Tradizioni
Tradizioni
Quell'anno la neve non
la smetteva di scendere, imbiancando ogni dove e
portando con sé un'atmosfera che, in quei giorni antecedenti
le feste, sembrava a dir poco perfetta.
Fermo dinanzi ad una
vetrina ricca di possibili doni, dai costi per lui
inavvicinabili, Watanuki stava osservando i vari articoli con aria
perplessa, sforzandosi di immaginare qualcosa che andasse bene a
Doumeki così come ad Himawari.
Per Yuuko-san aveva
già scelto da diverso tempo, mettendo da
parte la cifra per raggiungere una buona bottiglia di sakè.
Mokona,
così come Maru e Moro, non erano un problema,
avrebbe preparato loro diversi dolci e sapeva già che li
avrebbero apprezzati. Anche per Himawari aveva già qualche
idea, seppur vaga e non ancora ben definita. Il problema, era come
sempre, Doumeki.
«Dannazione.
Non saprei cosa comprargli!»
Borbottò saltellando da un piede all'altro nella speranza di
contenere il freddo.
Continuò
così per diverso tempo, fissando la
vetrina con le sopracciglia aggrottate, borbottando ed inveendo a bassa
voce contro l'arciere che, in un modo o nell'altro, finiva sempre per
creargli problemi.
Osservò
ancora un po' gli oggetti, senza riuscire a farsi
venire un' idea decente. Dopotutto, si disse, alla fine non lo conosceva
per niente...
Fu in quel momento
che, come richiamato dai suoi pensieri, dalla
superficie lucida della vetrina scorse la figura riflessa di Doumeki.
Rimase per qualche secondo a fissarne la figura, aspettandosi quasi di
vederla sparire, pensando fosse un'allucinazione.
Quando non fu
così, si voltò di scatto,
cercandolo con gli occhi ed individuandolo immediatamente.
Cosa ci faceva
lì?
«E per di
più con Himawari-chan, poi!»
Esclamò, attirandosi gli sguardi straniti dei passanti.
Fortunatamente i due
non lo notarono, proseguendo insieme sotto un
unico ombrello.
"Stanno proprio bene
insieme…" Pensò, un attimo
prima di darsi dell'idiota, per poi farsi improvvisamente triste.
«Bene!
Vorrà dire che a lui non
regalerò nulla!» Esclamò,
allontanandosi dalla vetrina con fare imbronciato. Dentro, uno strano
senso di vuoto difficile da comprendere.
Trascorsero
così alcuni giorni, durante i quali l'immagine
di Himawari e Doumeki, insieme sotto la neve, continuò a
tormentarlo senza tregua.
In un primo momento si
era detto geloso della ragazza, e questo
nonostante il suo dolore sembrasse acuirsi, per lo più, in
presenza dell'arciere.
Fu solo a causa delle
continue battute da parte di Yuuko e Mokona che,
pian piano e solo in modo superficiale, iniziò a chiedersi
se il problema non fosse proprio Doumeki.
Magari era geloso del
successo che l'altro aveva tra le ragazze.
O forse una parte di
lui temeva che, interessandosi ad una di loro,
presto o tardi avrebbe smesso di affiancarlo, tenendo lontani gli
spiriti.
Si, doveva essere
così. Non avrebbe accettato altre
motivazioni.
Fu con quell'umore che
giunse alla sera del venti dicembre.
Il giorno dopo
Himawari sarebbe partita per andare a trovare alcuni
parenti e per quel motivo avevano scelto di incontrarsi al fine di
scambiarsi i regali.
Dopo varie ricerche
era riuscito a trovare qualcosa anche per lei,
pensò, fissando i due pacchetti che, dal tavolo, sembravano
scrutarlo, evidenziando una grave mancanza.
Già, alla
fine non aveva preso nulla a quell'ingrato di
Doumeki.
