I don't need your authority

di Jessh
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I don't need your authority
L'aveva rifatto. Il suo amico l'aveva rifatto.Nuovamente l'aveva maltrattato,ma ora non riusciva più
a stare zitto,doveva fare qualcosa.
Iniziò a girovagare per la piccola stanzetta in preda ad un attacco nervoso che non sapeva come
calmare. Improvvisamente si fermò,iniziò a riflettere, riflettere bene sul vero significato di
quell'amicizia che accompagnava le sue giornate dall'età di 19 anni.
Doveva di nuovo passarci sopra come,ormai, era suo solito fare oppure, sta volta, doveva dare un taglio
a questa storia?
L'uomo riprese a camminare nervosamente su e giù per la stanza. Gli unici rumori che rompevano il
silenzio erano le sue scarpe che tastavano il bianco pavimento e le goccie
che,timidamente,scivolavano sul vetro della finestra. Si portò le mani alle tempie e riprese a riflettere.
Probabilmente non aveva mai smesso di farlo. Fu distratto da un rumore proveniente dalla porta,un rumore a lui familiare. L'uomo si attivò per andare ad aprire la porta. Prima che potesse vedere chi era,il freddo gli gelò il volto. Già s'immaginava
chi era,ormai lo conosceva meglio di se stesso.
Il suo amico era li dinanzi a lui,fradicio. Le goccie gli scivolavano lente sul viso. Erano goccie di pioggia o lacrime?
"Trè, scusami"
Ecco,l'aveva rifatto. L'aveva maltrattato e poi si era scusato. L'amico lo abbracciò e lo fece entrate dando
lui vestiti asciutti. Come al solito era passato sopra a questa storia. Dopotutto non avrebbe
potuto fare il contrario. Lui era il suo migliore amico e per sempre lo sarebbe stato.





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