A Sasuke il Natale era sempre
piaciuto. Quando era piccolo
tutto il suo clan si preparava con entusiasmo all’evento. Non
perché credevano
in qualcosa di superiore che ogni anno si ri rigenerava, semplicemente
perché era
un giorno in cui tutta la famiglia si radunava, i litigi –
molto frequenti in
casa Uchiha- venivano appianati, o perlomeno relegati in un angolo buio
nelle
menti sorprendentemente argute dei componenti del clan. Sasuke
ricordava con
precisione il viso di sua madre rilassarsi in quel giorno tanto
speciale,
ricordava che il padre stava sempre a casa ed ogni missione veniva
annullata. Ricordava
anche la gioia, tipica nei bambini, nel ricevere doni
dall’austero padre e
dalla dolce madre. Ricordava suo fratello che in quiel giorno- e solo
in quell’occasione
- sorrideva. Sorrisi spesso finti ma che riscaldavano sempre il cuore
del
piccolo Sasuke perché –in fondo- sapeva che quelli
che Itachi li rivolgeva
erano sempre veri.
Poi il suo clan scomparve. Trucidati.
Da suo fratello. E
il natale per il piccolo Sasuke si era
trasformato in un ricordo di sangue.
Anche se erano passati anni e oramai
l’unico Uchiha
sopravvissuto aveva sedicianni , quei ricordi non l’avevano
mai abbandonato.
A Sasuke piaceva il natale. In quel
giorno poteva stare in
una perfetta gabbia di solitudine per proteggersi dal
mondo esterno e rintanarsi nei ricordi. Gli
unici ricordi non sporcati dal sangue e dalla violenza che possedeva.
Gli unici
assieme al ricordo di due occhi azzurri.
Il giorno dopo gli abitanti di konoha
ritornarono alle
normali abitudini quotidiane.
Sasuke si diresse al solito luogo
dall’allenamento, appena
dietro all’accademia. Gli bastò un occhiata per
capire che, anche per quel
giorno, non ci sarebbe stato nessun allenamento. Sakura e Ino stavao
chiaccherando –bisticciando- fitto tra loro mostrandosi
reciprocamente i regali
che avevano ricevuti. Altri giovani ninja giocavano tra loro. Il sensei
Kakashi,
stranamente in orario, era seduto all’ombra di un albero con
il suo
inseparabile libro aperto davanti agli occhi. Ma l’unico
occhio visibile del
jonin non era concentrato sulla lettura ma stava scrutando un gruppo di
aspiranti ninja capeggiati dal sensei Iruka.
A Sasuke , oramai, il giorno di
Natale non gli metteva più
addosso quella pesante coltre di tristezza come gli succedeva da
piccolo. Quindi
procedette a passo tranquillo e sguardo impenetrabile- currucciato-
verso il
suo sensei.
“Sasuke” lo
salutò Kakashi senza distogliere lo sguardo.
“Sensei”
ricambiò il saluto il moro
sedendosi affianco all’uomo dai capelli
argentati.
Dopo qualche istante diu silenzio il
più giovane intervenne
in tono leggermente infastidito.
“Oggi niente
allenamenti?”
“Mh? –Kakashi
portò la sua attenzione sul ragazzo,
sorridendo dietro la maschera- Sasuke…penso
che tu abbia già capito che nessun tuo compagno è
pronto per allenarsi, oggi”
Sasuke si guardò attorno.
“Se cerchi Naruto
è lì” intervenne Kakashi capendo che il
moretto
stava cercando di individuare l’altro suo compagno.
L’Uchiha volse gli occhi
antracide verso il luogo che il
sensei gli aveva indicato. In un angolo, su un’ altalena
vecchia e isolata, Naruto
stava osservando con sgaurdo perso nel vuoto gli altri ninja.
Benchè fosse
abbastanza lontana ,Sasuke riuscì a vedere – o
meglio ad intuire- che gli occhi
azzurri di Naruto erano lucidi di lascrime trattenute. Da anni.
“Mi ricorda
l’Iruka di qualche anno fa” disse Kakashi.
Sasuke distolse lo sguardo da naruto
per portarlo al viso
semi coperto dalla maschera del suo sensei.
