Our gifts
traduzione di Yeran per EFP
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Stava arrivando ancora. Lo faceva sempre, e ogni volta lo odiava con ogni
fibra del suo essere.
Quando cercava nella memoria una singola volta in cui non era stato doloroso
e tormentoso in un modo o nell’altro, non trovava niente. Nessun bene poteva
venire da questo giorno; nessun bene avrebbe mai potuto.
“È maledettamente maledetto,” aveva borbottato la scorsa notte mentre cercava
di addormentarsi.
“Sciocchezze,” sua moglie l’aveva corretto, sfregando il suo addome disteso
con la sua mano sinistra. “Stai facendo il bambino, Draco.”
“Non è vero,” brontolò infantile. La sua mano deviò verso il marchio nero sul
suo braccio. Prudeva quando aveva paura di qualcosa, e non aveva paura di molte
cose, ma aveva paura dell’indomani.
“Per di più,” lei continuò “Significa molto per Danae. Sai come tutto è stato
difficile per lei…”
“Certo che lo so,” disse lui, un po’ maliziosamente. “Chi lo sa meglio di
me?”
“Allora stai zitto e fai una faccia felice per il suo bene,” disse lei
fermamente.
“Gin,” lui quasi piagnucolò, “Non vedo perché questo debba essere--“
“Smettila,” disse lei, esasperata con lui. Lui odiava quando la faceva
esasperare con lui. Ma allora, arricciava sempre il naso in modo carino, le sue
guance che si arrossavano ogni volta, quindi forse non lo odiava così tanto,
dopotutto. “Draco, tu ci vai. Sarai felice. Farai un piacere
a Danae. Renderai questo un giorno molto, molto felice per lei. Ora,
vediamo il tuo sorriso.”
“Non devo sorridere fino a domani,” disse lui testardamente.
“Sì, e non vorresti interrompere il tuo sguardo torvo un momento prima,” lei
mormorò.
“Com’è questo?” chiese in una voce pomposa, il suo volto contratto in un
sorriso che gli causava dolore fisico.
“Davvero spaventoso,” Ginny rispose seccamente. “Devo darti un pensiero
felice, allora?”
“Sì per favore,” convenne lui.
“Pensa solo a quando ti ho detto che ero incinta,” suggerì.
“No, ho paura che non funzioni più,” disse con rimpianto. “L’hai usato troppe
volte, e quando l’ho usato come un supporto mentale, cercando di non uccidere
tuo fratello alla festa per l’anniversario dei tuoi genitori, ha esaurito tutta
l’energia che la memoria aveva lasciato.”
“Quale fratello?” chiese lei curiosa.
“Eh,” Draco disse con un’alzata di spalle.
“Quindi mi stai dicendo che l’idea di mettere al mondo nostro figlio non ti
fa per niente felice?” chiese lei sospettosa.
“Certo che sì,” disse lui con un sospiro. “Semplicemente non mi tratterrà dal
saltare fuori dalla finestra o uccidere metà delle fastidiose persone che
saranno domani nella stanza. Soprattutto quell’insopportabile di Finnigan.”
“Non capisco perché tu e Seamus non possiate andare d’accordo,” mormorò
Ginny. “Almeno per il bene mio e di Ezra. Almeno per il bene di Danae.”
“Non l’ho trasfigurato in un micio per il bene di Danae,” mormorò Draco. “E
avrebbe trovato un gatto rognoso molto più amabile di quel suo idiota di padre.”
“Tu sei suo padre,” disse Ginny calma. “Tu sei l’uomo che conosce come suo
padre. Non è ancora abituata a Seamus. Un giorno, lo sarà. Ma dentro nel profondo sarà sempre tua figlia, penserà sempre a te come
‘papà’.” Lei lo guardò con disprezzo e, come sempre faceva quando lei fissava i
suoi occhi intensi su di lui, si sentì umiliato e sollevato nello stesso tempo.
“Seamus deve convivere con quello. Deve vivere con sua
figlia che pensa ad un uomo che lui odia come a ‘papà’. Per favore, cerca di non
irritarlo domani.”
“Non farò la prima mossa,” disse Draco in modo vago.
“Malfoy,” disse lei in tono di ammonimento.
“Gliene lascerò pure passare una,” continuò magnanimo.
