Caffè? No, grazie. di purpleblow (/viewuser.php?uid=63151)
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Caffè? No,
grazie.
Hisoka non amava la mattina, perché fare le cose in fretta e
furia pur di essere puntuale nell'ufficio dell'Enma-Cho era frustrante.
Non che lui fosse un ritardatario, tutt'altro. Quell'appellativo non
era certo da lui, però calzava a pennello a Tsuzuki che, in
un modo o nell'altro finiva per tardare, coinvolgendo ovviamente anche
il ragazzino.
L'unica cosa che rendeva un minimo piacevole quella parte della
giornata era la sua abituale tazza di caffè, rigorosamente
amaro.
Amaro come i suoi ricordi, amaro come gli incubi che disturbavano il
suo sonno, ma a differenza di questi lo poteva definire piacevole.
Bastavano due sorsate di quel liquido scuro per rimetterlo al mondo,
lasciando che i brutti sogni della notte appena trascorsa
svanissero, lasciando spazio alla concentrazione necessaria per
affrontare la nuova giornata.
In un primo momento era rilassante e poteva concedersi un attimo di
pace, ma inevitabilmente giungeva Tsuzuki a rovinare tutto. Che fossero
stupide constatazioni o gesti disgustosi, quell'uomo riusciva a
spezzare quel breve istante di calma assoluta.
Anche quella mattina infatti, Hisoka non poté fare a meno di
abbandonare le speranze che almeno per una volta lo Shinigami lo
lasciasse godersi il suo caffè.
Prima di immergere il cucchiaio d'argento nell'invitante -ed eccessivo-
strato di glassa della fetta di torta, Asato fissava insistentemente il
barattolo dello zucchero che non era stato neppure toccato dal giovane
e senza rendersene conto, la sua espressione -dapprima entusiasta per
l'imminente piacere che avrebbe provato nell'addentare la leccornia in
bella vista nel suo piattino- si contorse, mostrando chiaramente
disgusto.
"Hisoka, ti sei dimenticato di metterci lo zucchero." ed eccola
lì, una delle stupide constatazioni a cui Hisoka preferiva
non assistere. Ogni giorno, Tsuzuki si ostinava a domandarglielo.
Possibile che ancora non avesse afferrato il concetto?
"Non ti stanchi mai di domandarmi le stesse cose?" esclamò
al limite dell'esasperazione il più giovane, portandosi una
mano sulla fronte nel tentativo di ignorare il fatto che quella fosse
almeno la millesima volta che sentiva tale domanda.
Tsuzuki, da amante del dolce quale era, non concepiva come quel
ragazzino potesse gradire tale schifezza: un concentrato di amaro
racchiuso in un'insignificante tazzina che sarebbe stato capace di
rovinare le sue papille gustative, se solo avesse provato a buttar
giù un solo sorso. Ecco perché avevano inventato
lo zucchero!
"Non capisco come ci riesci, tutto qui." disse, grattandosi il mento
con perplessità crescente. Hisoka scosse la testa e
giurò a se stesso che quella sarebbe stata l'ultima volta
che gli avrebbe dato una risposta.
"C'è un modo per farti entrare in quella testa dura che non
mi piacciono i dolci?" detto questo, senza aspettare una reazione da
parte dell'altro, afferrò il manico della tazza e la
portò alle labbra, sperando di potersi gustare quel piacere
tanto atteso.
Purtroppo però non vi riuscì, seppure Tsuzuki si
era finalmente zittito: il solo fatto di vederlo abbuffarsi su quella
maledetta fetta di torta lo disgustava e non perché il
ragazzo detestasse i dolci.
Una persona normale non si abbuffa come uno che non mangia da giorni e
soprattutto non divora tre porzioni della stessa, rischiando di fare
indigestione.
Hisoka pensò che fosse impossibile fare una colazione
decente con Asato di fronte. Poteva non guardarlo, ma il risultato
sarebbe stato il medesimo: i suoni che provenivano dalla sua bocca
davano l'idea di un branco di maiali che si ingozzano di cibo.
No, non era possibile andare avanti così.
Irritato dal partner, il giovane Shinigami posò con poca
delicatezza la tazza di porcellana sul tavolo e si alzò,
senza mai staccare gli occhi carichi di disgusto dall'uomo, nell'attesa
che questo gli concedesse un po' di attenzione.
Ancora più frustrante era proprio il fatto di non essere
degnato di uno sguardo da lui: quando si trattava di cibo, quello
staccava il cervello -semmai ne avesse avuto uno.
Sentendosi osservato con insistenza, finalmente Tsuzuki alzò
lo sguardo, incontrando le iridi smeraldine del ragazzino, che si
disgustò nel notare le labbra dell'altro sporche di panna,
ma cercò di ignorarlo.
"Ti attendo nell'ufficio. Vedi di muoverti, che già siamo in
ritardo per colpa tua." detto questo, girò i tacchi e si
diresse a passo spedito verso l'ufficio.
Tsuzuki restò qualche istante ad osservare la schiena del
ragazzo che si allontanava, senza capire perché -come al
solito- fosse arrabbiato. Non riusciva mai a darsi una risposta.
Abbassando lo sguardo sul tavolo, notò che il
caffè era ancora presente nella tazza: segno che Hisoka non
lo aveva neppure toccato.
"Io glielo avevo detto di metterci lo zucchero, ma come al solito non
mi ha dato retta." disse fra sé, prima di riportare
l'attenzione alla sua ultima fetta di torta, con gli occhi luccicanti
alla vista della stessa.
[Fine.]
Angolino
di Cami:
Premessa importante! Le mie storie seguono la serie di OAV, dato che ho
maggiormente conoscenza su di essi. Nel momento in cui
deciderò di rileggermi il manga, immagino lo noterete XD
Spero vi sia piaciuta questa prima shot, che partecipa alla
MezzaTabella! ;D
Ah, nonostante la serie di insulti rivolti a Tsuzuki durante il corso
della shot, io lo adoro come personaggio. Dovevo solo attenermi ai
pensieri di Hisoka! XD
Che, in effetti non ha tutti i torti. La passione per i dolci di
Tsuzuki mi preoccupa un po', anche se non ai livelli di L di DN, lui si
che è preoccupante! <3
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