la scogliera x sito
Signore e signori! A
distanza di neanche una settimana, la mia mente ha sfornato un'altra
delle sue pazzie!!!
Questa volta Joe non
c'entra, ma non significa che questa shot sia più scadente
dell'altra.
Un grazie a tutte
quelle che hanno recensito “Fra Greco e Jonas”, ossia:
LadyBird27: mi fa
molto piacere che ti sia piaciuta l'altra fic, ora sentiamo cosa ne
pensi di quest'altra!
Dream1618: beh che
dire, fa sempre piacere leggere i commenti delle lettrici. Hope
youlike it!!
Minako_86: in quanto
al mio stile hai ragione, potevo essere più specifica, ma d'altronde
erano le undici di notte e il mio cervello era in tilt. Non che oggi
vada molto meglio, però faccio quello che posso. Grazie ancora della
bellissima recensione!!!
jonas_princess:
cara, io lo so che non stai bene, però leggi qua e soprattutto
aggiorna Keep it real!! Guarisci presto!
Maggie_Lullaby: mi
spiace aver deluso i tuoi filmini mentali, ma io Joe non me lo
accollo, e poi dovresti sapere che io voglio Nick. Comunque non ti
preoccupare, io lo tratto bene!!!
Sheep: che dire? Sei
stata la prima a recensire e il tuo commento mi è piaciuto
veramente. Ho apprezzato il fatto che oltre ai commenti positivi mi
avessi anche criticata, poiché è giusto far notare le imprecisioni
e gli errori. Ti do ragione, ogni tanto trovo delle fic scritte male,
magari solo per come si presentano o proprio per il contenuto e non
riesco a leggerle. Beh, ti dico che a scrivere sia questa che l'altra
fic mi sono divertita e presto ve ne troverete altre che girano per
EFP!
La scogliera.
Lei stessa si
considerava masochista, ma poi si ricredeva, poiché lo spettacolo
dell'alba sull'oceano era qualcosa di estremamente bello e
rilassante.
Certo, svegliarsi
alle cinque e quarantacinque di mattina non era proprio l'idea di
paradiso di ogni giovane sedicenne, specie se erano i primi di
luglio, quindi vacanza, ma il suo orologio biologico la tirava giù
dalle brande a quell'ora e aveva scoperto che una passeggiata in riva
al mare le faceva bene.
Quella mattina aveva
indossato sopra il costume un paio di pantaloncini corti bianchi e
una maglietta senza maniche rossa, accompagnata da una felpa nera
sportiva della Champion.
Per evitare di
doversi portare appresso le ciabatte, era uscita senza.
Ora procedeva a
passo spedito lungo il bagnasciuga, schizzando acqua ad ogni passo.
Non è corretto dire
che non aveva una meta, poiché come ogni mattina percorreva quasi
due chilometri fino ad una scogliera che dava poi a picco sul mare.
Camminava
speditamente, riflettendo sulla sua vita e sulla sua famiglia,
pensando a come la sua vita non fosse la classica “routine
monotona” degli adolescenti.
Tutto sommato non le
dispiaceva la sua esistenza, perché lamentarsi quando si ha una
famiglia, una scuola e degli amici?
Anche a lei
prendevano gli attacchi di isterismo, ma mai niente di esageratamente
grave; proprio non capiva come mai ci fossero persone che si
lamentavano in continuazione per qualsiasi cosa, per quanto futile
potesse essere.
Pensando e
riflettendo era arrivata alla scogliera; iniziò ad arrampicarsi,
ringraziando per l'ennesima volta i corsi di arrampicata che la
scuola le aveva propinato e che lei aveva sempre e puntualmente
sfottuto.
Una volta in cima,
si avvicinò silenziosamente al precipizio, pregustandosi già una
buona mezz'oretta di pace e tranquillità.
Si sedette sull'orlo
e lasciò le gambe penzoloni nel vuoto, chiudendo gli occhi e
assaporando la brezza tra i corti capelli cinerei, inspirando quanta
più aria iodata i suoi polmoni riuscissero a contenere.
- Ahhhh – esalò,
sorridendo e riaprendo gli occhi per ammirare l'alba.
Passò così circa
un quarto d'ora ed ebbe così tutto il tempo di ammirare il sorgere
del sole.
Sentiva il rumore
delle onde che si infrangevano sotto i suoi piedi e ogni tanto
qualche schizzo d'acqua glieli bagnava, dato che era ad appena tre
metri e mezzo sul livello del mare.
Era sempre stata una
ragazza riservata e relativamente calma, tanto che se non parlava non
ci si accorgeva nemmeno della sua presenza; era anche silenziosa nei
movimenti, qualità che aveva sempre apprezzato.
Stava ammirando il
mare che ormai era illuminato dai raggi mattutini, quando scorse una
figura camminare velocemente nella sua direzione.
Era ancora troppo
lontana affinché potesse distinguere qualcosa, e poi non indossava
gli occhiali, quindi perse l'interesse per quell'individuo e tornò a
concentrarsi su di sé.
“Le sei e
mezza, forse è il caso che torni in hotel, non vorrei mai che mia
madre si preoccupasse inutilmente.” pensò,
alzandosi in piedi e stiracchiandosi le membra indolenzite.
Scese
dalla scogliera saltellando abilmente sui sassi, fino ad atterrare
sulla sabbia fredda, incamminandosi verso l'albergo.
Aveva
percorso si e no trecento metri, quando notò un'ombra seduta sulla
spiaggia, probabilmente intenta a suonare una chitarra.
Ipotizzò
si trattasse di una di quelle persone che strimpellano un qualche
strumento per racimolare qualche soldo e accelerò il passo per
evitare di essere fermata.
