Cammina. [Fino all'eternità] - NVU
*Note
dell'autrice*
Questa
One-Shot è stata scritta nel bel mezzo della notte, quindi
mi auguro
che non sia troppo indecente.
E'
la prima volta che approdo nella categoria
“Generale”, quindi
sono un po' intimorita dai lettori, a dir la verità. Spero
che
gradiate, comunque.
Questa
“cosa” è dedicata a una mia carissima
amica, che mi ha aiutata
tantissimo con un suo video che mi ha ispirato molto. [Posso mettere
il link o è pubblicità occulta? Non è
pubblicità occulta, vero,
vero? Allora metto, diciamo, cosa dovete inserire su YouTube se avete
voglia di vederlo: InuXKag – May I di piccolakaggy95].
Che
altro devo dirvi, signori? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate,
soprattutto mi piacerebbe ricevere critiche, così che io
possa
migliorare.
Quindi...
Buona
lettura.
SweetSins
Dedicata
a Kaggy95, perché sei così dolce che ogni volta
che ti parlo mi fai
tornare il sorriso, perché sei adorabile e ti considero un
po' come
una sorella maggiore, perché ti considero una vera amica
anche se
non ci siamo mai viste di persona, perché, semplicemente,
sei la mia
Nee-chan.
-
Un
passo, un altro... E
un altro ancora. {Fino all'eternità}
Cammina.
Un
passo...
… Un
altro...
… Un
altro ancora.
Cammina
in quel mondo che non ha una fine, che non ha un inizio.
Non
sa dire dov'è quel mondo tanto bello quanto infame, tanto
dolce
quanto crudele.
Cammina
perché è l'unica cosa che può fare.
In
quel vialetto alberato si guarda intorno. Vede la neve coprire la
terra e i rami ormai spogli. Sorride.
E'
una bambina, quella che cammina.
Vuole
tornare a casa, o forse andar via. Non lo sa. Non sa nulla.
Forse
è troppo piccola per capire cosa c'è
là fuori, forse è troppo
piccola per camminare tra la neve, in quel vialetto alberato, forse
è
troppo piccola per continuare quel percorso che sta cercando di
tracciarsi.
Forse.
Ma
lei va avanti, testarda: un fiocco di neve, soffice come la sua
pelle, le cade sulla punta del nasino ghiacciato. Sorride, ingenua.
Il
freddo non l'intacca. Non ancora. No.
Forse
è abbastanza forte per cominciare a camminare, la bambina.
Ed
avanza.
Un
passo...
… Un
altro...
…
Un
altro ancora.
E' una ragazza, quella
che cammina.
Avanza allegra in quel
viale alberato. Sorride guardando i fiori sbocciare sui rami, gli
occhi le brillano.
Cammina perché ha
voglia di farlo.
Ha voglia di camminare
in quel mondo che non è proprio una favola, in quel mondo
che non è
sempre giusto e felice.
Ma il freddo non è
riuscito ad intaccarla ed è primavera.
Tutto comincia, tutto
fiorisce, tutto cambia.
Il suo mondo è ancora
un gioco, anche se s'illude d'essere grande, e quindi ha voglia di
camminare.
Forse sta giocando ad
un gioco pericoloso, forse rischia di scottarsi col fuoco, forse
dovrebbe fermarsi e tornare indietro, senza continuare per il
percorso che si è tracciata.
Forse.
Ma lei va avanti,
testarda e gioiosa: qualcuno le si para d'avanti, le mette un fiore
tra i capelli. Sorride, felice.
Gli occhi le brillano
guardando davanti a sé. Guardando chi è al suo
fianco in quel
percorso.
Forse ha capito qual è
l'inizio di quel mondo tanto strano, che ancora non conosce bene.
Forse l'ha capito, la ragazza.
Ed avanza.
Un
passo...
…
Un
altro...
…
Un
altro ancora.
C'è una donna che
cammina.
Il volto maturo è
segnato da qualche ruga e sotto i suoi occhi c'è un alone
scuro, ma
a lei non interessa.
