Ironic
Ad un certo punto di questa storia sarebbe
perfetto ascoltare "Ironic" di Alanis Morissette
Ironic
- Ma
porca… -.
- Nana, niente
parolacce! Non voglio che la bambina le senta! -.
- Ma se non
è nemmeno nata! – ribatté lei.
- Appunto, per
la psiche del neonato è importante anche ciò che
sente durante la gestazione – fece Hachi, con
l’aria di chi la sa lunga.
- Mi sa che
qui qualcuno ha letto troppi “manuali per
genitori”… -.
- Ma come,
Jun, ti ci metti anche tu? -.
- Oh, insomma!
Siamo qui bloccate nel freddo, e voi vi mettete a chiacchierare di
manuali per genitori? Che accidenti ha la macchina? –
strillò una voce lamentosa.
- La
principessa cantante ha freddo, a quanto pare… -
borbottò Nana, aprendo il cofano dell’auto e dando
un’occhiata critica al motore.
- Allora?
Scoperto qualcosa? – domandò Hachi, piuttosto
apprensiva.
- Non sono
un’esperta, ma a occhio e croce qui si è gelato
qualcosa -.
- Ma come? Non
fa poi così freddo – commentò la Nana
più giovane.
-
Già, ma quest’auto non è nemmeno
nuovissima, quindi è possibile che col freddo si sia
effettivamente inceppato qualcosa – rifletté Jun
– L’unica soluzione è chiamare il carro
attrezzi, e magari qualcuno che ci venga a prendere -.
- No, scusate,
ma come è possibile che si sia rotta? – si
intromise Reira – Non l’avete presa
all’autonoleggio? -.
-
Sì, ma forse non conoscono la differenza tra
“economico” e
“catorcio”… - ironizzò Nana
– Prima di partire sarebbe stato meglio farla controllare da
Ren, ma ormai… -.
-
Perché Ren? – domandò Hachi.
- Ha lavorato
un po’ come meccanico, anni fa -.
- Davvero? -.
- Mi spiace
interrompere la vostra conversazione – disse Jun, premendo
alcuni tasti del telefonino – Ma ho una brutta notizia da
darvi: qui i cellulari non prendono -.
-
Cosa?
-.
Tre mani
agguantarono nello stesso momento il cellulare dalla tasca del
cappotto, pigiarono alcuni tasti e si resero conto
dell’impensabile.
Niente campo.
Nemmeno una
tacchetta.
- E adesso
come facciamo? – si allarmò Hachi –
Siamo qui da dieci minuti e non è passato nessuno. Rischiamo
di restare bloccate! -.
Effettivamente
la giovane Komatsu non aveva tutti i torti. Si trovavano su una strada
di collegamento persa tra campi pieni di neve, ai margini dei quali
crescevano sterpaglie e alberi spogli.
Non si vedeva
nemmeno una casa, e al paese più vicino mancavano almeno
dieci chilometri. L’unica traccia di civiltà era
una pensilina dell’autobus sul ciglio della carreggiata,
proprio dove la loro auto aveva perso ogni segno di vita.
- Peccato solo
che oggi sia un giorno festivo e che non abbiamo idea degli orari degli
autobus – ponderò Junko – Tra
l’altro, in campagna sono molto meno frequenti che in
città. Può darsi che quello di oggi sia
già passato -.
- Che cosa?
Allora… siamo veramente bloccate! –
esclamò Hachi, rendendosi conto della situazione.
- È
un bel guaio – ammise Nana.
- Oh, accidenti! Ma di chi
è stata l’idea di andare in giro in una giornata
simile, si può sapere? – strillò Reira,
incredula di trovarsi in simili condizioni.
- Tua, se non ricordo male
– le ricordò Nana, simulando indifferenza.
-
Sì, è vero – confermò Hachi,
mentre Reira cominciava a rendersi conto della gaffe – Hai
insistito tanto per questa “uscita tra
donne”… ed effettivamente ci siamo divertite
parecchio. Almeno fino ad ora -.
