Scacco Matto, Haruno Sakura
Prima
di lasciarvi alla lettura, c'è una
cosa da dire. La fanfiction è stata scritta mesi prima rispetto
all'uscita
degli ultimi spoiler. Per cui, se noterete, durante la lettura, la
ripresa di
determinate tematiche che coincidono, per l'appunto, con l'uscita degli
ultimi
spoiler, non sono io che mi sono ispirata a Kishimoto (ma lui e poteva
farlo
meglio... gnegnegne XD ok la smetto XD), è stata solo una fortuita
coincidenza.
Ovviamente non ci sono spoiler all'interno
della fic, per cui, può essere letta tranquillamente^^
A Marghe,
Perché c'è sempre e
mi è accanto
nei momenti belli e
brutti,
Perché riesce
sempre a farmi sorridere
e farmi sentimi
bene.
Perché mi sopporta
e mi incoraggia,
Perché è una
persona speciale
e senza di lei e i
suoi incoraggiamenti
non ci sarebbe
stata questa fic,
Grazie di tutto.
Ti voglio davvero
un mondo di bene.
Scacco
Matto, Haruno Sakura
Quando
Ino aveva oltrepassato la soglia
della cucina per dirle che era arrivata a Konohagure la Sacerdotessa
Shion,
Sakura le aveva risposto con un “E allora?” alzando una delle sue
finissime sopracciglia,
prendendo ad osservarla con quell'aria di sufficienza che tanto
riusciva ad
innervosire l'amica.
Ino sbuffò.
“E allora? Oh, ma tu sei proprio un caso
disperato, sai?“
Sakura la guardò minacciosa. Come diavolo
si permetteva quella scrofa di risponderle con quel tono? Si
presupponeva che,
nonostante avessero la stessa età, lei fosse la sua senpai - per non
dire quasi
sensei - dal momento che Ino aveva scelto di seguire le sue orme nel
campo
della medicina; per cui, dava per scontato che l'altra dovesse
rivolgersi a lei
adeguatamente e con rispetto. O almeno, lei lo sperava e continuava a
farlo.
Prima che potesse ammonirla con frasi da
far invidia ad uno scaricatore di porto, Ino l'aveva azzittita con
quelle
paroline che le avrebbero fatto scattare la molla.
“Fronte spaziosa, non ti ricorda niente il:
Che ne dici Naruto? Mi aiuterai?”
Sakura sgranò gli occhi. Cazzo, si era
dimenticato di quel piccolissimo quanto non insignificante particolare.
Istintivamente
si trovò a desiderare del
sake.
Senza rendersene conto, dettata da
movimenti ormai abituali, si era versata nel bicchiere una buona dose
di quella
bevanda. Ino l'aveva osservata con sguardo accigliato borbottando
qualcosa come
“tu hai proprio preso tutte le più brutte
abitudini della tua Shishou”, ma in quel momento, il
desiderio di sentire
l'alcool scorrere dentro di sé era stato talmente forte da non riuscire
a
reprimerlo.
“Che intenzioni hai?” Le chiese poco dopo.
“Che vuoi dire?” Rispose mandando giù un
altro sorso. Però, guardandola, si rese conto del perché le avesse
posto quella
domanda. "No. Qualunque cosa tu possa dire o fare, la risposta è no."
“Ma dai! Potrei benissimo aiutarti!”
“Proprio per questo vorrei evitare, sai
com'è! Conoscendoti, peggioreresti la situazione quindi, grazie, ma
no!”
Ci
mancava solo lei! Doveva assolutamente
calmarsi. Farsi prendere dal panico non era di certo la soluzione
migliore e
poi rischiava pure di fare la figura della cretina. No, non poteva
permettersi
di perdere il suo autocontrollo.
Non era detto poi che quella lì
fosse venuta a Konoha per reclamare
ciò che aveva richiesto a suo tempo. Anche perché, non solo non ci
sarebbe
riuscita, ma le avrebbe strappato a morsi quella bellissima pelle
vellutata che
si ritrovava, spezzato le nivee braccia e gambe, cavato i suoi
meravigliosi
occhi di ametista e infine tirato uno per uno quei finissimi e
lunghissimi
capelli color del grano.
Ma poi, che razza di colore! Almeno il suo
era originale ed esotico...
il biondo, su di lei sicuramente falso, era così cliché.
Per non parlare
dell'accostamento biondo a biondo, no assolutamente antiestetico!
Non era forse risaputo che gli uomini
preferivano le bionde ma alla fine si sposavano le more? Ovviamente in
questo caso
avrebbe vinto il rosa!
Certamente!
O per lo meno, era quello che lei voleva. E
l'avrebbe ottenuto.
Naruto,
è tutta colpa tua.
Pensò stringendo il bicchiere e sentendolo scricchiolare tra le sue
dita.
“Certo che la gelosia ti rende proprio
buffa, sai?”
“Gelosa? Chi sarebbe gelosa?”
“Tu, mia cara!”
“Ma non dire stronzate!”
“Oh, tra le due mi pare che quella che stia
cercando di reprimere gli istinti omicidi sparandosi nelle vene dosi
convulsive
di alcool, sia tu mia cara!”
Sakura,
sentendo il liquido scivolare dalle
sue labbra, si passò frettolosamente una mano e, ignorando la
sensazione
appiccicaticcia del sake sulla sua epidermide, prese ad osservare
l'amica
aggrottando le sopracciglia. Maledetta lei ed il giorno in cui l'aveva
incontrata! Possibile che riuscisse a capirla come nessuno?
Se
c'era una persona a cui non riusciva mai a nascondere i propri stati
d'animo,
ad eccezione della sua Shishou, era proprio Ino, che, in quel momento,
la stava
osservando con quel sorrisino ironico, il mento appoggiato sulle mani
curatissime e le gambe incrociate a mostrare la sua superiorità e
bellezza.
Tipico gesto che trasmetteva il “io so
molto più di quanto immagini”.
Portò
la mano sulla tempia mentre le dita
presero a massaggiare i lobi frontali, sperando di poter alleviare
quella
sensazione che la stava portando sull'orlo di una crisi di nervi. Più
cercava
di non pensarci e più l'idea di Naruto con quella Shion la colpiva come
un
fulmine a ciel sereno regalandole splendide
immagini di coppia: lei che sorride, lui che le sussurra paroline
dolci, lei
che arrossisce, lui che accompagna quella mano a esplorare dolcemente
il suo
corpo e poi... le labbra che si sfioravano, i respiri rochi, i corpi
che si
attraevano quasi come due calamite...
Spalancò gli occhi
immediatamente
rabbrividendo. No, quello era decisamente troppo.
Basta, non poteva sopportare quella pressione.
“Invece
di pensare a me, perché non ti
preoccupi per te?”
“Eh?”
“Se non ti sbrighi qualcuno
potrebbe portarti via Shikamaru, mia cara!”
Ino
aveva spalancato la bocca indecentemente mentre Sakura sorrideva
trionfante. Touché.
