§§§§MARE§§§§
Il tetto leggermente a spiovente di un arancio un po’
sbiadito. Un portico in
legno, muri bianchi e finestre ampie e luminose. Il rumore e l’odore del mare
che era vicinissimo.
“E’ perfetta!non trovi?..dopo tanta
fatica l’abbiamo trovata!” un sorriso
incontenibile si fece strada sul suo viso, mentre guarda l’uomo accanto a lei.
Un alzarsi si spalle in risposta
“mm…a me va bene tutto, l’importante è che sia vivibile”
“uff!..un po’ di entusiasmo non
guasterebbe!”
“ehi mocciosetta!!..non sono io
quello che si è voluto mettere alla ricerca della casa perfetta!..come se il
mio appartamento non andasse bene!”
Un occhiata di puro disappunto si
disegnò sugli zigomi un po’ infantili di Hirono, i capelli a caschetto
scarmigliati dal vento a sottolinearla.
“Certo, ma dopo avere vissuto in una casa in stile
occidentale per un po’ mi ringrazierai e capirai
perché ho insistito tanto!” poi gli
occhi castani si posarono oltre le spalle dell’uomo, verso le acque scure,
senza più disappunto. “inoltre,c’è il mare…”
Ren sorrise divertito “Significa che vuoi avere la
possibilità farmi cadere in acqua a ogni stagione e ogni volta che ti va’?Guarda che mi è già bastato una volta!”
“Ma non ti ci ho spin-…lasciamo
stare!” scosse la testa sconsolata. Aveva pensato spesso che era al mare che dovevano
il loro incontro e molti altri ricordi, quindi trovava veramente perfetto che
lo avrebbero avuto sempre vicino ogni volta che
desideravano. Si ricordava perfettamente che erano
completamente bagnati di acqua salata la prima volta che l’aveva toccata e che
in qualche modo era stata sua. Il sapore di Ren, di colonia e sigarette si era
unito a quello della salsedine.
Probabilmente anche lui doveva avere pensato a quello stesso
momento, perché lo sguardo con cui la scrutò le fece venire un brivido. Poi l’attirò a sé e la baciò. Un bacio lento e consapevole, un
modo per dirle che anche lui ricordava. Lui era fatto così: ciò che non
riusciva a comunicare a parole trovava il modo di comunicarlo con i gesti o non
lo comunicava e basta. E quando il bacio finì, anche la sua risposta fu priva
di suono. Gli sorrise cercando di infondere in quel
gesto tutta l’emozione che gli suscitava ogni suo tocco. Le parole a volte erano
necessarie, e lei l’aveva insegnato a ren, con pazienza, ma era vero anche il
contrario. E questo era lei ad averlo imparato da lui. Incredibile.
Questo pensiero gli generò un altro tipo di sorriso, finchè
non si mise a ridere apertamente. Era divertente.
“sei impazzita?..cos’hai da ridere
a questo modo?”
cercò di frenarsi, ma ci riuscì
solo dopo parecchi secondi, e solo perché sapeva che ren sarebbe diventato
nervoso se avesse continuato troppo.
“E’ che mi è venuta in mente una cosa divertente..a te non capita mai?” mentre rispondeva iniziò a
trascinarlo verso la casa tirandolo per la manica, avvicinandosi sempre di più
al grosso cartellone con scritto vendesi che stava proprio di fronte al
portico.
“una cosa divertente?..e cosa?..e
no,non mi capita mai di ridere come un idiota senza un motivo apparente”
“già..ti capita solo di fare
sfuriate ai tuoi collaboratori senza un motivo apparente!molto meglio!”
“ehi..vuoi litigare per caso?”
Che bambino…”no no, stavo
ridendo per una cosa stupida in effetti. eccoci qua!da
vicino sembra ancora più bella vero?”
“non è male” il tono di chi stava trattenendosi dal dire qualcosa
“Ma?..lo so che c’è un ma..”
incrociò le braccia sul petto pronta a discutere,sicuramente sarebbe stata una
cosa lunga ma aveva tutta l’intenzione di spuntarla, c’era un valido motivo!