Una decisione portata
avanti con convinzione estrema. Convinzione che
di colpo sembrò svanire, lasciando il posto ad una serie di
dubbi piuttosto allarmanti.
Forse, in effetti,
qualcosa avrebbe potuto compargliela.
Non che non ci avesse
provato, almeno all'inizio. Quell'idiota,
però, sembrava avere già tutto e le poche cose,
come un nuovo arco o un set di frecce, costavano troppo per poterci
anche solo pensare.
Punirlo solo
perché Himawari sembrava aver scelto lui,
però, era stata una scelta avventata. Senza contare che
l'amica ne avrebbe potuto soffrire.
No, doveva
assolutamente rimediare.
Avrebbe pensato anche
a lui, giungendo al giorno dopo con la giusta
quantità di regali.
Già, ma
dove avrebbe trovato qualcosa, a quell'ora?
Quel pensiero
improvviso lo portò ad agitarsi.
«Come ho
fatto ad essere tanto stupido, come?! E adesso cosa
gli faccio...?» Borbottò, misurando a grandi passi
il piccolo monolocale nel quale viveva.
Gli ci vollero cinque
minuti buoni prima di notare una bento box enorme.
Forse…
Dopo un rapido
controllo, si rese conto di avere tutti gli ingredienti
dei suoi piatti preferiti.
Si sentì
improvvisamente meglio, sollevato quasi, al
pensiero dell'espressione che avrebbe fatto quell'ingordo nel vedere la
quantità di cibo che gli avrebbe preparato.
Beh, magari non
sarebbe stata proprio un'espressione. Avrebbe mangiato
con gusto, ecco. Poteva bastargli, pensò, un attimo prima di
chiedersi come mai gli importasse così tanto.
xXx
La sera dopo, il
ventuno dicembre, si incamminò verso casa
di Himawari con in mano la busta dei regali, stringendosi nel cappotto
per via del freddo, le mani fasciate in un paio di guanti ed attorno al
collo una sciarpa verde, confezionata durante la notte nel tentativo di
aggiungere qualcosa di duraturo al regalo per Doumeki. Un lavoro che,
come risultato, aveva dato una sciarpa lunghissima, che infine aveva
dovuto tagliare a metà, indossandone una parte.
Si trovò
tuttavia a gioire della decisione presa quando, a
pochi passi da casa di Himawari, iniziò a nevicare. Di nuovo.
Nel giro di poco,
infatti, si ritrovò fradicio ed
infreddolito, la neve che gli si scioglieva addosso, a suonare al
campanello di casa della compagna.
Quando lo vide,
Himawari gli sorrise come suo solito, salutandolo per
poi guardarsi intorno, probabilmente in cerca di Doumeki. O almeno fu
quanto pensò Watanuki.
«Watanuki-kun,
ciao!» Esclamò la ragazza.
«C..ciao.»
Fece lui. «Doumeki
è già arrivato?»
«Oh…
lui è passato prima si. Il club di
kyudo ha organizzato una riunione improvvisa e non poteva
assentarsi.»
«Capisco…»
Ribatté l'altro,
sforzandosi di non sentirsi… deluso? «Beh, ti ho
portato il mio regalo.» Concluse, porgendole il suo dono alla
svelta, mettendo così a tacere quel pensiero tutt'altro che
allegro.
«Oh!»
Himawari fissò il pacchetto,
sorridendogli. «Grazie. Il mio però…
è a casa di Doumeki-kun… Spero non sia un
problema.»
Quelle parole lo
gelarono per un lungo istante.
«Oh…» Mormorò, reprimendo la
sensazione di aver appena ricevuto un pugno in pieno stomaco.
«Non importa, tanto dovevo passarci, comunque.»
Spiegò.
A quello, l'amica
sembrò illuminarsi. «Ottimo.
Magari potrete passare del tempo insieme.»
Replicò. «Lui passerà le feste da solo,
sai?»