“E questo cosa sarebbe, un tentativo da
parte del bue di dare del cornuto all'asino?”
Ma non ricevette nessuna risposta dal momento
che Sakura, dopo aver portato alle labbra la bottiglia di sake, l'aveva
lasciata da sola, furiosa e con la cucina da pulire.
"Sapevo che non sarei dovuta venire a
vivere con te!”
*
* *
Che
diavolo doveva fare? Si sentiva così
cretina! Era da almeno mezz’ora che si trovava dietro quella maledetta
porta,
indecisa se entrare o meno. Se il buon senso le suggeriva di girare i
tacchi e
andarsene, il suo cuore le urlava di spaccarla e correre a picchiare
talmente
forte quella sottospecie di essere umano da ridurlo in brandelli, poi
curarlo,
ovviamente, e ucciderlo lentamente, così, a random, per poter ripetere
quell'azione sino a che ne sarebbe stata soddisfatta. Avrebbe di certo
trovato
un modo per giustificare l'omicidio.
D'altronde, incidenti di percorso potevano sempre succedere anche alle
più
esperti delle Kunoichi medico.
Oltre
a sentirsi un'emerita cretina era
pure frustrata. Mise le mani sui fianchi sbattendo ripetutamente il
piede.
Magari, se avessero sentito rumore, avrebbero interrotto
quello che stavano facendo, no? O almeno, lei sperava...
ma, dopo dieci minuti in cui aveva fatto cadere accidentalmente un
vaso,
chiesto alla reception di quell'hotel di chiamare per il servizio in
camera e
vari e eventuali tentativi, quei due non volevano saperne di uscire da lì.
Cominciava a diventare veramente
impaziente. Che diamine stavano facendo?
Non
sapeva come erano arrivati a quel punto
eppure, sentiva che era giusto così.
In verità una vocina nella sua testa
continuava a ripeterle estenuante che, se era arrivata a quel punto,
era solo
colpa sua e di quel sentimento che si era ramificato in lei,
disarmandola e
lasciandola in preda a delle crisi di nervi.
Sì, perché Sakura Haruno era stata morsa
dal verme della gelosia che
strisciava divorando, imperterrito, la sua razionalità.
Se all'inizio era riuscita a reprimerla - o
per lo meno, peccava talmente di modestia, che si era autoconvinta di
riuscire
a tenerla a bada dentro di sé - più i giorni passavano e più quella
vocina le
ripeteva di tirare fuori le unghie prima che fosse troppo tardi.
C'era
da dire che lei non si sarebbe di
certo aspettata che lui potesse
riscuotere tutto quel successo tra le donne. Aveva sentito dire in giro
che gli
era stato dedicato persino un Fan Club,
ma stentava ancora a crederci. Era Naruto, mica Sasuke Uchiha o Neji
Hyuuga;
cioè, per quanto fosse cresciuto, non emanava di certo nessuna aurea
tenebrosa,
né attraeva per la sua innata eleganza, quindi, oggettivamente non
c'erano
paragoni. Era carino, anzi, negli anni era diventato veramente molto
bello
ma... non era statisticamente provato che alle donne piaceva più il
tipo
taciturno e composto che quello buffone e idiota? Certo, lei faceva
parte della
famosa ”eccezione che conferma la regola”,... lei era diversa, ecco.
Ovviamente
non sospettava che quel demente
potesse essere talmente ingenuo
da farsi abbindolare così dalle altre donne. Dov'era finita la lealtà
che le
aveva mostrato negli anni?
Insomma, non aveva sempre detto che era lei
la sua donna ideale? Non erano anni che non faceva altro che urlare ai
quattro
venti quanto volesse poter far breccia sul suo cuore? Belle parole,
complimenti!
Si passò nervosamente una mano sul volto
stravolto. Oddio, era sempre di Naruto dopotutto che si stava parlando,
lo
Shinobi più imprevedibile della galassia. Ed
anche il più cretino, pensò.
Solo perché lei non si decideva ad aprirsi
chiaramente, questo non voleva dire che lui aveva il permesso di
flirtare con
altre ragazze. Certo, non aveva nessun diritto di interferire nella
vita
privata e, sopratutto, sessuale del suo compagno di squadra non essendo
ufficialmente la sua ragazza eppure... non riusciva a sopportare l'idea
di
saperlo con altre.
Insomma, quel cretino, spaventapasseri, che
aveva l'intelligenza pari a quella di una lumaca, senza offesa per le
lumache
ovviamente, con la puzza di ramen e
che
non sapeva da che parte indossare i calzini, doveva essere solo suo. Ci
aveva
messo tempo per capire che quello che provava lui andava al di là della
semplice amicizia e non avrebbe mai permesso a nessuno di portarglielo
via.
Lentamente
aveva appoggiato l'orecchio e le
mani alla superficie, cercando, sperando, di percepire qualcosa, ma
niente...
che quella fosse una di quelle porte blindate insonorizzate?
Ecco, ora invidiava da morire Neji: almeno
lui, potendo contare sulla sua abilità innata, in un batter d'occhio
avrebbe
potuto sfruttare il Byakugan per vedere che diamine stava facendo
Naruto.
Improvvisamente ebbe un'idea. E se avesse
chiesto a Hinata di prestargli Neji per un po' così da raggiungerla e
dare una
sbirciatina? Tanto era una cosa innocua e sbrigativa che non avrebbe
fatto del
male a nessuno; beh, solo a Naruto nel caso in cui si fosse resa conto
che
teneva le mani fuori posto.
Il sorriso che le aveva illuminato il viso
orgoglioso della sua genialità si era improvvisamente rabbuiato
accorgendosi di
che diavolo stava per fare!
Ignorando completamente la vocina trafelata
che, dall'altra parte del telefono, continuava a ripetere pronto sino a
che
venne coperta da una voce piuttosto roca ed incazzata che urlava di
smetterla
di interromperli durante i loro “allenamenti”, prese la decisione di
passare
all'azione!
Con
sguardo determinato, si passò la punta
della lingua sulle labbra prima di concentrarsi. Era arrivato il
momento di
dire basta a quella situazione.
Scricchiolando le dita una dopo l'altra,
strinse la mano con forza lasciando che il chakra cominciasse a
scorrere
energicamente dentro di lei prima di circondare il suo pugno, pronto a
scattare.
Dopo
aver preso la rincorsa, con un urlo
battagliero seguito da uno “Shannaro” che sicuramente avrebbe
impallidito
persino Orochimaru, l'Akatsuki e Nagato messi assieme, cominciò a
correre
pronta a sfoderare tutta la forza che aveva in corpo attraverso quel
pugno. Ma,
proprio quando stava per rilasciare il flusso di chakra, si sentì uno
scatto e
la porta si aprì. Non riuscendo a fermare la sua avanzata, si trovò a
superare
la soglia finendo per sbattere addosso a qualcosa prima di trovarsi
riversata
su un materasso, ansante e dolorante.
