Era
un freddo giorno di Ottobre, per essere precisi era il 31 del mese
nella Transilvania, dove l'aria gelida rispecchiava quelle legende che
si andavano raccontando negli anni passati. Un gallo cantava salutando
il sole e il nuovo giorno. Si raccontavano strane storie su fatti
sinistri a Brasov. Alcuni abitanti, soprattutto i vecchi, diffondevano
in giro una falsa chiacciera su una Maledizone che vi era sul paese.
-È
così vi dico!- gridava un vecchio, il più mendico
di tutti, ad una folla disinteressata.
Una bambinetta
di nome Ilia strattonò la manica della madre dicendo: -
Mamma, mamma cos'ha da urlare quel vecchio?”-
-
Urla sciocchezze. Non statelo a sentire!”
-
Parla di Dracula. Il conte/vampiro che viveva nel castello molti secoli
fa!- disse Carlo, il fratello più grande di Ilia, che era
un'appassionato di antche legende e che, all'insaputa della madre
andava di tanto in tanto a trovare quel povero vecchio.
-
Quante volte ti ho detto di non parlare di queste cose? - lo
rimproverò la madre – Non ficcarle in testa anche
a tua sorella. Sono sciocchezze!-.
Il rimprovero bastò
a Carlo, tanto da non osare di fare più accenni
né a Dracula né a fatti mistici. Fatto
stà che la popolazione non poteva evitare di accorgersi che
quella era una giornata particolarmente strana. D'altro canto era il 31
Ottobre, e questa data significava Halloween. Il primo fatto strano
della giornata era il gruppo di pipistrelli che aveva attraversato il
paese fino al castello. Da quel momento il vecchio non faceva altro che
gridare – È lui! È
tornato! È Dracula – ma infatti
era a dirpoco impossibile che Dracula fosse tornato. Era morto
definitivamente. Ma non fu solo quello l'anomalia. Verso mezzogiorno,
si udirono dal cielo delle grida terrificanti di donna. Facevano venire
i brividi solo a sentirle. Dopodichè tutto cessò.
I poveri abitanti riuscirono solo a notare che dall'interno del
castello si vedeva qualcosa. Una debole luce, come di candela che
sembrava di stare per spegnersi, e il suo tremolio era a volte
accompagnata da quelcuna di quelle risate spaventose.
Giunta
la sera, tutti i ragazzi uscirono dalle case per festeggiare Halloween
mascherati, chi da streghe, chi da fantasmi, chi da scheletri o da
mostri e tutte le cose spaventose immaginabili. Tutti andavano in giro
a bussare alle porte delle case a chiedere il solito e prevedibile
“Dolcetto o Scherzetto”. Due ragazzini stavano
invece fermi, in mezzo alla grande piazza principale, seduti sul bordo
della grande fontana in attesa di qualcuno. Uno vestito da Fantasma e
l'altro da Zombie.
-
Possibile che dobbiamo sempre aspettarli? Ma non sanno cosa significa
la puntualità? - disse la persona vestita da fantasma.
-
Stai zitta Shara. Lì infondo si vede qualcuno. Spero siano
loro.- disse l'altro.
-
E chi vuoi che sia! Certo che a volte sei ridicolo Jo! Ne fai di
battute cretine.- replicò Shara.
Jo
non l'ascoltò. Era concentrato su due sagome che si vedevano
nell'ombra della stradina davanti. Le luci quella sera erano spente,
cosa che aumentava il senso di terrore. Dopo quelle che sembravano ora
al posto di secondi, una voce chiara si udì da lì.
-
Jo! Shara!-
-
Ilia?- chiese Shara di rimando.
-
Sì. C'è anche Carlo.-
-
E perchè non venite alla luce?- chiese Jo gentilmente.
-
Perchè Carlo si è incollato ad una vetrina
decorativa e non viene via.- rispose la piccola.
-
E ti pareva!-
Subito
dopo Ilia e Carlo raggiunsero i due amici.
-
Scusate per il ritardo, ma mamma non ci voleva far uscire se non
promettevamo di stare qui intorno.-
-
Per favore diteglielo pure voi di non andare al vecchio castello!-
disse Ilia in tono di supplica.