Da solo…
Era brutto passare
quelle lunghe giornate invernali senza nessuno
accanto.
Lui lo sapeva bene.
«Potresti
fargli compagnia anche per me, no?» La
sentì dire, tornando al presente.
«Cosa?
Ah… si, certo.»
Balbettò, salutandola.
Probabilmente i suoi
amici stavano insieme.
Forse non sapevano
come dirglielo, oppure avevano deciso di
comunicargli la cosa proprio quel giorno. Magari sarebbe stato lo
stesso Doumeki a dirglielo.
Quel pensiero lo
rattristò più del dovuto,
portandolo ad affrettare i passi mentre, con espressione triste, si
muoveva in direzione del tempio.
Vi giunse qualche
minuto dopo, oltrepassandone l'ingresso per poi
avanzare con addosso un'ansia improvvisa.
Ed era strano,
pensò mentre bussava alla porta,
perché neppure per Himawari-chan si era sentito tanto
nervoso.
Si sforzò
per cancellare quel pensiero, del tutto fuori
luogo, attendendo che la porta si aprisse. I capelli che, intanto,
andavano riempiendosi sempre più di neve, così
come le spalle del cappotto.
Quando gli
aprì, Doumeki parve quasi sorpreso di vederlo.
«Oi…
che ci fai qui?»
Domandò, scostandosi per lasciarlo entrare.
Imbarazzato dalla
presenza dell'altro, il più piccolo si
limitò a varcare la soglia per poi distogliere lo sguardo.
«Sai, sono
passato da Himawari-chan per portarle il regalo,
ci eravamo messi d’accordo, e mi ha detto di venire qui per
il mio. Quindi, dato che comunque dovevo passare a darti il tuo...
ecco, sono qui.» Concluse, tutto di un fiato.
«Si…»
Ribattè l'arciere,
osservando la busta. «È lì.»
Concluse, indicandogli un pacco piuttosto grosso, posto in un angolo
dell'ingresso. «Abbiamo pensato di prenderti qualcosa
insieme.»
«Cos…
Oh, si…»
Esclamò l'altro, improvvisamente speranzoso.
«Io… vi ho visti qualche giorno fa. Eravate
insieme per quello?» Domandò, togliendosi scarpe e
cappotto con aria forzatamente indifferente.
«Già.»
Replicò l'altro,
facendogli strada verso l'interno della sala. «Aspettami qui,
stavo preparando del thè.»
Watanuki
annuì, prendendo il proprio regalo e posando sul
tatami la busta contenente quello dell'arciere. Nel notare la
differenza in grandezza tra le due confezioni, si sentì
improvvisamente a disagio.
Fortunatamente la
sensazione durò poco, perché
l'arciere rientrò quasi subito, portando con sé
un vassoio.
«Himawari
è già partita?» Gli
chiese, sedendosi per sistemare le tazze tra loro.
«Stava
partendo adesso.» Commentò
Watanuki, notando solo in quel momento lo yukata pesante dell'altro.
«Tu invece..? Che stavi facendo?»
Domandò quindi.
«Preparavo
un falò. È una vecchia
tradizione di famiglia.» Spiegò il ragazzo,
bevendo un sorso di tè. «Eri venuto per il tuo
regalo, non lo apri?» Domandò poco dopo,
fissandolo.
«S..si»
Balbettò l'altro, allungando le
mani per avvicinarsi il pacco.
Notò il
bigliettino che vi era posato sopra, dando
un'occhiata alla frase di auguri di Himawari-chan e corrucciandosi
leggermente, ma con un sorriso, allo 'yo' aggiunto nella calligrafia di
Doumeki.
Infine, dopo un
profondo sospiro, iniziò a scartare il
regalo, avendo buona cura di non rompere la carta.
Quello che vide lo
lasciò di sasso.
«Ma... una
macchina per i takoyaki… Ma
è troppo!» Esclamò, arrossendo per
l'imbarazzo.