-
Già, ma in un momento come questo lamentarsi è
del tutto inutile. L’unica cosa da fare è
aspettare che passi qualcuno, controllando ogni tanto i cellulari
– fece Junko, pratica – Nana, tu torna in macchina,
non devi prendere troppo freddo. Forse il riscaldamento funziona ancora
-.
- Controllo io
– disse Nana, mentre Hachi risaliva obbediente in auto.
Tuttavia la
giovane Osaki ne uscì subito, e dopo un calcio ben assestato
al paraurti imprecò:
- Niente da
fare! Questo ferrovecchio è completamente da buttare! Ah, ma
mi sentiranno, quegli idioti… -.
- Di bene in
meglio… - commentò Junko, massaggiandosi piano le
tempie. Poi, voltandosi verso le altre: - Reira, stai bene? Hai i
brividi -.
-
Beh… effettivamente ho un po’ freddo… -
disse debolmente lei.
- Aspetta,
dovrei avere un paio di scaldamani – frugò un
po’ nella borsa – Ah, eccoli -.
Ne porse uno a
Reira. – Sai come funzionano, non è vero? Basta
che premi al centro e aspetti che si riscaldino -.
Bussò
al finestrino, e ne diede uno anche a Hachi.
Poi si rivolse
a Nana: - Tieni -.
Visto il
silenzio che era calato, Junko guardò ad una ad una le sue
compagne di viaggio: - Ehi, cosa c’è? Qualcosa non
va? -.
Fu Reira a
spezzare la quiete.
- Sono
allibita – disse, tenendo fra le mani quell’oggetto
morbido che iniziava ad emanare calore.
Junko le
lanciò un’occhiata interrogativa.
- Come? E
perché? -.
-
Perché sei incredibile, Jun! – saltò
fuori Hachi, abbassando il finestrino – Pensi sempre a tutto!
-.
- Davvero,
sono senza parole anch’io – concordò
Nana.
- Jun saprebbe
sopravvivere persino su un’isola deserta, ne sono sicura!
– ribadì la giovane Komatsu, convinta.
- Invece di
parlare a vanvera, faresti meglio ad alzare quel finestrino –
le ricordò Junko – Altrimenti a che serve che tu
stia in macchina? -.
- Oh
sì, hai ragione! – fece Hachi, obbedendo in fretta.
Era trascorsa
almeno mezz’ora, e non era passata anima viva. In quel luogo
non c’era nulla, tranne la strada, la pensilina, gli alberi
spogli e la neve. Tanta neve.
Fortunatamente
non c’era vento, ma il cielo grigio andava facendosi
più cupo, segno che la poca luce che c’era sarebbe
presto calata.
Le ragazze si
erano scambiate solo poche parole, aguzzando la vista più
che potevano e cercando nervosamente di scaldarsi. Gli scaldamani erano
ormai gelati, e quindi inutili.
Ad un certo
punto la portiera dell’auto si aprì per far uscire
le gambe di Hachi, che le appoggiò sull’asfalto.
- Ormai dentro
fa freddo quanto qui fuori – spiegò –
Quindi tanto vale che apra lo sportello, almeno chiacchieriamo -.
- E di che
vuoi chiacchierare? – ribatté Nana – Non
siamo certo in una situazione adatta a fare salotto! -.
Hachi non
rispose, guardandosi invece attorno, con un’espressione
bizzarra dipinta sul viso.
- Nana, che
c’è? – domandò Junko
– Che stai guardando? -.
- Beh, forse
sono un po’ fuori luogo, però… -
esitò un attimo, ma poi continuò – Mi
sembra di essere dentro a un vecchio video musicale! -.
- Eh?
– un trio di volti sconcertati accolse quell’uscita.
- Ma
sì, non guardatemi così! – fece Hachi
– Era una canzone anni ’90, in inglese…
Jun, te la ricordi? -.
