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Prima del
racconto…
Precisazione
spaziale temporale (nd:Arwen Undomiel)
Siccome nel
racconto, non ho avuto modo di inserire correttamente la descrizione della casa,
e della stanza di Serena, ve la riporto ora, in modo molto sintetico e conciso,
tanto per darvi un’idea di come si presentava, per chi non fosse interessato,
consiglio di proseguire alla vera e propria storia.
Allora: il letto era posto accanto ad una porta che dava sul balcone,
accanto ad essa era posto un comò antico, di legno, composta da qualche
cassetto e uno specchio rovinato dal tempo; accanto al comò, nell’angolo più
angusto della stanza si trovava un comodino sempre in legno, sul quale era posta
la televisione più vecchia e grossa che esisteva al mondo, Serena si arrabbiava
sempre con ella, perché non riusciva mai a cambiare canale con il telecomando,
così le toccava alzarsi ed usare i comandi manuali, in oltre era piena di
nastro adesivo; accanto a questa reliquia di televisore si trovava l’armadio,
il quale era posto davanti al letto. Sull’armadio erano attaccati ogni sorta
di poster, dal “Signore degli Anelli” a “Harry Potter” , insomma, un
vero disastro artistico; dopo l’armadio, sull’altra parete, si trovava la
porta che conduceva ad un lungo corridoio che si diramava a sua volta, in altre
stanze, fino a raggiungere la cucina-sala.
Dopo
questa ,piccola, precisazione della casa e della stanza della protagonista, vi
auguro buna lettura!!
Daydream
Un soffio di vento…un sibilo fine e
silenzioso, che solo gli alberi sanno accogliere e capire fino in fondo.
Un soffio di vento…più deciso e
soffice, che anche gli altri viventi possono sentire, per poi lasciarsi
trasportare via, dalla loro fantasia…
“ Che bella giornata che è
oggi… Mi ricorda… l’Epoca Sengoku… “ pensò Serena, appoggiata alla
ringhiera del proprio balcone. << Peccato che quell’Epoca non esiste, o
perlomeno…non in Italia e non con chi dico io… >> mormorò infine la
ragazza, risvegliandosi dal tepore di quei pensieri fantastici.
<< Serena?!
>>
<<
Si…mamma? >>
<< Vieni a
preparare tavola! Io vado a prendere papà ! >>
<< Ok,
arrivo… >>
Ma Serena non si
mosse dal balcone. Si era seduta a terra sulle piastrelle, rosse, consumate dal
freddo e dal caldo delle stagioni passate. Davanti alla ragazza, le sbarre
grigie cercavano di coprirle, la visuale di quello strano paesaggio, a lei così
famigliare, ma che quel giorno, era diverso… così strano, così unico… così
magico.
Chiuse gli occhi,
e fece un profondo respiro. Serena si ritrovò nell’Epoca Sengoku, davanti ad
un albero secolare…era stupendo. Il vento sibilava dolci sussurri tra le
fronde del Goshinboku. La ragazza sospirò nuovamente, e si voltò nei suoi
fantasiosi pensieri, e vide una sagoma…
<< Serena!?
>>
<< Sì ?!
>>
<< Io vado !
>>
<< Sì…
>>
<< Prepara
tavola ! >>
<< Sì…
>>
<< Adesso!
>>
<< Sì… !
>>
La dodicenne si
alzò, ancora assopita dalle sensazioni piacevoli, che poco prima aveva
assaporato. Con fare pacato, rientrò in camera, e si osservò allo specchio.