Ad Himawari aveva
comprato qualcosa di carino, per Doumeki invece...
«Almeno non
ti lamenterai quando ti chiederò di
farmeli» Replicò l'arciere, notandone l'imbarazzo.
«Ti piace?»
Watanuki si
limitò ad annuire, prendendo la busta con i
propri regali per poi guardarla con aria dubbiosa.
«Io... Ecco,
volevo farti qualcosa per il Kyudo, ma era tutto
troppo costoso... e non ho avuto tempo per fare altro!»
Esclamò, porgendogli la busta con aria afflitta.
«Scusami, è poco... in confronto.»
A quelle parole,
Doumeki si limitò a prendere quanto l'altro
stava porgendogli, osservandone il contenuto con sguardo curioso.
Osservò
prima il contenuto del bento-box, sorridendo alla
presenza dei suoi piatti preferiti, poi la sciarpa fatta a mano,
identica a quella che Watanuki stava ancora indossando. «Le
hai fatte uguali…» Si limitò a dire, in
un tono che suonò come una semplice constatazione.
Nel sentirlo, il
più piccolo si imbronciò,
facendosi sempre più rosso.
«Spero non
ti dispiaccia.» Commentò,
distogliendo lo sguardo.
«No…»
Replicò l'altro,
indossando la sciarpa per poi tornare a fissarlo. «Ti fermi a
cena? C'è tanta roba qui dentro.» Disse, indicando
il regalo appena ricevuto.
«Ma sono per
te!» Protestò Watanuki,
tornando finalmente a guardarlo. «Se vuoi… posso
restare, però…» Asserì poi.
«Beh, come ti sembra?» Continuò nel
tentativo di cambiare discorso. «È
calda?» Domandò, infine, indicando la sciarpa.
«Si, lo
è.» Replicò l'arciere
sorridendogli, lasciandolo senza fiato.
Qualche tempo dopo,
asciugatosi dalla neve ancora impressa sui vestiti,
Watanuki uscì dal bagno, l'asciugamano ancora sulle spalle.
Stava tornando verso
la sala, quando un bagliore luminoso, proveniente
dal giardino, ne attirò lo sguardo.
«Doumeki..?»
Esclamò in tono perplesso.
«Perché il tuo cortile va a fuoco?»
«È
un falò, idiota.»
Replicò l'arciere, raggiungendolo. «E devo andare
a ravvivarlo prima che si spenga.» Dichiarò,
uscendo.
«Hey!»
Lo chiamò l'altro, seguendolo.
«Sta nevicando…» Continuò,
rabbrividendo per il freddo improvviso. «E poi, mi spieghi
perché ti metti ad accendere un falò con questo
tempo?» Domandò, stringendosi nel tentativo di
scaldarsi.
«Ti ho
già detto il perché.»
Spiegò l'altro, curvandosi per aggiungere nuova legna al
fuoco. «È una tradizione.»
A quello, Watanuki si
avvicinò, improvvisamente curioso.
«Che
tradizione?» Domandò, andandogli
ancora più vicino, nel tentativo di scaldarsi.
«Tradizione
di famiglia.» Replicò
l'arciere, facendosi appena più dolce.
«Il fuoco va
tenuto acceso per tutta la notte. Per salutare
il sole nascente.» Disse, fermandosi a fissare le fiamme, lo
sguardo perso nei ricordi. «È una
festività pagana che si festeggia il 21 Dicembre e che mio
nonno amava, tanto da ricrearla ogni anno in giardino. Proprio in
questo punto.» Asserì, aggiungendo altra legna.
«Ora fa freddo, e le giornate sono particolarmente
buie… Eppure, anche se ad occhio nudo non possiamo
percepirlo, da stanotte le ore di luce andranno aumentando sempre di
più, proprio nel momento di maggior buio. È una
cosa che da speranza, se ci pensi…»
Nel sentirlo parlare a
quel modo, Watanuki tornò a
guardarlo, catturato dalla dolcezza impressa in quelle parole, una
dolcezza mostrata così di rado dall'altro che, per un
attimo, non riuscì a non trovarlo semplicemente perfetto.