L’amica
scosse la testa, interdetta.
- Era proprio
così – insistette lei –
C’erano quattro amiche in macchina, in una giornata
d’inverno, che andavano chissà dove e cantavano
come pazze. Sembravano divertirsi un mondo, però. Le ho
sempre invidiate -.
Pensando che
solo Nana potesse invidiare i personaggi di un video musicale, Junko
rispose:
- No, mi
spiace. Proprio non me lo ricordo -.
- E tu, Nana?
– chiese la ragazza, voltandosi verso di lei.
- No, nemmeno
io… -.
- An
old man turned ninety-eight, he won the lottery and died the next day (*) –
intonò una voce limpida nel freddo di quel luogo desolato.
Hachi si
voltò subito, mentre Nana lanciò
un’occhiataccia alla fonte del canto.
- It's
a black fly in your Chardonnay, it's a death row pardon two minutes too
late. Isn't it ironic, don't you think? -.
Mentre Reira
cantava, il silenzio si era fatto ancora più immobile. Non
esisteva nulla di più quieto di una strada in mezzo alla
neve, ma in quell’istante sembrava che il tempo si fosse
dilatato.
- It's
like rain on your wedding day! It's a free ride when you've already
paid!
-.
A Hachi venne
la pelle d’oca quando la canzone prese potenza dalla
splendida voce di Reira, delineandosi in una densa nuvola di vapore.
Per un istante trattenne addirittura il fiato.
-
It's the good advice that you just didn't take, and who would've
thought, it figures… -.
Il cielo
d’ovatta sembrava aver assorbito fino all’ultimo
suono.
Fino a quel
punto Reira era stata completamente immersa nella canzone, ma quando
vide le facce delle tre amiche decise di continuare.
- Mr.
Play It Safe was afraid to fly, he packed his suitcase and kissed his
kids good-bye… - cantò
piano, quasi sottovoce, anche se le parole risultavano comunque
chiarissime.
- He
waited his whole damned life to take that flight and as the plane
crashed down he thought… -.
-
"Well isn't this nice" and isn't it ironic...don't you think? – a questi
versi Hachi sobbalzò, perché si accorse che al
canto di Reira si era unita anche Nana.
- It's
like rain on your wedding day! It's a free ride when you've already
paid!
-.
Hachi non
aveva mai sentito le loro voci cantare assieme. Ed era una cosa
magnifica, surreale. La voce roca di Nana si contrapponeva
splendidamente alla vocalità argentina dell’amica
dai lunghi capelli mossi, in un gioco di contrasti che ad Hachi faceva
correre i brividi lungo la schiena.
Udire un
simile concerto in quel luogo nel mezzo del nulla, dove le voci
risultavano amplificate dal silenzio ovattato della neve, poteva far
pensare di trovarsi sul confine tra due realtà.
-
It's the good advice that you just didn't take and who would've
thought, it figures… -.
Anche
Junko sembrava esterrefatta. Non spostava gli occhi dalle due amiche,
quasi avessero potuto scomparire non appena si fosse voltata.
-
Well, life has a funny way of sneaking up on you. When you think
everything's okay and everything's going right – Reira
continuò con la strofa ma Nana, anche se non conosceva le
parole, non si fermò. Andò avanti con un
controcanto fatto di vocalizzi e parole semi-inventate, come se la sua
voce stesse giocando con quella di Reira.
- And
life has a funny way of helping you out, when you think everything's
gone wrong and everything blows up in your face -.
In quel duetto
improvvisato, Hachi pensò che se le due avessero deciso di
cantare insieme sarebbero potute arrivare in alto. In alto davvero.
Ma
guardò Reira, completamente presa dalla canzone, e Nana, che
nonostante tutto le lanciava qualche occhiata senza farsene accorgere.
C’era sempre stata una rivalità feroce da parte
sua, e una collaborazione artistica per lei sarebbe stata improponibile.