Dopo
alcuni minuti di stupore e silenzio,
si udì una voce che disse: “Così... deve essere questa la donna di cui
mi hai
parlato.”
Sakura avvertì una risata nervosa vibrare
sotto di sé e questo le bastò per accorgersi che non era andata a
sbattere
contro qualcosa, piuttosto su qualcuno!
“Sakura-chan?”
Lo
vide sbattere curioso le palpebre e si ritrovò ad arrossire
furiosamente, sia
per la vicinanza del proprio viso a quello del ragazzo, sia perché
l'istinto
aveva prevalso sulla ragione facendole fare la figura della demente
davanti a
quella Sacerdotessa che la stava fissando dall'alto in basso come se
lei fosse
una nullità.
“Problemi?”
Domandò minacciosa imponendosi
di stare calma,
spostando il peso del suo corpo da quello di Naruto e fissandola con lo
stesso
sguardo.
“Potrei farti la stessa domanda. Dopotutto,
mi pare sia tu quella che è entrata come una furia interrompendo il
nostro meeting!”
Il modo in cui aveva pronunciato la parola
meeting, lasciando che la punta della lingua ruotasse sulle labbra
maliziosamente, non era di certo sfuggito agli occhi attenti e
scrutatori di
Sakura. Quella donna non le piaceva per niente.
“Senti, perché non te ne ritorni al tuo
villaggio e ci lasci in pace?” Domandò con una voce talmente statica e
calma da
stupire persino se stessa.
“Perché ho degli affari personali
da portare a termine qui, con Naruto.”
Personali
un corno!
Urlava la sua parte interiore.
No, quello era decisamente troppo. Con
passo felpato si avvicinò alla ragazza.
“Sarai pure una Miko, ma questo non mi
impedirà di farti a pezzi se oserai avvicinarti ancora a Naruto,
capito?”
Domandò minacciosa senza interrompere il contatto visivo.
“Ah sì?” rispose Shion osservandola
beffarda “E chi saresti tu, per impedirmelo?” Domandò poi sbattendo le
lunghe
ciglia, ironica.
Sakura sospirò lentamente prima di
abbassare la testa in modo da avvicinare le labbra all'orecchio di
quella serpe
fatta a persona: “Questi, se permetti, non sono affari tuoi!” Sussurrò
gelidamente prima di allungare una mano per stringere le dita
sull'avambraccio
di Shion “Quindi, se non ti dispiace...” la spinse dolcemente fuori
dalla porta
e, prima di chiudersela alle spalle, aggiunse “Ritieniti fortunata, la
prossima
volta non sarò così magnanima”.
Tzè,
sicuramente quella lì adesso sarebbe
corsa dall'Hokage a dirle quanto fosse stata maleducata nei suoi
confronti,
poverina! Ovviamente non poteva sospettare che la sua maestra in verità
era sua
complice e che quindi non le avrebbe rimproverato nulla, tutt'altro. Si
sarebbe
persino complimentata con lei.
Dopotutto, era stata lei a dirle che doveva
darsi una mossa e che avrebbe dovuto combattere per l'uomo che amava, e
così
aveva fatto. Non aveva intenzione di cederlo a nessuno.
*
* *
“Sakura-chan?”
Voltandosi con una lentezza esasperante,
puntò il dito in direzione di quel pidocchio
che se ne stava fermo sul letto.
“Tu!”
Naruto sentì un brivido attraversargli la
colonna vertebrale. Quando reagiva così, gli faceva seriamente paura.
Eppure,
non riusciva a capire il perché fosse così arrabbiata. Appoggiò una
mano sotto
il mento sfregandolo. Non gli pareva avesse fatto qualcosa di sbagliato.
“Possibile che tu sia talmente ingenuo da
non capire le sue reali intenzioni?” Domandò Sakura portando quel dito
che
precedentemente aveva puntato contro di lui in direzione della porta.
La sua domanda lo colse di sorpresa. Reali
intenzioni?
Sakura
lo osservò mentre si grattava la
testa guardandola con aria di chi non capiva di che diavolo stesse
parlando e
questo la mandò in bestia. Dovette far perno sulla propria forza di
volontà per
impedire di lasciarsi andare e correre a picchiarlo. Non lo sopportava
quando
sfoderava così tutta la sua stupidità. Possibile che non capisse? Ma
che
diavolo aveva fatto di male per meritarsi tutto quello? Possibile che
fosse
così sfortunata in amore?
“Sakura-chan...
va tutto... bene?”
“Oh? Ah... sì, alla grande!” Rispose
passandosi disperata una mano tra i capelli. “Va tutto a meraviglia... idiota!”
Naruto strinse gli occhi, osservandola
imbronciato. Mai una volta che lo trattasse dolcemente! Tranne quelle
rarissime
occasioni in cui gli mostrava la sua gentilezza, era sempre lì pronta a
rimetterlo in riga o ammonirlo. E se provava a chiedere spiegazioni, la
situazione degenerava visto che riceveva, quotidianamente, un pugno.
“Per caso ti sembro qualcuno che ha
qualcosa che non va?” Domandò poi squadrandolo dalla testa ai piedi,
minacciosa. Lui si limitò a scuotere la testa negativamente mentre si
passava
una mano sul collo ridendo nervosamente. Era meglio assecondarla.
***
Naruto
sospirò, che ci poteva fare?
Era davvero
l'unica a riuscire a trattare con lui. Se non ci fosse stata lei,
probabilmente
in molte occasioni avrebbe potuto compromettere non solo la sua vita ma
anche
quella degli altri. Lei, dopotutto, era come una sorta di benedizione:
la sua.
Era vero che aveva un modo tutto suo di
mostrargli che ci teneva a lui e, seppur non sempre era concorde con i
suoi
metodi, doveva ammettere che ne andava fiero, perché era come se ci
fosse
qualcosa di speciale ed unico che la legasse a lui. Dopotutto, mica
riservava
lo stesso trattamento a tutti. Certo, picchiava e riprendeva anche Sai
e spesso
l'aveva fatto persino con Kakashi-sensei e Yamato-taichou, ma non era
la stessa
cosa, c'era qualcosa di diverso. Non sapeva come spiegarlo, ma era come
se lei
riuscisse a trasmettergli qualcosa in più, quella diversità che lo
rendeva
unico.
Senza rendersene conto sorrise.
“Si può sapere che hai da sorridere
adesso?“
Pensavo
a quanto sei carina.
Ma si riservò il diritto di dirlo, piuttosto allargò ulteriormente quel
sorriso
tanto da obbligare Sakura a picchiarlo. Ovviamente.
Si massaggiò la tempia mentre lei lo
guardava accigliata.
“Mi hai fatto male!”
“Te lo sei meritato.”
“Certo, me li merito tutti.”
“Visto che lo sai?”
“Ovvio, io so sempre tutto!”
Oltre al sorriso adesso mostrava il pollice
in aria. Il sopracciglio di Sakura si alzò ironicamente.
“Ah sì? E da quando?”
