Sproloqui:
bhé, una fanfiction dedicata a Sammy, per il suo compleanno.
Le note sulle quali è scritta è Comfortably
Numb dei Pink Floyd. Non l'ho messa tutta, ne ho preso solo
un pezzo =)
Uhm, questo è una sorta di sogno onirico; dove ho cercato di
mettere dei riferimenti che spero si siano capiti. Uhn, Horatium,
citato alla fine, è il gatto ideale che ho sempre immaginato
posseduto da Didyme (per chi ha letto Marcus Non Ama lo
ritroverà :] ). Ehm, credo sia tutto. Buona lettura.
Comfortably
Numb
Hello,
Salve,
Is
there anybody in there?
C'è
qualcuno qui?
Just
nod if you can hear me
Annuisci
soltanto se mi senti.
Is
there anyone at home?
C'è
qualcuno a casa?
C'era solo una bocca, piena e violacea. Una bocca secca, che respirava
piano.
Intorno il nulla; solo, semplice nulla.
Si guardò intorno, agitato, ma la nebbia lo avvolgeva, lo
soffocava e in un attimo si ritrovò in ginocchio, ansante.
Morto?
«C'è qualcuno?» sospirò,
flebile, insentibile,
invisibile.
La risposta non ci fu e Marcus, come sempre, si sentì morire.
Forse, allora, era veramente morto.
«C'è qualcuno?» ripeté, voce
sfuocata in quella distesa di nulla.
«C'è qualcuno!?» gridò, un
urlo portato avanti dalla disperazione.
«C'è qualcuno... c'è qualcuno...
c'è qualcuno...»
Quando si parla troppo, Marcus, si scompare, questo lo sai?
Come on
now
Su, ora
I
hear you're feeling down
Ti sento
smorto
I
can ease your pain
Posso
eliminare il tuo dolore
And
get you on your feet again
E
rimetterti sui tuoi piedi di nuovo
Barcollante si alzò e si guardò intorno: distesa
di nuda terra, priva di alberi, priva di gioia, di vita.
Arida.
Percorse qualche passo, tremante e insicuro; le gambe deboli, le
braccia smorte sui suoi fianchi.
Un relitto, un relitto che, per le troppe tempeste che lo hanno scosso
negli anni, non prova più dolore.
«Fratello!» il sorriso adorabile e perfetto di Aro
gli comparve davanti. Un solo sorriso. Non un corpo, non una persona.
Un sorriso; fin troppo allegro.
Mosse le mani in avanti, per aggrapparsi ad un ipotetico corpo fatto di
niente, ma, questo niente, non lo sostenne e di nuovo, come prima, si
ritrovò a terra.
«Fratello!» di nuovo, di nuovo, di nuovo!
Esasperante, sfibrante.
«C'è qualcuno?» chiese nuovamente
Marcus, come ignorando quel saluto. Superandolo gattonando via,
lanciandosi indietro un'occhiata allarmata.
In piedi,
diceva, in piedi ti
rimetterò!
E come?
Con uno sgambetto?
Relax
Rilassati
I'll
need some information first
Ho bisogno
di qualche informazione, prima.
Just
the basic facts
Solo i
fatti basilari
Can
you show me where it hurts
Puoi
mostrarmi dove ti fa male?
La foschia ritornava e la terra era sempre più secca,
più spaccata. In questo sogno onirico, fatto di
irrealtà dolorose, Marcus non sapeva più cosa
fare.
Un vento freddo iniziò a spirare e lui, improvvisamente,
come secoli prima, rabbrividì.
La notte, quella notte, lo investì. Il suo sguardo vacuo,
proprio come allora, cercava nella nebbia senza sosta; bramante,
necessitante di qualcosa, di quel qualcuno che avrebbe potuto
risollevarlo.
Ma c'era solo il nulla, e punge così tanto.
«Marcus!» tuonò la voce cavernosa di
Caius.
Si voltò di colpo, spaventato, ma, in qualche strano modo,
grato a quella voce burbera.
«Marcus!» richiamò.
Ma, di nuovo, il niente.
Come un pazzo continuò a girare su se stesso, cercando
inutilmente una voce amica.
Alla fine cadde e sanguinò
Impallidì e sanguinò.