Con quello sguardo
fisso sul fuoco, le fiamme che gli illuminavano gli
occhi e quella voce infinitamente calda…
«E devi
stare tutta la notte in piedi?»
Domandò, improvvisamente malinconico.
Haruka doveva
mancargli tanto, pensò con un tuffo al cuore.
«Posso
restare a farti compagnia… se
vuoi.» Dichiarò poi, i battiti improvvisamente
accelerati.
In quel momento quanto
provato negli ultimi giorni sembrò
assumere un significato diverso, unendosi a quel dolore quasi dolce,
tanto simile a ciò che normalmente avrebbe definito amore.
«Lo
faresti?» Domandò l'arciere,
raggiungendolo.
«S..si.»
Replicò il più
piccolo, deglutendo a fatica nel vederlo improvvisamente tanto vicino.
«Non sembri
sopportare il freddo…»
Continuò l'altro, fissandolo con espressione intensa.
A quello, il cuore di
Watanuki si produsse in un lieve sobbalzo.
«Se ho detto che resto, resto!» Esclamò
in imbarazzo. «Dopo mangiato andrà
meglio…» Continuò. «E se
dobbiamo restare fuori magari… prenderò il
cappotto. Anche se umido farà comunque qualcosa,
no?»
A quelle parole
l’arciere increspò le labbra in un
lieve sorriso. Trovava quel lato buffo di Watanuki particolarmente
dolce, specie in quel momento.
«Ti
darò qualcosa di mio. Così starai
al caldo» Rispose, il tono che, pur essendo lo stesso di
sempre, era intriso di infinita dolcezza.
Fu in quel momento
che, sollevando lo sguardo, notò del
vischio appeso ad un ramo.
Per un attimo lo
guardò perplesso, decidendo subito dopo di
non curarsi del perché fosse lì, in fondo si
trovava dove era giusto che fosse: proprio sopra le loro teste.
Con quel pensiero, si
curvò su Watanuki, interrompendone il
tentativo di ribattere, premendo le labbra contro le sue in un bacio
lieve, ma carico di sentimento.
Quel gesto
paralizzò il più piccolo per qualche
istante, portandolo poco dopo a rispondere, seppur timidamente, a
quella lieve pressione, tanto dolce da fargli tremare le gambe.
Quando il bacio
finì, rossissimo in volto, si
ritrovò a guardare Doumeki, stranito.
«Cosa…?»
fu l’unica cosa che
riuscì a dire, imbarazzato.
Fingendo la sua solita
indifferenza, Doumeki indicò il
vischio sopra le loro teste.
«Tradizione…» Si limitò a
rispondere.
Senza capire, Watanuki
fece lo stesso, notando la presenza del vischio.
A quella vista, il
pensiero di essere stato baciato solo per quello, lo
rattristò.
«Lo hai
messo tu..?» Domandò poi, senza
un vero motivo. Lo sguardo sul rametto di vischio che, in quel preciso
istante, con un lieve "pop" mutò forma, assumendo quella di
un bglietto che, lentamente, scese tra le mani dell'arciere.
«Co…
cosa c'è scritto?»
Domanò Watanuki, improvvisamente sospettoso.
Doumeki lo
fissò per un istante, concentrandosi poi sul
foglietto. «Happy Yule! Mi raccomando, fate i bravi. Da Yuuko
e Mokona. E Maru e Moro.» Lesse, con il suo solito tono.
«Yule?»
Ripeté il più
piccolo. «Cos'è?»
«La
tradizione di cui ti parlavo prima…»
Replicò l'altro. «Probabilmente anche Yuuko-san la
conosce.»
