Come
sei bella
“Come
sei bella
Ogni giorno che
passa mi
piaci di più
Soprattutto mi
piace pensare
che tu
come me non ti
senti mai
schiava del tempo e sai essere unica in ogni momento
e
perché nei tuoi occhi
rivedo me stesso e mi sento già libero di ogni complesso
Come sei bella
Vedi come sei..
come sei
bella”
“com’è
melensa!” commentò Shikamaru leggermente schifato.
“
invece è
perfetta!” proclamò Naruto sorridente
“secondo
me
la deve scegliere lui ragazzi, fatelo pensare” disse
saggiamente un Choji
travestito da Buddha
“perché
ti
stai già vestendo Cho?” chiese Shikamaru cercando
di cambiare argomento mentre
il disco riprendeva la sinfonia
“ma
Cho
qualcosa di più audace, tipo “e adesso spogliati,
come sai fare tu …” yeah
quella sì che sarebbe una canzone da dedicare” si
complimentò con se stesso un
Kiba -Vampiro
“Inuzuka
non
si tratta di una delle donnacce che frequenti tu
…” commentò freddamente un
Neji con in mano bende e cartacce
“io
sono
d’accordo con Naruto, è dolce e soprattutto
è lei dai, è la sua descrizione! Se
ha intenzione di provarci sarà sua”
esordì Lee con il pollice alzato.
“non
ci
voglio provare” disse un seccato Shikamaru guardando Lee
“e non ci voglio
andare solo a letto” disse marcando stranamente quel solo
rivolto a Kiba “ è uno
stupido regalo per uno stupido compleanno per una stupida
festa” concluse
drastico prima di alzarsi violentemente facendo cadere la sedia e
cambiare
stanza
“è
proprio
innamorato” commentò Sai, sfogliando le pagine di
un libro dal titolo “come
riconoscere chi mente per amore”, neanche l’avesse
fatto apposta.
“ci
dovrò
pensare io, come al solito” borbottò un irritato
Choji, quel suo diavolo di
amico non gli rendeva mai le cose semplici. Poi esortò gli
altri a finire di
prepararsi, se fossero arrivati in ritardo alla festa che Ino aveva
preparato
li avrebbe decapitati, e forse dopo li avrebbe anche cucinati.
Era
sempre
così, ogni anno lei faceva della notte tra il 22 e il 23
settembre un evento da
non perdere.
E
certo Shikamaru
odiava le feste.
Tanto più che non
poteva dileguarsi da questa perché era la data del suo
compleanno, che inoltre per
sua sfortuna era vicina di casa con quella della compagna di team.
Eh
il
destino, come direbbe Neji, gli aveva giocato proprio una bella burla
non c’è
che dire e sicuramente ogni anno ne approfittava per farsi qualche
risata
vedendolo annaspare tra fiumi di alcool e musica troppo alta. Ma il
dettaglio
più grave e non trascurabile stava nel fatto che ogni anno
doveva farle un
regalo. Già perché se teneva alla sua vita quello
era il minimo indispensabile.
E
ogni anno,
in quel giorno, il suo quoziente intellettivo scendeva drasticamente a
-183,
decidendo di non collaborare e impedendogli di mettere insieme
qualsiasi idea.
Shikamaru
ormai si convinse che sicuramente andava a ridere di lui insieme al
destino.
Che
due
bastardi.
Per
fortuna
c’era Choji.
Quest’anno
però ci aveva voluto pensare lui, per rifarsi del destino
ovviamente e
dimostrare al suo QI che poteva cavarsela dal solo, ed era arrivato
anche ad
una bella conclusione: voleva dedicarle una canzone e concederle un
ballo,
visto che tanto ce lo avrebbe trascinato comunque.
Peccato
non ne
avesse ancora scelta una.
E
la
situazione cominciava a farsi tragica visto che la festa,
quest’anno in
maschera, sarebbe iniziata tra due ore, e sulla puntualità
lei era stata
categorica.
“esigo,
Shikamaru Nara che tu ti presenti puntuale, vestito e in tiro per
accogliere i
nostri amici, chiaro?”
Un
ricordo
adorabile che si impossessò della sua colonna vertebrale,
scuotendola in un
breve brivido di puro terrore.
Tornato
in
camera di Choji fu felice di non trovarvi nessuno.
Guardò
il
suo vestito da principe.
Stava
per
venirgli da piangere.
Poi
schiacciò play sul lettore dell’amico in cerca di
un ispirazione.
Perché
a te non importa di
avere difetti
ma ti piaci lo
stesso e
anche per questo sei bella
Come sei bella
Vero,
pensò
Shikamaru, riuscirebbe ad essere bella anche con il naso rotto.
Commentò
mentalmente d’istinto.
La
situazione si faceva interessante.