“Solo non tirare colpi bassi, hmm?” mormorò lei, rotolando sul suo lato per
quanto il suo ventre gigante lo permetteva, cosicché potesse premere sul corpo
di lui.
Draco era affascinato dai cambiamenti a cui il suo corpo era stato sottoposto
nei 7 mesi passati. Aveva osservato Ezra durante la sua gravidanza, certo, ma
non erano stati intimi, quindi l’esperienza aveva mancato della franchezza
faccia a faccia che Ginny rimediava in grande quantità. I suoi sbalzi d’umore
erano violenti e repentini, le sue pulsioni sessuali erano salite almeno di una
dozzina di tacche (che significava davvero qualcosa, partendo dal presupposto
che si alzavano raramente dal letto finchè non fosse strettamente necessario
comunque), e metteva in bocca cose che a Draco non piaceva nemmeno toccare.
“A che ora ci smaterializzeremo da qui domani?” Draco domandò, ignorando la
sua domanda precedente. Se Finnigan avesse cominciato a colpire in basso egli
stesso, Draco non avrebbe mantenuto la promessa fatta a Ginny di trattenersi. A
Draco non importava ignorare sua moglie, ma non avrebbe mai, mai rotto una
promessa fattale.
“Dovremmo andarcene per le undici,” disse Ginny, appoggiando la sua guancia
contro il torace di lui. “Gli altri arriveranno verso mezzogiorno, e non mi
dispiacerebbe passare un po’ di tempo da sola con Ezra e Danae prima che
l’intero posto sia stipato.”
“Vengono tutti per Danae, lo sai,” disse lui aspramente. “Non ha niente a che
fare con me.”
“Sì, lo so, il che è abbastanza sorprendente, visto il tuo temperamento
solare e il tuo atteggiamento tranquillo con le persone,” notò lei seccamente.
“Mocciosa,” ammonì lui, pizzicandole il sedere, cosa che suscitò un piccolo
strillo da parte di lei. “Per di più, li ho aiutati a salvare il dannato mondo.
Che altro vogliono?”
“Magari potresti rilassarti un po’,” suggerì lei gentilmente. “Prova a non
insultare chiunque così di frequente.”
“Ma questo è parte del mio fascino,” protestò Draco. “Hai detto che era parte
del mio fascino”
“Per me, lo è,” concesse lei. “Ma è per questo che ti amo. La maggior parte
di quelle persone non ti conosce nemmeno, e prima che qualcuno ti ami, è molto
difficile che tu gli piaccia.”
“A Ezra piaccio,” insisté infantile.
“Ezra ti vuole bene,” chiarì Ginny.
“A Harry piaccio,” disse Draco trionfante.
“Non è vero,” disse Ginny con una risata.
“Beh, non gli dispiaccio attivamente,” disse Draco ostinatamente.
“Non è un ostacolo molto alto, amore.”
“Stai zitta e vai a dormire.”
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“Danae! Bambina, guarda chi c’è qui!”
“Papà!” Danae quasi si ruppe il collo correndo giù dalle scale dell’imponente
cottage che Seamus aveva costruito con le sue mani. (Una di queste mani stava
reggendo una bacchetta, ma Draco pensava ancora che fosse uno sforzo abbastanza
impressionante. Non l’avrebbe mai detto ad alta voce,
naturalmente).
“Bella bambina,” mormorò Draco, avvolgendo le sue braccia attorno al piccolo
corpo di Danae mentre lei gettava le sue membra attorno al suo busto.
“Buon compleanno, papà!” disse lei felicemente.
“Grazie,” disse lui con un sospiro. Seamus stava in piedi nell’angolo,
guardandoli con occhi torvi, ed Ezra stava abbracciando Ginny.
Avevano tutti deciso di non dire a Danae che Draco non era il suo padre
biologico. Almeno, non ancora. Era stato abbastanza duro per lei accettare che
non potesse chiamare sua madre 'mamma', in pubblico; che fosse venuta ad
abitare col suo padrino invece che stare col suo papà; che se avesse mai parlato
alla famiglia di sua madre, avrebbe dovuto fingere che sua madre fosse morta.
Era molto sconcertante e per niente giusto, e il cuore di Draco provò dolore per
il prezioso fagotto tra le sue braccia.
