ATTENZIONE: La seguente storia è uno spin-off della mia "Love is always like a storm"... per chi non l'ha letta, consiglio di leggerla, altrimenti non potete capire la parte ^^ per chi l'ha letta invece... avete presente la scena di violenza tra Reita e Ruki? Dopo quell'episodio ho scritto che Ruki va a stare da Uruha, che lo ama da sempre, ma... vi siete mai chieste che cosa è successo in quel lasso di tempo? L'avete visto qualche mese dopo felice insieme al suo nuovo amore, ma... credete che l'essere stato violentato dalla persona che amava è stato un fatto che è passato inosservato? Ovviamente no... Ruki ci ha ovviamente sofferto da morire. E stamattina, nelle ore buche che avrebbero dovuto essere quelle di pittura, seduta dietro il banco di scuola ho provato ad immaginare come mi sarei sentita io dopo aver subito una violenza del genere. Poi ho provato a mettermi nei panni di Uruha... se fossi stato al suo posto avrei desiderato che quegli occhioni stupendi non avrebbero più pianto. Avrei voluto fermare i suoi incubi, stringerlo tra le braccia e dimostrargli tutto il mio amore. L'ho fatto tramite la voce, le braccia e gli occhi del nostro bel biondone^^. Mi auguro che gradirete...BUONA LETTURA <3
Your
love is my
storm
Titolo: Your love is my storm
Fandom: the GazettE
Pairing: Uruha x Ruki
Rating:
PG
Genere:Romantico
/
Sentimentale / Spin-off
Warning:
I contenuti
della storia che vi apprestate
a leggere sono a tematica omosessuale. Pertanto, se tale argomento vi
sconvolge, urta i vostri sensi, vi fa schifo, o vi disturba in
qualsiasi altro
modo, siete pregati gentilmente di abbandonare qua la lettura e non
rompere le
scatole alla sottoscritta ^^
Disclaimer:
I personaggi
sono realmente esistenti. Non
mi appartengono e non ho nessun tipo di contatto con nessuno di loro. I
fatti
narrati non sono realmente accaduti, sono soltanto frutto della mia
fantasia.
Non scrivo assolutamente per scopi di lucro, ma solo per la mia
autostima e per
la gioia delle persone che leggono quello che io scrivo.
Dediche:
A
me stessa, perché ogni tanto ne ho bisogno ^^
Note:
A
distanza di sette mesi dall’ultimo capitolo pubblicato
di “Love is always like a storm”, decido di
riprenderla in mano con un piccolo
spin-off. Un po’ perché mi mancava, un
po’ per far capire che anche se ha
trovato la felicità con Uruha, c’è
stato un periodo in cui Ruki ha sofferto
come un cane. Mi sono calata in quella sofferenza atroce e questo
è il
risultato… buona lettura ^^.
Status: One-shot completa.
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Sembra
di essermi appena addormentato, quando un’ombra improvvisa
mi si staglia contro…
E’ come se camminassi in un tunnel, un vicolo cieco senza
uscita,
che mi rinchiude e mi soffoca in un buio senza fondo…
Avanzo annaspando, cercando una luce che non riesco a
raggiungere,
un equilibrio che non sono capace di trovare…
Sono
completamente solo in queste tenebre che mi entrano dentro,
che prendono possesso del mio essere, attanagliandomi le viscere e
penetrandomi
l’anima.
Mi manca quel punto di riferimento che mi accompagna ogni giorno,
in questo posto lugubre che adesso non conosco, ma che nella
realtà in cui vivo
si chiama mondo…
Non c’è quell’orizzonte che mi spiana la
strada, che mi impedisce
di precipitare ancora nel baratro più oscuro della follia.
In
questo momento sono come travolto da un mare in tempesta, senza
alcuna speranza di essere salvato.
Improvvisamente,
qualcosa davanti a me appare più chiaro…
Un’ombra prende forma e la figura che mi compare davanti
è a me fin
troppo nota… allunga le mani verso di me, vuole
raggiungermi… nel momento in
cui fa per toccarmi, un grido che inconsciamente si libera dalle mie
corde
vocali, rimbomba nella mia testa, portandomi fuori da quel sogno che
sembrava
non avere fine.
“Ehi…
Ruki, piccolo… è stato solo un brutto
sogno”.
