Non
te ne andare...
Il cielo era pieno di nuvoloni grigi.
La pioggia cominciò a
cadere sempre più fitta, rallentando i
suoi passi.
Doveva fare più veloce.
Lei lo stava aspettando.
Lui le aveva promesso che sarebbe
tornato.
Era ferito, ma non gli importava.
Giunse là dove
l’aveva lasciata.
Tutto perse ancora più
valore quando a terra, in mezzo ad
altri corpi esanimi ne vide uno con una lunga coda bionda.
La pioggia non lo bagnava.
Il freddo non lo scalfiva.
La terra su cui camminava non
esisteva.
Era sordo ai fulmini.
C’erano solo lei a terra e
lui in piedi, a un metro di ditanza.
Tutto intorno il nulla.
“no..”
mormorò lui.
Poi un sussulto, un colpo di tosse.
“Shika
…” fu il lamento flebile della figurina viola
stesa
di fronte a lui.
Il ragazzo si chinò e la
prese tra le braccia
“Shhh.. sono qui,
andrà tutto bene” tentò di rassicurare
più
sé stesso che lei.
Poi un ultimo sorriso
illuminò il volto della kunoichi,
meravigliosa anche nell’ultimo respiro,
prima che la vita abbandonasse i suoi
occhi grandi e limpidi, rendendoli opachi e spenti.
“Ino, no.. no ..
no..” la scrollò lentamente
“Ino non mi
lasciare, Ino, no.. no,no,no,no!” l’ultima
negazione si trasformò in un urlo interminabile
diretto al cielo,
mentre gocce di pioggia si mescolavano a calde lacrime
d’amore
e frustrazione.
Il dolore invase il suo animo, la
rabbia il suo cuore, prima
che un altro urlo scalfisse il cielo piangente.
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Shikamaru sobbalzò
svegliato dalle sue stesse grida, mettendosi
a sedere di scatto.
Si guardò intorno, il
lenzuolo in mano e Choji accanto che
lo guardava preoccupato.
Era
solo un sogno,
uno stupidissimo e realistico sogno.
“Shika, stai
bene?” domandò ansioso l’amico.
“era solo un incubo Cho,
non preoccuparti” rispose quello “vado
a prendere una boccata d’aria”
“Shika..” lo
fermò l’amico “cosa c’entrava
Ino nel tuo
incubo?”
“ho parlato nel
sonno?” domandò a sua volta il Nara
“amico, eri invasato, e non
è la prima volta di recente”
affermò preoccupato l’Akimichi
“si ma … sono
solo incubi, stai tranquillo” ribadì lui
“Siamo in guerra
Shika” fece una pausa “dovresti
dirglielo”
consigliò serio l’amico.
“lo so Choji, lo
so” ammise rassegnato Shikamaru, che uscì
dalla tenda.
Il giovane volse lo sguardo alla
sistemazione di lei.
C’era la luce accesa. Si
avvicinò e scostò appena il velo
d’entrata.
“non riesci a
dormire?” domandò sorridendo
Ino sobbalzò “oh
sei tu Shikamaru” disse rilassata “già,
dopo l’attacco dell’altra notte, beh
sai…
preferisco stare all’erta” concluse
guardando verso il basso.
Lui allungò una mano verso
la luce e la spense “dormi”
ordinò
“ma Shika”
ribatté infastidita
“faccio io la
guardia” affermò ritirandosi
all’ingresso del
telo.
Lei lo afferrò per una
mano “no … non te ne andare”
supplicò.
Lui scommise che era diventata rossa
in una maniera
adorabile, ma il buio non gli permetteva di confermarlo.
“va bene”
acconsentì, sdraiandosi accanto a lei.
Dopo qualche istante la bionda gli
avvolse il petto con il
braccio,
girandosi su un fianco e portando i loro corpi più
vicini.
Lui d’istinto
le cinse le spalle con un braccio mentre con l’altra mano
cercò le sue dita.
Ino
le afferrò e le strinse forte, così lui la
accostò ancora di più a sé.
“grazie”
sospirò lei.
“e di cosa?”
domandò lui.
“di essere qui …
di essere tu”
Ci fu un attimo di silenzio.
Poi lui parlò
“Ino non morire”
lei rise e tirò su la
testa, fin’ora appoggiata al suo petto,
per guardarlo.
“ti pare una cosa che posso
decidere Shika?” domandò quasi divertita.
“non ho finito”
la interruppe lui “non morire, prima che io ti
abbia detto che ti amo,
che senza di te morirei e che con te voglio passare il
resto della mia vita” affermò lui guardandola
dritta negli occhi.
La giovane rimase
sbalordita,
pensando che quella fosse la
dichiarazione d’amore più bella che avesse mai
potuto desiderare.
Aspettava da
una vita questo momento.
Lo baciò intensamente. Lui
ricambiò con passione e invertì
le posizioni, portandola sotto di sé.
“non morirò
Shika, ti amo troppo per lasciarti”
Si amarono tutta la notte e prima di
addormentarsi, lui la
cinse stretta a sé.
Quella sera nessun incubo avrebbe disturbato i suoi sogni.
Lei
era lì, accanto a lui, era sua e nulla sarebbe potuto
cambiare.
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