“Un tempo anche Iruka era
così. Un orfano. Il giorno di Natale
era forse il più duro per lui. Tutti gli altri ragazzi della
sua età ricevevano
doni e affetto dalla propria famiglia mentre lui non riceveva altro che
li
sguardi compassionevoli della gente. I regali che riceveva
dall’orfanotrofio
avevano il sapore amaro della pietà.- lo sguardo di Kakashi
era fisso sulla
figura sorridente di Iruka- Meno male adesso è
cambiato…ma Naruto…lui non sa
neanche che cos’èil natale.
Quell’affetto e quel calore non l’ha mai ricevuto.
E
nemmeno la pietà. Anche il giorno di natale per tutti gli
altri Naruto Uzumaki
era sempre il demone che aveva distrutto Konoha. Quindi penso che oggi
siua
meglio non fare addestramento- il sensei guardò Sasuke
sorridendo- non ti
dispiace vero?”
Sasuke rimase ad osservare il tralice
la figura sorridente
di Iruka.
“No” rispose,
spostando lo sguardo su quella di Naruto. Il biondino
era ancora fermo in quella posizione senza , apparentemente, curarsi di
quello
che gli succedeva intorno. E nessuno,apertamente, si preoccupava di
lui. Il moro
sentì una fitta di dolore al
cuore. Esattamente
come anni prima l’aveva sentita quando aveva rischiato di
perderlo durante lo
scontro con Haku. Non era giusto, non lui. Non proprio naruto. Naruto,
un
ragazzo pieno di fastidiosa vitalità sempre a parlare ed ad attaccare briga con
l’Uchiha. Non lui
che non aveva mai messo la sua vita avanti a niente e nessuno, lui che
sacrificava se stesso a quel villaggio che lo avrebbe volentieri visto
morto. Non
era giusto che dovesse passare anche quel giorno come un mostro.
Sasuke ispirò per
calmarsi. Loro due erano simili. Ma fino a
quel momento non aveva mai compreso fino a fondo quanto il biondino
soffriva. E
non si era mai accorto pienamente di quanto questo facesse soffrire lui.
“Sasuke!” la voce
entusiasta di Sakura giunse fastidiosa
alle orecchie del moretto che puntò gli occhi nerissimi i
quelli della ragazza,
che arrossì.
“Sasuke, questo
è per te- gli porse un pacchettino- spero
che ti piaccia”
L’Uchiha guardò
il regalo. Non avrebbe voluto accettarlo ma
se l’avesse rifiutato sapeva bene che Sakura gli avrebbe
fatto un sacco di
storie, così chinò la testa di lato a
mo’ di ringraziamento.
“Non lo apri?”
Il ragazzo sbuffò. Prese
il pacchetto iniziando a scartarlo,
dentro c’era un oiccolo cuore rosa con un cappellino di
Natale.Pessimo gusto. Sasuke
dovette fare un notevole sforzo per non fare nessuna smorfia. Ci
pensò Kakashi,
che rise.
“Sensei! Vorreste dire che-
la ragazza si interruppe notando
un pacchettino appoggiato al fianco di Kakashi- sensei… per
chi è quel regalo?”
chiese curiosa.
Kakashi alzò il libro
davanti al viso.
“Per Iruka”
borbottò come imbarazzato.
Sasuke osservò il suo
maestro intensamente.
“E’
così che è cambiato?” chiese
“Un regalo fatto col cuore
può fare miracoli” rispose
semplicemente Kakashi alzando lo sguardo per incrociarlo con quello del
sensei
Iruka che gli sorrise dolcemente. Kakashi borbottò ancora
qualcosa prima di
seppellirsi dentro il libro.
“Sasukeeee ti
piace?” chiese la rosa ignorando lo scambio di
battute tra il sensei e Sasuke, non capendone il significato.
Sasuke la guardò negli
occhi intensamente, guardò il regalo
e sorrise- un sorriso piccolo ma vero, spontaneo, un sorriso raro e
prezioso-
lanciò il regalo alla ragazza e corse via.
Ino, che aveva osservato tutta la
scena con un pizzico di
invidia scoppiò a ridere
e Sakura
dovette impegnarsi molto per non scoppiare a piangere. Di rabbia.