“Bhe è distante dal centro, non torna bene con il lavoro,e credo davvero sia troppo grande per due persone.Inoltre
non sembra proprio in buonissimo stato”
In effetti avvicinandosi si poteva
notare che il portico aveva bisogno di una seria manutenzione e il tetto andava
sicuramente sistemato, altrimenti una o due giornate di vento avrebbero
probabilmente spazzato via tutte le tegole sconnesse, ma Aishoto gli aveva
fatto vedere delle foto degli interni, che invece sembravano nuovissimi.
“non mi sembra niente di irreparabile,
e per il prezzo che ha c’era da aspettarselo di fare due riparazioni , aspettiamo
a vedere gli interni prima di pensare a
questo, la signorina dell’agenzia sarà qui a momenti..”
Ren si accese una sigaretta “qualsiasi cosa ti dica non
cambierai idea eh?..ma perché hai voluto che venissi
per forza anche io allora?potevi fare da sola..”
“siccome vivrai qui anche tu…mi sembra logico che la debba
vedere anche tu..la tua opinione conta quanto la mia,solo
che se fosse per te non ci sposteremmo di un millimetro !” iniziò a
battere il piede sul terreno in modo ritmico. “e non fumare,fa
male a entrambi!”
Gli tolse la sigaretta di mano e la gettò per terra,
calpestandola con forza.
“bastava che me lo dicessi quando hai visto che tiravo fuori
il pacchetto stupida!..comunque siamo all’aperto!”
poi la avvolse col braccio al collo,senza
difficoltà, visto la loro differenza in altezza, e iniziò a strusciare le
nocche sulla sua testa come piccola punizione per quella sigaretta sprecata.
“Ren!..così mi strangoli!..non
volevo respirare l’aria appestata dal fumo!non mi piace lo sai!basta che non
fumi in mia presenza e non perderai altre sigarette innocenti..” cercava
disperatamente di spostare il braccio dal suo collo, ma anche se stava usando tutte
e due le mani per riuscirci quello non si muoveva.
“dai lasciami”
“no..ti tengo; in modo che tu non
possa nuocere ulteriormente..non voglio altre mosse ad effetto!in questi giorni
mi posso aspettare di tutto da te”
Di tutto da lei?..“Cioè?” il braccio si allontanò all’improvviso e si
sentì quasi cadere ritrovandosi libera.
“sei particolarmente irritabile…” lo disse cauto,come aspettandosi che potesse esplodere
Se n’è accorto allora… e questo è solo l’inizio. Sorrise
e annuì “può darsi..”
Un rumore di passi che si avvicinavano li fece
voltare entrambi, due figure stavano avanzando verso si loro, la più alta e
snella era avvolta in un cappotto nero , una ragazza giovane con una cascata di
capelli biondi che ondeggiavano a ogni
passo . L’altra era un’anziana signora, con un giaccone di un orrendo verde e
degli stivali arancioni che vi facevano un altrettanto orrendo contrasto; i capelli
grigi acconciati in una lunga treccia.
La giovane vece un gesto di saluto con la mano “Salve!I
signori Chitose?..sono la ragazza con cui ha parlato
al telefono..”
Fu Hirono a rispondere “Buongiorno, sono io che le ho
parlato al telefono..”
“spero di non avevi fatto aspettare troppo..sa,
il traffico per uscire di città, poi sono passata a prendere anche la signora Maria”
indicò con la mano la donna più anziana accanto a lei “è l’attuale proprietaria
della casa, vi ha vissuto per molti anni, visto che mi sembrava così
interessata le ho chiesto se poteva venire così potrà farle delle domande”
la signora sorrise e guardò curiosa
la coppia di fronte a lei. Probabilmente facevano un certo effetto. Non solo Ren era di molto più alto di lei ma si notava
sicuramente anche che aveva una decina di anni di più. Il suo solito completo
nero si intravedeva sotto il cappotto aperto, sembrava
un perfetto uomo d’affari. Lei invece così piccina, col caschetto sbarazzino e un
cappotto a fantasia sale e pepe,poteva sembrare quasi un adolescente, le davano
spesso meno dei suoi anni, ma non riusciva proprio ad adottare uno stile più
adulto.