- A
traffic jam when you're already late, a no-smoking sign on your
cigarette break… -.
Forse
perché a Reira interessava solo poter cantare,
perché diceva che nella vita non sapeva fare altro. Forse
perché Nana, invece, aveva per la testa tante altre cose.
-
It's like ten thousand spoons when all you need is a knife... It's
meeting the man of my dreams and then meeting his beautiful wife -.
Sarebbe stato
come mettere assieme un cigno e un falco, e pretendere che
collaborassero. No, meglio di no.
- And
isn't it ironic, don't you think? A little too ironic, and yeah I
really do think… -.
Hachi chiuse
gli occhi, e si preparò all’impatto col ritornello.
-
It's like rain on your wedding day! It's a free ride when you've
already paid!
-.
Si
accarezzò piano la pancia. Se davvero la bambina poteva
sentirle, chissà se lo avrebbe ricordato, anche solo a
livello inconscio. Se una volta nata, all’udire le voci di
Nana e Reira avrebbe sussultato.
- It's
the good advice that you just didn't take and who would've thought, it
figures… -.
Il freddo era
pungente, ma quel canto fantastico era riuscito a scaldarle un
po’. Specialmente le due cantanti, le cui guance arrossate
sembravano due pomodori.
- Life
has a funny way of sneaking up on you – la voce
di Reira si fece nuovamente un sussurro, quasi un crepitio sommesso di
foglie, mentre Nana mugolava piano un sottofondo.
- Life
has a funny, funny way of helping you out... -.
Era finita.
Quasi. Hachi aspettava le ultime parole con la trepidazione di chi
attende di vedere l’ultimo fuoco d’artificio.
- Helping
you out… -.
Quando le due
voci si spensero, praticamente all’unisono, il silenzio
sembrò ancor più profondo di qualche minuto prima.
Fu Nana a
romperlo.
- Adesso
è venuto in mente anche a me, quel video – disse,
frugando nella tasca e tirando fuori sigaretta e accendino –
Effettivamente sembra di trovarcisi dentro… anche se noi
siamo in cinque, non in quattro -.
- In
cinque…? – domandò Hachi.
Nana fece un
cenno eloquente alla sua pancia prominente, e l’altra
capì.
- Anche se, in
realtà, non erano quattro ragazze – intervenne
Junko – Se ricordo bene, alla fine si vede la cantante in
macchina da sola -.
-
Già – confermò Reira, la voce ancora
impostata dopo il canto – E le altre ragazze erano
interpretate sempre da lei, anche se talmente bene che io me ne
accorgevo solo dopo un po’ -.
- E quindi
cos’erano? – domandò Nana, sbuffando
fuori una nuvola di fumo – Dei fantasmi? -.
- O delle
amiche immaginarie! – propose Hachi.
- Quelle puoi
averle soltanto tu – commentò l’altra,
lanciandole un’occhiata eloquente.
- Eh? Cosa
vorresti dire? -.
- Ehi,
guardate là! – esclamò Junko,
interrompendole e indicando la strada.
Le altre
guardarono, e un’espressione di immenso sollievo si dipinse
sui loro volti.
L’auto
che si stava avvicinando aveva iniziato a rallentare, finché
non si fermò davanti alla pensilina.
- Ehi,
ragazze, che succede? – chiese il conducente, abbassando il
finestrino – Problemi con la macchina? -.
- Diciamo
piuttosto che è lei ad avere dei problemi con noi
– rispose Nana – Ci ha definitivamente abbandonate
-.
Il ragazzo
biondo che guidava era sceso dall’auto e, dopo aver alzato il
cofano, aveva dato un’occhiata critica al motore della
macchina in panne.
-
Già, sembra anche a me -.
- E io che ti
ho detto, scusa? – domandò Nana, alzando alterata
un sopracciglio.
- Avete
provato a chiamare i soccorsi? – domandò ancora il
giovane.