-
Non dirmi che hai paura!- disse Shara. Shara era l'unica ragazzina
più coraggiosa di tutto il paese. Non aveva paura di niente,
e il pericolo la caricava. Era stata lei a idealizzare di passare la
notte di Halloween nel vecchio castello, cosa presa di buon grado da
Carlo e Jo. - Se vuoi puoi non venire!-
-
No! Ho io la responsabilità di mia sorella. Se non va lei
non posso venire manco io, altrimenti mamma si arrabbia se torna a casa
da sola. Perciò Ilia non lagnarti e vieni con noi.-
-
Ma ...- fece la bambina.
-
Ilia! Non insistere. Andiamo.- disse Carlo.
I
quattro bambini presero una piccola stradina disaffollata che portava
all'ingresso principale del castello. Al paese tutti si tenevano a
debita distanza da quella via per la paura che qualcheduno potesse
sparire misteriosamente. Dopo pochi secondi, le case vennero sostituite
da alti e freddi alberi. La strada sul fondo si andava pian piano
dissolvendo per via della fitta nebbia che stava calando e che fra
poche ore avrebbe inondato il paese.
Dopo
essersi immersi nella nebbia facendosi luce con la fiammella
all'interno della zucca intagliata, giunsero al cancello principale.
Lì un vecchio cercava di spiare al di la della inferriata.
-
Signor Wostrier!- disse Carlo facendo sobbalzare il vecchio uomo che si
voltò terrorizzato.
-
Buon Dio ragazzi! Sorprendermi a questo modo con questa atmosfera
terrificante! Per favore, vi chiedo di non farlo più. Il mio
cuore non reggerebbe un'altro colpo.- disse l'uomo.
-
Cosa fai?- chiese Carlo cortesemente.
-
Domanda che potrei fare anche io a voi. Non dovete stare qui. Cose
terribili stanno accadendo all'interno del castello, ne sono
più che sicuro. Dracula...” disse Wostrier
tremando “... sono sicuro che sia lui! Andatevene!-
-
Ma noi rimaniamo solo u'altro pochino qui fuori e poi torniamo
indietro. Giusto il tempo di raccontare una breve storia!- disse Jo.
-
Io vi ho avvertito! Io non rimango più qui. Me ne vado. Mi
barrico in casa e non esco più. Buona serata ragazzi e
soprettutto Buona fortuna!-
-
Quello stà tutto fuori!- disse Shara non appena il vecchio
Wostrier – Presto, entriamo. Dice solo sciocchezze.-
Dicendo
così la ragazza prese una larga e lnga pietra robusta e
spaccò il pesante lucchetto che chiudeva il cancello, e
assieme hai tre amici sgattaiolarono nel castello.
Arrivarono
all'ingresso della costruzione e vi entrarono silenziosamente.
-
Sch!- fece Jo ad Ilia che tremava.
Erano
in una sala grandissima. Davanti a loro vi era un lungo corridoio,
dalla quale dal fondo si vedeva una fioca luce arancione.
-
C'è veramente qualcuno qui.- sussurrò Carlo agli
altri.
-
Andiamo a vedere!- disse Shara.
Si
diressero verso la luce. Il corridoio volgeva verso quello che pareva
essere il sotterraneo del castello. La luce si intensificava man mano
che vi si inoltravano. Raggiunsero una porta scarna, dal quale si
udivano delle voci.
- Coda di rospo!...- disse una voce gracchiante da
donna – Polvere
di cadavere!...-
- Gertrude! Sei sicura che la
pozione funzioni?- disse una voce spettrale.
Ilia
trattenne il fiato. - E' una strega quella che c'è la
dentro!-
-
Zitta Ilia!- bisbigliò Shara.
Le voci al di la della porta si
zittirono. Udirono solo la seconda voce dire -Mi è sembrato di
sentire qualcosa fuori.- Dopodichè la porta si
aprì da sola, e i ragazzi videro una stanza rettangolare con
al centro quello che sembrava un sarcofago, che era aperto. Vicino al
sarcofago vi era ungrosso pentolone nero che bolliva sopra il fuoco, ed
emanava un fumo grigio. Al mestolo, che era semissommerso nella melma,
vi era la fattucchiera che guardava i nuovi venuti con sguardo perverso.
- Bambini!- disse
la fattucchiera.
- Sembrano dolci!- Disse una voce alle spalle di
Jo. Si voltarono e quasi non svennero dalla paura. Era un fantasma. Un
vero fantasma che fluttuava trasparente a mezz'aria.