“non si preoccupi, anche noi siamo appena arrivati” e
allungò la mano per stringere quella che la ragazza le aveva porto. Notò subito
che aveva una stretta energica, doveva essere una ragazza in gamba.
“bene..allora non perdiamo altro
tempo e andiamo a visitare la casa…Maria ha lei le chiavi?”
La donna frugò nella tasca del giaccone e vi estrasse un
mazzo di chiavi “si ecco!” e lo fece dondolare avanti e indietro con una lieve
scossa.
Poco dopo entrarono, si ritrovarono riuniti nell’ingresso
della casa, era spazioso e luminoso proprio come si
era aspettata, un tavolo da fumo, un attaccapanni,alcuni vasi con composizioni
di fiori secchi, le scale che portavano al piano superiore, una porta finestre
che dava sicuramente sul portico e che era la fonte della luce. Le piaceva
soprattutto l’arco decorato di cotto che divedeva quello spazio dall’ambiente
contiguo, probabilmente la sala.
“guarda Ren qui c’è un sacco di spazio per appendere alcune delle nostre opere, così, subito, all’ingesso.”
Ren stava analizzando la stanza, e doveva essere rimasto
colpito dalla sua semplicità e luminosità, perché non aveva più l’aria
scocciata,al contrario, sembrava interessato.
Visitarono la casa sotto la guida dell’anziana signora che
ne parlava mescolandoci assieme ricordi di una vita passata. L’ultima stanza
che videro era una specie di studio, o almeno lo
doveva essere stato, non vi erano letti né poltrone, solo un grande tavolo, una
delle pareti era completamente coperta da una libreria vuota e nell’altra c’erano molti disegni di case e
stanze. La finestra però era diversa da quella della
altre camere era incassata e più alta così che tra il pavimento e il vetro stava
incastrato un pianale che sembrava l’ideale per sedersi.
“questa era la mia stanza preferita, capisce perché
signorina?” si era rivolta a Hiroko, poi proseguì senza attendere una risposta
“La finestra:stando sul pianale sembra di essere
direttamente sul mare…”
“E’ davvero molto bello” stavolta era stato
Ren a parlare, si era avvicinato hai vetri e stava guardando fuori.
“Si,lo è” e la signora ridacchiò
leggermente “ma io sono sentimentale come avrete notato..mi faccio trascinare
dai ricordi, ho amato molto questa casa, è stato il primo posto dove ho vissuto
con il mio defunto marito”
“come mai non siete rimasti a vivere qui?”
“Oh, per vari motivi, principalmente per il lavoro di mio
marito, e poi i figli e i nipoti non vi sono tornati, e mi dispiace che sia
disabitata..allora vi piace?”
“A me piace moltissimo..anche a te
Ren vero?!” lo aveva raggiunto, e lo
stava guardando aspettando che rispondesse. E ci mise un po’ o farlo.
“Ren? non abbiamo tutto il giorno!”
si sedette sul pianale “e inizio a essere un po’ stanca”
“non si sente bene signorina? mi sembra anche un po’ pallida..”la giovane ragazza
dell’agenzia la stava scrutando preoccupata.
“no,sto benissimo, solo un po’ di
stanchezza non si preoccupi” le sorrise “adesso ren vuoi ammettere che questa
casa ti piace una buona volta e la facciamo finita?”
Ren la prese per aiutarla ad alzarsi “si mi piace..comunque sei davvero un po’ pallida..sicura di sentirti
bene?” ma da come lo disse sembrava che fosse già convinto che non potesse
essere così.
Le fece davvero tenerezza, forse non avrebbe dovuto tenere
per se la cosa così a lungo. Ma se lo avesse rivelato prima era sicura che le avrebbe reso la vita impossibile, si sarebbe agitato per
ogni cosa, e avrebbe fatto agitare anche lei . Però
più tardi avrebbe dovuto parlargli.
