Torre, cavallo, pedone... Scacco Matto di Karrina (/viewuser.php?uid=53673)
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Autore:
karrina87
Titolo:
Torre, cavallo, pedone... Scacco Matto.
Fandom:
Criminal Minds
Rating: NC17
Pairings: Gideon/Reid
Warnings:
slash
Conteggio parole:
1179
Note:
Scritta per l'Italian P0rn Fest #3 di fanfic_italia
Disclaimer:
I personaggi di Criminal Minds non mi appartengono, li ho solo presi in
prestito ma senza fini di lucro..
Prompt: Criminal
Minds, Jason Gideon/Spencer Reid, "Hai ancora quella lettera?"
Spencer si appoggiò al bastone per tornare verso il divano
reggendo il libro e la tavoletta di cioccolato nell'altro.
Sarebbe diventato un ciccione a furia di ingurgitare tutti quei grassi,
ma con tutta la questione in ufficio: Hotch non più il loro
capo, Morgan che prendeva il comando per non far sciogliere la squadra
e Rossi che con la sua anzianità poteva pretendere di avere
parola su tutto... Gli serviva una consolazione chimica a quegli stress
lavorativi.
Sembrava che l'unico uomo senza carattere fosse lui alla fine. Persino
JJ e Prentiss si imponevano più di lui.
Distese la gamba sul divano e scartò l'alluminio del dolce.
Con i denti staccò un cubetto scuro e aprì
all'altezza del segnalibro il tomo che gli premeva sullo stomaco.
Lesse per ore estraniandosi dal mondo, abbandonando i suoi problemi e
dimenticandosi per un momento che era sabato sera ed era a casa da solo
con un libro e una tavoletta di cioccolato.
Stava ormai per finire il capitolo quando si sentì
osservato. Fece scattare la testa verso l'alto e si trovò a
immergere lo sguardo negli occhi saggi del suo mentore.
-G...Gideon?- Spencer chiuse gli occhi convinto di avere le
allucinazioni. Gideon era andato via anni prima. Non poteva essere nel
suo salotto.
-Dovresti trovare un nascondiglio migliore alla chiave di riserva.-
Disse l'uomo avvolto nel cappotto che tranquillamente sedeva sulla sua
poltrona. Quante sere avevano passato così? Uno sulla
poltrona e l'altro sul divano a giocare partite infinite su una
scacchiera.
-...- Spencer non riusciva a pronunciare verbo. Era troppo
scombussolato dalla presenza del primo uomo che avesse mai amato e poi
perduto, lì nel suo salotto.
-Ti sei fatto crescere i capelli, stai bene così.- Disse
ancora Jason allungando un braccio nella sua direzione ma senza
toccarlo.
-Che cosa ci fai tu qui?- Senza volerlo Reid si trovò ad
usare un tono più secco di quanto non avesse voluto. Ma
quando se ne era andato, Jason lo aveva fatto portandosi via anche
tutte le sue sicurezze e il suo intero cuore. Quindi era normale che
fosse un po' arrabbiato.
-Sono qui per vedere te.- Disse semplicemente il vecchio capo
dell'unità.
-Perché? Le ultime parole che mi hai lasciato chiarivano
bene il concetto che volevi allontanarti da tutto e da tutti.- Disse
Reid furente contro la sua gamba che gli impediva di fuggire via e
correre in camera a nascondersi.
-Hai ancora quella lettera?- Chiese Gideon dopo un'eternità
di silenzio.
-No. L'ho bruciata.- Gli rispose Spencer. - Non che sia servito a
molto, ho una memoria hydetica, ricordi? E ricordi anche di non aver
mai telefonato, MAI nemmeno una volta in tutti questi anni per dire che
stavi bene o che almeno un po' pensavi ancora a noi!- Ruggì
con le lacrime agli occhi e sostenendo lo sguardo del uomo che per lui
aveva significato tutto.
-Sei davvero cresciuto.- Fu l'unico commento di Gideon.
A Spencer sembrò che il cuore gli si spezzasse ancora e
ancora. Quante volte gli si era gettato ai piedi supplicandolo di
amarlo e di renderlo uomo? E quante volte Gideon lo aveva rifiutato
dicendogli che era solo un ragazzino?
-Già sono cresciuto e ho fatto molte esperienze di vita.-
Disse amaro il dr. Spencer Reid. Perché non le aveva fatto
con la persona che amava.