- Saranno dolci Melissa. Il conte
avrà sicuramente fame quando si sveglierà.-
- C...c...conte!-
balbettò Ilia.
-
Scappiamo!- urlò Carlo correndo verso la porta d'ingresso.
- FERMALI MELISSA!- urlò
la fattucchiera.
- Con immeno piacere!!!- gridò il fantasma.
I
ragazzi raggiunsero al portone d'ingresso correndo con alle spalle il
fantasma che urlava terribilmente. Il portone era chiuso.
- Non scapperete! Non scapperete!
Il conte vi vorrà vivi! Non tornerete più al
paese!- cantilenò il fantasma.
Carlo
si guardò intorno e vide una porta con incisa una svastica.
-
Nella cappella presto!-
-
Come sai che è una cappella?- gridò Ilia.
-
Dalla svastica. L'ho vista su un libro. Presto!-
Carlo
Jo e Ilia riuscirono ad entrare, Shara però fu bloccata da
un'armatura che fu scagliata dal fantasma.
-Shara!!-
gridavano i bambini.
Dall'interno
della cappella sentirono chiaramente la voce del fantasma.
- Stupidi
piccoletti! Se non foste stati solidi non avrei avuto
difficoltà a tirarvi fuori di lì. Per adesso mi
accontent della vostra amichetta. Ah ah ah! Come mi diverto!-
-
Lasciami, stupido fantasma!!- gridò Shara.
Ilia
scoppiò a piangere subito dopo che le voci si furono spente.
-
Su, dai! Non fare così. Troveremo un modo!-
-
Sì come no!- fece la bambina – Nel caso non te ne
sia accorto uno era un fantasma e l'altro una strega. Non abbiamo
scance.-
-
Invece sì.- disse Carlo. - Dobbiamo tornare al villaggio.-
-
E per fare cosa? Per dire che un fantasma ha rapito Shara? Ci
prenderanno per pazzi come fanno con il signor Wostrier.- disse Jo
-
Dobbiamo cercare il Signor Wostrier. Lui è l'unico che ci
può aiutare.- rispose Carlo.
-
E come ce ne andiamo di qui?- chiese Ilia.
Si
guardarono attorno. La cappella era grande, con delle finestre enormi
che si aprivano verso l'interno. Si affacciarono e notarono che non
erano alte. Poteva esserci sì o no quasi un metro e mezzo di
altezza.
-
Scavalchiamo!- disse Carlo - Ora! Prima che torni il antasma!-.
Uno
alla volta satarono giù dalla finestra. Jo fu il primo
seguito a ruota da Carlo e da Ilia, poi fecero salire Ilia sulle spalle
di Jo, dato che Ilia era la più leggera e Jo il
più alto, per far accostare le vetrate, dopodichè
sesero di corsa la strada che portava al castello e dirigendosi al
villaggio verso la casa del Signor Wostrier, che solo Carlo sapeva
dov'era.
Raggiunsero
una vecchia abitazione diroccata, quasi alla fine del villaggio e vi
bussarono con violenza.
-
Per tutti i fulmini del cielo!- esclamò una voce
dall'interno - Chi è?-.
-
Professor Wostrier, sono Carlo. Per favore apra! È successa
una cosa terribile. Abbiamo bisogno di lei.-
-
Benedetti ragazzi!- disse il professore aprendo la porta - Non eravate
in quattro?- aggiunse poi contandoli - Non ditemi che siete andati al
castello di Dracula!-.
-
Beh! Ecco... Signore... non era nostra intenzione. Ci siamo capitati
per caso!- balbettò Jo.
-
Per caso?- chiese il professore.
-
No! Ci volevano andare da quando ci siamo incontrati alla piazza.-
disse Ilia spaventata - Malgrado voi gli avevate detto di NO! Ma ora,
le cose che vivono nel castello hanno rapito Shara!-
-
Cose che vivono nel castello?- chiese Wostrier con timore - Cosa vive
nel castello?-
-
Il fantasma e la strega hanno rapito Shara!- disse Jo.
-
Per tutti i tuoni! Dobbiamo avvertire il paese.- urlò
correndo fuori.
I
ragazzi lo segurono per il paese.
- SVEGLIA!
SVEGLIA TRANSILVANIA! SCIAGURA SUL PAESE! È ABITATO! IL
CASTELLO DI DRACULA È ABITATO!- urlò
Wostrier.