Mandò un
po’ indietro il brano e si concentrò
sui suoni guardando su un punto fisso sul pavimento.
E la luce
sottile del sole
al mattino rovistando con ordine nel tuo casino
Quando fissi il
tuo viso
riflesso allo specchio
E ti passi col
dito sulle
labbra il rossetto
“Eh
la
solita vanitosa … anche questo ci piglia
…” ammise, poi pensò a camera sua, che
era un gran casino in effetti. Ricordò che le poche volte
che ci era entrato
gli sembrò che ci fosse passato un tornado e istintivamente
rise immaginandosi
la faccia dell’amica se mai avesse trovato il coraggio di
farglielo notare.
E mi piace guardarti che non te ne accorgi
E spostare lo
sguardo se poi
tu mi guardi
Per non farti
cadere nella
timidezza
Quello strano
timore di non
essere bella
Il sorriso
rubato alla notte
vedi come sei
Mentre muovi le
mani
distratte vedi come sei bella
Di
certo non era timida, però si
ricordò
che le volte in cui si soffermava a osservarla, cercando di non farsi
scoprire,
era molto più bella di quando sapeva di essere guardata. E
di questo ne era
sicuro perché ultimamente la guardava spesso. Le volte che
lo aveva beccato invece
era arrossita.
Il
suo
sorriso poteva fare concorrenza alla luna, anche su questo avrebbe
scommesso.
E
la
naturalezza di quando si arrabbiava, con lui ovviamente, stava proprio
nel
muovere le mani in gesti strani e rapidi, mentre le guance le si
imporporavano
di rosso e il ciuffo biondo le si parava davanti a un occhio, cadendo
dalla sua
posa e rendendola semplicemente adorabile.
Ad
un tratto
sorrise di nuovo.
Si
rese
conto che in effetti era per questo che la faceva arrabbiare di
continuo.
Perché segui
l’istinto più
della ragione
“Ah
beh
ovvio, lei è istinto puro, a me tocca fare anche da ragione
per lei, ma ovviamente
non mi ascolta mai” pensò scuotendo la testa
perché
sai perdonare ogni
mia distrazione
“su
questo …
dipende dalle circostanze … anzi
… facciamo
quasi mai” rifletté
perché
sei naturale anche se
stai tra la gente
e non ti lasci confondere
dalle apparenze
“più
naturale di lei.. sarebbe capace di farmi una scenata in mezzo alla
strada senza
fregarsene minimamente di chi le sta intorno.. anche se a volte si fida
un po’
troppo dell’esteriorità”
pensò, assumendo inconsciamente l’espressione che
lanciava ai ragazzi che si avvicinavano a lei quando passeggiavano
insieme per
Konoha.
anche quando la
vita ti
rende insicura
Anche quando nel
cuore c’è
un po’ di paura
Anche quando ti
perdi nella
tua incertezza
Nella dolce
amarezza
Vedi come sei
bella
Nella
mente
del Nara passarono una serie di immagini.
Quando
era
convinta di essere un peso per la squadra,
di
non avere
abilità mediche particolari come quelle di Sakura,
quando
aveva
deciso di non amare più Sasuke,
quando
era morto
il loro maestro..
Si
era
sempre rivolta a lui, e nonostante le lacrime e il volto intristito gli
era
comunque sembrata bellissima.
D’improvviso
una consapevolezza lo fulminò.
Il
moro si
rese conto che quella canzone così perfetta, che ormai aveva
deciso di
dedicarle alla festa, non era altro che una canzone d’amore.
Il
che
implicava che doveva ammettere di essersi innamorato di Ino Yamanaka.
Anzi, di amarla da sempre.
“Mendokuse!”
sospirò.
Poi
si
lasciò cadere all’indietro sul letto, buttandosi
una mano in faccia, prima di
sorridere da solo come un cretino: adesso si
che il destino si sarebbe divertito.
Si
vestì e
infilò il disco nello zainetto di Choji.
Poi
un’altra
illuminazione.
Lui
sapeva
che avrebbe scelto quella canzone.
Perché
Choji
sapeva che lui era innamorato di lei.
Il
suo amico
si che era decisamente un grande lettore dell’animo umano.
Ed
era anche
un gran bastardo.
Shikamaru
precedette i ragazzi alla festa, come la sua seccatura aveva comandato.
Era
semplicemente ridicolo.
Lei
aveva
insistito affinché lui fosse puntuale.
Lei
lo aveva
minacciato di morte certa.
Lui,
nel
timore di qualche ritorsione, l’aveva accontentata.
E
ora LEI
era in ritardo.
Doveva
aspettarselo, in fondo perché sorprendersi, era o non era la
seccatura più
grande della sua esistenza?
Shikamaru
decise di entrare dalla porta sul retro, l’avrebbe aspettata
seduto e comodo
perlomeno.
