Non tutto è perduto

di Addison88
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DRIIIN DRIIIN… Mi svegliò il suono incessante del telefono. Sbuffando alzai la cornetta. “Pronto!” esclamai assonnata. “Addison, buongiorno!” esclamò la voce all’altro lato. Avevo ancora tanto sonno quindi non riconobbi subito chi fosse. “Chi è?” domandai. “Sono Richard!”rispose. “Ah Richard scusa!” esclamai. “Dimmi…” continuai. “Ho bisogno di te qui a Seattle!” “Prendo il primo volo e vengo!” esclamai chiudendo la chiamata. Mi alzai dal letto e chiamai Naomi per dirle che non sarei stata dei loro all’Oceanside wellness group. Accesi il computer e mi collegai per vedere gli orari degli aeri. Preparai la borsa veloce e salii sulla mia decapottabile rossa. Arrivai all’aereo porto ed effettuai il check-in. Mi accomodai sull’aereo e misi le cuffie dell’mp3 nell’orecchie. Con i pensieri iniziai a vagare. Tra i vari pensieri c’era anche lui: Derek. Era tempo che non lo vedevo. Da quando ero a Los Angeles avevo messo tutti i suoi ricordi in una piccola scatolina virtuale. Ogni mattina avevo la forza di alzarmi e senza contare il fatto che ormai avevo 40anni ed ero sola. L’unico uomo che avevo amato veramente e che in qualche modo ancora amavo, sicuramente stava per sposarsi con Meredith, la cosiddetta dodicenne. Arrivai a Seattle e presi un taxi. Ero ferma davanti al grande ingresso del Seattle Grace Hospital e tentennai ad entrare. Varcai la porta e il telefonino iniziò a squillare. “Pronto!” esclamai. “Dove sei?” domandò Pete. “Oggi non sarò al lavoro.” risposi fredda. “Per ieri sera?” domandò ironico. “Credi che sia così scema?! Ho da fare… e per quanto riguarda te… ormai ti considero una semplice conoscenza.” risposi. “Addison…” “Pete ciao!” lo interruppi. Attaccai la chiamata e posai il telefono in borsa, quando alzai gli occhi dalla borsa vidi Derek che mi guardava. “Ciao!” esclamai con un falso sorriso. “Sei tornata?” domandò avvicinandosi per salutarmi. “No! Sono qui perché Richard…” “Ti ha svegliata!” continuò la frase Richard. “Come stai?” domandò Richard. “Bene!” “Com’è Los Angeles?” “Bellissima… sole, surf e…” “Fai surf?” domandò Derek interrompendomi. “No, mi piace guardarlo dal terrazzo di casa!” risposi. Salutai i miei colleghi e andai dall’infermiere per farmi dare la cartella clinica della mia paziente. “Meredith!”esclamai. “Addison!” rispose fredda. Non badai alla sua risposta fredda e scelsi uno specializzando: Stevens Isobel. Mi sembrava la più adatta alla mia paziente. Andai nello spogliatoio e misi la divisa. Chiamai la mia specializzanda e andai a visitare la paziente e la preparai per l’operazione. Prima di eseguire l’operazione andai a prendere un caffè. Inizialmente non notai Derek che era seduto al tavolo. Presi il bicchiere e mi appoggiai al tavolo e chiamai Naomi. “Come va?” domandai appena aprì la chiamata. “Bene, a te?” rispose. “Diciamo… non è facile! Sai cosa provo.” “Sì! Hai visto anche la sua fiamma?” “Sì! Ma più di tanto non m’importa… è lui il mio problema!” “Non so come fare!” esclamai. “Pensa alla serata con Pete.” La sera prima avevo un appuntamento con Pete che non andò bene. “Pete? Lasciamo stare!” “Perché?” “Devo dare più ascolto ai consigli gratuiti… ero stata informata da tutti voi su che tipo era e non ho ascoltato!” “Addison ci sentiamo più tardi.” “Ok!” chiusi la chiamata e feci per andare via. Notai Derek seduto lì che aveva un sorriso malizioso. “Chi è Pete?” domandò. “Un collega!” risposi. “Ah!” “Vado a lavarmi!” esclamai andando via. Andai a lavarmi e Izzie era già lì ad aspettarmi. Fu tutto pronto per iniziare l’intervento. Dopo l’intervento monitorai la paziente poi andai a salutare tutti i miei colleghi. “Già vai via?” domandò Derek. “Sì! Ho un volo da prendere!” risposi. “Rimani ancora” “Domani ho da fare a Los Angeles!” “Con Pete?” “No!”




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