Percorre quel viale
alberato osservando i rami ricoperti di fiori ormai sbocciati del
tutto, osservando il sole picchiare sulla terra rendendola ancora
più
calda di quello che sembra.
Cammina perché sa che
deve farlo, perché non ha alternative, ma sa che
è giusto così.
Deve andare avanti in
quel mondo che non è perfetto. In quel mondo in cui le cose
di
valore non vengono riconosciute, in quel mondo che spesso punisce chi
non se lo merita, in quel mondo popolato da persone che non
riconoscono più niente all'infuori di loro.
Ma lei sa che è così
che va la vita. E' così che la Terra gira e continua il suo
circolo.
La primavera che è
passata ha cambiato il suo mondo.
Forse
si sta facendo troppo male, forse dovrebbe rinunciare, forse dovrebbe
fermarsi a riposare, forse dovrebbe smettere di continuare ad
avanzare con insistenza in quel percorso che ormai è
definitivo.
Forse.
Ma lei va avanti,
testarda e gioiosa e incerta: una piccola mano stretta alla sua la
tira un poco, richiamando la sua attenzione. Sorride, materna.
L'improvvisa decisione
le si legge nello sguardo leggermente emozionato e stringe di
più la
piccola mano nella sua, mentre l'aria calda dell'estate le solletica
il volto.
Forse ha capito il
motivo del suo percorso, ancora non completamente tracciato. Forse ha
capito per chi deve camminare, la donna.
Ed avanza.
Un
passo...
…
Un
altro...
…
Un
altro ancora.
Un'anziana signora
cammina con passo lento.
L'età segna il suo
volto gentile e stanco, ma ancora illuminato da
quell'ingenuità che
l'ha sempre marcato.
Gira lo sguardo ad
entrambi i lati del vialetto alberato contando le foglie colorate che
si depositano a terra insieme alle altre compagne, sente il vento
fresco scompigliarle i capelli che hanno perso colore.
Cammina perché è
diventato semplice, perché è l'ultima cosa che le
è rimasta da
fare.
Ma non è triste.
Affatto.
Cammina in quel mondo
che ha imparato a conoscere con tutte le sue sfaccettature, quel
mondo che forse un po' una favola lo è davvero, con tutte le
storie
che vi sono all'interno, con tutte le persone che respirano, ridono,
piangono, vivono. In quel mondo che ha bisogno solo di crescere, come
tutti. In quel mondo che non sa dov'è, ma che è
una casa per tutti.
E lei, con quello
sguardo che ancora ha tanto da vedere e da capire, sente che prima o
poi tutti comprenderanno quella casa strana e imperfetta, a volte non
troppo accogliente, ma che ci guiderà tutti in una via e ci
donerà
il sorriso.
Forse dovrebbe
desiderare di più, forse dovrebbe essere egoista,
desiderando di
tornare indietro e cambiare quel viale alberato, forse dovrebbe
cambiare strada, smettere di andar dritta e smettere di continuare ad
avanzare nel solito percorso che ormai si è quasi concluso.
Forse.
Ma lei va avanti,
testarda e gioiosa e incerta e soddisfatta: l'uomo che le è
al
fianco le mette un fiore non ancora appassito tra i capelli, le
carezza il volto. Sorride, ingenua, felice, materna e ancora bambina.
Forse ha capito qual è
la fine di quel mondo tanto pazzo, ma non teme nulla.
Forse può davvero
terminare il suo percorso che si è costruita con chi l'ama.
Forse
ora può vedere la fine di quel viale alberato, la bambina. E
la
ragazza. E la donna. E l'anziana signora.
Ed avanza.
Un
passo...
…
Un
altro...
…
Un
altro ancora.
E la neve torna a
coprire quel viale alberato.
Il ciclo si chiude e
ricomincia. Sempre.
E
un'altra bambina comincia a camminare in quell'innevato viale alberato,
senza conoscere il mondo e avanzando a testa alta.
Un
passo...
…
Un
altro...
…
Un
altro ancora.
Fino
all'eternità.
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