Serena non si piaceva assolutamente; odiava il suo aspetto, poiché le ricordava
un grosso maialino paffutello: aveva lunghi capelli castano chiaro, occhi verdi,
labbra sottili e rosee,e un naso perfetto, visto frontalmente, ma di profilo
presentava una leggera gobbetta, che la ragazza odiava. Nonostante tutto questo,
non si piaceva più che altro, per la sua corporatura, che era grossolana e
soffice. Serena voleva essere come Kagome, o perlomeno magra come lei…se lo
fosse stata, forse avrebbe avuto più successo con i ragazzi…
Lasciò perdere il
proprio riflesso, abbandonandolo allo specchio. Raggirò il letto ed uscì dalla
stanza…
Raggiunta la
cucina Serena, aprì lo sportello di legno, al di sopra del lavandino, e ne
estrasse quattro piatti marroni, che posò sul tavolo lì accanto, poi si voltò
e ripercorse lo stesso tragitto, verso i cassetti posti accanto al frigorifero ,
ne aprì uno e prese le posate …
******
<< Vado di là
… >> annunciò Serena, dopo cena.
<< Cosa vai
a fare in camera tua? >> chiese il Padre, incuriosito dall’improvvisa
decisione della figlia.
<< Vado a
vedere il film… qui, non posso vederlo. Mamma e Angela, devono vedere i
cartoni animati >>
<< Ah, ok…
adesso vado anche io di là a riposarmi >>
<< Ma
Gianni, sono appena le nove! >> lo rimproverò scherzosamente la Madre.
<< Giusto
papà, stai qui a guardare i cartoni animati ! >>
<< No, no…
io dormo, Serena stai pure tu … so che li vuoi vedere >> sorrise il
padre alla ragazza che lo ricambiò con una linguaccia, per poi raggiungere la
propria camera da letto.
Serena accese la
televisione, ma non aveva voglia di vedere il film: così, alzando lo sguardo,
vide la propria collezione di fumetti, e decise di darle un occhiata. Afferrò i
suoi numeri preferiti e, accomodatasi sul letto a gambe incrociate, aprì il
primo volume. “InuYasha” era davvero la più bella storia che ella abbia mai
letto. Riusciva a coinvolgerla, in modo straordinario, ma l’attrazione più
particolare, era la storia d’amore tra i due protagonisti: Kagome e InuYasha,
i quali a volte erano disegnati abbracciati, in un momento di simpatica
tenerezza. Erano proprio quelli i momenti che preferiva Serena. Osservando i due
abbracciati, poteva sentire l’odore nullo del ragazzo, immedesimandosi in
Kagome, e le sue braccia attorno ad ella, regalandole un senso di protezione,
che solo lei riusciva ad immaginare, in oltre amava ridisegnare quelle
sensazioni, quegli abbracci, per farli sentire ancora più suoi.. Chiuse il
fumetto e ne aprì un altro, l’immagine era simile: sempre Inuyasha e Kagome
abbracciati ma questa volta in un’altra posizione. Serena avvicinò a sé il
giornale, come per raccogliere ogni minimo particolare di quel disegno…
Ad un tratto la
figura si fece sfuocata, e le pareti della camera svanirono, insieme a tutti i
suoi mobili…
La ragazza sentì
freddo e caldo insieme…
una
sensazione di assopimento la invase…
la
testa cominciò a girare…
le
immagini di Kagome e InuYasha si
facevano sempre più vicine…
vicine…
vicine…
vicine…
vicine…
vicine…vicine…
fino a quando
Serena non vide altro che i loro contorni neri e sfumati…
Non
c’è l’ ha faceva più a resistere…
la dodicenne
infine, chiuse gli occhi smeraldini…
vagando in un
oblio fatto di sensazioni piacevoli e irrequietezze infinite…
<<
ANF ANF
Stai bene? >> chiese una voce maschile.
Serena annuì ancora tra il sonno e la veglia…
Una sagoma le era
accanto, ma non riusciva a capire chi era… tutto sembra così… così…sfuocato.
La ragazza sentì la testa dolere , ancora più di prima…
Ancora una
volta… tutto sfumò…
diventando ancora
una volta tutto confuso…
…ed,infine,
ancora una volta…
… buio…
Daydream
–capitolo 1/3 – continua
Ps. Questa ff
come potete notare dalle ultime parole di congedo verrà suddivisa in 3
capitoli... spero che questo inizio sia di vostro gradimento... commentate, per
favore, grazie in anticipo !
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