“Ma che domande Sakura-chan!” La osservò
come se la risposta fosse ovvia “Da sempre, ovvio!” E annuiva
vigorosamente,
come per rafforzare con quei gesti il significato delle sue parole. “Io
sono un
genio!”
“Un genio? Tu?” Sakura portò una
mano sulle labbra cercando di reprimere
quella voglia improvvisa di ridere.
“Io, sì. Perché?”
“Ma sei serio?” Domandò mentre aggrottava
le sopracciglia perplessa.
“Certo! Io diventerò Hokage un
giorno, quindi devo essere un genio!” Rispose incrociando
le braccia al petto, guardando dritto davanti a sé, quasi come se la
vedesse
proprio lì, la strada che l'avrebbe portato alla realizzazione del suo
sogno,
il futuro.
“Peccato che il genio sia stato
bocciato tante volte ai tempi dell'Accademia.”
Naruto si sentì bruscamente riportato alla
realtà.
“Ma che c'entra... quello... quelli...”
“Sì?”
“Incidenti di percorso, sì... ecco!”
Rispose poi arrossendo.
Sakura
sorrise trionfante. Adorava troppo
vedere il viso di Naruto pervaso da ogni singola emozione, che fosse
gioia o
dolore, quel volto riusciva a tracciare il quadro perfetto dei
sentimenti che
provava. Se poi era lei la causa dei suoi continui cambiamenti, tanto
meglio!
C'era una cosa che amava con tutta se
stessa: l'innocenza di quegli occhi che riuscivano sempre a vedere la
vita con
ottimismo. Una caratteristica che gli aveva sempre invidiato.
Era cresciuto negli anni, nonostante fosse
cambiato sia fisicamente che interiormente, i suoi occhi erano rimasti
gli
stessi e gliene era grata, perché rappresentavano un porto sicuro in
cui approdare.
Una casa a cui fare ritorno. La serenità di cui aveva bisogno per
continuare ad
andare avanti.
Buffo che proprio il custode di un demone
potesse riflettersi negli occhi di un angelo.
La
vita di una Kunoichi medico non era così
semplice come tutti pensavano. Per quanto avesse lottato con tutte le
sue forze
per cercare di ripristinare anche la più difficile e tortuosa delle
situazioni,
non era Dio e non poteva pretendere di vincere contro la morte. Se da
un lato
lo aveva sempre saputo e affrontava la cosa con riguardo, dall'altro
non
riusciva a non sentirsi in colpa quando vedeva scivolare tra le proprie
mani la
vita degli altri, sopratutto quella dei bambini. Era in quei casi che
si
sentiva inutile, ed era proprio allora che Naruto spuntava fuori e
inconsciamente la sollevava da quel peso che portava dentro.
Come sempre, sarebbe arrivato mostrandole
quel sorriso idiota e, con la sua voce grossolana, l'avrebbe obbligata
ad
andare a mangiare del ramen, che lei avrebbe pagato, ovviamente, dato
che lui,
come sempre, avrebbe dimenticato il portafogli a casa o sarebbe uscito
senza
soldi. Si sarebbe lasciata trascinare dalle sue battute stupide e
lasciata
cullare dall'immensità di quell'azzurro che riusciva a trasmetterle
quel
candore e calore di cui aveva un disperato bisogno.
Bastava che lo guardasse per vedere tutte
le sue ansie, angosce, pensieri negativi, sciogliersi come neve al sole.
Naruto c'era sempre stato per lei. Non
ricordava un momento in cui lui avesse lasciato la presa. L'aveva
sempre
protetta. Sempre. E così sarebbe stato.
“Però
ammettilo...”
Si era persa talmente tanto nei suoi
pensieri da non accorgersi che Naruto aveva avvicinato il proprio viso
al suo.
Era talmente vicino che riusciva a sentire sulle sue labbra il suo
respiro
caldo.
“E’ proprio perché sono fatto così che...
ti sei innamorata di me!” Aggiunse seriamente.
A quelle parole, il cuore di Sakura
cominciò a battere forte mentre sgranava gli occhi sorpresa.
Oh
Mio Dio.
Fu tutto ciò di cui fu capace di pensare. Allora
lo sa!
Arrossendo,
non riuscì a tenere a lungo lo
sguardo incatenato a quello di Naruto, troppo imbarazzata ma sopratutto
confusa
da quella improvvisa reazione, dalla serietà con cui lui la stava
guardando.
E
ora... che devo fare?
Fece
vagare i suoi occhi ovunque,
tracciando sapientemente i contorni di quel viso, sfiorando con lo
sguardo
quelle strane linee sulle guance, fino a soffermarsi sulle sue labbra,
serrate
in una piega seria che non era da lui, e fu un errore, perché desiderò
con
tutta se stessa potervi posare le proprie.
Lui parve accorgersene poiché, dopo aver
chiuso gli occhi, avvicinò le labbra alle sue. Il sangue fluì
velocemente nelle
vene, mentre una strana sensazione cominciava a farsi spazio dentro di
lei,
colpendola proprio all'altezza dello stomaco, come se fosse
attraversata da
tante piccole scariche elettriche.
Avrebbe dovuto spingerlo via, avrebbe
dovuto picchiarlo, urlargli contro, ma... non lo fece. Non poteva, né
voleva
farlo, non quando ardeva dalla voglia di poter dare voce ai propri
sentimenti.
Non quando finalmente Naruto si era deciso a compiere quel passo tanto
sognato,
agognato e atteso.
Mentre il cuore batteva talmente forte da
sembrare voler uscire dal petto, chiuse gli occhi abbandonandosi
completamente
al ragazzo. E sarebbe stato tutto dannatamente perfetto se...
Un
momento.
Che... una risata? Non era possibile,
eppure...
Sakura aprì lentamente prima uno e poi
l'altro occhio, ritrovandosi davanti un Naruto che si stava rotolando
dalle
risate, mentre si teneva la pancia con le mani.
Non.
Era. Possibile.
Sakura
continuava a ripetersi che quello
doveva essere un incubo. Non poteva essere reale, non quando Naruto
prima aveva
cercato di baciarla dandole la possibilità di uscire allo scoperto e
ora, non
solo si allontanava bruscamente da lei, ma rideva sguaiatamente come se
avesse
davanti chissà quale oggetto di ilarità.
“Oddio Sakura-chan... ahaha... avresti
dovuto... ahaha... vederti...”
Ok, l'avrebbe ucciso, lentamente, molto
lentamente. Perché non esisteva che lui si prendesse gioco di lei così.
Stringendo le mani in pugni, sentì le
unghie conficcarsi nella propria carne con forza. Probabilmente le
sarebbero
rimasti i segni e, se avesse continuato a stringere così, avrebbe
cominciato ad
avvertire il sangue fluire dalla sua candida pelle, ma quello era
niente in
confronto a ciò che stava provando dentro. Tremava.
“Maaaa...
Sakura-chaaaaan, perché mi hai
schiaffeggiato?”
