C'erano delle volte,
poche per la verità, in cui James proprio non riusciva a capire
quanto Lily avesse bisogno di lui.
Volte in cui James si
dedicava al Quidditch come se al mondo non ci fosse nulla di più
importante.
Volte in cui i suoi amici
e i loro scherzi lo facevano cadere nell'eterno dilemma: meglio
Caposcuola o Malandrino?
Volte in cui,
semplicemente, James aveva voglia di starsene per gli affari suoi.
E Lily lo sapeva.
Sapeva che ogni volta
c'era una motivazione più che ragionevole a spiegare l'assenza di
James.
Sì, erano motivazioni
più che ragionevoli, quelle che lo portavano lontano.
Ma, nonostante Lily ci
provasse con tutta se stessa, non riusciva a non pensare a quanto
desiderasse che James fosse al suo fianco, pronto a portarla via dai
suoi pensieri sempre troppo tormentati.
Quelle volte Lily finiva
sempre col definirsi un'egoista, consapevole che James ce la mettesse
sempre tutta per essere presente. E se, qualche volta, non ci
riusciva non era certo per cattiva volontà.
Quelle volte a Lily
venivano in mente tutti i momenti in cui James aveva mostrato e
dimostrato quanto lei fosse importante per lui, quanto la ritenesse
speciale, quanto fosse felice che Lily fosse capitata nella sua vita.
Quelle volte Lily
osservava sempre quel buffo paradosso, che per certi versi, stava
diventando la sua certezza: non importava quanto a volte lei fosse
orribile, quanti sbagli lei commettesse.
James era lì. Lì per
lei e non se ne sarebbe mai andato.
James era lì. Lì per
lei.
Non è assolutamente
niente. Non è collocata in nessun particolare momento. E'
semplicemente una piccola riflessione di Lily fatta in terza persona.
Spero che vi sia piaciuta.
|