Allergica alla luna
Afterhours
– La vedova bianca
C'è
qualcosa dentro di me
Che è sbagliato
E non ha limiti
E c'è qualcosa dentro di te
Che è sbagliato
E ci rende simili
E un bacio sporco sa
Spogliarmi il cuore dagli incubi
Un bacio sporco sa
Come un miliardo di uomini
Vieni a fare un giro dentro di me
O questo fuoco si consumerà da sé
E se una vita finisce qua
Quest'altra vita presto comincerà
Nel tuo letto la novità
È fare a pezzi l'anima
Ma la violenza della stabilità
È un modo di morire a metà
E un bacio sporco sa
Spogliarmi il cuore dai demoni
E c'è qualcosa dentro di noi
Che è sbagliato ma ci rende simili
Un bacio sporco sa
Come un milione di anime
E se una vita finisce qua
Quest'altra vita presto comincerà
So che puoi
Gettarmi via
Ma ciò che vuoi
Lo voglio anch'io
È troppo, troppo presto
È male
Le tue labbra sono nude
Sai che è solo il tempo
A rivelare la stagione
Vieni a fare un giro dentro di me
O questo fuoco si consumerà da sé
Un bacio sporco sa
Spogliarmi il cuore dagli incubi
Un bacio sporco sa
Come un miliardo di uomini
E anche tu hai qualcosa dentro di te
Che è sbagliato e ci rende simili
C'è qualcosa di nuovo per te
È sbagliato perché non ha limiti
E anche tu hai qualcosa per me
È sbagliato ma ci rende simili
È sbagliato ma ci rende simili
È sbagliato ma ci rende simili
So
che se i miei dovessero
scoprirlo sarebbe la fine.
Che
se Harry, Hermione, tutti
i miei fratelli avessero anche solo per un attimo la
possibilità di entrare in
questa stanza, i loro occhi comincerebbero a sanguinare per
l’orrore.
Ma
come faccio a non guardarti
mentre qui, proprio accanto a me sull’altro capo del letto,
giaci disteso – i lunghi
capelli di platino che tante volte stanotte mi hanno solleticato il
viso sparsi
su di un cuscino il cui colore scarlatto è meno rosso dei
nostri peccati?
Io sono diversa.
Devo
avertelo detto stanotte
in qualche momento di lucidità. Non sono come Ronald, non
simile a Harry, né a
Hermione nonostante il mio cuore sia legato a tutti e tre in questa
indissolubile amicizia. Ginny Weasley è una ragazza
differente, che ama la
vita, i ragazzi, le feste, e di questo non ne ha mai fatto mistero. So
che cosa
significa saggiare l’oblio dei sensi, cosa succede quando
questi ti trascinano
nella loro rete di piacere prendendoti per mano. Ma non mi ci ero mai
persa.
Ti
ho visto fare cose, che
prima di conoscerti a stento riuscivo a immaginare. Ti ho visto
picchiare tuo
figlio, uccidere i tuoi nemici, maledire e giurare vendetta alle
persone che io
più amo. E ti ho visto tradire tua moglie.
Di
questo me ne
assumo tutta la colpa. Perché alle volte, la colpa
semplicemente non puoi
evitarla. La colpa ti piomba addosso, ti cade tra le braccia dal cielo
e ti
schiaccia. Delle mie avventure ai tempi di Hogwarts già
molta gente è a
conoscenza, ma questo è un segreto che porterò
con me nella tomba, sicura – per
tua egoistica convenienza, non per fiducia – che tu farai lo
stesso.
A
chi potresti confessare il
modo con cui Ginevra Weasley, l’insulto a tutti i Purosangue
del mondo, ti ha
sedotto, corrotto, combattuto, abbracciato, afferrato, preso, baciato,
toccato,
sussurrato cose che mai si sarebbe sognata di dire neppure nel
più perverso dei
suoi sogni? A chi potresti raccontare il modo in cui mi hai portato al
tuo
maniero, per terminare il lavoro da me iniziato, stavolta tra lenzuola
di
sangue? Di quel combattimento iniziato in biblioteca, solo le ferite
ancora
sanguinanti mi restano. Così, tra un incantesimo e
l’altro, a chi potresti giurare
che io stessa, le mani rosse della mia linfa vitale, ho impastato quel
sangue
al biondo dei tuoi capelli, al marmo del tuo petto, allo scarlatto
della tua
bocca?
E
allo stesso modo, io non
riuscirei a confessare nulla a coloro che fino a ieri potevano dire di
conoscere anche il più intimo dei miei segreti.
A
chi potrei confidare il moto
di orrore e repulsione che ho provato nei tuoi confronti mentre ti
combattevo,
e che con la rapidità d’un colpo di frusta
è mutato in un lampo di passione,
perversa, sporca, trascendentale, qualcosa in cui non mi sono
riconosciuta, ma –
lo confesso – sentita a mio agio?
Non
ho vergogna per ciò che ho
fatto. Meglio di me sai che il sesso può non valere nulla
oltre l’estasi dei
sensi. Ma provo un orrore infinito nel guardare l’effetto che
questo
appagamento del corpo ti ha provocato. Io guardavo quegli occhi
stanotte, e
piangevo non per sfuggire, come mi sarei aspettata –
bensì per essere posseduta
da quel desiderio dirompente che li velava. Quegli occhi
d’argento, come
specchi lunari, come mi guardano ora, mentre di nuovo sveglio ti
rivesti? Colgo
il disprezzo, l’odio, l’orrore. Son forse fatta di
melma, ora che la tua
oscurità mi ha avvolta? Son diventata mefitica, sotto il tuo
tocco, sotto i
tuoi affondi depravati?
Divento
allergica a questo
disgusto nel momento in cui mi accorgo di provarne anche io –
per me stessa. Ne
accetto le piene conseguenze, senza vergogna né rimpianto
– ma consapevole di
essermi sporcata in una maniera che mille bagni non potranno sanare. E
i tuoi
occhi mi causano una strana consapevolezza, come un alcol che sparso su
una
ferita la fa bruciare, pizzicare – questa allergia mi pizzica
l’anima, la
devasta con un fuoco le cui cicatrici nessun balsamo riesce a lenire.
C’è una
colpa da espiare, un’espiazione che so essere impraticabile.
Me lo sussurrano
in sibili i tuoi occhi di luna, e di nuovo avverto quello strano
bruciore.
Lucius
Malfoy – io, sono
allergica alla luna.
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