No, questo era decisamente troppo! Come
diavolo si era permesso quella sottospecie di invertebrato
di prenderla in giro così? Come aveva osato
ridicolizzarla in questo modo? Ma sopratutto, come poteva chiederle il
motivo
dello schiaffo?
Scosse il capo violentemente. Aveva sbagliato
a venire. Era stato tutto un errore.
Inspirò e respirò lentamente, cercando, con
quei gesti, di rilassarsi. Doveva calmarsi. Sapeva che era
completamente
inutile, in quel momento, prendersela in quel modo. D'altronde, che
diritto
aveva? Sollevò le labbra sorridendo amaramente. Nessuno.
“Sai
che ti dico?” Sospirò “No, tanto
sarebbe inutile lo stesso!”
Quando lui stava per ribattere, Sakura alzò
la mano a pochi centimetri dalle sue labbra “Zitto.
Ho detto zitto!”
sussurrò digrignando i denti. “Evita di aprire quella bocca per
cortesia.
D'altronde lo sai già, no? Che sei un emerito cretino!”
Sputò con rabbia sull'ultima parola, e
nonostante vide negli occhi di Naruto riflettersi la confusione mista
al dolore
per ciò che gli stava dicendo, perché non erano le parole a ferirlo
quanto
piuttosto il modo, appoggiò le mani sui fianchi guardandolo minacciosa,
mentre
il piede vibrava sul pavimento ripetutamente.
“Quindi sarebbe perfettamente inutile
ribadire il concetto, non trovi? Ed io idiota che ho pensato, per un
solo
misero secondo, che dentro quella zucca vuota che ti ritrovi al posto
della
testa... perché non hai un cervello tu, nossignore...” scosse ironica
la testa
“avessi davvero capito quello che provo!”
Le
parole uscivano come un fiume in piena, ed era talmente arrabbiata da
non
rendersene nemmeno conto.
“Stupida... sono soltanto una stupida!”
Sussurrò voltandosi bruscamente e dandogli le spalle. Ci mancava solo
che la
vedesse mentre cercava di reprimere con forza la voglia di piangere.
***
Quella
stanza era diventata troppo stretta
ormai. Portò le mani tremanti all'altezza del collo, sentendosi
soffocare. Più
i minuti passavano, più quella sensazione di claustrofobia si faceva
spazio
dentro di lei e, con l'aggravante che il silenzio era calato come un
macigno
pesante, Sakura non riuscì più a resistere all'impulso di fuggire via.
Mossa dall'istinto cominciò a muoversi
verso la porta; doveva andarsene da lì, immediatamente. Certo, sarebbe
sembrata
più una fuga, ma in quel preciso momento, tutto ciò di cui aveva
bisogno era
allontanarsi da Naruto. Con che faccia l'avrebbe più guardato dopo che
gli
aveva praticamente sbraitato in faccia - con rabbia poi! - che provava
qualcosa
per lui? Possibile fosse così maledettamente idiota? Non era lui
l'imbecille, ma
lei.
Ma
proprio quando era riuscita a
raggiungere la maniglia, il suo tentativo di abbassarla per aprirla
venne
interrotto dalla mano di Naruto che si era appoggiata sulla sua,
coprendola,
impedendole qualsiasi movimento e di conseguenza ogni via di fuga.
Avrebbe voluto girarsi per colpirlo con
forza in modo da stordirlo per andarsene via e l'avrebbe di certo fatto
se lui
non l'avesse preceduta, sbalordendola, portando l'altra mano sul suo
fianco e,
approfittando della sua confusione, con una lieve pressione, non
l'avesse
spinta verso di sé in modo che la schiena di lei incontrasse il suo
torace.
Istintivamente
morse l'interno della sua
guancia con forza non appena avvertì la mano di Naruto spostarsi
lentamente dal
fianco per posarsi sul suo ventre piatto mentre il suo respiro caldo le
lambiva
il collo.
Sentì le guance imporporarsi a causa della
rabbia ma sopratutto di quella sensazione che provava dentro nel
sentire quel
corpo così vicino al suo in una morsa talmente intima da farla sentire
in
imbarazzo. Quella era la prima volta che tra di loro si creava
quell'intimità,
quella vicinanza. Il cuore batteva forte in petto.
“Sakura...”
Si
sorprese dal fatto che lui avesse
pronunciato il suo nome togliendo quel suffisso che sembrava aver
coniato sin
dal momento in cui l'aveva conosciuta, e la voce gli era sembrata
talmente roca
e profonda da chiedersi se quello fosse davvero Naruto; ma non disse
nulla, si
limitò a restare ferma, immobile e rigida, aspettando che lui
continuasse.
“Tu...” lo sentì inspirare e respirare
“Provi dei sentimenti... per me?”
Possibile
che non te ne sia ancora accorto?
Si domandò.
Eppure, c'era una cosa che l'aveva
sbalordita maggiormente, ed era stato il modo in cui lui aveva
pronunciato, o
meglio, sussurrato, quel “per me”, come se lui sentisse di non avere
nessun
diritto di farlo o che fosse inammissibile che lei potesse provare
qualcosa per
lui.
Certo, sapeva che non era esattamente una
cima nel percepire certe cose - oh, eccome se lo sapeva -, che non
aveva tatto
e che spesso era come se si ritrovasse di fronte ad un bambino a cui
spiegare
le cose con calma piuttosto che ad un uomo, ma di certo le sembrava
strano che
non avesse ancora capito ciò che lei provava, non quando un intero
villaggio -
e non solo - le aveva ripetuto, costantemente, quando fosse cristallino
il suo
sentimento.
“E'
vero?” ripeté.
Poteva rispondergli di no, che si
sbagliava, che quelle parole erano uscite così, senza pensarci più di
tanto,
che come al solito aveva frainteso tutto, ma... a che cosa sarebbe
servito? A
nulla, questo lo sapeva benissimo.
E poi era stanca, non erano più bambini,
era arrivato il momento di mettere fine a tutta quella farsa, alle
fughe, ai
“se” e i “ma” che per anni avevano offuscato il suo cuore. Era arrivato
il
momento di affacciarsi alla realtà, per dare voce a quei sentimenti che
per
tanto tempo aveva tenuto dentro, per liberarli e condividerli, per
quanto questo
potesse essere difficile... beh dopotutto, si trattava di Naruto, mica
del
principe azzurro perfetto che aveva sognato da piccola.
Annuì decisa.
Lentamente
lui la voltò in modo che
potessero essere l'uno di fronte all'altra.
“Stai mentendo, non è vero? Cos'è? Un modo
per prenderti gioco di me? Un modo per “picchiare Naruto con le
parole”?”
Domandò lui mentre le stringeva le braccia in una morsa dolorosa; e,
per quanto
potesse fare male, per quanto sicuramente avrebbe dovuto fare i conti
con i
lividi di quelle strette, lo lasciò fare. Il dolore fisico non era
niente in
confronto a quello che stava provando dentro.
“No.” Sussurrò fissandolo, naufragando nel
vortice di confusione e sorpresa che albergava dentro quegli occhi.
