Merli
Per tutta la sua vita non aveva desiderato altro che un amico. Will era stato il primo a fare amicizia con lui ed a volergli bene, lo aveva protetto in quel periodo in cui aveva dovuto nascondere la sua vera natura. Aveva deciso che morire al suo
posto sarebbe stato meglio che negare al mondo la possibilità di
essere mandato avanti da un uomo così grande come lui.
Poi arrivò Gwen: quando mise piede a Camelot fu la prima a mostrarsi gentile con lui, lo
aiutò ad ambientarsi ed a capire la gente. Soffrì con lei
nei momenti più cupi e gioì quando ce ne fu bisogno. Lei
sarebbe sempre stata una delle sue più grandi amiche. Gwen divenne anche la prima a scoprire il suo più grande segreto e la ringrazia ancora per non aver rivelato a nessuno il suo
vero io. Non l'abbandonò mai, fu sempre al suo fianco e la
ricorderà per sempre per essere stata l'anima più gentile
che lui abbia mai conosciuto.
Al seguito venne Morgana. Non osava parlarle all'inizio: lei era la
figlia adottiva del re e non poteva neanche sperare di essere suo amico. Ma c'era qualcosa che li univa, qualcosa di impalpabile e nascosto che non gli permetteva di separarsi, erano destinati a compiere le più grandi imprese mai viste, lui buone e lei malvagie, ma sempre grandi. Ha sempre saputo che c'era qualcosa di diverso in lei, però era
giovane e pensava, sperava, di sbagliarsi; si penti di averle fatto
quello per cui è stato condannato alla persecuzione eterna di
Morgause, ma credeva che sarebbe tornata normale. Lei che era una
grande amica è diventata la sua nemesi e lui non potrà mai perdonarsi per non aver impedito al destino di compiersi.
Ed è dunque il turno di Arthur. All'inizio lo odiava: lui, il ragazzo di campagna buono e gentile, al servizio di quello sbruffone dell'erede al trono. Ma egli
capì che quella era solo una maschera, un qualcosa per non far
vedere ai sudditi che il loro principe non era altro che il risultato
di un'infanzia passata nel cercare di comprendere il perché
dell'odio di un padre così assente. Arthur era un grand'uomo, il
miglior re che il territorio di Albion potesse mai sognare: giusto ed
aperto alla modernizzazione, non ci fu mai suddito che si
lamentò; al suo fianco aveva una regina umile e giusta, una del
popolo, che aveva fatto breccia nel suo cuore e gli aveva insegnato
l'umiltà. Quella stessa donna che egli considerava sua amica e che poi aveva tradito il marito, per tornare chiedendo umilmente perdono. Lui fu
al fianco del re in ogni battaglia, sempre pronto a consigliarlo sul da
farsi ed a rallegrarlo durante i momenti più tristi; fu per lui
che Arhtur cancellò le leggi contro i maghi. Temeva che, oltre a
suo padre, avrebbe perso anche quello che era ormai diventato un
fratello.
Sarebbero passati alla storia insieme: il nome di re Arthur avrebbe
sempre avuto al suo fianco quello del grande mago Merlin, grande
consigliere della corona nonchè migliore amico di entrambi i
reggenti.
Merlin, sempre pronto a sacrificarsi per il bene degli altri, adesso
è immobile davanti a quelle tombe che ormai ospitano da anni i
corpi dei suoi più grandi amici: Will, l'amico d'infanzia e suo
protettore nella vita; Gwen, la migliore amica materna e gioiosa;
Arthur, il migliore amico e compagno di avventure. E Morgana,
l'amica/nemica morta per sua mano. Osserva lentamente le quattro tombe
con su scritto i nomi delle persone più importanti della sua
vita e non può fare a meno di pensare che senza di loro non
sarebbe mai diventuto quello che è diventato. Ogni volta che i
suoi occhi si posano su di una scritta, un nuovo ricordo affiora
lentamente nella sua mente: le corse per Ealdor, le lunghe camminate
alla ricerca di fiori, le battute di caccia che terminavano sempre
con lui ferito, le chiacchierate sugli incubi. Le sue memorie gli
accarezzano dolcemente il cuore, ricordandogli sentimenti che pensava
fossero ormai andati perduti, non sperava neanche più di
poter provare qualcosa: perdere un amico fa male, perderli tutti e
quattro distrugge. E pensare che ognuno di loro è morto per
aiutarlo a compiere il suo destino gli fa sperare solo più
ardentemente di spegnersi e raggiungerli nei Campi Elisi, cercando
distrattamente fra le memorie un metodo per fare ammenda per i loro
sacrifici.
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