Un
vampiro simile a Gatto Silvestro
59. Spingilo oltre la
linea del confine
Lo
scopo della storia è rappresentare al meglio -uno ci tenta,
poi...- la frase sopra citata, che fa parte di una raccolta
più grande. Lo scopo è di usare la frase come
traccia e creare qualcosa di semidemenziale, se non totalmente
demenizale. Buona lettura.
Emmett sorrise a trentadue denti, mentre percorreva la strada
provinciale diretto verso La Push.
Jasper ghignò soddisfatto, voltandosi verso il sedile
posteriore; guardò Edward fissare sconsolato il paesaggio
che gli passava davanti.
«Ripetetemi perché sono qui» chiese, la
voce stanca e strascicata.
«Perché hai perso una scommessa»
ridacchiò il più grosso, scoppiando in una risata
cavernosa.
«Una scommessa che consisteva nel resistere, senza suonare,
un'intera notte» cinguettò allegro il biondo,
quasi gongolando sul posto.
«Ma voi avete giocato sporco!» sbottò
l'altro, ringhiando e sporgendosi in avanti. « Avete fatto...
bhé quello che non andrebbe fatto... insomma»
borbottò, la voce sempre più fievole, imbarazzato.
«Abbiamo fatto sesso» concluse per lui Emmett,
tranquillo, mentre parcheggiava la macchina sullo spiazzo e scendeva,
iniziando ad avvicinarsi alla foresta.
«Avete urlato!» sibilò Edward,
assottigliando lo sguardo e seguendo i due fratelli, che passeggiavano
allegramente per il bosco. Cosa poteva farci lui se quei suoi animali lo avevano
portato a suonare, per essere coperti?
«Abbiamo...» iniziò Jasper, poi sorrise
beato e non concluse.
« JASPER! Dacci un taglio!» esclamò
Edward, chiudendo gli occhi indisposto e cercando di scacciare i
pensieri sconci
dei due.
Questi si fermarono e fecero in modo che lui si posizionasse in mezzo;
gli sorrisero angelicamente insieme -Edward si chiese se Satana avesso
lo stesso sorriso o se fosse meno inquietante- e gli posarono
due mani sulle rispettive spalle, fraterni.
«Ora, vediamo cosa succede» cinguettò il
gigante, dando piccole pacche sulla schiena.
«Sono vicini» sussurrò svelto Jazz,
riprendendo a dargli altre pacchette amichevoli -oh, certo, tanto
quanto i morsi di un leone-.
«Cosa diamine... hey! Io non ci entro! Infrangerò
il patto! E a Carl? A Carl chi glielo dice?» provò
a divincolarsi Edward, cercando di scappare dalla presa d'acciaio del
fratello maggiore.
«Capirà» trillò Jasp,
assomigliando terribilmente alla moglie.
«Uno … » sussurrò Emmett.
«Due … » ridacchiò Jasper.
«TRE!»
In un balzo, senza che il suo super potere lo potesse impedire, si
ritrovò sbalzato oltre una linea immaginaria, ma ben marcata.
Lì, si voltò, gli occhi neri e fuori dalle
orbite, già pronto a scattare per riconquistare terreno e,
soprattutto, sicurezza di sopravvivere.
Un ululato, così vicino da sembrare sopra di lui,
squarciò l'aria.
Bhé, effettivamente era sopra di lui,
quell'enorme
lupo rossiccio. E sembrava pure abbastanza allegro, non per dire
ghignante.
Poco più avanti, i due vampiri, contemplarono la scena
estasiati, scommettendo a vicenda quando avrebbe potuto resistere il
loro caro fratellino perfettino.
Il giorno dopo scoprirono che un vampiro poteva fare tante cose di cui
non ne erano a conoscenza.
Poteva provare dolore. Infatti, Edward, non riuscì a
sedersi, tanto meno a suonare, per più di un mese, tante le
volte in cui lo avevano morso.
Potevano perfino avere una gamba fasciata e ingessata. Edward si era
ritrovato incatenato in camera sua, in un letto di emergenza, con una
gamba all'aria.
«Oh, assomiglia a quel grazioso gatto a macchie
nere» squittì Alice allegra, mentre passava
davanti alla stanza con Rosalie.
«Silvestro,
Alice, Silvestro» spiegava lei,
saccente.
Sentendole, Edward, iniziava a fumare come una ciminiera, imprecando e
maledicendo.
E quando i due fratelli -oh, colpevoli quanto Giuda!- andarono a fargli
visita furono costretti a scappare via. Tanta era la furia con cui
agitava una stampella di titanio, cercando di colpirli e tanti erano i
libri che lanciò dietro loro.
«Ho vinto» esultò una volta al sicuro
Emmett, rintanato dentro lo sgabbuzzino. Sì, la paura di
essere raggiunti da un vampiro semi movente, con isterismi paragonabili
ad una donna in meno pausa, era piuttosto presente.
«Tsè, sei stato fortunato»
«Te l'avevo detto che sarebbe uscito di testa»
ridacchiò, prendendo i cento dollari e infilandoli in tasca.
Ci fu silenzio, si guardarono un attimo e poi sorrisero, complici.
«Che facciamo domani?»
«Quello che facciamo tutti i giorni, Em: cercare di far
impazzire Edward!»
Angolo Autrice:
oggi mi sento depressa, molto e tanto, perciò la storia non
mi soddisfa. Proabilmente non fa né ridere né
altro, magari è solo squallida.
Ma, se così fosse, fate finta di niente e consideratela solo
l'ennesimo tentativo di una persona di tirarsi su il morale.
La noia ti affligge? I compiti non lasciano spazio all'immaginazione?
Vuoi qualcuno da stuzzicare, da amare, da odiare tutto insieme?
Vuoi torturare psicologicamente Edward Cullen, il Gary Stu di Twilight?
Oh, ma cara!, ecco la risposta! Unisciti anche tu al Fanfiction
Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 },
nell'iniziativa «Oh,
Mr Cullen, are you still here?», e facci vedere
quanto sei sadica nel tormentare i nervi del bel vampiro.
Nota inutile: ♥ partecipate ♥
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