Nel
paese tutte le luci si accesero. Tutte le porte si spalancarno
rivelando sulle soglie gli abitanti in vestaglia da notte.
-
Smettila di blaterare Wostrier! Non crediamo alle tue sciocchezze.
Smettila e lasciaci in pace.- disse un'uomo.
-
Carlo, Ilia tornate subito a casa!- urlò una donna.
-
No!- risposero i bambini. - Il professore ha ragione!-
- STREGHE!
STREGHE E FANTASMI HANNO CATTURATO LA PICCOLA SHARA!-continuò
a gridare Wostrier.
-
La mia Shara!- guaì una donna.
-
Bada vecchio che se non dici il vero ti impiccheremo una volta per
tutte. FORZA UOMINI! PRENDETE TORCIE E FORCONI. ANDIAMO AL CASTELLO DI
DRACULA!-.
L'intero
villaggio simobilitò verso il castello. Era un corteo di
fiamme e freddi bagliori. Davanti a tutti c'era il padre di Shara con
affianco il vecchio Wostrier che aveva detto che poteva tornare loro
utile. Arrivarono al cancello del castello e lo travolsero. Invasero
anche l'interno del castello con un enorme frastuono.
La
strega udendo quel chiasso uscì dal sotterraneo per andare a
vedere, quando si trovò attorniatadall'intero villaggio.
- MELISSA!
TI AVEVO DETTO DI NON FARE SCAPPARE GLI ALTRI MOCCIOSI!-
- Quando sono tornata di la erano
già spariti!- gli rispose il fantasma.
- VATTENE
STREGA!- urlò Wostrier - LIBERA LA BAMBINA E VATTENE!-
- Morite!-
disse la strega e mettendosi in posizione d'attacco disse – Dangen!-
- Protego maxima!-
urlò Wostrier.
-
Dunque conosci la magia!- disse la strega al vecchio, ma le
sue parole furono sovrastate dalla gente che aveva urlato - MORTE ALLA
STREGA!-.
Una
decina di uomini, intanto si era diretta verso il sotterraneo
nell'istante in cui la strega aveva sato l'incantesimo, e vi trovarono
la bambina svenuta e legata e il fantasma che la sorvegliava. Non
appena il fantasma vide gli uomini, gettò un urlo e
cominciò a vorticare intorno a loro.
-
Prendete la bambina e date fuoco a questa topaia!- disse un'uomo.
-
NOOO!- urlò Melissa avventandosi sul gruppo che riuscirono a
recuperare la bambina e avevano gettato le braci accese sulle carte che
la strega aveva accatastato da un lato e sui tessuti consunti che
presero fuoco immediatamente.- STUPIDI PERVERSI UOMINI!-
continuò ad urlare affrettandosi a spegnere inutilmente il
fuoco divoratore. Intanto gli uomini si eran allontanati da
lì giusto in tempo per vedere il pavimento del piano di
sopra cadere e sopprimere le fiamme.
Nel
salone d'ingresso videro la strega riversa a terra. Dopo il grido degli
uomini e il loro tentativo di uccidere la strega con i forconi,
Wostrier, nel trambusto piantò un pugnale d'argento nel
cuore della strega che morì con un grido.
-
Via!-
Uscirono
dal castello con Shara che era rimasta svenuta tra le braccia del padre.
Nella
piaza principale l'intero villaggio si scusò con il
Professor Wostrier ricompensandolo con elogi, favori e, con immenso
gradimento del vecchio, grandi cene.
Shara
si riprese dopo poche ore nel suo letto. Appena aprì gli
occhi vide Ilia, Jo, Carlo, il Signor Wostrier e i suoi genitori che
gli sorridevano contenti che tutto fosse finito.
-
Sono viva?- chiese la piccola con le lacrime agli occhi.
-
Viva e vegeta.- rispose Jo.
-
E la strega e il fantasma? Dove sono? Mi volevano uccidere!- disse lei
terrorizzata.
-
La strega è morta e il fantasma non darà
più problemi. La prossima volta, quando vi dico di tornare a
casa datemi retta!- disse Wostrier.
-
Sì Signore!- risposero tutti i ragazzi, poi scoppiarono a
ridere.
Da
allora tutto rimase tranquillo. Non ci furono più strane
storie o sparizoni. Tutto era tornato normale. Rimase solo questa
piccola avventura che i genitori raccontavano di tanto in tanto ai loro
ragazzi nella sera di Halloween.