Amethyst: nice guilty of Sadism

di Fiamma Drakon
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Amethyst_nice guilty of Sadism Amethyst soffocava nel mondo.
Stretto e concreto, stava come un uccellino in gabbia, incapace di librarsi alto nel cielo.
Amethyst bramava la fine di tutto.
Umanità schifosa, incapace d’accettarla, incapace d’amarla.
Amethyst voleva uccidere.
Viveva nella sua piccola e inquietante casetta la sua solitaria e inquietante vita.
Amethyst era innocente.
Piccola e graziosa, non c’era niente di vero in quell’ostentata purezza di cuore.
Amethyst era malvagia.
Sadico il suo spirito, perverso il suo divertimento, peccaminosa la sua indole.
Nella sua testolina riecheggiavano grida di morti in cerca di vendetta.
Innocenti cadaveri insozzati di sangue si estendevano alle sue spalle, ombre perenni, peccati eterni.
Aguzzina per scelta di chi per lei non meritasse d’esser chiamato “vivo”.
C’era il suo gattino nero sul ciglio della strada, piccolo batuffolo di pelo. Lei l’ha finito: ora porta il suo campanellino al collo come trofeo.
La sua amica d’infanzia, dolce e graziosa, di lei altro non è rimasto che il ricordo.
E della sua famiglia, mai si seppe alcuna notizia.
Una legge grava sul mondo, dacché lei ne fa parte: Amethyst non perdona.




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