Dedicata a tutti i miei amici a quattro zampe …
buon Natale a tutti!
Sanae78
“Natale
con la Neve”
di
Sanae78
Da qualche giorno faceva molto freddo e da alcune ore aveva perfino
iniziato a nevicare. Candidi fiocchi cadevano lentamente ricoprendo
pian piano anche il bosco.
La gattina guardava con i suoi grandi occhi dorati con curiosità
quello che accadeva. Non sapeva cosa significasse nevicare, sebbene
avesse intuito finalmente il significato del proprio nome.
I chicchi di quella pioggia così strana, erano bianchi,
proprio come lo era lei, e forse era per questo che la sua padroncina
aveva deciso di chiamarla Neve.
Quanto le mancava quella ragazza che l' aveva adottata con tanto
entusiasmo dandole amore ed accudendola con cura.
Erano passati diversi mesi da quella notte del 5 settembre in cui era
scomparsa, purtroppo quella sera aveva deciso di addentrarsi nel
bosco ed all' improvviso aveva capito di essersi persa
.
Chissà quanto aveva sofferto la sua amica umana e quanto l'
aveva cercata?
Veniva sempre a cercarli, quando qualcuno di loro si allontanava e li
chiamava sempre per nome a gran voce. Li sapeva tutti a memoria e le
bastava uno semplice sguardo per riconoscere uno dei suoi amati
gatti.
Forse anche gli altri gatti l' avevano cercata senza risultato
Ne aveva passate tante da quel momento in poi ed aveva vissuto
girovagando nel bosco alla ricerca costante di una via d' uscita.
Per fortuna in quel luogo l' acqua non mancava e per nutrirsi aveva
dovuto perfezionare le sue tecniche di caccia diventando in breve
tempo un' abile cacciatrice.
Nella cascina, dove aveva vissuto, tutti i gatti erano degli abili
cacciatori ed ognuno di loro le aveva insegnato qualcosa di utile,
anche la sua mamma adottiva Memole, una splendida gatta tigrata
grigia dagli occhi verdi, che aveva a lungo allattato sia lei che gli
altri gattini, tutti adottati come lei ed ognuno nato da una mamma
diversa.
Erano un bel gruppo ed insieme facevano un sacco di giochi. Amavano
rincorrersi per i balconi, passeggiare per i tetti ed arrampicarsi
ovunque, perfino sugli alberi di kiwi del vicino.
La foresta le si era rivelata in tutta la sua magia e le aveva
permesso di apprezzare tutta la meraviglia che celava al suo interno
e che si rivelava solo di notte, quando gli uomini non c' erano e
tutti i suoi abitanti uscivano dai loro nascondigli.
Aveva rincorso degli scoiattoli su per i rami, visto dei cerbiatti
abbeverarsi alla fonte e tantissimi uccellini colorati.
A dire il vero c' erano state anche delle cattive sorprese e delle
volte in cui si era trovata in situazione di reale pericolo, infatti
da quelle parti spesso la sera girovagavano anche dei cinghiali e per
mettersi in salvo aveva dovuto abbarbicarsi su un ramo aspettando
pazientemente che se ne andassero.
Se l' era vista davvero brutta e doveva ringraziare solo la sua buona
stella e tutto l' esercizio che aveva fatto in precedenza, se era
riuscita ad uscirne viva.
Per qualche mese la sua casetta era stata un buco formatosi tra le
radici di una grande quercia, piccola e molto confortevole.
La buona sorte le aveva permesso di incontrare anche Chobin, il gatto
grigio alfa, che per diverso tempo aveva vissuto anche lui nella sua
stessa casa e che periodicamente tornava a fare visita alla loro
amica umana in comune, che continuava a prendersi cura di lui, quando
ne aveva bisogno.
Si ricordava ancora di quell' incontro, anche perché per un
attimo aveva temuto di dover combattere con quel gattone così
grosso.
Erano rimasti per un po' ad osservarsi immobili e Chobin aveva rotto
il ghiaccio rivolgendole la parola per primo.
“Ma
tu non sei Neve?' e intanto la squadrava da zampa a zampa “Ma
che ci fai da queste parti?”
“Si,
sono io!” aveva risposto balbettando e ricacciando indietro le
lacrime “Mi sono smarrita
e
non riesco più a trovare la strada di casa!”
Chobin le si era avvicinato strofinando il suo nasino contro il suo
“Stai tranquilla, io torno spesso da quelle parti e posso
spiegarti come fare a tornare! Non è difficile!”
E così aveva fatto con tanta gentilezza ed inoltre si era
fermato anche un po' a chiacchierare con lei della loro amica e dei
gatti che conoscevano entrambi.
Tuttavia non era stato l' unico gatto che aveva incrociato sulla
strada del ritorno.
Quello stesso giorno vicino ad una palude si era imbattuta in una
giovane gattina siamese chocolate-point dagli occhi di ghiaccio di
nome Yuki, che proveniva anche lei dal suo stesso cascinale, ma che
lei non aveva incontrato, perché se ne era andata in cerca di
avventure prima del suo arrivo.
Yuki le avevo chiesto di riferire agli altri mici che voleva
gironzolare ancora per qualche mese, anche se intendeva di sicuro
fare ritorno.
Dopo aver lasciato Yuki, risalendo il ruscello, si era imbattuta in
Toby, uno dei fratelli di Yuki, un bel gatto maschio tigrato grigio
dagli occhi verde smeraldo, scomparso nel nulla ad agosto.