Watanuki
sembrò rifletterci per un istante, salvo poi
tornare con la mente a quanto appena accaduto. «Beh, Yule o
non Yule non è così che ci si
comporta!» Urlò poi, indicando l'albero sotto il
quale era stato baciato dall'altro. «Far apparire del vischio
così, sopra due persone…»
Continuò, arrossendo per l'imbarazzo.
«A me non
è dispiaciuto.»
Dichiarò l'arciere, fissandolo con espressione
improvvisamente intensa.
A quelle parole il
cuore di Watanuki ebbe un piccolo sobbalzo.
«Oh…» Mormorò, facendosi
improvvisamente triste. «Quindi… ti hanno fatto
tutti un bel regalo, a parte me...»
Nel sentirlo parlare a
quel modo, Doumeki si sentì avvolto
da un improvviso calore.
Forse, allora, non gli
era del tutto indifferente, pensò,
sorridendogli lievemente. «Sei qui…»
Sussurrò, sfiorandogli la schiena con leggerezza.
«È il regalo più bello.»
Quelle poche parole
spinsero il più piccolo ad alzare lo
sguardo su di lui, con aria improvvisamente speranzosa.
«Davvero…»
Chiese, un po' incerto.
«Mi vuoi qui?» Aggiunse.
Non riusciva a
crederci.
Che si fosse
sbagliato, quindi, nel trarre quelle conclusioni quando,
quel giorno, aveva visto Doumeki ed Himawari insieme?
Lo sguardo che gli
rivolse l’altro, colmo d’amore,
sembrò dissipare improvvisamente ogni dubbio,
così come la sua risposta affermativa.
Commosso, Watanuki si
scoprì a sorridere, sporgendosi appena
per posare le labbra sulle sue, in un bacio particolarmente dolce che
Doumeki fu felice di ricambiare, stringendolo a sé come
fosse la cosa più preziosa che avesse mai avuto.
E gli sarebbe davvero
piaciuto averlo, pensò un attimo prima
di abbracciarlo con maggior calore, staccandosi poco dopo per osservare
il più piccolo. Lo sguardo che sembrava comunicare quanto
stava provando.
Imbarazzato, Watanuki
si mosse appena. «Ecco... questo non
tel'ho dato solo per... il vischio.» Ammise, senza guardarlo.
A quello Doumeki
sorrise lievemente, tornando a baciarlo, senza
rispondergli, stringendolo ancora al fine di scaldarlo e di sentirlo
vicino, felice di quel dono del tutto inatteso.
Rimasero
così, per un po', fin quando, scostatosi
leggermente dall'altro, Watanuki non abbassò il viso,
arrossendo, seppur con aria felice.
«Sai,
l'altro giorno… quando ti ho visto con
Himawari-chan... ho scoperto di essere geloso…»
Borbottò, con la fronte lievemente corrucciata, imbronciato.
«Di te….»
«Idiota…»
Replicò
l’altro, guardandolo con una scintilla di ironia negli occhi.
«Sei proprio idiota.» Ripeté,
stringendolo con più forza. «Ti amo.»
«Non
è colpa mia se l'ho pensato!» Si
difese l'altro con fare piccato, restando poi senza parole nell'udire
la dichiarazione dell'altro. «Ti
amo…»Terminò infine sulle sue labbra.
xXx
Alle prime luci,
l'alba li trovò ancora insieme, seduti
l'uno di fianco all'altro, avvolti in un'unica grande coperta,
drappeggiata con cura sui loro corpi.
Dopo aver condiviso la
cena, avevano passato l'intera notte davanti al
fuoco di Yule, lasciando che il silenzio portasse loro il suono dei
ceppi scoppiettanti, assaporando la reciproca compagnia, fin quando
Watanuki non si trovò d appoggiare il volto sulla spalla
dell'arciere, sospirando piano, intrecciando una mano con la sua.
Era stata una lunga
notte, intensa e allo stesso tempo colma di pace.
