Lo sentì irrigidirsi
e fremere quando gli sfiorò con la lingua un capezzolo e si
sollevò appena dalla sua pelle, senza tuttavia guardarlo in
viso.
«È per questo che lo fai?»
Heero chiuse gli occhi, lasciando che il caldo che sentiva si
irradiasse per tutto il corpo. Dire di sì sarebbe stato
facile. «No,» mormorò.
Trowa si alzò sulle braccia e tornò verso il suo
viso, coprendogli la bocca con la sua, accarezzandola, chiedendogli
implicitamente un permesso che fino ad oggi non gli era mai stato
negato. Heero aprì le labbra e rispose al bacio con quella
sua foga istintiva e inesperta, quasi impacciata, che, sfortunatamente,
sarebbe sparita col tempo e con l’esperienza, e gli strinse
le braccia dietro al collo per portarselo più vicino.
Si staccarono per prendere aria e Trowa lo guardò negli
occhi. «Sono io ad essere in debito con te.»
Silenzio. «È per questo che lo fai?»
Trowa aprì le labbra, visibilmente sorpreso. Poi gli
rispose, senza l’ombra di un dubbio. «No.»
Gli sollevò le gambe e scese a baciargli il pene eretto
mentre si lubrificava una mano e lo preparava, con calma, un dito dopo
l’altro, aprendoli e chiudendoli quanto bastava per allargare
la sua apertura.
Lo penetrò con un movimento fluido e Heero strinse il
lenzuolo tra le dita, in attesa che il dolore scomparisse, in attesa
del piacere che sapeva sarebbe arrivato.
Non gli avrebbe mai detto il motivo per cui lo faceva, anche se credeva
che lui già lo sapesse. Ma dirglielo l’avrebbe
reso vero.
E vero, in guerra, è soltanto un’altra buona
ragione per farsi ammazzare.
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