a christmas carol
Piccolissima introduzione.
all'inizio,
doveva contare molti capitoli in più. Di idee ne avevo tante,
tanti erano i personaggi che volevo introdurre, ma poi, vuoi per
mancanza di tempo, vuoi per difetti di trama, ne ho scelti solo tre.
Tre capitoli per tre OC diversi. Giusto per farveli conoscere un po'
Ma
prima, devo fare una piccola dedica e un ringraziamento speciale, alle
tre persone che hanno pazientemente sopportato i miei scleri e che
hanno contribuito alla nascita di questa mini-raccolta
A
Gracy110, beta instancabile, costretta a sgobbare pure il giorno della
Vigilia (ma non solo quello), e che mi sopporta pazientemente. San
Marino, cherie, è per te <3
A
Prof, nota anche come Danna, che si è appassionata al progetto
tanto da dar volto a irlanda e irlanda del Nord, che ha già pure
scritto una fic con loro dentro XD Niall, mon amour, è per te
A
Knockwave, la mia adorata sempai, che si è sopportatat dubbi,
questioni, domande, che si è dovuta sorbir la genesi di tutti i
personaggi. Non sarà India - ma prima o poi arriverà
anche lui, me lo sento XD - ma Brasile, che somiglia ad entrambe,
è per te <3
Bene si comincia.
De Hetaliana Geographia
1] A Christmas Carol
-Veneziano… per Natale, hai
impegni?-.
La domanda, incerta e
imbarazzata, borbottata a metà di una sessione di shopping natalizio per
trovare i regali per tutti, giunse puntuale come ogni anno un paio di settimane
prima della festività, anche dopo il termine della guerra. Germania poteva
forse variare l’ordine delle parole da un inverno e l’altro, oppure
chiederglielo nei momenti più disparati – alla fine di una riunione, mentre gli
lasciava campo libero in cucina, mentre spalavano la neve- ma il senso
implicito non cambiava: per quanto la risposta fosse ogni volta scontata, il
tedesco aveva la necessità di sentirsene rassicurato.
La nazione italiana strabuzzò gli
occhi, spalancando le labbra in una “O” di stupore, come era solito fare alla
proposta di passare insieme la festa; ma poi, invece di illuminare la stanza
con un sorriso smagliante iniziando a saltellargli intorto estasiato, si grattò
pensoso la guancia alzando lo sguardo al soffitto come a scartabellare
un’agenda misteriosa.
-Uhm, sì, in effetti ne avrei uno
con Romano, dovrei andare da mio fratello…-
Raggelato, Ludwig deglutì a
vuoto, nascondendo in fretta la delusione per essere stato scaricato dietro un
colpo di tosse e un accennato rossore delle guance; pronto a far finta di
nulla, aprì bocca per cambiare rapidamente discorso, ma Veneziano lo prese una
seconda volta in contropiede, nel momento in cui gli saltò al collo ridendo
solare.
-Chissà come sarà contento se
porto anche qualcun altro! Devo telefonare immediatamente a Giappone, sì, e
poi…-.
Poi Germania smise di ascoltare,
il viso che andava a fuoco dall’imbarazzo.
L’ennesima macchina rombante
passò rapida sulla strada che portava verso il centro del paese, sollevando
appena il cumulo di foglie secche che giacevano abbandonate sotto la fila degli
alberi ormai spogli. Fermi a lato della piccola piazza, Germania cercava in
qualche modo di far fronte all’entusiasmo dirompente di Veneziano, talmente
iperattivo per ritrovarsi, la
Vigilia di Natale, in quella sperduta cittadina del
centr’Italia con i suoi “Migliori Amici” da non essere in grado di stare fermo
né zitto per un solo secondo. Dal canto suo, Giappone continuava a guardarsi
attorno incuriosito, cercando di incamerare più informazioni possibili, ponendo
solamente ad intervalli regolari qualche domanda imbarazzata che torturava la
sua mente; domande alle quali la nazione di casa rispondeva con slancio, interrompendo
i suoi monologhi su pasta e cibo per dilungarsi in spiegazioni approfondite.
Pensieroso, Ludwig si strinse
maggiormente nel cappotto, alzando lo sguardo sui primi bastioni che si
ergevano alle loro spalle a solo pochi metri di distanza, studiando le forme
delle merlature che contrastavano contro il cielo ormai all’imbrunire.
-Veneziano… cos’è che stiamo
aspettando?-.