Ancora avvolto in
quella soffice atmosfera, anche Doumeki aveva scelto
di lasciarsi cullare dalla consapevolezza dell'amore dell'altro.
Questo fin quando le
fiamme, ormai deboli, non lo spinsero a
preoccuparsi, portandolo a staccarsi, seppur con gentilezza, per far
ritorno poco dopo con due tazze di cioccolata bollente tra le mani.
Nel vederlo, Watanuki
lo salutò con un sorriso ancora
timido. Aveva pensato diverse volte a quanto avvenuto quella notte ed
ogni volta il suo cuore aveva preso a battere più
rapidamente.
«Grazie…»
Sussurrò, prendendo
la tazza, per poi soffiarci sopra e berne un lungo sorso, rischiando
quasi di scottarsi.
Nel vederlo, l'arciere
sorrise divertito. Era sempre il solito
Watanuki, dopotutto.
Bevve anche lui la sua
bevanda, tornando a guardarlo con espressione
improvvisamente seria.
«Le pensavi
davvero quelle cose?»
Domandò poi, obbligando l'altro a ricambiarne lo sguardo.
«Si…»
Fu la semplice risposta,
immediatamente seguita da parole cariche di imbarazzo.
«Insomma…
l'ho scoperto da poco ma…
penso davvero quello che ho detto.» Spiegò il
più piccolo, arrossendo ancora una volta.
Quelle parole
sembrarono bastare all'altro, che si limitò a
fissarlo, sorridendogli.
Il sole che stava
nascendo, il ragazzo che amava finalmente al suo
fianco. Non aveva bisogno d'altro.
Fu questo quanto
pensò, mentre tornava a posare le labbra su
quelle del più piccolo che, emozionato nel veder sorgere il
sole, si trovò ad esserlo ancora di più nel
ricevere quel bacio che, pur senza saperlo coscientemente, aveva
desiderato per tanto tempo.
«Entriamo…»
Dichiarò
l'arciere quando, qualche istante dopo, tornò a staccarsi da
lui. «Non serve più restare, il fuoco si sta
spegnendo.»
Nel notare quanto
restava di quel falò, Watanuki si
limitò ad annuire, alzandosi e prendendo con se la coperta.
«Si vede che
segui da molto questa tradizione.»
Dichiarò, volgendo lo sguardo verso il sole.
«È bella…»
«Quest'anno
è stato molto più
bello.» Asserì l'altro, trascinandoselo in casa.
Dopo averlo seguito
Watanuki si guardò intorno, notando un
fouton proprio al centro della sala, circondato da diversi decori.
«Per me
è stata la prima volta ma…
potremmo seguirla insieme, d'ora in poi.»
«Insieme?»
Domandò l'arciere, fissandolo
con espressione carica di tenerezza.
«Si...»
Replicò il più
piccolo, adandogli vincino. «Se vuoi...»
A quello Doumeki
annuì, sfiorandogli il volto con una
carezza. «Buon Yule.» Sussurrò poi,
premendo le labbra contro quelle dell'altro.
Quel giorno stava
sorgendo un nuovo sole, portatore di luce e di
speranza.
Con esso anche il loro
amore stava appena nascendo, un dono che gli
sembrò pervaso di un'immensa magia.
Le Streghe riemergono, con respiratore e muta da
Sub, ma affascinanti
come sempre, dal mare di Fluff!
Ed eccoci qua con il nostro regalino, come avevamo
promesso!
Dunque, come avrete notato, beh, questa
è una storia tanto,
tanto, taaaanto 'fluff'.
Bene, fatevene una ragione, da qui a molto tempo
sarà
l'unico accenno di tale misteriosa sostanza che avrete da parte nostra!
Quindi, sperando che vi piaccia e vi basti, vi
lasciamo con un augurio
di Buon Yule, Natale, Hanukkah, o qualunque cosa vogliate ^.^
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