“Non ho niente, sul serio!” prese una mano tra le sue “visto che hai detto che ti piace..possiamo dire che la
prendiamo giusto?”quindi si giro’ verso le altre due figure “Prepari pure i
fogli per il contratto appena può signorina! E levi la casa
dal mercato!”. La bionda annuì “Ottima scelta! i documenti saranno pronti quanto prima!”
“così una nuova giovane coppia abiterà questa casa.." la anziana signora aveva una espressione molto
soddisfatta “era l’ora”
Uscirono un’ora più tardi, avevano
discusso gli ultimi punti e una volta fuori, avevano divelto il cartellone con
la scritta vendesi. “signora adesso la riporto a casa o vuole essere lasciata
in qualche altro posto?” . la ragazza tremava un poco stringendosi il colletto
del cappotto intorno al collo, il sole era sceso di molto e faceva freddo.
“Va benissimo se mi riporta a casa…noi ci rivedremo per la
firma del contratto suppongo, è stato un piacere!” allargò la bocca in un ampio
sorriso e poi si avvicinò a Hirono.
“comunque signorina forse è meglio che glielo dica a suo
marito, ha continuato a lanciarle occhiate preoccupate da quando ha detto di essere stanca” la sfiorò lievemente sul ventre.
“vedrà non sarà così tremendo, non è mica malata!” e le diede una pacca di incoraggiamento.
Le sopracciglia di Hirono scattarono verso l’alto, stupita.
“come l’ha capito?”
“Giovane com’è vuol cambiare casa e
dice di essere stanca dopo essere stata in piedi da un po’..e comunque il suo
pallore più che altro mi sembrava nausea, ho avuto tre figli io sa?” le strizzò
l’occhio, dopo di che si girò verso Ren che aveva assistito alla scena
incuriosito.
“Arrivederci anche a
lei!” . Poi fece un cenno col capo alla ragazza che la stava cortesemente
aspettando, e si avviarono per andarsene.
Da poco più di un quarto d’ora si trovavano in macchina
sulla strada del ritorno, e Ren le avevo già rivolto un
numero notevole di sguardi che andavano
dal preoccupato allo sconcertato, il tutto credendo di non essere visto. Era decisamente stufa.
“vuoi smetterla di guardarmi così?!”
ren non provò nemmeno a
giustificarsi “Tu mi stai nascondendo qualcosa!”
Neppure lei provò a giustificarsi “se lo faccio
avrò i miei buoni motivi no?”
“Ehh?..come sarebbe a dire?!buoni
motivi? Adesso tu mi dici tutto!.” Le sopracciglia gli
si aggrottarono in maniera decisa
Hirono si ritrovò a pensare che Non poteva
certo evitare di parlargliene,si rassegnò ad affrontare il discorso.
Allungò una mano verso un suo braccio e ve la poggiò sopra con decisione “va bene…però
accosta, così mi stai ad ascoltare come si deve”
Ren si girò di scatto a guardarla, il livello della
preoccupazione del suo sguardo era aumentato ancora. E al primo spazio accostò.
Hirono si slacciò la cintura e si posizionò
più comoda nel seggiolino. “innanzi tutto..non ho
niente che non va e sono perfettamente sana, quindi tranquillizzati, sei andato
subito a pensare il peggio!”
L’altro sbuffò, poggiando la testa sul sedile “mi sembra
logico!..tu mi dici anche qual è la tua marca di carta
igienica preferita!”
Le guance le si imporporarono all’istante
“bhe, viviamo insieme è normale!”
“a si?” un sorrisetto ironico si fece
strada sul suo viso, la stava spudoratamente prendendo in giro.
Hirono strinse gli occhi e la bocca in un espressione
imbroncata “si!”
“su, adesso dimmi cosa c’è” il tono più basso, dolce. Solo
lui riusciva a farle cambiare subito umore semplicemente con una frase detta al
momento giusto.
Gli si avvicinò e posò’ la propria fronte sulla sua “spero
davvero che ti somigli ren” sussurrò quasi in maniera impercettibile.
