Gran Ballo in Maschera, parte seconda e ultima. Come dicevo in Those
were the days I sacrificed, lo scopo era scrivere fanfic
mascherate da qualcun altro - in questo caso, El
Defe. Questo caso è una storia che ritengo un po'
migliore dell'altra, ma che ha una mascherina di plasticaccia da due
euro presa per strada.
'Bout bird
«Oh, Wilson. Sarai al sicuro?»
Isadora sembra a disagio nel vento
autunnale: le scompiglia i capelli riempiendoli di foglie, arrossa le
guance, intirizzisce le mani che sfrega metodicamente accanto a un
fuocherello senza trarne gran beneficio, ma è l'abitudine e
sempre
meglio che niente. Soprattutto, le scava una brutta espressione
appassita in faccia, che è del tutto in linea con la
lamentela
piagnucolosa che sta sciorinando.
«Madama Cavaliere, ci apre finalmente
il suo cuore?» Legault appare dal nulla e le si siede
accanto,
circondandole le mani a coppa con le sue, ancora calde e illese dai
primi rigori. Lei alza un sopracciglio e non si sposta, anzi allenta
il pugno e apprezza il tepore.
«Temo che voli via senza farsi dire
addio. Vorrei che non diventasse un'abitudine» gli confida.
«Volare via... librarsi nell'aere
mentre il cuore palpitante di un innamorato resta relegato
all'ingrato suolo. Sì, sì, non c'è
dubbio che sia abitudine dei
peggiori ribaldi» la sostiene. In realtà sta
pensando ad altro e si
fida della sua lingua che va avanti da sola senza troppo doverle
prestare attenzione, riprendendo concetti e parole e ritmo da altre
confidenze, altri discorsi inutili del suo passato. È che,
chiunque
sia questo Wilson – e Legault vorrebbe indagare, eccome se lo
vorrebbe – non riesce a capacitarsi di come possa rischiare
di
volare via. Lasciarci la pelle, normale. Fuggire, non condivide ma
potrebbe capirlo, di fronte a una donna come Isadora. Galoppare via,
al limite, tutto considerato. Ma volare?
«Parla per esperienza personale,
Mastro Legault?»
Sì, anche. Ma non l'ascolta, preso
com'è dal suo conteggio interiore di cavalieri e cavalcature
– coi
nomi dei pegasi si confonde sempre, ma l'ultima volta che ha
controllato non accettavano uomini in sella e va bene tutto, ma ha
difficoltà a figurarsi un Wilson in
gonnella. D'altra parte le viverne all'accampamento sono
due e
non più di due e le labbra di Isadora gli rendono difficile
passare
ad altre ipotesi, inarcandosi così in un sorriso delizioso
di
malcelato compiacimento. Come se avesse appena capito qualcosa. Ma
cosa? E se fosse una vecchia conoscenza di Pherae, Wilson? E cosa
accidenti cavalcano a Pherae a parte i cavalli, piccioni giganti?
«Ma non le permetterò, sul mio onore,
di infangare il nome del mio Wilson. Il suo cuore è puro,
sono le
circostanze...»
«Le circostanze, già. Questa
maledetta guerra porta con sé troppe separazioni. Viviamo in
tempi
diffi-»
«Quale guerra, Mastro Imbroglione? È
autunno: viene il freddo, gli uccelli migrano. Mi mancherà
il suo
cinguettio.»
«Il suo... cinguettio. Certamente.»
Isadora si passa una mano tra i
capelli, appoggiandola poi a conchiglia dietro l'orecchio. Fa un
cenno a Legault, senza scrollarsi quel sorrisino di dosso, e a lui
non resta che arrendersi alla visione di Geitz, appena uscito dalla
sua tenda, coronato da un pigolante uccellino che in quella chioma
arruffata aveva fatto il nido.
«Wilson» espone con gran naturalezza,
chiaramente finta: si sta godendo la vittoria, almeno questo Legault
riesce a leggerlo con certezza.
«Chiaro fin da principio.»
«Ne prendo atto.»
Legault resta a boccheggiare su quel
maledetto sasso quando lei se n'è andata da tempo e il fuoco
è
scemato in braci.
Cerca con lo sguardo Matthew nel viavai
dell'accampamento: se c'è una cosa di cui ha un gran
bisogno, ora, è
qualcuno di più indifeso da importunare. Senza sorprese.
FINE
Note:
E tutto questo è canoneee... Non tutto insieme, ma
è canone fino alle
virgole XD Anche Wilson (soprattutto Wilson!), che viene dal supporto
Isadora/Geitz che è WTF e amore.
Al momento da Elibe questo è tutto, spero a presto (magari a
Tellius). :)
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