[ Questa fanfiction
partecipa alla challenge delle Seven Syllables of Time ( syllablesoftime)
]
Titolo:
Pattinaggio su ghiaccio
Pairing:
Duo/Relena
Rating: G
Conteggio Parole:
561
Warnings:
Nessuno.
Spoiler:
Nessuno.
Note: La mia
prima Duo/Relena! Diamo colore a questo fandom!
Ehm... sì, è tratta da una storia vera. La mia. Solo che io
ovviamente non ero là con Duo, purtroppo, e Relena si
è comportata decisamente meglio di me...
Lo ammetto, mi è piaciuto da matti scriverla, era da tanto
che volevo cimentarmi con questi due, li trovo carinissimi (e
divertenti. Ma sul serio.)
Disclaimer:
Gundam Wing appartiene agli aventi diritto. Questa fanfiction non
è scritta a scopo di lucro.
-:-:-
Il cielo, scuro come un
mantello, era punteggiato di stelle che luccicavano tra le rade nuvole
cariche di neve e la luna piena brillava, bianca e fredda, avvolta in
un alone evanescente.
Relena strinse con più forza le mani attorno alle braccia
del ragazzo. Si sarebbe goduta quella nottata molto di più
se se ne fosse rimasta a casa, sotto una coperta e con una tazza di
cioccolata fumante in mano. Chiuse gli occhi e tremò,
consapevole di non avere alcun diritto di lamentarsi.
Sentì una risatina smorzata a sollevò piano la
testa per incontrare un paio di ridenti occhi azzurri.
«Non dire una parola.»
Il ragazzo sorrise e la strinse un po’ più forte,
senza smettere di ridacchiare. «Intendi come “te
l’avevo detto”?»
Lei abbozzò un broncio. «Esattamente come
“te l’avevo detto”.»
«Ok.» Lui si strinse come poté nelle
spalle. «Ma io te l’avevo detto.»
«Duo!»
Il ragazzo rise, cingendole più saldamente la vita e
trattenendosi dal’oscillare eccessivamente, per evitare di
perdere l’equilibrio. «Non ti lascio, non ti
lascio, sta tranquilla.»
Relena chiuse gli occhi e irrigidì le gambe, spaventata a
morte. Era stata una pessima, pessima idea. Sentiva le dita intirizzite
dal freddo e il naso gelato e sbuffò, stufa.
«Se vuoi ce ne andiamo.»
«Io non voglio andarmene.» Afferrò
saldamente i suoi avambracci con i guanti imbottiti e guardò
ancora Duo, sentendo poi le ginocchia tremare. Dopo pochi attimi
scivolò pericolosamente in avanti e cacciò un
gridolino strozzato, arrossendo subito dopo. Decisamente una
pessima idea.
«Sta calma, non è successo niente.»
«Sono scivolata!»
«Relena,» il suo tono cercava di essere serio e
logico, ma era evidente che stesse cercando di non ridere.
«È normale scivolare sul ghiaccio.»
Avrebbe voluto tirargli un pugno, ma sapeva che se ci avesse provato a
lei sarebbe andata peggio. E non aveva nessuna voglia di finire con il
sedere su una durissima lastra ghiacciata davanti a migliaia di bambini
che correvano intorno come fossero stati in un giardino.
Fece scorrere brevemente lo sguardo attorno, accecata dalle luci che la
circondavano e che si riflettevano sul ghiaccio sotto ai suoi piedi e
sulle lame dei pattini su cui veleggiavano quasi una cinquantina di
persone. La musica nell’aria era allegra, festosa. Si
aggrappò a Duo e si sollevò, ancora incerta,
cercando di mettersi dritta.
Non stare rigida,
piegati sulle ginocchia, le aveva detto. E lei
eseguì, impacciata e terrorizzata.
«Sto bene,» disse, più a se stessa che a
chiunque altro. «Sto benissimo.»
Duo sorrise, allentando un po’ la presa. Lei
tremò. «Non è mica obbligatorio che tu
ci sappia andare, dai.»
«Io voglio imparare.»
Sbuffò. «E perché?»
Lei non rispose subito. Lo guardò dritto negli occhi,
determinata e allentò di un po’ la presa alle sue
braccia. «Voglio imparare a farlo, tutto qui. So di esserne
in grado, mi manca solo un po’ di esercizio: ma se tu mi
insegni so che posso farcela.»
Sospirò, rassegnato. «Non puoi rimandare i tuoi
esperimenti a quando c’è meno gente?»
«No.» La sua voce era meno determinata di come
sarebbe dovuta essere. «No. Posso farcela. Ce la faccio e
voglio farlo adesso.»
«Sei una zuccona.»
Relena mise il broncio. «E quindi?» Alzò
il mento in segno di sfida. «E poi sto già facendo
dei progressi.»
«Sì?»
«Sì. Riesco a stare in piedi.»
«Davvero?» Duo sorrise, compiaciuto e
lasciò andare velocemente la presa. Relena
spalancò gli occhi e gridò.
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