Si sentì circondare la vita dalle sue braccia. “che mi
assomigli?” una domanda fatta più a sè stesso che a
lei, come per cercare una spiegazione che non c’è.
Lei si scostò leggermente “Si” prese fiato”aspetto un
bambino ren, il nostro bambino, e se ti assomiglierà ne
sarò felicissima”
La bocca di ren si spalancò e rimase aperta nella
riproduzione di una perfetta O per parecchi secondi “Tu cosa?”
“hai sentito bene..tra sei mesi
avrò un bambino” Ren la fissava ma sembrava non vederla. Scolvolto. “o una
bambina..”
quelle ultime parole lo destarono
dalla momentanea apatia. E rivolse uno sguardo divertito verso di lei “in
questo caso speriamo che non ti somigli…preferirei non fosse nana..”
hirono non sapeva se essere più
offesa da quell’uscita o sollevata visto che dimostrava che l’aveva presa
meglio di quanto si potesse aspettare. Optò per la
prima ipotesi.
“Tu!!..brutto cafone!!sei tu che sei
uno spilungone capito?io rientro perfettamente nella media dell’altezza in
giappone”
“cosa di cui andare fieri questa!” sogghignò “è risaputo che
i giapponesi sono dei giganti!”
Hirono per tutta risposta si trincerò
in uno sguardo che lo invitava a non continuare “comunque sia bassa o meno se
mi assomiglierà sarà una ragazza affascinate e di talento!”
“buona questa!..al massimo sembrerà
un eterna adolescente, e in effetti c’è gente che pagherebbe per questo!”
“Ren smettila!”
Improvvisamente lui scoppiò a ridere di gusto,e lei si ritrovò stretta in uno abbraccio soffocante.
Poteva sentire le sue spalle scosse dalle risate, anzi non erano risate, non stava ridendo di divertimento ma di felicità.
Era come se quel suono fosse un esclamazione di gioia.
E anche Hirono si sentì invadere da un calore che le fece iniziare una reazione
simile. Quando smisero si guardarono negli occhi, quelli
di ren luccicavano.
Le sfiorò le labbra con un bacio. “sarà perfetto!ne sono
sicuro..”
“non sei spaventato quindi?..infondo
non avevamo programmato questa cosa, non ne abbiamo neanche mai parlato, ci
siamo ritrovati da appena un anno..”
“Hirono, che sia ora o tra dieci anni sarà comunque nostro
figlio, saremo io e te!non ti farò scappare un’altra
volta stanne certa..quindi non fa differenza!”
sentì come se un peso le fosse
stato tolto “sarò io che non ti permetterò più di darmi per scontata…quindi hai
ragione, ora o tra anni non cambia niente” adesso erano i suoi occhi a
brillare.
“saremo una famiglia!”
Ren la fissò serio “Già..ma sei
sicura che una mocciosa possa allevare un’altra mocciosa? Non credo sia legale sai?”
E l’aveva detto pure in tono serio, ma
possibile che non riuscisse a parlare di cose così importanti in maniera adulta
per più di tre secondi di fila?
“io invece non sono
convinta che uno a cui piacciono le corse di cavalli e
che beve la birra pure la mattina possa, secondo te?”
stoccata contro scottata. Quello
che era giusto era giusto!
“nessuna legge lo vieta che io sappia..”
una mano venne agitata come per scacciare qualcosa di fastidioso
“io sono sicura di si invece, e anche in più di uno stato
probabilmente..”
Ren rise nuovamente “allora sarà un problema..sembra proprio che nessuno di noi due potrà allevare
nostro figlio..”
“vedrai che troveremo una soluzione…” ormai il gioco stava
divertendo pure lei
“si la troveremo, o meglio la troverò io!ci vuole una mente
pensante per trovarle le soluzioni..”
“ah ah!Come sei div…mmmfhh” un
altro bacio la fece tacere, le mani che le sfioravano le braccia erano così
delicate,poi si soffermarono sul ventre. E quando il bacio finì lo vide guardare la sua stessa mano
soffermata sul quel punto.