Anche lui aveva deciso di esplorare ancora per un po' di tempo e le
aveva affidato un messaggio molto simile a quello della sorella.
Dopo averli salutati, la piccola Neve non aveva potuto fare a meno di
chiedersi come mai quei gatti fossero così tanto presi dallo
spirito d' avventura, lei desiderava solo fare ritorno alla sua vita
passata con tanti amici con cui divertirsi, una comoda cuccia e tanta
pappa buona da mangiare.
Ora si trovava vicino alla fine del sentiero ed iniziava a vedere dei
grandi prati che si aprivano tutto intorno.
Piano piano aveva iniziato a percorrere il sentiero principale
passando di fianco all' orto della famiglia e scorgendo dopo tanta
attesa la casa rurale a corte che così tanto spesso aveva
sognato.
Si, era proprio la sua casa!
C' erano stati dei cambiamenti, il pollaio aveva una rete più
grande e alta che si allungava fin sopra al recinto della Shila, la
bellissima meticcia lupoide di circa tre anni.
Non era cattiva, ma era meglio non incontrarla, infatti spesso si
divertiva a rincorrere i gatti nel cortile interno.
Shila si era accorta di lei e la stava scrutando da lontano e Neve
sapeva che a breve avrebbe abbaiato per segnalare la sua presenza.
Aveva avuto appena il tempo di correre, gettandosi all' interno del
cancello e ritrovandosi nell' aia imbiancata, che Shila aveva
iniziato il suo mini-concerto.
La paura di ritrovarsi muso a muso con il Capì, il grande
pastore tedesco, che spesso trascorreva dei periodi di vacanza lì,
l' aveva portata a girarsi di scatto verso il balcone, dove d' estate
era solito fare un pisolino.
Menomale non c' era, si vede che aveva fatto ritorno in Francia
durante la sua assenza.
In compenso vicino alla porta d' ingresso, oltre alla Yoko, la
bellissima gattina nera dal pelo lungo dalle sfumature rossicce e gli
occhi gialli, c' erano dei gattini che non conosceva affatto: un
gattino muccato bianco e nero dagli occhi gialli e due gattini
bianchi dagli occhi arancioni come i suoi.
Dovevano avere quattro o cinque mesi, anche se erano grandi come lei
che invece ne aveva già otto, ed evidentemente erano stati
adottati anche loro.
Yoko l' aveva subito salutata dicendole subito i nomi dei tre nuovi
arrivati: Kit, detto anche gatto panda, e i gemelli bianchi Sugar,
zucchero, e Melk, latte.
Dal cortile vicino stava arrivando correndo anche la Memole, mentre i
tre gatti siamesi: Elke , col musetto color cioccolato e una piccola
macchietta bianca vicino alla bocca, Khun, il siamesone seal-point, e
Maya, la gattina mascherata, chiamata così a causa della
curiosa mascherina che la natura le aveva disegnato intorno agli
occhi turchesi; stavano giocando sulla legnaia. I due gatti neri,
Mimi, piccola e un po' permalosetta, e Momo, un gigante buono, si
erano sporti dal balcone per vederla meglio e Cica, la veneranda
gatta nonna di oltre sedici anni, rossa tigrata, dagli occhi verdi,
era seduta acciambellata su un gradino di una delle due scale esterne
in legno.
Sentiva tantissimi occhi posati su di lei e temeva che avrebbero
potuto attaccarla tutti insieme.
In realtà quegli sguardi non erano minacciosi e tutti erano
pronti a riaccoglierla a zampe aperte nella loro famiglia felina.
Chissà se la sua amata padrona l' avrebbe riconosciuta?
Non stava più nella pelle all' idea d' incontrarla e, mentre
stava esplorando il centro del giardino,.aveva udito aprirsi una
porta su al primo piano ed una voce a lei tanto conosciuta.
“Forza venite piccoli! Vi
ho portato un po' di lasagne al ragù … oggi è
Natale anche per voi!”
Quella voce aveva messo tutti in agitazione ed anche il suo cuore
aveva sussultato, non appena l' aveva udita, e senza che rendersene
conto aveva emesso un 'Maoooooo!”
La minuta ragazza dai capelli rossi e gli occhi castano chiaro, aveva
subito riconosciuta quella vocina precipitandosi dalle scale per
vedere, se aveva sentito bene.
Scendendo aveva sgranato gli occhi, forse credendo di avere le
allucinazioni, perché c' erano ben tre gatti bianchi e non
solo due.
Si era messa in ciabatte a camminare nella neve venendole incontro e
chiamandola con dolcezza per nome “Neve! Neve! Ma sei tu?”
La micetta le aveva risposto: “Mao!”
La micina bianca non aveva certo intenzione di muoversi, poi senza
fare rimostranze si era fatta prendere in braccio ed aveva iniziato a
fare le fusa dalla contentezza.
Si, era davvero felice e non era la sola, lo aveva capito dal battito
dei loro cuori che battevano all' unisono.
La sua padroncina aveva iniziato ad esclamare dalla gioia: “E'
arrivata la Neve! Sono troppo contenta … adesso si che è
Natale!” e poco dopo aveva avvicinato il suo viso al suo
musetto per darle un bacio.
Il trambusto aveva richiamato tutti gli abitanti della casa che erano
venuti a vedere cosa stesse accadendo ed avevano gioito anch' essi
per la bella sorpresa inaspettata.
Fine
|