Naruto dondolò lievemente
sull’altalena. Si sentiva
terribilmente solo. Ogni anno era così, se non peggio. Solo
Iruka aveva
mostrato di essersi accorto della sua presenza offrendogli il pranzo
come regalo
di natale. Gli altri l’aveva semplicemente ignorato. Aveva
provato a salutare Sakura
ma lei non l’aveva neanche calcolato, tropppo presa dalla sua
discussione con
Ino. Scoppiò a ridere. Amaro. Come se gli importasse. Non
gli interessava se Sakura
lo notasse oppure no,non gli nteressava nemmeno che lo facesse neppure
l’intero
villaggio. A lui importava solo che quel teme di un uchiha iniziasse a
consideralo alla sua altezza. Che lo accettasse come ninjia. Non
sperava di
diventare un suo amico. Naruto aveva imparato a non sognare troppo
poiché ogni
volta che un sogno veniva infranto era come se un pezzo della sua anima
si
staccasse. Aveva sognato una casa, dei genitori, degli
amici,l’amore di Sakura…e
non aveva ottenuto niente. Ma non gli importava, infondo. Quello che
veramente
non sarebbe riuscito veramente a soppoirtare era perdere quel poco che
l’univa
a Sasuke. Se l’avesse perso avrebbe perso anche se stesso. Lo
odiava, all’inizio.
Lo odiava intensamente…ma adesso, benchè erano
rivali, Sasuke era divenuto l’unica
cosa importante della sua vita. Lui e il ramen. E il sensei Iruka,
pensò
sorridendo.
Oramai si era fatto molto tardi e il
biondino scese dall’altalena
per dirigersi a casa. Entrò silenzioso nel suo piccolo
appartamento. Si guardò
intorno sospirando. Dopo aver consumato del aramen istantaneo
aprì la finestra
per far entrare l’aria fredda e si mise a letto, sprofondando
subito in un
mondo di tenebra senza sogni.
“Dobe,
svegliati!” la voce severa di Sasuke Uchiha ragiunse
le orecchie intorpidite dal sonno di Naruto che aprì
svogliatamente gli occhi.
“Ma
cosa…Sasuke-teme, cosa ci fai in casa mia?!”
ululò Naruto
,sorpreso e con il cuore che gli batteva all’impazzata.
“Sai dovresti chiudere la
finestra prima di andare a
dormire, sarebbe stato proprio facile ucciderti”
Naruto fece una smorfia, girando la
testa. Trattenne il
fiato.
“Ma
cosa…” il biondino si guardò attorno.
La sua casa- fino
alla sera prima spoglia e disordinata-
era piena di decorazioni natalizie. Un piccolo alberello
faceva bella
mostra di sè sul comodino, un piatto di biscotti fatti
incasa gli faceva
compagnia.
“Sasuke….”mormorò
guardando il moretto con gli occhi
sgranati e lucidi.
“Tieni dobe”
disse secco porgendogli un pacchettino. Un lievissimo
rossore sulle guance.
Con mani tremanti naruto prese il
regalo, scartandolo. Una piccola
volpe intagliata nel legno fece capolino dalla carta rossa. Le lacrime
iniziarono a scorrere sul viso ambrato del biondino.
Sasuke guardò Naruto senza
sapere cosa fare. Non aveva
previsto una reazione del genere. Immediatamente si diede
dell’idiota. Cosa diavolo
gli era venuto in mente di insceneggiare una mattina di natale? Lui
volova olo
far sentire il biondino meglio e fargli provare per una volta cosa
voleva dire ‘Natale’.
Non voleva certo farlo piangere!
“Sasuke…io- le
lacrime continuavano a cadere copiose dagli
occhi azzurri- questo…grazie” mormorò
guardando la piccola volpe che teneva in
mano. Si vedeva chiaramente che l’aveva fatta Sasuke,
c’erano delle piccole
imperfezioni che un intagliatore non avrebbe mai commesso. Naruto
strinse a se
la statuetta. Commosso.
“Dobe, non
piangere” disse il moro senza sapere benissimo
cosa fare. Naruto continuava a guardare quella statuina – gli
c’erano volute
ore e numerosi tentativi prima di finirla- con le lacrime che
continuavano a
scendergli, come in trance.
Sasuke rimase seduto sul
letto con le guance arrossate e un calore soffocante
– e sconosciuto-
nel petto.
“Bhè buon
Natale…ora vado, ci si vede agli allenamenti”fece
per andarsene, alzandosi . Un braccio, però lo trattene.
Sasuke non potè
nemmeno protestare visto che due labbra si posarono, timide ed
inesperte, sulle
sue.