“probabilmente già sente come stai trattando sua madre
sai?attento!” e pose la sua mano sopra la sua.
“..sarà sicuramente d’accordo con
me allora, nessun problema, vero?”
si era abbassato e quella frase
hirono l’aveva sentita come un alito caldo sopra lo stomaco.
Ma c’era sempre una sensazione fastidiosa che non riusciva a
scacciare, nonostante la reazione inaspettatamente positiva che gli aveva mostrato
“ho paura davvero ren”
lo sguardo tornò rapido su di lei
“potrei veramente essere una pessima madre..e siamo entrambi così impegnati,
come faremo?” non riuscì a trattenere la nota d’angoscia nella voce, e chiuse
gli occhi.
“non sei sola piccola…troveremo il modo giusto..gli daremo quello che possiamo e il resto andrà da sé”
hirono riaprì lentamente gli occhi
per soffermarli sulla la linea dolce e decisa delle labbra di ren, come per
assicurarsi che avesse realmente pronunciate quelle parole, poi un sospiro “vorrei avere le tue stesse sicurezze, forse
perchè lo sai da pochi minuti..ma più ne prendi consapevolezza più ti spaventa”
per
qualche minuto ci fu solo silenzio fra loro
“non sono sicuro e anche io sono spaventato in parte..”si fermò nuovamente per
soppesare le parole e capire come proseguire “ ma qualcuno sta crescendo dentro
di te, non si può, ne voglio, tornare indietro, basterà fare del nostro meglio
come per ogni altra cosa, non importata essere perfetti…”
le baciò
la fronte come se fosse di cristallo. Hirono pensò che poteva
solo amarlo infinitamente e incondizionatamente, era un uomo
meraviglioso. E sarebbe stato “..un padre
meraviglioso,tu lo sarai di sicuro”
“anche tu non sarai malaccio...” iniziò a muovere ritmicamente la mano sulla sua
schiena. Per rilassarla.
“non devi preoccuparti così tanto..ci sono figli destinati a nascere con genitori
ben peggiori di noi hirono..”
“mmm…peggiori?” le labbra si
piegarono all’insù quasi senza accorgersene “poveri loro allora”
Ren annuì. Stava pensando a
qualcosa per cui non recepì il, non tanto lieve ,
sarcasmo.
“comunque è una notizia che ci
potevamo anche aspettare, potevo averlo già capito in effetti..”
hirono
era perplessa “e come? se io stessa ho fatto le
analisi poco più di un mese fa?”
gli occhi
di ren brillaro di una luce che non seppe identificare subito
“bhe, stavo pensando alla golden
week di quest’anno sull’isolotto…credo che sicuramente è stato concepito lì
questo nostro esserino non credi?”
Maliziosa. Ecco cos’era. Divenne
di una tonalità di rosso così accesa che sembrava dovere prendere fuoco. “ma..ma..cosa dici?”
“sei un pomodoro!..non
riesci a ricordarla senza arrossire,vero piccola hentai?”
no, non ci riusciva.
Degludì e lo guardò supplichevole.
“insomma!..eravamo
in due, se io sono hentai lo sei altrettanto anche tu!”
“io non lo nego
affatto!” e sorrise trionfante
“OH!..sei
impossibile!” si staccò da lui e guardò verso il finestrino, si era accostato
lungo una scogliera e si ritrovò a guardare il mare con le luci del tramonto.
Lui si riavvicinò subito a lei. E
fissò anche lui quel gioco di luci.
“sarà bello poter vedere il
tramonto sul mare tutte le sere che vorremo”
si stava
riferendo alla nuova casa.Un modo per lasciar perdere
l’argomento e chiedere la pace?...
Hirono si lasciò andare indietro
contro di lui e appoggiò la testa su una sua spalla. Sorridendo soddisfatta.
“si, mi
piacerà un sacco”sussurrò.Pace fatta per quel momento. E Ci sarebbero stati
tanti altri momenti di riappacificazione vicino al mare negli anni a venire.
Intanto, quel tramonto era
perfetto così.
FINE