What I've Done
- Harry! – sento urlare Ginevra Weasley, ma tutto è confuso e ovattato. Degli altri poco può importarmi ora. Un mangiamorte le ha sfiorato alla testa con un incantesimo. E’ a terra e so che sta perdendo io i sensi. Sa tutto sull’argomento. Come sempre. La sensazione di spossatezza, la vista appannata, il bianco a puntini e il dolore lancinante alla testa. Il sangue esce a fiotti – Granger… - il nome pronunciato da una voce conosciuta, si sforza – aiuto, ti prego… - biascica sconvolta, poi spalanca gli occhi senza realmente vedermi – ti prego, aiutami! – la cingo con le mie braccia forti e la porto via. Alza lo sguardo e incontra i miei occhi, due pozze troppo chiare e gelide per appartenere a qualcuno delle loro file.
– Mettimi giù – ordina con voce roca, rotta dallo sforzo.
– Granger, non dire sciocchezze non ti reggi nemmeno in piedi – sibilo.
– Lasciami a morire in pace, è quello che hai sempre desiderato, no? E’ per questo che hai combinato questo macello. – diavolo è colpa mia? Sì, è solo colpa tua dice la voce della mia coscienza, ma se gli dessi ascolto non riuscirei a salvarla. Lei si deve salvare, voglio solo sentire la sua voce impertinente rimproverarmi per qualsiasi sciocchezza. Voglio i suoi occhi dorati sui miei, vivi. Dannazione respirava a fatica. Stupido. Stupido. Idiota. Ma cosa credevi di fare? Chi pensavi di essere? Non sei nessuno.
- Hey, non puoi fare nulla per lei, ora starà alla sua forza riportarla indietro. Tu combatti per lei ora. Mi fido di te. – ringhio – Lei no, però, che non si fida di me. – dico frustrato. Il moro dagli occhi verdi sbuffa quasi ridente, ma nella guerra le uniche risate sono quelle isteriche. – Starà a lei decidere se fidarsi o meno. – i suoi occhi verdi si posano sull’amica, sospira. Esce dalla tenda dove Madama Chips sta superando se stessa. Non so come faccia a restare calma. Mi avvicino al tuo letto, prima di uscire. Prima che la cenere mi avvolga e il passato mi tormenti. Non sono più un bambino, devo affrontare le mie paure, vero, mia dolce Mezzosangue? Sì, devo e lo farò. Ti osservo, le labbra socchiuse in una smorfia dolorante, il volto pallido e smunto, contratto dai troppi orrori subiti e a cui hai assistito. Perdonami tutto se puoi. Perdona la mia stupidità, la mia supponenza, il mio umorismo snob. – Ti voglio bene, se mi lasci qui non potrai mai rinfacciarmelo, mezzosangue! – sospiro, non voglio piangere. Io non piango mai! – Sei l’unica… l’unica ragazza che mi vedeva per lo stupido che ero. Mi ci voleva una guerra per capire che il sangue è rosso? Mi ci voleva una tua ferita per capire che è identico al mio? Perché ho combinato tutto questo disastro e ora sono qui a fare sentimentalismi inutili. – prendo fiato e comincio a parlare in un sussurro – Ora devo andare, ma tornerò e voglio che tu sia qui, sveglia, a dirmi che sono un perfetto idiota. – mi volto – Puoi contarci, Draco Malfoy. -
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[500 parole giuste]
Spazio "Autrice":
Niente da dire, ennesimo sclero Linkin-parkiano. Spero vi paiccia. Fatemelo sapere. |