L’Uchiha rimase
paralizzato. Si riscosse solamente quando
sentì il sapore delle lacrime salate di Naruto.
E realizzò tre cose:
Naruto lo stava baciando, un maschio lo
stava baciando ed era incredibilmente piacevole.
Ricambiò un po’
titubante il bacio finchè non fu proprio Naruto
a staccarsi, rosso in viso.
“Perdonami. Ti ringrazio di
tutto. È la cosa più bella che
io abbia mai ricevuto davvero”
Benche le parole fossero intrise di
sincerità la voce del
ragazzo era triste. Aveva di nuovo sognato troppo. Aveva voluto troppo.
L’aveva
baciato. Aveva fatto la cosa più stupida che potesse fare.
“Non ringraziarmi,
dobe.” Sasuke osservò il capo chino di Naruto
pensando che non l’aveva mai visto così. Non
voleva essere ringraziato, l’aveva
fatto semplicemente perché voleva farlo felice.
Perché dopo anni di solitudine
quel ragazzo solare gli aveva di nuovo regalato la gioia di vivere.
Ogni giorno
valeva la pena svegliarsi e viverlo grazie non solo alla vendetta ma
anche al
suo sorriso. Non voleva ringraziamenti, in fondo un gesto
d’amore non viene mai
fatto per ricevere qualcosa in cambio.
Il moro si avvicinò a
Naruto prendendogli la volpe di legno
dalle mani e posandola sul comodino. Il biondo, perplesso –
era già pronto a
difendersi dai suoi pugni- alzò il viso cercando di capire
cosa stava passando
nella testa dell’Uchiha. Ma ottenne solamente
l’effetto –desiderato- che le
labbra pallide di Sasuke si posassero nuovamente sulle sue dando vita a
un
nuovo bacio. Naruto sorrise nel bacio e sentì Sasuke fare lo
stesso.
Quando si separarono Naruto
esclamò:
“Ho fame, penso che
mangerò un tuo biscotto” disse questa
frase con più disinvoltura che potè, anche se il
rossore sulle gote ambrate lo
tradirono. Sasuke gli fu grato di aver alleggerito la situazione, non
avrebbe
sopportato domande o promesse da mantenere. Lui voleva vivere il
presente,possibilmente col biondino affianco, ma questo non
l’avrebbe mai
ammesso.
Il biondo nel frattempo si era
impossessato di un biscotto-
trattenendo una risata nell’immaginarsi il teme-Uchiha alle
prese con i
fornelli- e se lo mise in bocca. Chiuse gli occhi per gustarsi appieno
il
sapore della pastafrolla. Gli ricordava tanto quel calore che lui aveva
sempre
associato a una casa, una famiglia.
Sasuke nascose un sorriso prendendo
anche lui un biscotto.
Quel giorno arrivarono un
po’ in ritado agli allenamenti
mattutini ma , per loro fortuna, solo Sakura era presente al luogo
d’incontro. Kakashi,
come al solito era in ritardo.
“Sasuke!..Naruto….”
li salutò la ragazza.
“Sakura-kun!”
“Nh”
Il moro si andò a sedere,
seguito a ruota da Naruto che gli
si mise affianco quieto.
Venti minuti dopo la voce del sensei
Iruka raggiunse le
orecchie di Sakura.
“Questa è
l’ultima volta che mi fai fare tardi kakashi!”
“Eddai…qualche
volta è bene prendersela comoda”
“Il problema è
che tu la prendi sempre comoda…quanto mai
sono venuto a vivere con te! “
Una forte risata , il rumore di
stoffa e poi Kakashi fece la
sua apparsa.
“Sensei!”
“Sakura”
salutò l’argentato
per poi posare gli occhi su Naruto e Sasuke che, in
disparte, stavano
seduti all’ombra di un albero. Naruto si era avvicinato a
Sasuke agitandosi
mentre l’Uchiha rimaneva calmo e alzava di tanto in tanto il
sopraciglio. Stavano
litigando –discutendo- e Kakashi pensò che nessun
altra scena avrebbe potuto
trasmettergli quella sensazione di pace e amore che gli stavano
trasmettendo
quei due ragazzi. Sorrise.
Perché in fondo
l’amore si manifesta in vari modi.
OWARI
Spero che vi piaccia. Dopo tanto
tempo sono tornata a
scrivere…e bhè questo è il risultatoXD
Mi scuso per gli errori ma nn ho una
beta^^
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