Riflessioni
Ti
passi la mano fra i corti capelli neri mentre tenti di regolarizzare
il respiro. Per qualche istante, gli occhi azzurri guizzano da un
lato all'altro della stanza adattandosi all'oscurità.
Per
un lungo attimo, non riesci a ricordare dove ti trovi. Hai bisogno di
qualche minuto per ricordarti che non vivi più ad Eldor ma a
Camelot, la deliziosa città dove tua madre ha deciso di
spedirti per proteggerti da sé stesso e dalle amorevoli cure
dei tuoi compaesani. Vorresti poter dire che il loro astio è
immotivato, ma in realtà comprendi le loro ragioni. In te c'è
sempre stato qualcosa di strano, qualcosa che ti impedisce di essere
come loro per quanto ci provi. Persino tua madre, per quanto non lo
ammetterebbe mai, teme i tuoi poteri perchè tu, a differenza
di qualsiasi altro essere umano, non hai mai avuto necessità
di studiare la magia. Per te fare incantesimi e spostare gli oggetti
con il pensiero non è molto diverso dal respirare.
Scherzo
della natura ... mostro ... figlio del demonio …
Quante
volte ti hanno apostrofato con questi titoli o hanno preteso di
vedere il tuo ombelico per assicurarsi che non fossi il diavolo?
Quante
volte se la sono presa con tua madre per aver accolto quel bambino
abbandonato accanto al vecchio pozzo? Lei, vedova, senza nulla,
un'estranea che si vociferava essere una nobildonna ripudiata dalla
sua stessa famiglia.
No,
anche se Unith ti manca terribilmente e, contro il buonsenso si
ostina a chiamarti figlio, è meglio per lei non averti fra i
piedi. Forse, se tu riuscissi a vivere senza usare la magia, potresti
tornare a Eldor, vivere tranquillamente con lei e con il tuo unico
amico, Will.
Sospiri,
tristemente consapevole che non ci riuscirai mai. Non l'ammetteresti
con nessuno comprendendo che tua madre e Gaius si spaventerebbero
ancora di più sapendo quante volte hai tentato di comportarti
come una persona 'normale'. All'inizio sembra funzionare ma dopo
pochi giorni senza magia inizi a sentirti incompleto ... il tuo
potere preme dall'interno del suo corpo, ruggisce sempre più
forte finché non esce autonomamente, normalmente davanti a un
folto pubblico o mettendo in pericolo quanti ti stanno accanto.
No,
meglio che nonostante i divieti di Gaius continui a usare la magia di
nascosto d'altronde, cosa sei senza i tuoi poteri? Solo una nullità,
un individuo senza uno scopo di cui ben pochi sentirebbero la
mancanza.
Guardi
nuovamente fuori dalla finestra rendendosi conto che manca poco
all'alba: tanto vale alzarsi ed affrontare l'ennesima giornata come
servo di quell'asino sbruffone di Artù.
Con
movimenti rassegnati, inizi a dedicarti al tuo suo sport mattutino:
la caccia agli abiti che ogni sera, immancabilmente sparpagli per la
stanza.
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