Il giovane interruppe l’avventuriero
racconto dell’introduzione della pasta nella cucina locale e sorrise, battendo
tra loro le mani protette dai guanti.
-Romano nii-chan arriverà tra poco!
Chissà se c’è anche Spagna!- trillò solare, iniziando a saltellare in giro
cinguettando un “pasta” frenetico.
Notando l’occhiata perplessa rivolta loro da un’anziana passante, Ludwig si
affrettò ad acciuffarlo premendo con decisione le mani sulle sue spalle, mentre
Giappone si eclissava in un angolo facendo finta di non conoscerli – navigata
tecnica nipponica per le situazioni imbarazzanti.
-Ti vuoi dare una calmata?-.
-Ehi, mangiapatate! Tieni giù le
mani da mio fratello, hai capito?-.
Il grido indignato di un assai
irritato fratello giunse da dietro la fila di macchine parcheggiate dall’altro
capo della strada: Kiku fece appena in tempo a scartare preventivamente di
lato, prima che una sorta di belva feroce si lanciasse verso Germania per
allontanarlo a viva forza; serafico e solare come sempre, Spagna li raggiunse
attraversando con calma la strada, per nulla turbato del tentativo di omicidio
in corso.
-Buonasera a tutti!- salutò
cordiale, afferrando Romano per la collottola e allontanandolo quel tanto che
bastava per lasciare la presa – alquanto dubbia- sul collo del tedesco.
Veneziano, ignorando totalmente la furia omicida del ragazzo, colse l’occasione
per stringerlo in un abbraccio soffocante ed iniziare a fargli le feste.
-Romanooooooo! Hai visto, hai
visto? Ci sono anche Germania e Giappone, li ho convinti a venire!-.
-Come sono contento – borbottò
l’interessato, annaspando da sopra la sua spalla e rifilando un’occhiataccia
raggelante ad entrambi i convitati – Germania storse il naso, scettico; Kiku
pose mano alla katana: non si poteva mai sapere, con questi europei.
-Che bello, c’è anche Spagna! Sarà
una bellissima serata!- e di nuovo, sprizzando entusiasmo italiano da tutti i
pori, improvvisò un balletto al grido di “pastapastapasta”,
contornato dagli insulti più o meno eleganti del fratello maggiore mentre
cercava di liberarsi, e dalle risate di Antonio. Prima che però Ludwig perdesse
totalmente la pazienza, Kiku tossicchiò con estrema serietà attirando
l’attenzione di tutti.
-Scusate… adesso che dovremmo aspettare?-
Veneziano si fermò
immediatamente, colpito da una gomitata allo stomaco infertagli a tradimento
dal fratello maggiore, e crollò miseramente a terra. Romano, liberatosi, iniziò
ad inferire sul ferito, urlando e agitando un pugno all’aria, facendo allertare
immediatamente le altre tre Nazioni.
-Razza di stupido, una cosa
dovevi fare! Non dirmi che ti sei dimenticato di avvisare che arrivavamo oggi!-.
-Romano, per favore, potresti cortesemente
lasciare stare tuo fratello? Scusate il ritardo, i preparativi del cenone mi
hanno trattenuto-.
Con loro sommo stupore, sia Spagna
che Germania che Giappone, voltandosi per scoprire chi avesse parlato, poterono
constatare l’arrivo di una sesta persona. Un giovane alto, vestito con estrema
eleganza, dai capelli castano scuro perfettamente pettinati e ordinati, un paio
di occhiali squadrati inforcati sul naso e un sorriso dolce ed educato rivolto
a tutti i presenti. L’Italia del Sud fece un passo indietro, abbassando lo
sguardo imbarazzato; la parte settentrionale, invece, come risorta
miracolosamente, scattò immediatamente in piedi, gettando le braccia al collo
del nuovo arrivato.
-San Marino! Fratellone, come
sono contento di vederti! Hai visto? Abbiamo portato ospiti!-
Con somma decisa educazione, il
giovane riuscì a liberarsi dalla presa, sistemandosi gli abiti sgualciti e
dando una rapida ravviata anche a quelli di Veneziano con fare particolarmente materno.
-Ho notato, ho notato… e tu ti
sei scordato di avvisare, come tuo solito. Piuttosto, mi presenteresti questi
poveri ragazzi?- aggiunse, con un sorriso più ampio rivolto alle tre Nazioni
che, imbambolate, guardavano la scenetta con occhi spalancati di incredulità.
