Electra: La luce assassina

di Serenetx
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«Che qualcuno vada ad aprire alla porta! Hanno bussato! Diamine!»

Urlai. Tesi l'orecchio per percepire qualche cenno di risposta o soltanto la serratura scattare, ma niente. Lasciai cadere spazientita i piatti nel lavello e afferrai con violenza uno straccio appeso nelle vicinanze. A casa mia era sempre la stessa storia ...

«PER FAVORE, VOLETE ANDARE VOI? STO LAVANDO I PIATTI!»

Finalmente qualcosa si mosse. Qualcuno scese di corsa la scala a chiocciola ed il lucchetto venne sbloccato ancora una volta. Mi attrezzai curiosa come sempre per capire chi fossero i protagonisti della situazione; esposi quel che bastava del capo al di fuori della soglia della cucina per catturare ogni minimo dettaglio, ma il tutto fu vano.
La porta d'ingresso si chiuse ed una voce maschile echeggio' nel salotto.

«TANIA?? TESORO?? E' ARRIVATO IL LIBRICINO DEI PROGRAMMI DELLA TV!»

Mi rallegrai alla notizia. Dopo tanto tempo, la mamma aveva provveduto a rinnovare l'abbonamento alla rivista! Saltellai nuovamente verso il lavello, illuminando la stanza con il mio sorriso furbetto.

«Era ora papa'! Non si riusciva piu' a vivere senza da un mese!»
«Ehi! Giusto te, signorinella! Dobbiamo fare un bel discorsetto a riguardo!»

Strinsi i denti sentendo i passi pesanti di mio padre che si avvicinavano alla cucina.
No! Cosi' non andava! Quando lui, Carl Hasani, il capostipite della mia famiglia, mi rivolgeva la parola con quel tono il seguito era sempre piu' che catastrofico per me.
Che dire a proposito del discorso sulle paghette? Beh! Presto o tardi sarebbe certamente venuto fuori un'altra volta e mai si era presentata una occasione migliore di quella.

«Cloe-Takada-Hasani! Parlo con te!»

Strofinai la spugna sulla ceramica bianca dei piatti, provocando un rumore inaudito. Nonostante tutto, pero', era impossibile ignorare quel suo vocione grottesco. Era troppo! Anche per una come me. Cosi' lasciai cadere le stoviglie in segno di resa e risposi a tono.

«Che c'e' papa'? Dai su ... se e' per il discorso dei cinquanta euro io ... »
«No! Non e' per quello!»

Mi interruppe affacciandosi dalla porta della cucina.

«La prossima volta tocca a te pagare il libretto! Okay?»
«COSA?!? MA SONO AL VERDE!!!»

Sbuffai contrariata. Mio padre era un uomo ricco di sorprese ...

«Niente scuse! Lo sapevi benissimo che questo era il tuo turno! Ma come al solito fai sempre come ti pare!»
«Ma papa'! Io ho una vita privata! Degli amici! Le ricariche del cellulare ... e ... e ... puah! Lasciamo perdere! Non potresti mai capire!»

Non curante, Carl si ando' a sdraiare comodamente sul divano ad angolo del soggiorno, stropicciando la soffice pelle bianca ed afferrando il telecomando nero.
Lo seguii calzando i passi e dopo aver notato quella sua espressione di tranquilla innocenza, lo fissai furiosa. Ma come poteva starsene cosi', a guardare la TV, mentre c'era chi pativa le pene dell'Inferno per un banalissimo abbonamento?
Strinsi i pugni; come al solito mio padre si ostinava a non voler continuare la conversazione ...

«Adesso che fai? Guarda che non abbiamo ancora finito il discorso!»

Non ricevetti alcuna risposta .

«Ehi? Mi senti? Parlo con te!»
«Sssh! Zitta un attimo! Stanno trasmettendo una notizia importante al TG!»

Mi disse.
Non ricordavo di averlo mai visto cosi' tanto preso da una televisione da non ascoltare piu' nessuno. Nel sangue degli Hasani non scorreva una grande passione per questo genere di cose; percio', incuriosita, abbandonai la mia postazione per avvicinarmi ulteriormente.
Il canale della TV era impostato sul telegiornale di fiducia della mamma, quello apparentemente piu' attendibile, ed il campo visivo era completamente occupato da servizi, video e interviste al nostro Presidente.
...
Si'! Al Presidente!
Ancora piu' confusa, cercai di prestare un minimo di attenzione ai complicatissimi discorsi dei politici, che come prepotenti incompetenti, invadevano il primo piano con le loro espressioni costruite ed interrompevano continuatamente l'assurda comunicazione del reporter.
Troppo trambusto, troppa enfasi, troppo tutto!
Non capitava spesso di vedere poi servizio cosi' lungo! Qualcosa non andava, ma ... cosa?

«Papa', che succede?»

Chiesi incuriosita. Che si trattasse di un altro attentato simile a quello delle Torri Gemelle?
L'uomo afferro' prontamente il telecomando, gioco' con alcuni tasti e ridusse l'intensita' delle voci a quasi un sibilo. Poi si volto' verso di me e mi fulmino' con le seguenti parole:

«E' successa una cosa molto seria, Cloe.
A quanto pare nemmeno il telegiornale ne era al corrente ed infatti non e' riuscito a spiegarlo un granche' bene!»
«Cioe'?»
« ...
Da quel poco che ho capito, nella sede dell'FBI della nostra citta' vicina, stavano organizzando il trasporto di documenti estremamente importanti riguardanti le recentissime e pericolosissime scoperte sulla divisione atomica. Sarebbe dovuto passare tutto sotto silenzio per questioni di sicurezza e ci stavano anche riuscendo, dato che doveva essere la penultima tappa del viaggio, ma qualcuno, forse un terrorista o piu' d'uno, e' riuscito ad intercettare i movimenti dell'FBI ed ora queste informazioni sono sparite.
Il Presidente ha dovuto confermare che queste scoperte, se apportate alla famosa bomba atomica, possono causare una reazione a catena incontrollabile che, a differenza delle storiche esplosioni di Hiroshima e Nagasaki, potrebbe coinvolgere zone molto, ma molto piu' vaste.
In poche parole, hanno preso quasi tutta l'umanita' in ostaggio e questa volta, chiunque ha rubato quei documenti, non si limitera' ad un semplice attacco terroristico!»

Strabuzzai gli occhi. No! No! Non era possibile! MeHight, la citta' piu' tranquilla e sicura al mondo era stata spodestata dal suo trono! E tutto questo fino a quel momento ... era passato sotto silenzio ...

«Ma papa'! Chi te lo dice che li abbia rubati una associazione terroristica?»
«Chi potrebbe essere interessato a questo genere di scoperte se non loro?»
«.... Oh! Bene ... direi che non poteva esistere notizia migliore di questa!»




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