Come
un qualsiasi animale
Il fatto che Rosalie Hale
avesse un’abilità più unica che rara
nel portare rancore non era un mistero per nessuno, figurarsi per la
sua famiglia. Persino Emmett, dall’alto del suo amore per
lei, non avrebbe avuto problemi a dichiarare che la sua bionda e focosa
compagna era gelosa e possessiva.
Più di tutti,
però, avrebbe dovuto saperlo Edward Cullen, al quale era
stato concesso il gravoso dono di poter leggere i pensieri altrui senza
la possibilità di mettere alcun filtro.
Edward Anthony Masen Cullen,
però, da quando Bella era entrata nella sua vita, era
diventato famoso, tra i suoi fratelli, per la sua totale
incapacità di pensare, o perlomeno di pensare
razionalmente. L’episodio – rinominato
“l’Incidente” – dei Volturi ne
era una testimonianza evidente.
Di fronte alla totale
incapacità di ragionare del fratello Emmett e Alice avevano
deciso di trattarlo come un bambino cagionevole e proteggerlo da
qualsiasi stress, cosa che aveva indispettito non poco il vampiro dai
capelli ramati e il sorriso sghembo. A dargli ancora più
fastidio, però, era l’atteggiamento di sprezzante
alterigia di Rosalie: il comportamento di quest’ultima, oltre
tutto, era nettamente peggiorato da quando erano tornati
dall’ultima caccia.
Quella sera Edward era reduce
da una giornata spesa ad evitare come la peste i pensieri di Rosalie
che, tutt’altro che pudici, si concentravano su alcune
capacità di Emmett, che lui on avrebbe mai voluto
conoscere.
Rosalie Hale lo
placcò nel garage; lui stava andando da Bella e voltava le
spalle alla sorella.
« Vai da lei?
» sibilò la bella vampira.
Edward non rispose: le sue
intenzioni erano evidenti e la domanda di Rosalie Hale era puramente
retorica.
« Non dovresti.
» continuò lei.
Edward si girò a
guardarla negli occhi e inarcò un sopracciglio, ramato
anch’esso.
Senza accorgersene si
concentrò sui pensieri della ragazza, che erano incentrati
su Emmett e della panna. Arricciò il naso, disgustato: non
avrebbe più potuto guardare della panna senza vomitare.
« Rose,
risparmiami. »
La sua voce era poco
più di un sussurro che Rosalie udì alla
perfezione e che la fece sbuffare.
« Lo dico per te.
» continuò lei, imperterrita.
« Rose, falla
finita. »
« Edward, parlo sul
serio. »
« Rose…
»
« Lo so che non
vuoi ascoltarmi e ormai non porto più rancore a Bella, anzi
vorrei averla come sorella, ma devo dirti la
verità, » esclamò lei, comse la cosa le
pesasse davvero.
« Ho incontrato
Bella, oggi. Era con quel lupo da strapazzo, quel Jacob. »
cominciò lei, flemmatica, prima che Edward potesse dire
qualsiasi altra cosa.
Edward sollevò
ancor di più il sopracciglio che aveva precedentemente
inarcato e che ora rischiava di sfuggire dal suo controllo e scappare
dalla sua fronte nivea.
« Rose, ne ho
abbastanza dei tuoi giochetti. » sibilò lui,
seccato.
Gli occhi neri del vampiro
brillarono di nervosismo: di sicuro la fame non lo aiutava a calmarsi.
Lei liquidò le sue
parole con un gesto della mano e riprese il suo amabile racconto.
« Stavano parlando
di un matrimonio, li ho sentiti, e non di quello
che tu vorresti avere con Bella. Parlavano del loro
matrimonio. Bella vuole sposare Jacob, non te.
»
Edward gelò sul
posto, rimase immobile con l’ampia, marmorea e seducente
mascella stretta in una morsa glaciale – ed era
sorprendete che i suoi canini non fossero gelati sul posto, tanto era
fredda e virile la stretta dei suoi denti.
« E dovrei
crederti? » domandò.
Una risata amara aveva
scacciato, con malagrazia, il sorriso sghembo che di solito piegava le
perfette labbra del ragazzo.
« Edward, io sono
tua sorella. Tutto quello che faccio, lo faccio per proteggere te e la
nostra famiglia. Bella vuole sposare Jacob, devi lasciarla libera di
farlo o non sarà mai felice. » tubò
lei, melensa.
Edward si
trasformò in un sensuale pezzo di ghiaccio: Rosalie lo
conosceva bene e sapeva quali erano i suoi punti deboli, i suoi
complessi e, chissà per quale motivo – vampirismo
escluso, ovviamente –, Edward era convinto di non essere
abbastanza per Bella e di non poterla rendere felice.
« Tu menti!
» ringhiò lui, con una costruzione del periodo
più adatta ad un romanzo dell’ottocento che alla
vita di un aitante vampiro del ventesimo secolo.
« Non puoi saperlo.
Tu non puoi leggere nella mente di Bella. »
ribatté lei, scandendo l’ultima frase come se
stesse parlando ad un bambino con qualche carenza intellettiva, cosa
che, probabilmente Edward era davvero..
Edward lesse i pensieri di
Rosalie ma la sorella pareva credere davvero a quello che diceva.
Possibile che…
Edward diede un pugno alla
macchina che aveva alle spalle – quella di Jasper, che di
sicuro non avrebbe apprezzato, anzi… – e
ringhiò, accucciandosi come un animale a caccia.
In seguito, fu peggio
dell’Apocalisse: Edward si scagliò fuori, ululando
come un forsennato, rischiando di scaraventare a terra la sorella e
corse nella notte con il desiderio di a) capire se quello che Rosalie
aveva detto era vero, b) uccidere Jacob Black c) in alternativa
uccidere qualche altro povero malcapitato d) dare fuoco a tutte le
fabbriche di panna del paese e) castrare suo fratello.
Proprio come un qualsiasi
animale a cui abbiano invaso il territorio.
Uscendo dal garage, ormai
sola, Rosalie ghignò soddisfatta, passandosi una mano tra i
capelli biondi, con fare da modella.
Probabilmente Edward, il
giorno dopo avrebbe preteso la sua magnifica testa su un piatto
d’argento, ma il gioco valeva la candela: l’aveva
fatto infuriare e si era vendicata del fatto che, durante
l’ultima caccia, lui le avesse rubato una preda, senza
neanche accorgersene.
Agirò la casa e
corse nel bosco, in una radura dove Emmett la stava aspettando, in
compagnia di una confezione di panna spray.
Rosalie pensò che
non ci poteva, davvero, essere
Tutto ciò non mi convince
(mi pare ovvio!), ma dopo averla riscritta per tipo... *conta* quattro,
cinque volte, mi sono resa conto che io e il comico viviamo su due
pianeti diversi e lontani anni luce. Ciò non toglie che io dovevo
(come Rosalie) dare il mio contributo all'iniziativa del CoS
e soprattutto, dovevo infierire su Edward.
u_ù Anche se la costruzione della storia lascia a
desiderare e i caratteri dei personaggi sono profondi quanto quelli di
una pigna secca. <3
« La noia ti
affligge? I compiti non lasciano spazio all'immaginazione? Vuoi
qualcuno da stuzzicare, da amare, da odiare tutto insieme? Vuoi
torturare psicologicamente Edward Cullen, il Gary Stu di Twilight? Oh,
ma cara!, ecco la risposta! Unisciti anche tu al Fanfiction
Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 },
nell'iniziativa «Oh,
Mr Cullen, are you still here?», e facci vedere
quanto sei sadica nel tormentare i nervi del bel vampiro.»
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