-
Sì, ma il cellulare qui non prende – rispose Junko.
- Sentito,
Nobu? – fece il ragazzo che si trovava ancora in auto, seduto
accanto al posto di guida - È da mezz’ora che te
lo dico -.
-
Sì, sì, va bene… -.
-
Piuttosto… - riprese il ragazzo in auto, rivolgendosi a loro
- … eravate voi a cantare? -.
Hachi sorrise,
posando le mani sulle spalle di Nana e Reira.
-
Sì, loro due! Fantastiche, non è vero? -.
-
Altrochè! – rispose lui – Sembrava il
canto di due sirene, anche se fra la neve invece che in mezzo al mare.
Nobu aveva quasi paura a venire a vedere. Credeva si trattasse di
esseri sovrannaturali! -.
- Addirittura?
– domandò Hachi.
- Ehi, Shin!
Vuoi piantarla? – fece il preso in causa, leggermente seccato.
- Visto? Non
si prende nemmeno la briga di negare – disse il cosiddetto
Shin alle ragazze, con aria complice.
Reira rise
piano, senza accorgersi che quel ragazzino in auto non le toglieva gli
occhi di dosso.
- Ehi,
ma… - intervenne Nobu, guardando Hachi – Non
vorrei sembrare scortese… ma tu sei incinta? -.
-
Sì – rispose lei.
- Cosa? E
allora che ci fai in piedi e al freddo? Sali in macchina, forza! -.
- Ehi, calma!
Non è morta fino ad ora, che differenza vuoi che faccia un
secondo in più? – fece Nana, squadrandolo da capo
a piedi – E comunque ci siamo anche noi, vuoi lasciarci qui?
-.
- Certo che no
– replicò Nobu – Però in auto
ci stanno solo cinque persone… -.
- Non
è un problema – disse Shin, scendendo dalla
macchina – La signorina incinta può stare davanti,
mentre io… -.
- La signorina
incinta si chiama Nana – disse Hachi, tendendogli
cordialmente la mano.
- Io sono
Shinichi, piacere. E lui è Nobu -.
- Loro invece
sono Junko, Nana e Reira – continuò la giovane
Komatsu, indicando le altre con un gesto della mano.
- Uh?
Un’altra Nana? – chiese Nobu, guardando la ragazza
che stava gettando via il mozzicone di sigaretta e pensando che non
avesse niente in comune con la socievole donna incinta.
-
Sì, ma lei la chiamiamo Hachi – spiegò
l’“altra Nana”, con un ultimo sbuffo di
fumo.
- Va bene,
allora – riprese Shin – Hachi si siede davanti e io
vado dietro, mentre Reira- ti chiami così, giusto?-
può sedersi in braccio a me, visto che è la
più piccola e minuta -.
- E pensare
che sono la più vecchia! – rise lei –
Comunque va bene -.
Mentre tutti
salivano in auto, Shin domandò:
- La
più vecchia? E quanti anni hai, se mi è concesso
chiederlo? -.
-
Uhm… di solito non rivelo la mia età, ma se
proprio ci tieni, per te farò un’eccezione. Ho
compiuto ventitrè anni il primo novembre scorso –
rispose Reira, sistemandosi sulle sue gambe.
- Il primo
novembre? Anch’io faccio gli anni il primo novembre!
– esclamò lui.
- Cosa? Dici
davvero? E quanti ne hai compiuti? -.
-
Uhm… qualcuno in meno… - rispose laconico Shin.
Avevano messo
in moto ed erano partiti, mentre il riscaldamento acceso
dell’auto faceva finalmente crogiolare le ragazze in un bagno
di tepore.
Hachi,
guardando fuori dal finestrino, ammirava i campi coperti dalla coltre
di neve.
-
Però… a pensarci bene, questa giornata
è stata proprio in linea con la canzone! –
esclamò dopo un po’.
-
Già – confermò Junko – Anche
se non ci terrei a viverne un’altra uguale -.
