La lettera che aspettavo
La
lettera che aspettavo
Vi ho mai detto che odio le linguette delle lattine?
No?
Beh, allora rimedio subito.
Leggete quanto segue e, forse, capirete perché…
Lunedì, ore 12;10…
Una lattina di aranciata. Oggi ne ho voglia e me la bevo, non tollererò obiezioni di alcuna natura chiaro?
Bene.
Con Linda e Reby ci dirigiamo alle macchinette, loro a quelle
“delle schifezze”, come la chiamo io, mentre la
sottoscritta si fionda a quella delle bibite fresche, inserisce le
monetine e prende la lattina che viene “sputata fuori”.
Aspetto le mie amiche e rientriamo in classe, mentre sorseggio
soddisfatta la mia bibita fresca. La vuoto ed inizio il solito
giochino. che oramai, ripeto da tempo, in attesa che quella maledetta
lettera arrivi.
Prendo la linguetta e inizio a tirarla: a, b, c, d, e, f…
Arrivo alla “t” e si stacca.
« Ma porca! »
Linda e Reby si guardano.
« Di nuovo la lettera sbagliata… »
Martedì, ore 11;15…
Quest’oggi mi va un bel the al limone, così, per variare
un po’. Andiamo come al solito a prenderlo alle macchinette, con
Linda e Reby, che si soffermano alla solita per procacciarsi il
dolciario. Ridacchio nel vederle mangiucchiare le barrette al
cioccolato, mentre si impiastricciano le mani di marrone.
In corridoio, poco dopo, ci raggiunge Fede, dal piano di sopra, ed
iniziamo a chiacchierare del più e del meno, come di consueto.
Poi, ecco che passa lui… Mi perdo un attimo a fissarlo. Dio,
ammesso che esista, ma quant’è bello! Sospiro come
un’innamorata demente in una soap opera. Linda arcua un
sopracciglio e tossicchia, così mi ricompongo.
« Ancora lui? » chiede Reby, col tono di chi la sa lunga.
Annuisco e ripeto il giochetto della linguetta: a, b, c, d, e, f…
Stavolta arrivo appena all’ “h”.
« …’ Palle! » bofonchio, andando al cestino per gettare malamente quegli insulsi pezzetti di metallo.
Mercoledì, ore 11;15…
Altro giorno, altra bevanda. Oggi mi va il the alla pesca, così, tanto per.
Dopo un’ora di inglese, una di religione (palle!) ed una di mate… Voglio qualcosa di fresco!
Stessa storia di lunedì e martedì, ma oggi Fede non
viene, nella sua classe hanno verifica l’ora successiva e
preferisce ripassare. Sbuffo nel prendere la lattina, aprendola e
trangugiandone il contenuto neppure fosse acqua ed io non bevessi da
chissà quanto.
Non arrivo neppure in corridoio che la lattina è già
vuota ed io, sempre più impaziente, ripeto la tiritera della
linguetta: a, b, c, d, e, f…
Cornutissima, alla “z” ti dovevi fermare?!?! ‘Fanculo, maledetta…
Borbotto, ignorando Linda e Reby che mi chiedono « Com’è andata, oggi? »
Il mio « Sgrunt! » è una risposta sufficientemente esauriente: anche oggi niente.
Giovedì, ore 11;15…
Solito luogo, solita ora. Cambiano solo il giorno e la bibita: oggi coca-cola!
Solite manovre, prendo la lattina e vado davanti alla classe, fissandola un po’, quasi inquisitoria.
« Vi stancherete mai di prendermi per il culo, voi linguette? »
Silenzio. Non che mi aspettassi risposta, sia chiaro.
Alzo le spalle e la apro, portandola alle labbra, sorseggiandola piano.
Me la godo per bene, sentendola scendere fresca e frizzante lungo l’esofago, e mi piace quella frescura. Ridacchio.
Ora che è vuota la fisso, con aria di sfida. Non che mi aspetti qualcosa, sia chiaro.
Afferro la linguetta con decisione e inizio a tirarla, avanti e indietro: a, b, c, d, e, f…
Esatto, “f”… come ‘Fanculo Fottuta Farabutta!
E quando le mie amiche mi raggiunsero davanti al termosifone, dalla mia
faccia scura e dalla lattina accartocciata tra le mie mani, capirono
che neppure quella volta era uscita la lettea che aspettavo
Venerdì, ore 11;20…
Oggi siamo un po’ di corsa, perché ci troviamo al bar, che
si trova dall’altra parte dell’istituto rispetto la nostra
classe. Il che, ammettiamolo, non è molto comodo, ma comunque
fattibile.
Avrei voglia di birra, ma poi mi ubriaco a comincio a cantare e,
diciamolo, non è proprio il caso. Già sono famosa in
tutto un liceo (fortuna non il mio) per aver cannato il giorno
dell’orale in terza media, mi manca solo una sbronza da birra al
bar della scuola e posso chiudere bottega e darmi
all’ippica… Dite che sarà difficile montare un cavallo?