-Mi dispiace di essermene andato, ma non ti chiederò scusa
per non aver approfittato della tua ingenuità ed innocenza.-
Cominciò a dire Jason.
-Io ti amavo!- Gli urlò contro Spencer con tutta la rabbia e
il dolore accumulati e ristagnati in quegli anni.
-Non sarebbe comunque stato giusto.- Gli rispose alzando i toni Gideon.
Spencer fece volare il tavolino e la scacchiera fra di loro. Non si era
mai arrabbiato tanto in vita sua.
-Spencer calmati!- Urlò Jason bloccandogli i polsi a
mezz'aria e schiacciandolo sul divano per bloccare i calci che provava
a tirargli con la gamba sana.
-Te ne sei andato pensando solo a te stesso! Se me lo avessi chiesto
sarei venuto con te, ti avrei seguito in capo al mondo!- Urlava in
piena crisi il più giovane.
-Lo so! Lo so.- Gli urlò all'orecchio Jason facendolo
bloccare. -Per questo non te lo dissi. Non volevo trascinare a fondo
anche te. La squadra aveva bisogno di te.-
Spencer sentì che le lacrime ormai erano impossibili da
trattenere e si trovò a singhiozzare senza controllo. -Al
diavolo, la squadra.-
Si allungò in avanti e unì le sue labbra a quelle
di Gideon. -Adesso che scusa hai per dirmi di no?- Gli chiese
sussurrando.
Jason rimase in silenzio a scrutarlo per pesanti secondi. La stretta su
i suoi polsi divenne più lieve e Spencer lo vide
riavvicinare i loro visi.
La lingua gli premeva fra le labbra per fargli spalancare la bocca.
Così vicini, sentiva la corta barba sfregargli le guance
facendogli il solletico e che non era la fibbia in metallo quella che
gli si era conficcata nello stomaco.
Alzò le braccia e il maglione di Reid scivolò
via. Gideon si sollevò e insieme gli tolsero i vestiti da
viaggio lasciando solo la pelle abbronzata. Che fosse stato in
spiaggia?
-Kayak sulle rapide, non hai idea di quando caldo faccia.-
Spiegò Gideon vedendogli esaminare la pelle. Prese un
braccio magro di Reid e partendo dal polso iniziò a
ricoprirlo di baci. Si soffermò nell'incavo del gomito
leccando le vene blu sotto la pelle. -Sei sempre dannatamente magro.-
-Non uso droghe, se era questa la domanda.- Replicò Spencer
dimostrando di avere molto più carattere di una volta.
Quando Jason se ne era andato non avrebbe avuto il coraggio di
rispondergli a tono, figurarsi a fissarlo negli occhi mezzo nudo!
Jason sorrise facendogli scivolare i pantaloni giù dai
fianchi senza difficoltà.
-Intendevo che ti cadono i vestiti di dosso.- Scherzò
l'altro iniziando a baciare le cosce pallide.
Reid carezzò quei capelli argentati mentre la lingua di
Gideon gli passava sul membro. Sospirò di piacere quando lo
prese in bocca e iniziò a succhiare.
Tutte le sue fantasie finalmente si avveravano. L'emozione e il
sentimento resero quell'esperienza totalmente diversa da tutto quello
che aveva mai sperimentato. Diecimila volte meglio.
Gli sembrava di avere un pulsante per l'estasi e che Gideon si
divertisse a pigiarci su in modo incostante, facendolo diventare pazzo.
Allargò le gambe esponendosi come non aveva mai fatto con
nessun altro.
Lo voleva dentro, lo desiderava con un'intensità dolorosa. E
aveva paura. Paura di comportarsi come un ragazzino alla sua prima
volta e venire subito o paura di gemere troppo come un cane in calore,
portandolo a credere il peggio di lui.
Ma tutto fu splendido. Non smise mai di guardarlo negli occhi. In ogni
istante, ogni spinta, ogni carezza, i suoi occhi rimanevano puntati
dentro i suoi carichi di un'emozione devastante.
Reid si tratteneva a stento dal gemere e urlare, pensando dentro di se
che voleva che non se ne andasse mai. Che Gideon rimanesse
lì, con lui.
-Non vado da nessuna parte, piccolo amore mio.- Gli sussurrò
Gideon come leggendogli nel pensiero.
Quelle parole permisero a Reid di lasciarsi finalmente andare. Scosso
dal piacere di un orgasmo senza precedenti.
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