Abbracciami -

di serpeverde18
(/viewuser.php?uid=63648)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Abbracciami

(Dedicato a sssweety)

 

Mani che toccano. Gambe che s’intrecciano. Due bocche che si vogliono.
La stanza è sempre quella, da due settimane ormai. Ogni sera s’incontrano lì, nell’unica camera da letto alla Stamberga Strillante, una camera che li ha visti scoprirsi, esporsi e combattersi.
Tanti lo potrebbero definire il loro nido d’amore, ma tra loro c’è solo un’attrazione quasi dolorosa.

Gemiti che risuonano nel buio della notte. Il rumore degli abiti che cadono a terra accompagnano gesti veloci, quasi impacciati. Gli schiocchi dei baci, quasi teneri, stonano con tutta quella veemenza.

Le molle del letto cedono sotto il peso dei due corpi, si adattano alle loro forme. Quasi sicuramente, entro qualche ora si formerà una piccola conca dove ora poggia la schiena del ragazzo più piccolo.

Un corpo minuto che s’inarca e ricade sul materasso sparpagliando i suoi capelli neri e spettinati sulla federa del cuscino. Il viso arrossato, dagli occhi luminosi di un verde brillante e le labbra rosse e leggermente screpolate, è vicino a quello di un’altro ragazzo dai capelli castani e gli occhi neri. Pelle abbronzata che struscia sulla pelle diafana.

Un altro gemito, più forte degli altri, esce dalle labbra del ragazzo dai capelli corvini. Qualche sospiro rompe il silenzio, prima di lasciare posto a una serie di mugolii.

Nell’aria si sente l’odore di sudore e, dopo qualche minuto, si fa più intenso anche quello di sesso.
Dopo attimi di silenzio, un mormorio.

- Tom? Abbracciami. –

 

***

 

- Harry? Ma buongiorno! – Il viso lentigginoso di Ron apparve davanti agli occhi di Harry. Era un sogno, il solito sogno. Doveva smettere di pensare che il mostro che aveva ucciso, fosse lo stesso ragazzo affascinate conosciuto nella Camera dei Segreti con il quale, ogni notte s’incontrava in sogno. Doveva smettere di farsi prendere dai sensi di colpa. Tom e Voldemort erano due persone ben distinte tra loro: lo studente modello e l’assassino.

- Giorno Ron. Vado a farmi la doccia.- L’altro annuì e quando l’acqua calda della doccia scivolò sulla sua schiena, sciogliendo i muscoli tesi, Harry sussurrò nuovamente quella frase.

- Abbracciami, Tom. –

 

Note finali:
Tesoro, spero ti sia piaciuta. Spero, però, che l’abbiate apprezzata in tanti.
J
Baci.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=447771