-Oh sì, certo! Questo qui è Spagna,
sai, l’amico di Romano fissato con i pomodori! Quello lì che tenta di
nascondersi invece è Giappone, ti ricordi che te ne avevo parlato, quello che
non si capisce mai cosa pensa… e questo, questo è Germania!-
Rivolto un cenno del capo agli
ospiti man mano che gli venivano presentati, e fatto intendere all’altro
fratello di tacere con un movimento della mano, San Marino soffermò
maggiormente la propria attenzione sull’ultimo menzionato, concedendosi qualche
minuto in più per studiare la chioma bionda e gli occhi azzurri di un Ludwig
che raggiungeva i limiti massimi del compassato imbarazzo.
-Oh, il tuo… come si dice…- parve
rifletterci, sfilandosi appena gli occhiali per osservarlo più da vicino –
ragazzo, no?-
Per la prima volta nella sua
vita, Germania rischiò seriamente il collasso. Mentre Veneziano, rosso come un
pomodoro, iniziava a strillare qualcosa per smentire, mentre Romano tentava di
tornare alla carica per ammazzarlo, mentre Spagna si affrettava a trattenere il
suo ex protetto con una serie di risolini nervosi, il povero Ludwig barcollò,
asciugandosi il sudore che gli imperlava la fronte, venendo subito
opportunamente soccorso da Giappone – che sfoderò uno dei ventagli sottratti a
Taiwan, iniziando a fargli aria. San Marino fissò perplesso l’intera scenetta,
prima di sospirare e rinfilarsi le lenti sul viso.
-Comunque sia, sono oltremodo
lieto di fare la vostra conoscenza, io sono San Marino… la Repubblica vi dà il
benvenuto. Forza, andiamo, ci aspettano alla Rocca- e, come un uomo navigato ed
esperto di intrattenimento, batté le mani un paio di volte. Subito, come
rispondendo al suo comando, le luminarie che decoravano la via si accesero
all’unisono, donando alle file di piante e al profilo delle mura un magico
bagliore dorato, risplendente nel buio della sera incombente. Con l’ennesimo
sorriso, il giovane fece loro cenno di seguirlo mentre s’incamminava lungo la
strada, dribblando abilmente le insidie della pavimentazione e salutando ogni
singolo compaesano che incontrava. Immediatamente, le due Italie si
affrettarono a sgusciare a suo fianco, uno a destra e uno a sinistra.
-San Marino, San Marino! – pigolò disperato Veneziano,
tirandolo per la manica della giacca –Vero che hai fatto gli spaghetti? Vero?-
-No, Veneziano- rispose pacato
quello, senza fermarsi, voltando appena il capo verso gli ospiti con un sorriso
di scuse.
-Ti prego, dimmi che hai cucinato
i maccheroni. Ti scongiuro!- implorò Romano, appendendosi a sua volta al
cappotto ormai spiegazzato del fratello maggiore.
-Mi dispiace, nemmeno quelli-
Alle loro spalle, Germania iniziò
a pregare nel miracolo di aver finalmente trovato un italiano con del sale in
zucca, serio, responsabile, e che non fosse un mangiapasta a macchinetta.
Romano e Veneziano, quasi sull’orlo delle lacrime, abbrancarono a peso morto il
povero ragazzo.
-E allora cosa hai preparato?!?-
Con nonchalance, San Marino si allentò il nodo della cravatta,
scoppiando in un’allegra risata.
-Stasera… gnocchi!-
E mentre le tre nazioni italiane
iniziavano a correre all’impazzata ridendo e saltando, gridando all’unisono un
“pastapastapastapasta” assordante,
Ludwig trasse un profondo sospiro, confortando Giappone con delle pacche sulle spalle.
Sarebbe stato un luuuungo Natale.
primo personaggio, San
Marino. Fratello maggiore dei due italiani (la repubblica è nata
nel 313 d.C., è considerata la più antica del mondo), ho
scelto di rappresentarlo abbastanza elegante e raffinato in quanto
Stato basato principalmente su turismo e terziario. Poi, beh...è
pur sempre italiano, dentro XD
devo ammettere che ho voluto molto bene a Ludwig, in questo capitolo XD Un po' in ritardo coi tempi, forse, ma perdonatemi XD
Dunque, comunicazioni di servizio...questa raccolta ha partecipato al contest nazional-geografico di SillyHatter arrivando onorevolmente terza . ringrazio la giudice per il giudizio, complimenti anche alle altre partecipanti
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