Tutti si sedettero per prendere il tè, e Ginny ed Ezra tennero alto il flusso
della conversazione, Ginny riempiendo i silenziosi sorrisi affettati di Draco
come se lui avesse davvero parlato, e Ezra traducendo i grugniti monosillabici
di Seamus come se fossero davvero parole. Danae sedeva ai piedi di Draco, dando
gli ultimi tocchi ad un grosso pacco incartato che Draco supponeva fosse uno dei
suoi regali di compleanno. Lei era felicemente inconsapevole della tensione
nella stanza, e Draco era fugacemente invidioso della facilità dell’infanzia.
Poi ricordò che la sua infanzia non era mai stata immemore, e che le sole buone
cose nella sua vita gli erano arrivate l’estate dopo il suo sesto anno, e smise
di guardare troppo lontano nel passato.
“Ohi, non so perché devo essere qui, comunque,” una voce alta che poteva
appartenere soltanto a Ron Weasley echeggiò dall’ingresso. “Non che lo stupido
bamboccio mi possa sopportare. Il sentimento è reciproco, naturalmente, e siete
stati completamente maleducati a farmi venire.”
“Ron,” la voce di Hermione sibilò, “stai zitto, probabilmente sono già là
dentro!”
“Malfoy, in tempo alla sua stessa festa?” Ron schernì “Sarebbe la – oh,
ehilà, Malfoy, non ti avevo visto!” Ron sembrava abbastanza allegro e Draco era
divertito dal fatto che l’altro uomo non sembrasse per niente imbarazzato per
esser stato beccato.
“Buon compleanno Malfoy,” disse Harry cordialmente, appoggiando il regalo suo
e di Hermione su tavolo su cui c’erano un po’ di regali incartati festosamente.
“Grazie, Potter,” disse Draco, facendo un cenno col capo a Harry. “Potter”
aggiunse, facendo un cenno ad Hermione. “Come sta la ragazza,
Weasley?”
Ginny ficcò le sue unghie nel palmo di lui. Forte.
“Abbiamo rotto,” disse Ron, la sua bocca una linea sottile. “Ma lo sapevi
già, vero?”
“Io?” disse Draco, grattandosi la testa a lato. “Dev’essermi sfuggito di
mente. Mi dispiace.”
“Non sembri mai dispiaciuto,” Ginny mormorò vicino al suo orecchio. “Lo dici
sempre e non lo intendi mai.”
“Anche quella è parte del mio fascino,” insisté Draco. “Non capisco perché
continui a combattere con me su questo.”
“Regali,” Ezra annunciò a voce alta. “Ci siamo tutti, apriamo i regali.”
Ce n’erano a dire il vero alcuni buoni, cosa che sorprese Draco. Si aspettava
che Ron gli desse qualcosa di orribile, come una cioccorana avvelenata, invece
c’era un grazioso schizzo a carboncino, incorniciato, di Draco e Ginny il giorno
del loro matrimonio.
“L’ha fatto McGraw,” spiegò Ron. “Non gli piace vendere quelli che fa dei
suoi amici, lo sai, ma Lysandra l’ha preso di nascosto quando le ho spiegato per
che cos’era.”
“Grazie, Weasley,” disse Draco, ed era la sola volta in cui era stato grato
ai fratelli di Ginny. Anche se era solo uno. Probabilmente anche l’ultima volta,
pensò, con una smorfia.
Harry ed Hermione gli avevano comprato un Libro Gigante degli Hobby Magici --
“Perché essere un perdigiorno indipendentemente benestante deve diventare noioso
alla fine,” disse Hermione ragionevolmente -- e Ezra gli diede una prima
edizione di Peter Pan.
“Così lo potrai leggere ai tuoi piccoli,” disse, “e dare loro una buona dose
di magia e praticità.”
“Abbiamo mai letto questo?” chiese Draco, sfogliando gentilmente le pagine
del libro.
“No,” rispose Ezra. “Ho pensato che questo potrebbe essere solo vostro,”
disse, guardando verso Draco e Ginny.
