I don’t
wanna be in love
,,prologo
''It's a beautiful lie
It's the perfect denial
Such a beautiful lie to believe in
So beautiful, beautiful it makes me..''
La voce di Jared Leto urlava nelle cuffie del mio fidato I-Pod,
accompagnata mentalmente dalla mia, capace di fargli
concorrenza sia per potenza che per furia.
Nella mia mente, il nulla.
Non avevo il bisogno di pensare. O forse era un lusso che non potevo
permettermi.
La canzone esprimeva esattamente ciò che da troppo
tempo avevo dentro, ma che non potevo assolutamente pronunciare ad alta
voce.
Si, una bella bugia. Come la mia vita.
Il mio riflesso mi guardava con espressione indecifrabile
dall’altra parte della vetrata dell’ennesimo Hilton
Hotel.
Nessuna espressione.
Silenzio.
Un dipendendente della hall, passandomi accanto mi sfiorò la
borsa a tracolla, facendo cadere il fascicolo appallottolato per terra.
Lentamente, senza mostrare alcuna espressione, tranne la perenne
apatia, lo presi dalle mani dell’uomo, ignorando le sue scuse
e il suo luminoso sorriso, e voltandomi nuovamente verso
l’immacolata vetrata.
Con tempismo perfetto, la berlina nera costeggiò davanti al
lussuoso edificio.
Frettolosamente uscì, come sempre a testa bassa, e, come
sempre, ignorando i fotografi accostati ai margini
dell’entrata, che scattarono sull’attenti appena
aprii la porta.
Le macchine fotografiche furono abbassate subito dopo, quando videro
che dalla hall non uscì chi attendevano.
Passai indisturbata fra di loro, mentre mormorii e imprecazioni mi
arrivavano alle orecchie.
Loro sarebbero rimasti lì ad aspettare. Impazienti di
scorgere una buona volta la chioma dorata di Rachel Gray.
Mentre mi avvicinavo alla macchina, uno di loro, un giovane ragazzo, mi
sorrise vedendomi. Lo superai con calma, incurante del suo sguardo
insistente, che però fu subito distratto dalle porte che
nuovamente si aprivano.
Di nuovo, un falso allarme.
Di nuovo imprecazioni.
Questa volta però, fui io a sorridere, appena salita sui
sedili posteriori della berlina.
Lo sguardo fisso sulla parrucca dorata nella mia borsa.
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Allors…che dire. Finalmente mi sono decisa a postare una fan
fiction. Miracolo.
È una storia spuntata dal nulla mentre mi perdevo come al
solito nei miei lunghi viaggi mentali.
Roba da brividi. Ho lanciato l’I-Pod per aria e sono corsa al
computer. Ho messo radici lì fino a tarda notte. E
inutilmente aggiungerei, dato la brodaglia che ho il coraggio di
chiamare storia. fa acqua da tutte le parti... avanti, indietro, per
laterale…ehm…comunque.. Come dicevo, prima di
schizzare come al solito, la storia è scritta lasciando
correre la mia alquanto bizzarra fantasia.
La trama è un tantino, ino ino, complicata come vi
accorgerete nei prossimi capitoli, che spero di scrivere in questi
giorni.
Ok. Detto tutto. Penso.
Oh, Gesù. Dunque. Non conosco nessun Robert Pattinson, non ancora, perlomeno. Non so come passi il suo tempo libero, non ho idea di chi sia realmente innamorato....(di me, di me, di me!!!), e non conosco nessun suo amico, apparte il vecchio caro Tom, col quale ho appena finito di chiacchierare amichevolamente al talefono..no, non conosco nemmeno lui, tranquille. Perciò, con questa mia filippica intendo spiegare che ciò che succede qua dentro, si qua dentro(nella mia testa..che pensieri sconci! Scandalo!), avvenimenti o riferimenti a fatti realmente accaduti, ed ogni qualità assegnatogli, sono puramente casuali. Di mia invenzione. Punto. Ora ho veramente finito.
Perciò ora vi lascio in pace, liberi per giudicare,
criticare, insultare, o qualunque sia la reazione a questa storia un
po’…come dire? Un po’ stramba.
Piuttosto riduttivo direi.
Tanti cari saluti,
Sugar
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