There is
no pain, you are receding
Non
c'è dolore, tu stai scomparendo
A
distant ship's smoke on the horizon
Solo lo
sbuffo di fumo di una nave all'orizzonte
You
are only coming through in waves
Stai solo
andando tra le onde
Your
lips move, but I can't hear what you're saying
Le tue
labbra si muovono, ma non riesco a sentire cosa tu stai dicendo
«Aiuto...» sospirò, mentre arrancava tra
le spaccature del terreno.
«Aiuto ...» ripeté, aggrappandosi ad un
albero secco e rachitico, più legna da ardere che mostra di
natura e bellezza.
«Aiuto... » singhiozzò infine,
lasciandosi scivolare seduto, con la testa e la schiena poggiate al
tronco.
Si punse. Una minuscola scheggia si insinuò sotto la pelle
del suo indice e una goccia di sangue scese.
Eppure, seppur uomo, di nuovo, non provò dolore.
Continuò a fissare le sue mani, con curiosità
mista al terrore, e si accorse che, qualcosa, stava sparendo.
Non sentiva più niente.
Insensibile, finalmente.
I have
become comfortably numb
Sono
diventato comodamente insensibile
Un miagolio leggero, un fruscio di foglie morte.
Alzò la testa e provò fastidio nel constatare che
il sole brillava; ma lui, lui, Marcus, non brillava.
La sua pelle era ferma, non luccicava, non viveva sotto i raggi del
sole.
Stupito, si alzò, cercando attento, con i sensi
improvvisamente più umili, quel gatto che si aggirava sopra
di lui.
Notando un'enorme coda rossa esclamò:
«Horatium!» e allungandosi verso i rami
cercò di prenderlo.
Questo, all'improvviso, iniziò a miagolare, straziato.
Marcus si ritrasse, spaventato, allarmato: si guardò
intorno, cercando qualcosa che potesse provocare l'isteria del felino.
Ma, come al solito, niente.
Guardò in alto, e si accorse che il miagolio si era
trasformato in una risata e la dolce Didyme lo fissava.
Scese, come volando, dalle fronde e lo fissò, sorridendo
angelica.
«Didyme» sussurrò, sfiorandole il volto
disteso.
La pelle olivastra di lei era liscia, morbida, come la prima volta che
l'aveva accarezzata.
La mano dai palmi rovinati e le piccole dita affusolate raggiunse la
guancia di lui.
Chiuse gli occhi, trepidante.
Finalmente, si disse, di nuovo!
Aspettava quella carezza da secoli, millenni.
Sapeva di sicuro che, con quella, questo maledetto sogno si sarebbe
acquietato, nascosto nel buio, cacciato via da così tanta
gioia.
Aspettò.
E aspettò.
E aspettò.
Ma niente. Aprì gli occhi, respirando velocemente, agitato.
Di nuovo, il nulla.
Insensibile, dannatamente insensibile.
I have
become comfortably numb
Marcus boccheggiò, spalancando gli occhi. Guardò
il soffitto della stanza, dei cassettoni di legno scuro, soffocante, e
cercò di respirare regolarmente.
Spostò la testa e incontrò lo sguardo stranito di
Alec.
Avrebbe dovuto smetterla, si ripeté in testa, massaggiandosi
le tempie, sfinito.
«Puoi andare» disse atono.
La voglia di scappare dalla realtà attraverso quel ragazzino
era troppa per essere contenuta: nonostante ogni volta ritornasse da
quei sogni onirici martoriato dai ricordi.
«Signore...» iniziò, insicuro, ma
l'occhiata rapida e gelida dell'altro lo liquidò.
Marcus sospirò, affondando il viso nei palmi delle mani.
Doveva solo diventare insensibile, si ripeté in testa;
bastava solo quello: scomparire.
Diventare comodamente
insensibile.
Eppure era
così difficile.
Angolo Autrice:
Ta daaaaaaan! Auguri scemotta amorosa; mia MarcusaH adorata; mia
compagna di sclero; mia ... mia... oh! Ti voglio bene ♥
Come
ti ho detto, auguri, aguri per i tuoi sedici anni. Spero ti sia
piaciuta, questa bellissima (?) song fic. Scritta solo per te
♥
finito.
Là.
Notizia inutile: oggi è compleanno di quella scema di Sammy
cullen ♥
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