Mosso
dall'istinto, lasciò le braccia di
Sakura per portare le mani sul suo volto in modo da poterla guardare in
quelle
iridi verdi, per poter cercare qualcosa, una qualsiasi cosa che potesse
provare
la verità di quelle parole; perché non poteva essere, non poteva... lei
doveva mentire.
Per anni, per troppi anni, aveva provato a
far sì che si accorgesse di lui, che lo vedesse come un uomo, e non
poteva
credere che le cose fossero cambiate, non riusciva a farlo perché, in
verità,
Naruto Uzumaki aveva paura che quello potesse essere solo un sogno, uno
stramaledettissimo e fottutissimo sogno, pronto a svanire al suono
della
sveglia. Poteva anche questa volta il suo ottimismo proteggerlo
dai suoi stessi sentimenti?
“Perché
ti sembra così assurdo?” Domandò
lei appoggiando le sue mani sui polsi di Naruto mentre cercava di non
dare peso
a quella morsa che le attanagliava il cuore. Perché non le credeva?
Perché gli
era così difficile crederlo? Perché era convinto che lo stesse
prendendo in
giro? Gli faceva così male sapere che lui potesse dubitare di lei.
Eppure era
convinta che negli anni fosse riuscita a guadagnarsi la sua fiducia.
Era vero, da piccoli l'aveva sempre
trattato male, considerandolo più un ostacolo alla sua felicità che
altro, e di
questo non si sarebbe mai perdonata. Non dopo tutto il male che gli
aveva
provocato con il tempo, con i suoi capricci e le sue pretese. Ma le
cose erano
cambiate, lei era cambiata, cominciando a notare la crescita di Naruto,
a
guardarlo non più come una semplice scocciatura o il portatore di
Kyuubi, ma
come un essere umano, come migliore amico, compagno di squadra, come
quel
ragazzo che aveva sempre cercato di trovare qualsiasi mezzo pur di
renderla
felice.
Non gliel'aveva mai confessato, eppure
l'aveva sempre considerato una sorta di modello da seguire, e lo
invidiava per
quella sua capacità di lottare con le unghia e con i denti, di tenere
duro,
affinché potesse raggiungere i suoi obiettivi, per superarli e fissarne
di
nuovi.
Eppure, era convinta, e forse
peccava in
questo, che lui avesse capito che era riuscita, finalmente, ad andare
al di là
della superficie e le apparenze, per scavare dentro e comprenderlo,
accettarlo
per quello che era, senza pretendere ciò che non era nella natura di
Naruto.
Lo
vide sollevare le labbra in una piega
malinconica.
“Mi chiedi il perché? Sakura-chan... guardami...”
sì allontanò da lei per
allargare le braccia. “Non mi vedi? Sono io!”
“Non capisco.”
“Non capisci? Tu...” si passò una mano sul
viso “Per quale motivo una ragazza come te, dovrebbe interessarsi di
uno come
me?” Prima che lei potesse rispondergli lui la precedette. “Insomma,
non
capisci? In tutti questi anni io ho sempre pensato che non ero mai
abbastanza
per te e poi... Sasuke... “ mormorò confusamente. All'udire quel nome,
la vide
chiudere gli occhi, mentre stringeva le mani in pugni.
Resterà
sempre un’ombra tra di noi, non è vero, Naruto?
Le
diede le spalle, non sopportava di
vedere quel viso scurirsi al semplice udire quel nome che per anni era
stato la
causa della fine del loro team. Eppure, nonostante tutto il dolore,
nonostante
il rammarico e i sensi di colpa che provava, una parte di sé sperava
ancora che
tutto potesse tornare alla normalità, perché lui sapeva, ne era
convinto, che
un giorno avrebbe trovato Sasuke, fosse stata l'ultima cosa che avesse
fatto,
l'avrebbe riportato a casa, con loro, per essere di nuovo il Team 7, la
sua unica
vera famiglia. Tutto sarebbe tornato come prima. Sì, sarebbe andata
così.
C'è
ancora speranza, vero?
Aveva
fatto quella promessa anni fa e aveva
intenzione di mantenerla, per Sakura, ma sopratutto per se stesso,
perché
Sasuke era suo fratello e non avrebbe mai permesso a niente e nessuno
di
spezzare quel legame che lui stesso aveva stabilito, nemmeno se la
causa della
rottura fosse stato Sasuke stesso, non l'avrebbe mai lasciato andare.
Mai.
Quella mano sarebbe rimasta tesa verso di lui, sempre.
Sì, ma... a quale prezzo?
Sasuke al prezzo di Sakura.
Se Sasuke fosse tornato con loro, lui
avrebbe dovuto rinunciare alla sua felicità per il suo bene, perché a
quel
punto, sarebbe stato di troppo.
Portò una mano sul petto, laddove faceva
male. Non importava, era disposto a tutto per loro, tutto, a discapito
di se
stesso. Purtroppo.
Eppure, nonostante fosse davvero disposto a
mettersi da parte quando il tempo sarebbe arrivato, per quanto potesse
essere
sbagliato, lui... voleva provare, seppur per poco, a toccare quella
felicità
tanto agognata che gli si presentava davanti. Che male c'era, poi?
***
“Sakura-chan...
tu dici... insomma, tu
provi qualcosa per me... ” Lo sentì inspirare e respirare
profondamente, quasi
se stesse cercando di trovare il modo giusto per fare ordine tra i suoi
pensieri e articolarli.
“Eppure io non riesco a capire come possa
essere successo, tu... come hai fatto?” sussurrò poi continuando a
darle la
spalle. Sakura si irrigidì a quelle parole.
“Dio, Naruto! Possibile che tu sia così
stupido? Ma che razza di domande fai?” Domandò esasperata.
“No, è che non capisco... Io credevo che tu
amassi Sasuke.”
Sakura
sospirò passandosi una mano nervosa
tra i capelli, poi, lentamente, si avvicinò a lui e, dopo avergli preso
la
mano, lo condusse sul letto affinché si sedessero uno di fronte
all'altra.
Era arrivato il momento di affrontare la
cosa. Ed era anche giusto così.
“Lui resterà sempre una parte di me...”
rispose sincera. “Lui è stato il mio primo amore, una parte importante
della
mia vita che non potrà essere cancellata. Non perché deve essere così,
ma
perché non potrei mai farlo...”
“Sakura-chan...” la interruppe lui confuso
“Non capisco... che vuoi dire? Mi stai forse dicendo che io sono solo
il
ripiego di Sasuke?”
Sakura sospirò. Era più difficile di quanto
si fosse immaginata. Quando lo vide cercare di sfuggire al suo sguardo,
come se
avesse timore di sentire la risposta, allungò la mano tremante per
sfiorargli
dolcemente la guancia prima di fare una lieve pressione con le dita e
costringerlo a fissarla negli occhi; doveva sapere senza fraintendere.