Ginny sorrise la sua gratitudine e Danae cominciò ad ammassare i suoi regali
nel grembo di Draco. Non sorprendentemente, non c’era nulla da parte di Seamus,
ma Danae più che supplì a ciò. Da lei, Draco ricevette un incantesimo che si
supponeva respingesse le zanzare (Danae era diventata ossessionata dall’idea di
andare in vacanza nei tropici di recente), un disegno che aveva fatto lei stessa
(mancava della perfezione tecnica di Kyle, ma conteneva più amore che una
qualsiasi scatola da 72 di pennarelli Wizard’s avesse mai messo sulla carta
prima) della sua famiglia: Draco, Ginny, Ezra, e Seamus (Draco pensò che magari
avrebbe potuto tagliare via da esso Seamus più tardi, poiché lo zoticone era
all’esterno), e una scatola delle caramelle preferite di Draco.
“Ancora uno,” disse Ginny con eccitazione, allungando la mano sotto il tavolo
e tirando fuori una scatola per camicie incartata.
“È quello che penso che sia?” disse Ron, tirandosi a sedere più diritto.
Il sorriso di Ginny era abbastanza luminoso da accecare la stanza.
“Cosa?” Draco chiese, confuso.
“Aprilo e basta,” Ginny incalzò.
“Non lo è,” sussurrò Harry ad Hermione.
“Che altro potrebbe essere?” Hermione sussurrò in risposta.
“Ma non è Natale!” Ron scoppiò a ridere.
“Circostanze speciali,” disse Ginny, cerimoniosamente.
“Oh santo ca--ramello,” Draco disse, dando un’occhiata a Danae.
“Malfoy ha detto ‘caramello’,” Ron ridacchiò.
“A papà piace il caramello,” disse Danae, innocentemente.
“Almeno non dice ‘stupido bamboccio’,” fece notare Ginny, passando le punte
delle dita sull’enorme D sul davanti del maglione che Draco aveva appena aperto.
“E ha usato verde Serpeverde -- questa è stata una grande concessione da parte
di mamma.”
“Devo indossarlo?” Draco chiese a voce bassa, il suo sguardo sconvolto fisso
sulla gigante D argentata in centro.
“Solo durante le vacanze,” disse Ron allegramente. “Sebbene una volta che
l’avrai indossato, lei presumerà che ti piace, e te ne farà uno ogni maledetto
anno, anche se ne hai venti che vanno ancora bene.”
“Meglio dell’alternativa, comunque,” disse Harry.
“Alternativa?” Draco borbottò.
“Non indossarlo e farsi Mrs. Weasley nemica per la vita,” disse Hermione.
“Mettilo su ora, papà!” gridò Danae felicemente. “È carino.”
“È tremendamente appassionata del verde Serpeverde,” accennò Ezra.
“Hmph,” Seamus disse dalla poltrona dietro di lei.
Contro ogni istinto che aveva, Draco indossò il maglione. E fece finta che la
testa di Weasley non fosse sul punto di esplodere se non avesse riso presto. E
che gli occhi di Potter non stessero per uscirgli fuori dalle orbite. E che la
signora Potter non stesse pensando a dozzine di piccole frasi per vendicarsi
finalmente di quel commento su Whoremione di anni prima.
“Sexy,” sussurrò Ginny nel suo orecchio.
“Le ragazze che non mi portano regali non dovrebbero essere così sfacciate,”
grugnì lui mentre Ezra andava nell’altra stanza per prendere la sua torta.
“Ho un regalo per te,” disse lei. “Solo, non è il genere di cosa che ho
intenzione di darti in una stanza piena di persone.”
Lui sembrò molto speranzoso.
”Non è nemmeno quello,” disse lei ruotando gli occhi, “anche se sei stato
molto bravo a non togliere l’espressione malcontenta dalla faccia di Seamus,
quindi suppongo che tu meriti una ricompensa.”
“Tutta la ricompensa che chiedo è che questa festa finisca,” disse Draco
disperatamente.
“Torta,” Ginny gli promise. “Poi possiamo andare.”
“Foto!” annunciò Ezra allegramente, uscendo dalla cucina non con una torta,
ma con una macchina fotografica.
“Foto, torta, poi possiamo andare,” disse Ginny velocemente.
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Come si rivelò, ci furono foto, torta, due viaggi giù dallo scivolo con
Danae, che era sovreccitata a causa dello zucchero, altre chiacchiere, una
scomoda sessione di incollaggio con Seamus, la favola della buonanotte per
Danae, poi casa, ma Draco sentiva di essere un uomo troppo grande per
sofisticare.
