Prologo
Cielo
e terra si congiungevano in una trascendente
esplosione di candore scintillante. La morsa del gelo avvolgeva ogni
cosa, il
ghiaccio e la neve dominavano incontrastati sulle sconfinate distese
siberiane
e il tiepido sole del mattino era incapace di penetrare le pungenti
temperature
subartiche. Immersa in questa monocromatica atmosfera senza tempo, da
giorni una
squadra di operai eseguiva dei carotaggi del terreno per conto di
un’ equipe
scientifica, impegnata in una ricerca geologica per lo sviluppo delle
risorse
naturali. Assuefatti alle rigide condizioni locali, i tecnici
supervisionavano
i lavori, strofinandosi di tanto in tanto i palmi. Gli imponenti
macchinari
emettevano assordati stridii, non appena le trivelle incontravano la
spessa
crosta congelata, che sormontava gli strati sottostanti. Quel giorno le
attività procedevano a pieno regime come al solito, gli
studiosi discutevano
sulle ultime analisi geologiche, all’interno delle piccole
costruzioni
metalliche prefabbricate, che erano state adibite a laboratorio.
Sopraggiunse
tuttavia un improvviso arresto dell’operato di uno dei grandi
escavatori.
Qualcosa aveva interrotto il perforamento meccanico, producendo un
sinistro
rumore di pietra sgretolata. Un operaio corse ad avvisare
dell’accaduto la
sovrintendenza scientifica, la quale, allarmata, raggiunse il
capannello di
persone, radunatosi attorno al macchinario che aveva riscontrato il
problema.
Avvalendosi di potenti torce elettriche, un trio di tecnici fu calato
tramite
dei cavi d’acciaio nelle viscere del cratere, per
ispezionarne il fondo, in
cerca dell’oggetto estraneo. La loro reazione di fronte
all’avvenuto
ritrovamento fu di vivo stupore e curiosità,
poiché la trivella aveva scalfito
durante il suo percorso, uno strano blocco marmoreo, costellato di
lugubri
decorazioni scultoree, raffiguranti tremendi supplizi e lunghe file di
teschi
umani. I tecnici rabbrividirono, ma continuarono comunque la propria
indagine.
Uno di loro, stranito da un simile rinvenimento sotterraneo, decise di
scrutare
l’interno del grande contenitore lapideo, dunque raggiunse
l’esatto punto, in
cui la trivella aveva frantumato parte della lastra superficiale. Il
cumulo di
frammenti e scaglie di marmo ostruiva il foro, apertosi in seguito alla
trapanazione, per cui l’operaio scostò
frettolosamente tali residui per
apprestarsi a scrutare all’interno. Il varco fu dischiuso ed
istantaneamente
un’enorme nuvola di vapori violacei fuoriuscì
investendo il condotto
sotterraneo e i suoi visitatori. Come stretti dalle spire di un
serpente, il
trio rantolò soffocato, per qualche secondo prima di esalare
l’ultimo respiro,
contraendo il volto in una terrificante smorfia di dolore. Intanto
all’aria
aperta, i fumi misteriosi emersero dal cratere, mietendo ancora
numerose
vittime, prima di assumere una conformazione orribilmente somigliante
al viso
arcigno di una temibile creatura infernale. Infine svanì sul
sottofondo di
un’impercettibile e sibilante risata diabolica.
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