“Guardami e ascoltami attentamente.” Gli
ordinò dolcemente “Non potrei farlo, non perché lo ami o provi ancora
qualcosa... “ sorrise dolcemente sentendo che, finalmente, il viso di
Naruto
cominciava a rilassarsi “Sasuke-kun è stata la prima persona che mi ha
fatto
battere il cuore ed è per questo che ne voglio conservare il ricordo,
solo
questo. Un bel ricordo di ciò che ero, ma che non potrà mai impedirmi
di amare
e provare dei sentimenti per qualcun altro." Gli pizzicò la guancia
"Mi hai capito adesso, Naruto? Non potrai mai essere un ripiego. Non me
lo
perdonerei mai e poi mai!”
“Davvero?”
“Sì, davvero. Non mi sono avvicinata a te
perché non potrò mai avere lui. Che razza di persona pensi che io sia?”
rabbrividì al solo pensiero “E' successo. Probabilmente ero troppo
immatura per
capire davvero cosa volessi o cosa tu mi stavi offrendo già dai tempi
dell'accademia. Dopotutto eri ben lontano dal mio prototipo di ragazzo
ideale e
non rappresentavi nemmeno l'emblema del principe azzurro” si passò una
mano tra
i capelli “Ma si cresce Naruto, si matura, si ha la possibilità di
andare oltre
la prima facciata e... beh, succedono anche gli incidenti di percorso,
come
quello che è capitato a me con te” sorrise trionfante vedendo le labbra
imbronciate di Naruto. Una piccola vendetta per aver pensato che lui
fosse solo
un ripiego.
Non avrebbe mai potuto fare una cosa del
genere. Teneva troppo a lui per trattarlo in quel modo. Non lo
meritava,
specialmente lui. Ciò che provava era davvero sincero e leale. Non si
sarebbe
di certo accontentata del primo che passava, nemmeno se questi fosse
stato
Naruto, se non avesse avuto la certezza di provare qualcosa.
“Se
lui non se ne fosse andato, le cose
sarebbero cambiate tra di noi? Avresti lo stesso provato qualcosa per
me?”
Domandò ingenuamente.
“Questo non lo so.” rispose
mentre rideva a
quella domanda “Nonostante me lo sia chiesta ripetutamente in passato,
non sono
mai riuscita a darmi una risposta. Però, di una cosa sono sicura, ti
volevo già
bene anche quando lui c'era” sollevò le labbra ironicamente vedendolo
spalancare gli occhi sorpreso.
“E... se lui invece dovesse
tornare?” chiese
titubante dopo alcuni minuti. Doveva essere sicuro. “Se lui cambiasse
idea? Se
ti chiedesse di condividere la tua vita con la sua?”
Sakura sospirò. Perché le faceva tutte
quelle domande? Non si fidava ancora?
“Non credo cambierebbe qualcosa... lui è il
mio passato, Naruto, tu sei il mio presente. Siete parte di me, seppur
in modo
diverso, ma questo non ci separerà, né cambierà le cose.
Per quanto io abbia provato qualcosa per
lui, ciò che adesso conta sei tu, ciò che sento per te e... noi. Il
resto, si
vedrà.” Rispose mentre timidamente e, con le guance rosse per
l'imbarazzo, sì
avvicinò a lui per sfiorare finalmente, le sue labbra con le proprie.
Non fu un bacio appassionato come quelli
che aveva spesso visto in tv, né dolci come quelli che aveva letto sui
libri o
tormentati come quelli che aveva sbirciato nell'Icha
Icha Paradise di Kakashi-sensei, no, tutt'altro; fu un
semplice sfiorarsi che però bastò lo stesso a farle battere il cuore, a
farle sentire
sulla pelle le sensazioni e le emozioni che le stava trasmettendo
Naruto.
Dolcemente si allontanò rimanendo con gli
occhi chiusi, per continuare ad assaporare quel momento nell'intimità
della sua
mente, e prolungarne il piacere. Lentamente fece scorrere due dita
sulle labbra
dischiuse di Naruto, sentendo il respiro del ragazzo lambirne la sua
pelle, ed
era così caldo da riuscire a farle salire brividi di piacere.
Sorrise
all'ironia della sorte.
Se in passato le avessero detto che la sua
vita si sarebbe intrecciata a quella del ragazzo che le stava davanti,
non ci
avrebbe pensato più di due volte prima di ridere sguaiatamente. Ma le
cose
erano andate diversamente da come le aveva viste e desiderate da
bambina. Quasi
la sentiva, la mano beffarda del destino, muovere con decisione la
pedina di
quella scacchiera nella partita della sua vita.
Scacco
matto, Haruno Sakura.
Un
bacio, il suo primo bacio. Stentava
ancora a crederci, ed ancora di più se pensava che era stata proprio
lei a fare
la prima mossa. Per quanto potesse essere stato in una camera d'albergo
e non
avesse rispettato nessuno di quei sogni ad occhi aperti che aveva fatto
da
bambina, immaginando il suo primo bacio al tramontare del sole, davanti
ad
un'enorme distesa di stelle che vegliavano su di lei o, perché no,
persino
sotto la pioggia; tutti quei sogni non erano niente in confronto alla
realtà
dei fatti. Non erano niente in confronto all'emozione indescrivibile
che stava
provando. Sentiva che quello era stato il momento giusto. Era stato
perfetto
così com'era. Oh sì.
Sospirando
sognante appoggiò la testa sul
petto di Naruto sentendo che i battiti del suo cuore erano accelerati,
e
sorrise immaginando quanto fosse imbarazzato o quanto si stesse
ripetendo che
quello non era soltanto un sogno. Povero Naruto. Chissà
quante volte aveva sognato quel momento, si chiese. Ma non
aveva più importanza, ciò che contava davvero in quel momento era che
lui
capisse cosa provava. Chiuse gli occhi quando sentì sulla fronte le
labbra di
Naruto e si rilassò completamente tra le sua braccia quando avvertì la
sua mano
che affondava, delicata ma decisa, tra i suoi capelli.
“Sakura-chan...”
lei alzò il viso
osservandolo mentre lo vedeva arrossire “Ne sei davvero sicura?”
Sorrise intenerita, seppur dentro di sé
ribolliva dalla voglia di picchiarlo. Com'era possibile che avesse
ancora dei dubbi
nonostante lo avesse dimostrato con le parole e con i gesti? Eppure,
una parte
di lei lo capiva. Sapeva benissimo qual era la sua più grande paura,
come
poteva biasimarlo? Se non era sicuro e se continuava ad aver dubbi, era
stato
principalmente per colpa sua.
Certo, probabilmente sarebbero stati una
coppia fuori dal comune, sicuramente si sarebbero trovati a litigare
ogni
giorno per le cose più stupide, ma era un rischio che avrebbe
sicuramente
corso, senza rimpianti. E poi, avevano così tanto tempo davanti a loro
per
cercare di migliorarsi come persone e come coppia, che non vedeva l'ora
di
assaporare ogni singolo momento, triste o felice che fosse.