“Tutto il maledetto giorno,” lui mormorò. “Abbiamo passato tutto il maledetto
giorno -- il mio compleanno -- con persone che mi odiano.”
“Non passi mai dei bei compleanni, comunque,” Ginny fece notare. “Anche
quando eravamo insieme in questi pochi anni, avevi sempre obblighi famigliari
che ci impedivano di passarlo insieme. E questo significava molto per Danae.
L’anno prossimo, le cose saranno diverse.”
“Prometti?” lui mormorò, togliendosi il mantello e il completo sotto di esso.
Collassò sul letto con un sospiro sollevato, senza nemmeno preoccuparsi di
coprire il corpo nudo con un lenzuolo.
“Vuoi il tuo regalo?” mormorò lei, scivolando nel letto, accanto a lui.
“Preferirei avere la mia ricompensa,” lui mormorò, rotolando finchè non poté
avvolgere il corpo attorno alla sua schiena.
“Sei troppo stanco per la tua ricompensa,” disse lei con un riso soffocato.
“Potrai averla domani. Ecco, prima che tu svenga, apri questo.” Gli porse una
busta.
Pieno di rincrescimento, rilasciando la presa su di lei, Draco si rotolò
sulla schiena e aprì la busta. Fissò il pezzo di carta fra le mani per un
momento, le parole che non avevano senso. Diede un’occhiata a Ginny, che si
stava mordendo il labbro in modo esasperante, in quella sua adorabile maniera che
aveva, poi di nuovo al foglio, le cui parole dichiaravano qualcosa a cui non
sapeva come credere.
“Questo dice…” La sua bocca si aprì e si chiuse alcune volte. Sarebbe stato
ancora reale, se l’avesse detto ad alta voce?
“La magia è disponibile da poco,” Ginny disse tranquillamente. “Il ministero
non voleva semplicemente sentirne di usarla. Erano così spaventati che non
sarebbero riusciti ad accerchiare i seguaci di Voldemort se ne avessero mai
avuto bisogno; volevano essere in grado di distinguerli tra la folla, se
ce ne fosse stata la necessità. C’è bisogno di un permesso speciale per questo,
e non sono permessi facili da ottenere, ma quando il Ministro della Magia è uno
di famiglia --“
“Tuo padre ha fatto questo?” Draco sussurrò.
“È il suo modo di dire che gli dispiace per quanto ha urlato quando gli
abbiamo detto la prima volta che stavamo per sposarci,” disse Ginny calma. “È il
suo modo per dare la sua benedizione. Che posso dire? Siamo tutti gesti nella
nostra famiglia. La mamma distribuisce orrendi maglioni, papà dà foglietti di
autorizzazione per far rimuovere il Marchio Nero.”
“Quando posso farlo?” chiede Draco, la sua voce tesa.
“Domani,” Ginny gli promise. “Possiamo andare a farlo domani.”
“Come posso ringraziarlo per questo?” chiese. “Come posso ripagare questo
appena possibile?”
“Facendomi estaticamente felice,” disse Ginny, le sue dita che tracciavano il
punto sul suo addome dove una cicatrice sbiadita una volta aveva lasciato il suo
brutto segno. Sembrava che tutte le vecchie ferite se ne stessero andando,
lasciando nient’altro se non possibilità e speranza al loro posto. Non era
qualcosa a cui lui era abituato, ma a Draco stavano cominciando a piacere le
cose che andavano per il meglio.
“Fatto,” disse lui senza difficoltà. Poi, attentamente piegò la striscia di
carta di permesso per la rimozione del Marchio Nero nella busta e la pose sul
comodino. Girandosi nel letto, avvolse entrambe le braccia attorno al corpo di
Ginny, appoggiando le sue mani sul suo notevole pancione, dove la loro progenie
stava facendo una specie di giga irlandese.
“Dev’essere per tutto il tempo passato in Irlanda oggi,” Ginny rifletté
teneramente.
“Hmm,” Draco mormorò contro il suo collo.
“Stai pensando a qualcosa?” volle sapere lei, accarezzando il suo avambraccio
leggermente.
“A dire il vero,” disse lui, premendo un bacio sulla spalla scoperta di lei,
“stavo solo pensando che non sono troppo stanco per la mia ricompensa,
dopotutto.”
FINE |