Aveva sentito le sirene
farsi sempre
più vicine. Improvvisamente dei rumori sopra la sua testa.
Sono
qua...aiutatemi
E improvvisamente la luce.
Aria.
Aveva tossito fino quasi a
strozzarsi,
i polmoni e la gola gli bruciavano. Aria. Finalmente respirava di
nuovo. Mani sconosciute lo tirarono fuori da quella scatola di legno
troppo piccola per lui. Voci sconosciute sui mischiavano tra loro.
-Stai bene ragazzo?-
-Non ti preoccupare
è tutto finito-
Una calda coperta azzurra
gli venne
avvolta intorno alle spalle riscaldandolo. Tremava, si sentiva
confuso e dolorante.
-Aiutati a respirare con
questo- disse
una voce di donna passandogli una mascherina per l'ossigeno.
Tutto quello che ricordava
era il volto
scarno di quell'uomo che aveva cercato di ucciderlo.
Valentino!
Un altro colpo di tosse
sconquassò il
corpo del diciassettenne biondo.
Chiuse gli occhi prima che
una lacrima
potesse abbandonarli. Voleva vederlo.
Si strinse ancora di
più nella coperta
guardandosi attorno. Le voci, le persone i gesti, tutto gli appariva
sfocato e distante. Una giovane donna bionda avvolta da un cappotto
nero si diresse verso di lui. Aveva un sorriso triste sul viso.
Dietro di lei veniva avanti un ragazzo sui diciassette anni, con i
capelli scuri portati lunghi.
Valentino...
I due ragazzi rimasero a
guardarsi per
alcuni istanti,poi Valentino raggiunse Justin abbracciandolo.
Le lacrime trattenute
scesero silenti
lungo il bel viso del biondino.
La stanza dell'ospedale era
piccola e
pulita. Su un letto bianco stava disteso un ragazzo biondo.
-Justin...- la voce di
Valentino attirò
l'attenzione del ragazzo che sorrise- come i senti?-
-Bene- rispose mettendosi a
sedere- ora
sto bene-
Il moro fece qualche passo
dentro la
stanza per poi ribloccarsi, stringendo i pugni.
-Mai più...-
iniziò a dire a voce
bassa e tremante- non permetterò mai più che ti
capiti una cosa del
genere....mai più!-
-Valentino...non
è colpa tua-
-Non importa! Non ti
lascerò più
andare con nessuno-
-Ma questo è il
nostro lavoro...- non
aveva voglia di parlare, non adesso. Voleva solo che Valentino lo
abbracciasse ancora, voleva illudersi di essere amato.
-Non
più...troveremo un altro lavoro.
Cambieremo vita-
Il moro avanzò
fino al letto. Alzò
una mano fino ad appoggiarla sul viso di Justin.
-Verrò con te-
mormorò semplicemente
guardandolo negli occhi.
Justin spalancò
li occhi mentre due
piccole lacrime scivolarono indisturbate sul suo volto, per poi
andare a morire sulle mani di Valentino.
-Davvero?-
-Si- rispose il moretto
abbassando gli
occhi imbarazzato. - se fossi morto in quella buca ...se non fossero
arrivati in tempo...io, non mi sarei mai perdonato di averti lasciato
andare così...io-
-Allora andremo insieme in
quel campo
e...staremo inseme...per sempre-disse Justin guardando.
Amami ...ti prego
amami!
-Si- rispose prima di
catturare le
labbra del biondo in un bacio.
-C'è
questo posto, mi ci portò mia
madre quando ero piccolo...c'erano i cavalli in un
campo....è li che
voglio andare. Vieni con me?- Justin guardò il ragazzo
affianco a
se.
-Cosa?- chiese con
finta
strafottenza Valentino.
-Lascia stare.-
abbassò lo sguardo-
non fregarmi l'accendino che mi serve!-
-Non me ne faccio
niente del tuo
accendino di plastica- ribattè sarcastico il moretto.
Justin si mise in
bocca una
sigaretta. Valentino gli porse l'accendino e il biondo si affretto a
chinarsi per accenderla. Mise la propria mano su quella dell'altro
ragazzo soffermandosi un attimo in una breve e sfuggente carezza. Il
pollice di Valentino gli bloccò dolcemente la mano. Justin
alzò lo
sguardo, dagli occhi castani del ragazzo erano sparite ogni traccia
di scherno.
-Chiedimelo
ancora- chiese
semplicemente Valentino.
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