Quando
fu a due metri dal tizio, si rese conto che sicuramente non era lì
per guadagnare pochi spiccioli.
“Non credo che
Kevin Jonas abbia problemi finanziari.”
si disse, guardandolo di sottecchi, senza però rallentare
l'andatura.
Pareva
che non si fosse accorto della sua presenza, assorto com'era nei suoi
pensieri.
Stava
suonando una canzone che lei non conosceva, ma dalla melodia
malinconica era facilmente intuibile che lui non stesse proprio bene.
Continuò
per la sua strada, guardando la spiaggia di fronte a sé, percorrendo
altri duecento metri prima di fermarsi.
Non
si chiese nemmeno se quello che voleva fare era giusto, per una volta
accantonò l'orgoglio e la ragione.
Fece
dietro front e si avvicinò nuovamente al Jonas, fermandosi a un
metro alla sua sinistra.
Questa
volta il ragazzo si riscosse, voltando la testa di lato quanto
bastava per vedere chi gli si fosse
avvicinato.
Rimase
abbastanza sorpreso nel trovarsi davanti una ragazza di circa
sedici-diciassette anni che lo fissava senza aprire la bocca, senza
urlare come un'invasata, sbraitando che lui era Kevin Jonas.
La
guardò interrogativo, in attesa che lei facesse o dicesse qualsiasi
cosa, ma rimase ferma al suo posto per qualche minuto nel quale puntò
i suoi occhi verdi in quelli del medesimo colore del ragazzo.
Poi,
senza alcun preambolo, si sedette accanto a lui, raccogliendo le
gambe al petto e circondandole con le braccia, senza proferire
neanche una parola.
Kevin
rimase abbastanza sorpreso da quel gesto, ma non fece nulla per
allontanarla da lì; perché avrebbe dovuto farlo? Non lo stava
infastidendo e rimaneva in silenzio.
Passarono
così i minuti, durante i quali ognuno pensava ai fatti propri,
godendo semplicemente della presenza dell'altro.
Finché
ad un certo punto Kevin parlò.
-
Mi ha lasciato. - si stava chiedendo come mai avesse deciso di
parlare ad una sconosciuta, ma la risposta la sapeva già: quella
ragazza gli ispirava fiducia e non si era messa a chiacchierare;
aveva semplicemente rispettato la sua pace.
-
Stiamo insieme da due anni e ieri mi ha lasciato. - si prese la testa
fra le mani e continuò
-
Dice che non mi merita, che sono un ragazzo fantastico e che dovrei
stare con una ragazza del mio livello, non con una che non è famosa,
una come lei. - fece una pausa. Non si aspettava che lei commentasse,
e siccome non dava segni di volerlo interrompere andò avanti con il
suo racconto.
-
Ma se io non volessi una ragazza famosa? Se la amassi proprio perché
è naturale e spontanea? Perché non lo capisce?
Essere
famosi è una bella sensazione, sapere che puoi far felici altre
persone è una cosa assolutamente impagabile, eppure pare che
Danielle non voglia far parte di questo gruppo – disse,
virgolettando la parola gruppo.
Si
passò una mano sugli occhi, abbassando poi lo sguardo e torturandosi
le mani.
-
Volevo chiederle di sposarmi. - disse laconico.
La
ragazza ebbe un sussulto, ma si riprese subito; si voltò verso di
lui e lo fissò intensamente negli occhi.
Rimasero
così per un tempo che non seppero calcolare, poi lei si avvicinò al
suo orecchio e finalmente parlò
-
Riferiscile un messaggio: le bugie hanno le gambe corte. -
Detto
questo si alzò e s'incamminò.
Kevin
rimase seduto al suo posto, troppo interdetto per fare qualsiasi
cosa.
Riuscì
a riscuotersi e a chiederle un'ultima cosa
-
Da parte di chi? - urlò, cercando di sovrastare il fragore delle
onde.
Lei
si voltò e sorrise, un sorriso sincero e da amica, poi rispose
-
Da una ragazza che non è famosa. - e si allontanò correndo.
Lui
la osservò diventare sempre più piccola fino a che scomparve del
tutto dalla sua visuale.
“Grazie”
pensò.
Sorrise.
***
Un anno
dopo...
- Oddio
non ci posso credere!!!!! Kevin si sposa!!! - urlò Veronica,
saltellando in giro per casa.
La
ragazza che stava seduta a pochi centimetri di distanza da lei non si
scompose, limitandosi ad alzare un sopracciglio.
-
Davvero? - chiese con evidente contenuto entusiasmo.
- Che
cosa?! Kevin Jonas si sposa?? Ma è una bellissima notizia! Dove
l'hai letta? - proruppe Valeria, sbucando dalla camera di Annalisa.
- Sul
sito ufficiale dei Jonas, sono stati i genitori ad annunciare la
lieta notizia. - rispose l'altra, andandole incontro e
abbracciandola.
- Anna,
insomma, potresti anche solo fare finta di essere contenta? - chiese
la padrona di casa, uscendo da camera sua.
- Ma io
sono contenta, solo che non lo do a vedere come fate voi. - rispose
la diretta interessata, accennando un sorriso.
- Ehi,
guardate un po' qua – cominciò Valeria – c'è una specie di
ringraziamento di Kevin: “ Avevi ragione, le bugie hanno le gambe
corte. Grazie.” dedicato ad una certa ragazza che non è famosa...
- - Secondo voi cosa vuol dire? - chiese Annalisa, avvicinandosi allo
schermo del portatile e rileggendo quelle righe.
- Non ne
ho idea. - disse Veronica, scuotendo il capo.
Di
nascosto dalle sua amiche Anna sorrise.
Lei lo
sapeva. Eccome se lo sapeva.
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