“Più di quando non lo sia mai stata,
Naruto” gli sussurrò prendendo nella sua la mano del ragazzo,
intrecciando
dolcemente le dita in una morsa decisa.
Più
di quando non lo sia mai stata.
The
End
Disclaimer:Partecipa
alla
Criticombola
di Criticoni
(prompt numero 63 "No. Qualunque cosa tu possa
dire o fare, la risposta è no." ).
Questa storia si è classificata Prima al
Team Seven in Pairing
indetto da Domi_chan.
Beta:
Naco chan.
Grazie
(L)
*)
La Sacerdotessa Shion è il personaggio
che compare nel primo film su Naruto Shippuden
**)
Che ne dici Naruto? Mi
aiuterai? E' la battuta che viene detta dalla
Sacerdotessa durante la fine del film in cui lascia intendere che vuole
che
Naruto la aiuti a formare una nuova stirpe di Sacerdotesse XD
“Terminologia”:
- Shishou: Termine usato per
indicare il grado di maestra/o. A differenza di Sensei,
viene usato per indicare il grado di una persona attraverso
la sua esperienza in un determinato campo. Nel caso di Tsunade, in
quello
medico.
- Sake:
è una bevanda alcolica tipicamente giapponese ottenuta dalla
fermentazione
del riso.
- Konoha:
o Konohagure, è il villaggio della foglia. Uno dei cinque
villaggi del
mondo di Naruto.
- Byakugan:
Abilità innata tipica del clan Hyuuga.
- Shannaro:
Espressione tipica detta da Sakura prima di scagliare un colpo.
Dovrebbe essere
tipo una sorta di urlo battagliero, credo XD
- Taichou:
Capitano.
Prima *_* Mi sono classificata prima.
Oddio, stendo ancora a crederci! E' stata davvero una bellissima
sorpresa. Non
me lo aspettavo minimamente. L'avrò detto e ripetuto miliardi di volte,
ma WOW.
Ci tengo a ringraziare Domi per l'ottimo
lavoro che ha fatto giudicando le nostre fanfiction. E' stato davvero
un
piacere aver partecipato al tuo contest.
Complimenti vivissimi anche alle altre due
podiste, sasusakuxxx e Nana° oltre che a tutte le partecipanti^^
Per
sapere giudizi e tutto, seguire il link Qui
Note:
Dunque,
queste note sono doveroseXD.
Punto
numero uno.
Le battute che ci sono all'interno del testo, sparse qua e là, non
vogliono
essere provocazioni di nessuna specie, men che meno frecciatine a
qualcuno;
piuttosto un modo per arricchire il testo e far divertire chiunque
volesse
leggerlo.
Punto
numero due.
Qualcuno potrebbe chiedersi perché Naruto sia così dubbioso.
In verità l'ho sempre pensato così,
Kishimoto mi ha solo dato ragione più avanti. Questa One Shot è stata
un parto,
ci ho impiegato DUE mesi ed anche più per cercare di portarla al
termine tra lo
scrivere e il limarla per cercare di renderla il più reale possibile.
Sopratutto perché ho dato voce ai dubbi di Naruto tramite Sakura.
Comunque
dicevo di Naruto e del suo dubbio e delle sue paure.
Lui
è sempre stato sicuro che, nonostante ami Sakura, il suo sentimento non
avrebbe
mai potuto raggiungerla, data la sua convinzione che la ragazza ami
ancora
Sasuke, per non parlare della sua promessa fatta ai tempi. Per questo
in un
certo senso nella mia fanfiction c'è il richiamo al suo ottimismo,
perché non
sa più se questo, che è una sorta di maschera che indossa per
proteggersi,
possa ancora aiutarlo a vivere la sua vita come sempre e senza farsi
influenzare dalla realtà degli eventi. Inoltre Naruto è anche egoista.
Sì, lo
penso. Vuole essere felice, ma lo potrà davvero essere solo se ci sarà
anche
Sasuke, al costo di sacrificare la sua stessa felicità. Ma vuole
comunque poter
vivere, per quel poco che crede, la sua vita cercando di avere il
massimo in
ogni cosa. Infatti pensa che, in questo contesto, nella mia fanfiction,
una
parte di lui potrebbe lasciarsi andare per assaporare, finché ne ha la
possibilità, la tanto sospirata felicità con Sakura.
Punto
numero tre.
E' stato davvero difficile scrivere tutta la seconda parte. Perché c'è
il
passaggio da un'atmosfera più comica e rilassante, se possiamo
definirla così,
che ci permette di dare uno sguardo alla gelosa di Sakura e a questo
sentimento
che prova per Naruto, a quella più seriosa, con lo scambio di battute
tra lei e
Naruto, il sentimento che viene fuori, Naruto che prende coscienza
della
verità, i suoi dubbi e le sue paure e Sasuke. Ho voluto inserirlo,
Sasuke, NON
perché non avevo niente da fare o perché volevo che la gente capisse
che Naruto
è più importante di Sasuke, ci mancherebbe. Sasuke è un elemento
importante
all'interno della NaruSaku, secondo me, perché resterà sempre una sorta
di
ombra tra di loro (questo rende le cose interessanti ed offre persino
degli
sviluppi angst niente male *_*). Però, in questo contesto, sono voluta
andare
oltre, cioè Sasuke mi è servito proprio per dare voce a ciò che è
Sakura, per
cercare di far chiarezza non solo a lei ma sopratutto a Naruto, dato le
sue
insicurezze.
Sasuke
è stato importante nella sua vita, su questo non si discute, ed infatti
è per
questo che ho voluto inserirlo, proprio perché voglio che si capisca
che non è
andata oltre o ha usato Naruto perché non potrà mai avere Sasuke, ma
perché è
successo, nella mia fanfiction ovviamente. Perché crescendo si è
avvicinata a
Naruto ed ha cominciato a sviluppare dei sentimenti per lui, senza che
ovviamente questo vada a discapito di Sasuke. Com'è che si dice? Il
primo amore
non si dimentica mai, giusto? Ed ecco che Sakura vuole conservarne il
ricordo,
ma niente di più. E' andata oltre ciò che sentiva per lui, ne resterà
sempre
affezionata ma in una maniera diversa rispetto a quello che adesso
sente per
Naruto. Dopotutto sono passati anni da quando Sasuke se n'è andato, per
me
sarebbe anche normale se Sakura si fosse guardata attorno.
Parte
numero quattro e la smetto XD:
Questa fanfiction non tiene conto degli
eventi del manga. Oddio, l'ho cominciata due mesi fa, non avevo
minimamente
idea di cosa sarebbe potuto succedere, quindi mi sono basata su ciò che
la mia
fantasia mi ha dettato. Di conseguenza non ha un'ambientazione precisa.
Spero
di essere stata chiara in ciò che ho
scritto XD
Ps:
Ogni riferimento a ship come NejiHina e
ShikaIno all'interno del testo (non) è puramente casuale *fischietta*
Grazie
a tutti per l'attenzione^^
Ja
ne
Vostra Sol!
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