>L'albaDiUnNuovoGiorno
Edward Meson avanzava indifferente nel bosco, che
circondava la tenuta. Il sole era alto nel cielo, splendente.
Si aggiustò il colletto del sua camicia, indossò
la giacca color avorio, si passò una mano fra i capelli.
Respirò, un respiro profondo, come per ricomporsi. Sorrise,
se sua madre, avesse saputo cosa aveva fatto fino a cinque minuti
prima, come minimo sarebbe svenuta. Un suono leggero gli
uscì dalla bocca. L'avrebbe guardato con gli occhi sbarrati,
poi si sarebbe portata una mano sulla fronte ed infine, dopo aver dato
un forte strillo, per assicurarsi di essere sentita, in modo teatrale,
in modo molto teatrla, si sarebbe lasciata cadere. Naturalmente dopo
essersi assicurata che dietro di lei ci fosse stato qualche buon uomo
della servitù, armato di tanto coraggio, che l'avrebbe
afferrata. Era furba sua madre, glielo doveva concedere,in
questo gli somigliava. Suo padre era troppo un buon uomo, per
essere considerato furbo, ma sua madre....sua madre era la persona piu
furba che avesse mai conosciuto.
Sorrise di nuovo, poi guardò il muro di cinta, che
circondava la villa. Battè le mani, in modo pensieroso, poi
afferrò un ceppo d'albero che il taglialengna usava come
base, lo sposto con fatica sotto il muro, con un balzo leggero, vi
salì sopra, spiò nel grande giardino. Era in atto
una festa. C'era tutta la servitù, tirata a lucido che
girava nel giardino, con vassoi, sedie, Bicchieri e bottiglie del vino
pregiato che sua madre aveva fatto arrivare dall'Italia.
Osservò ancora, come in cerca di qualcuno, ma ciò
che riusciva a vedere erano solo donne, ragazze signore, tutte
agghindate, armate chi di ombrellini parasole, chi di ventagli decorati
a mano. Osservò i vestiti. La moda parigina era arrivata
anche a Londra. Non riusciva a vedere molti uomini, poi
capì, probabilmente a loro, della moda parigina, propio non
gliene fregava granchè. Era sicuro che fossero tutti chiusi
nel grande salone a giocare a poker, dove li aveva portati suo padre,
rubando le chiavi della sala a sua madre. Alzò un
sopraciglio. A furia di stare con lo zoppo si impara a zoppicare!
Decise che era arrivato il momento di entrare, sua madre di sicuro era
già da tanto che si era accorta della sua assenza,
così per evitarle un altro svenimento in pubblico, si
assicurò di non essere osservato da nessuno, poi con un
balzo agile, saltò sul muro e atterrò sull'erba.
Si trovò letteralmente col sedere per terra. Alzò
un sopraciglio, poi si tirò su, massagiandosi il didietro,
poi si strofinò le mani, per pulirle, scorse sua madre fra
le tante donne, così si girò dinuvo, col corpo
rivolto al muro.
-"Edward carissimo! Che piacere vederti!" Un uomo panciuto, dall'aria
un po sbronza si avvicinò ad Edward. Gli posò un braccio
sulla spalla, nell'altra stringeva un calice trasparente, ormai mezzo
vuoto. Lo agitò in aria indicando un punto inesatto del muro.
-"Osservi anche tu gli unicorni figliolo?" Edward alzò un
sopraciglio. Era abituato alle sbronze del signor Salivan, ma ogni
volta era sempre piu sconvolgente! Vedeva gli unicorni!
-"Oh...Gli...Unicorni? Si certo" Edward annui, come se si stesse
parlando di un affare di stato importantissimo -"Trovo che siano
terribimlente affascinanti..." Si sottrasse dalla stretta dell'uomo, si
girò in cerca di qualcuno, poi un ragazzo gli si
avvicinò, anch'egli stringeva nella mano un bicchiere di buon
vino. Edward non si accorse della sua presenza, il ragazzo si
appogiò sulla sua spalla.
-"Edward Mesen dove diamine eri finito?" Edward sobbalzò. Si girò ad osservare il ragazzo.
-"Emmett sei impazzito!! Si avvicinò al viso del ragazzo, il suo fu solo un sussurro.
-"Ehi ragazzi non mi escludete...so essere anche io giovane sapete...."
Il signor Salivan intervenì dinuvo nella conversazione. Edward
lo osservò
-"Ehm...si si certo lei continui ad osservare gli unicorni eh..." Si
allontanarono in modo circospetto dall'uomo cercando di raggiungere il
grande gazebo.
-"Si può sapere perchè ogni volta io ci impiego meno di
dieci minuti per arrivare dal porto a qui e tu piu di un ora?" La voce
di Emmet ridotta ad un sussurro mentre schivavano i gonnelloni delle
donne.
-"Em ho fatto un giro per il bosco...e poi se arrivassimo insieme la
mamma si potrebbe insospettire lo sai...in fondo tu abita a circa cento
chilomentri da qui...." Emmett ridacchiò.
-"Si certo...la mamma, la mamma...ehi cugino hai dicessette
anni...stacca questo cordone ombelicale una volta per tutte...Prima o
poi verrà a sapere che siamo una specie di pirati no??" Edward
gli tirò una gomitata diritta nello stomaco
-"Sei impazzito? Stai zitto! E poi non siamo p.i.r.a.t.i."
Scandì l'ultima parola per bene, cercando di imitare la voce del
cugino al suo fianco, avevano quasi raggiunto il gazebo bianco, quando
una voce stoppò Edward.
-"Edward Edward...puoi venire qui un attimo per favore!" Quella frase
non arrivò come una domanda ma bensì come un ordine. Era
una voce stridula, che infastidiva. Edward fisso Emmett negli occhi,
poi sospirò fece dietrofront
-"Attento Edward Mesen...siamo nell'settecento...la pirateria è
punibile con la legge di morte" Emmet lo osservò poi fece un
gesto con la mano, portandosela vicino al capo, in segno di saluto, a
chi va sul patibolo, Edward lo fissò.
-"Divertente" E veloce avanzò nel centro del giardino.
Spazio autrice:
Okey lo so è una pazzia...forse anche una mezza
cavolata....uhm...il fatto è che l'altra sera in tv hanno dato i
pirati dei Caraibi...ed oltre a sbavare quando jack sparrow illuminava
il mio televisore, ho pensato e se anche il mio Eddy fosse stato un
pirata???
Insomma non lo lasciamo propio in pace....vampiro pirata...
Ok...se l'idea vi fa pena ditelo così io non pubblico il resto ma se vi piace....beh....portremo conoscere anche...
-"Finalmente la conosciamo...Edward Mesen"
-"Ehm...scusi se la interrompo ma è Capitan...capito? Capitan...Edward Masen...suona meglio..."
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