Sorvoliamo, va’… Oggi mi cimento con la sprite (alle
macchinette non ce l’hanno, ne approfitto, giacché siamo
al bar…).
Stringo tra le mani la lattina gelida… Brr, che bello, però…
Sorrido, neanch’io so perché.
La apro e inizio a berla, mentre ci diamo una smossa per rientrare in
classe. Siamo sul “ponte” che porta all’ala vecchia,
dove ci troviamo noi, ed ho finito la lattina. Sto per iniziare il
solito maledetto giochetto, quando…
« Ehi, scusa! »
Chi è, ora!
« Sì? » biascico, scocciata, voltandomi. E
indovinate un po’ chi mi ritrovo davanti? Indovinato, il tipo che
mi piace. Arrossisco un po’.
« Scusa, è vuota la tua lattina? »
« Eh? Oh, sì, sì, è vuota… »
Sorride da un orecchio all’altro, come un bimbo dinnanzi la cioccolata. Un bellissimo bimbo…
« Me la daresti, allora? Sai, per la linguetta… »
E come faccio a dirgli no? Gliela porgo.
« Ok, tieni… »
Stavolta lo fa lui il giochetto: a, b, c, d, e, f…
Fa un giro completo, poi ricomincia. Alla lettera “a”, la malefica linguetta si stacca.
« Oh, la “a”… beh, pazienza, grazie comunque!
» sorride e se ne va. Lo vedo, al primo cestino la getta via, con
noncuranza.
No, mio adorato, grazie a te: per avermi rovinato la giornata!
Sabato, ore 11;15…
Andare a scuola il sabato… è una palla assurda!
L’intervallo è l’unico momento che rende questa giornata sopportabile.
Oggi niente lattine, basta. È una settimana che mi auto-flagello
con linguette di iniziali clamorosamente sbagliate, mi sono proprio
rotta le… vabbè, ci siamo capiti.
Oggi cioccolata calda, e guai a chi controbatte.
La prendo alla macchinetta e mi apposto davanti al termosifone vicino
la nostra classe, con Linda e Reby; poco dopo ci raggiunge anche Fede.
« Una settimana intera e niente, nemmeno una volta… »
« Dai, vedrai che prima o poi capiterà… » mi rassicura Reby.
« Uff, come non, con la mia sfiga… »
« Scusa? »
Una voce nota: davanti a me (cioè, noi…), c’è lui, il tipo che mi piace… Il tipo della lattina di ieri!
« Ah, sei tu…Ciao… »
« Ciao. Scusa per ieri, ti sarò sembrato un maleducato… »
Giusto un po’… « No, figurati… »
Una linguetta di lattina gli luccica tra le dita. Mi porge l’altra mano.
« Comunque piacere, io mi chiamo Al… »
Come se non lo sapessi… « Piacere, io sono Fra… »
Il suoi occhi si illuminano, mentre mi stringe la mano.
« Fra?!?! »
« Ti dà fastidio?!?! »
Sorride ancor di più e mi porge la linguetta.
« “f”… »
Fisso il pezzetto di metallo, poi lui, i suoi occhi verdi.
« Sai, quando trovi qualcuno il cui nome inizia con la lettera
della tua lattina… è una cosa carina invitarlo, o
invitarla, ad uscire. Quindi, beh… ecco, io… »
Ridacchiamo, noi quattro, mentre lui si passa una mano sulla nuca,
imbarazzato, continuando a tener la mano con la “f” tesa
verso me. La prendo e gli sorrido.
« E sai che, quando quel qualcuno accetta la tua linguetta, vuol dire che gli sta bene? »
Sorride a sua volta: è proprio buffo!
« Più che altro… io ci speravo… »
Rido. Mi piace ancora di più.
« Ok, d’accordo… Ma sappi che voglio un’extra
per la linguetta che mi hai fregato ieri! Sai, ti è uscita
proprio la lettera che sarebbe servita a me… »
Ride anche lui, l’aria tra noi è quasi complice.
« Sarà fatto… »
Vi ho mai detto che odio le linguette delle lattine?
Beh, da quel giorno, non mi sarebbero servite più.
Konnichiwa, gente!
Sapete il segreto di questa insensata one-shot? Beh, è quasi autobiografica, come qualcuno ben saprà... ^^
A parte il finale, s'intende, visto che il tipo della lattina ancora
non vuola farsi vivo e quella maledetta lettera non vuola arrivare! La
odio...
Vabbè, non perdiamoci in quisquilie...
Spero che questo piccolo delirio vi sia piaciuto, mi lasciate un commentino?
Dedicata a tutti quelli che fanno "il gioco della linguetta della lattina" e sperano gli esca una lettera particolare... ^^
Lady_Firiel
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