Ci metto un po’ a capire che non sto più
sognando… che sono nella
camera di Uruha e che lui è accanto a me, di nuovo. Chiudo
gli occhi pieni di
lacrime e cerco di calmare il respiro affannoso e i battiti forsennati
del mio
cuore.
Lui
è qui che mi accarezza i capelli e mi bacia la fronte madida
di sudore.
“S-scusami…” gli sussurro, quando prende
la mia mano e la stringe
forte nella sua.
“Ma che dici? Scusa di che cosa? Su tesoro, non aver
paura… ci
sono io qui adesso”.
Piango
forte tra le sue braccia, raggomitolandomi contro il suo
corpo che mi regala fiducia e tranquillità senza pari.
“Shh… è stato solo un brutto
sogno… solo un incubo” mi parla con
la dolcezza con cui mi ha sempre trattato e forse a volte mi sento un
po’ in
colpa.
Da quando è successo quell’episodio con Reita,
capita quasi ogni
notte che ombre scure mi provocano sogni del genere… e lui
ogni volta è qui,
che svegliato dalla mia agitazione, mi coccola fino a far sparire il
mio
malessere, prendendoselo con sé e caricandoselo sulle spalle
come un fardello
che preferisce portare lui per non dar peso a me.
“S-sono
stanco di fare questi sogni… vivere con
quell’angoscia…
voglio vivere con te senza quel nero che ogni volta mi
assale”.
“Non è colpa tua, piccolo” mi risponde,
asciugandomi le lacrime
con il pollice e baciandomi una guancia.
“Ce la metto tutta per non pensarci, credimi”.
“Lo so, tesoro. Lo so che ce la metti tutta… ma
non puoi prevedere
i tuoi sogni; sii forte piccolo mio, vedrai che presto andranno via da
soli”.
“Voglio essere degno della fortuna che ho avuto di averti al
mio
fianco…”
“Ma tu non hai avuto nessuna fortuna, Taka… al tuo
fianco hai
soltanto una persona che ti ama più della sua stessa vita.
Non sono niente di
speciale” mi sorride, continuando ad accarezzarmi le guance.
“Sei speciale per me”.
“E ti ringrazio per questo. Amore, la fortuna di starti
accanto è
stata la mia… ti ho desiderato così a lungo, che
stare qui a consolare i tuoi
tormenti è come un premio per essere stato così
paziente da aspettare per tanto
tempo…”
Nuove
lacrime sgorgano spontanee, davanti a quella che ai miei
occhi appare come la più dolce e pura dichiarazione
d’amore che sia mai stata
espressa.
Come farei io senza di te?
Dove troverei la mia salvezza, la mia pace quotidiana, se non ci
fossi tu?
Voglio
essere capace di ricambiare uno per uno, tutti questi
meravigliosi sentimenti che mi regali ogni singolo giorno che dio manda
in
terra.
Il tuo amore è forte, è sacro e non lo
violerò mai col torbido che
gli ultimi mesi della mia vita mi hanno incollato addosso.
“E’
incredibile il modo in cui riesci a calmarmi” sussurro a voce
bassa, raccogliendomi le lacrime cadute sulle labbra con la punta della
lingua.
“Bhè… se c’è una
cosa che ho imparato di te, standoti accanto in
questi anni, è che bisogna saperti prendere. E’
come condurre una partita a
scacchi, bisogna stare attenti a come muovere le pedine per fare scacco
matto”.
“Allora diciamo che io sono stato il premio per una partita a
scacchi tra te e Reita… lui ha mosso male le pedine e tu hai
fatto scacco
matto, giusto?”
“Mmh… possiamo metterla così. Diciamo
che sono emerso vincitore
dalla partita di scacchi più difficile della mia
vita” sorride e mi bacia
leggermente le labbra, provando a sua volta il gusto salato del mio
pianto.
“E’ un modo gentile per dirmi che sono
complicato?”
“Si! Ma sei la persona complicata più adorabile e
stupenda che io
conosca”.
Sorrido,
ringraziandolo mentalmente semplicemente perché esiste.
“Sei
tranquillo adesso?”
Annuisco con ancora quel lieve sorriso, restando accoccolato
contro il suo corpo caldo, rispetto al quale, il mio ha proporzioni
davvero
piccolissime.
“Dormi, piccolo mio. Riposa
tranquillo, io sarò qui al tuo risveglio”.
Ed
è la cosa più bella che potessi
sentire…
So che sarai qui con me…
Col tuo amore che mi accompagna, come il sole dopo una tempesta.
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