- Comunque
dobbiamo ringraziarvi – disse Reira, rivolgendosi ai due
ragazzi – Non fosse stato per voi, saremmo ancora
là a morire di freddo -.
- È
nostro dovere salvare donzelle in difficoltà –
rispose Shin.
- Anche se
spero di non incontrare un vigile, visto che non siamo esattamente in
regola – osservò Nobu, un po’
preoccupato.
- Ma come?
– fece Hachi – Basta che spieghiate la situazione,
no? Sono sicura che capiranno -.
- Io non
credo. La cosa importante per loro è far rispettare le
regole e distribuire sanzioni a chi sgarra. Se ci beccano, una bella
multa non ce la leva nessuno -.
- Beh, vista
la giornata, mi stupirei di non incontrarli – disse Nana con
un sorriso sornione, guardando Nobu attraverso lo specchietto
retrovisore – Voi ci salvate e poi vi multano per questo.
Sarebbe ironico, non vi pare? -.
Isn't
it ironic, don't you think?
(*) La traduzione della canzone:
Un vecchio
compì 98 anni
Vinse alla lotteria e
morì il giorno dopo
È una mosca
nera nel tuo Chardonnay
È
un’assoluzione della pena di morte due minuti troppo tardi
È ironico,
non credi?
È come la
pioggia il giorno del tuo matrimonio
È un giro
gratis quando hai già pagato
È il buon
consiglio che non hai seguito
E chi ci avrebbe
pensato, funziona
Mr. Gioco Sicuro aveva
paura di volare
Fece la valigia diede il
bacio d’addio ai suoi figli
Aspettò tutta
la vita per prendere quel volo
E mentre
l’aereo si stava per schiantare lui pensò
"Bene, non è
perfetto"
Ed è ironico,
non credi?
È come la
pioggia il giorno del tuo matrimonio
È un giro
gratis quando hai già pagato
È il buon
consiglio che non hai seguito
E chi ci avrebbe
pensato, funziona
La vita ha un bel modo
di infierire su di te
Quando pensi che tutto
è okay e tutto sta andando bene
E la vita ha un bel modo
di aiutarti
Credi che tutto sia
andato male e tutto ti scoppi sulla faccia
Un ingorgo quando sei
già in ritardo
Un cartello
“no smoking” durante la tua pausa sigaretta
È come
diecimila cucchiai quando tutto ciò di cui hai bisogno
è un coltello
È conoscere
l’uomo dei miei sogni
E dopo incontrare la sua
bellissima moglie
Ed è ironico,
non credi?
Un po’ troppo
ironico, lo credo davvero
È come la
pioggia il giorno del tuo matrimonio
È un giro
gratis quando hai già pagato
È il buon
consiglio che non hai seguito
E chi ci avrebbe
pensato, funziona
La vita ha un bel modo
di infierire su di te
E la vita ha un bel modo
di aiutarti.
Mio secondo esperimento
su Nana, e prima volta che provo effettivamente a muovere dei
personaggi (l’altra era un’introspezione).
Mi sono divertita un
mondo, e devo ammettere che mi sono anche emozionata: ma ve le
immaginate Nana e Reira cantare questa splendida canzone? Avevo i
brividi solo a pensarci.
In quanto AU, i rapporti
tra i personaggi erano un po’ diversi, anche se ho mantenuto
alcune cose: Hachi è incinta, ma le quattro sono un semplice
gruppo di amiche in una giornata sfortunata.
Inoltre non conoscono
Nobu e Shin, anche se c’è comunque un accenno
Shin/Reira, per me doveroso.
ù_ù
Sono molto contenta del
fatto che sia arrivata terza all' “Alternative
Universe Contest” indetto da DarkRose86, oltre a
vincere il Premio per la Trattazione del Tema.
Grazie infinite alla
giudice, impeccabile come sempre, e complimenti a tutte!
… che ne
pensate di questa AU?
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