Non
appena
accese le luci della sala si alzò un urlo dal suono
inconfondibile.
“sorpresa!!!”
gridarono all’unisono i suoi amici travestiti.
Bastardi.
Questo
non
se lo aspettava.
Anche
se
avrebbe messo la mano sul fuoco che l’idea era stata
sicuramente di Ino.
“ehm..
grazie..” farfugliò imbarazzato grattandosi la
nuca. Poi la cercò con lo
sguardo mentre qualcuno gli faceva i complimenti per l’abito
da principe.
Niente, possibile non fosse ancora arrivata? Si spostò verso
il buffet certo di
trovarci Choji e si sedette con lui ad un tavolino.
Intanto
al
piano di sopra dell’edificio …
“ma
sei
sicura fronte spaziosa?!” domandò
Ino
riguardandosi per la centesima volta allo specchio
“si
maial-Ino sei bellissima” rispose lei esasperata. Era dal
pomeriggio che la
teneva li per farsi dire in continuazione come stesse bene con ogni
singolo
abito che provava.
“la
principessa allora?” domandò “sicura che
l’angelo non fosse meglio?”
Sakura
prese
l’amica per le spalle. Per un attimo la bionda
pensò che gliele avrebbe
staccate.
“Ino
Yamanaka. Mettiti in testa che cadrà ai tuoi piedi comunque,
chiunque esso sia,
in qualsiasi momento tu voglia. Ora porta giù il tuo regale
fondoschiena e non
osare formulare obiezioni” disse la rosa, facendola girare e
spingendola fuori
dalla porta. Era stata tollerante perché era il suo
compleanno in effetti, ma
un altro secondo nella stessa camera con lei o un altro parere su due
paia di
scarpe perfettamente identiche e l’avrebbe uccisa, parola di
Sakura Haruno.
Di
sotto
imperversavano i festeggiamenti. Kiba ci provava con ogni essere
vivente,
femminile, già completamente ubriaco, assaggiando colli e
spiando nei decolté
delle fanciulle con la scusa di essere un vampiro. Rock Lee ballava su
un
tavolo con le cannucce nel naso, travestito da foglia gigante, mentre
Naruto lo
inneggiava da terra, piegato in due dalle risate, travestito da
scodella di
ramen. Choji - Buddha mangiava allegramente le deliziose vivande
offerte dai
festeggiati, mentre il bel principe cercava di intrattenere una
conversazione
con la mummia Hyuga e uno Shino nelle vesti di dio greco, con la tunica
e i
sandali, gli unici due sobri della serata.
“divertente” proclamò lo
Hyuga, inutile dire che Shikamaru
non ebbe mai la certezza se quella fosse stata una affermazione ironica
o
seria. Solo Tenten probabilmente l’avrebbe capito.
“come
al
solito” incise l’Aburame, facendo rabbrividire
Shikamaru.
“ragazzi
arrivo subito” disse il moro allontanandosi velocemente prima
di morire
ibernato.
Neanche
a
lui piacevano le feste ma qualche lato positivo lo riusciva a trovare.
Tipo
guardare Naruto e Rock Lee che finivano sempre a ballare insieme.
No.
Ripensandoci neanche lui vi trovava dei lati positivi.
Ad
un certo
punto un Choji improvvisatasi dj e tecnico delle luci puntò
un occhio di bue
sulla scalinata, facendo risuonare una musica più dolce.
La
bella
bionda era in cima e si preparava a fare il suo ingresso.
Tutti
ne
rimasero estasiati.
Il
vestito
era lungo e bianco, largo in fondo e con il corpetto che le fasciava il
busto,
lasciandole le spalle libere, mentre i capelli erano un po’
alzati e un po’
lasciati cadere, a boccoli vaporosi.
Shikamaru
pensò che sarebbe potuto morire di infarto lì
dove si trovava.
Poi
cercò di
ridarsi un contegno, visto che sentì diversi occhi posarsi
su di lui.
All’iniziò
non capì, poi un animalesco urlo di
un Kiba esageratamente ubriaco gli rese tutto più chiaro
“ehi
prinscipesca
dov’è il tuo prinscipe azurro!? ..
o
sceleste … non mi ricordo … e aveva un cavallo
biancooo! Lo era bianco? Si il
cavallo era bianco.. hihihi.. un cavallo bianco o un gatto nero.. e lo
voleva
bianco.. no i gatti non mi piasciono” e cominciò a
ridere senza motivo per poi
bloccarsi di colpo per l’indignazione verso i gatti.
“andiamo
va,
Inuzuka” lo prese sotto braccio uno Shino che aspettava da
ore il momento
giusto per defilarsi.
“
ma io lo
volevo nero, il gatttto, tu me lo hai dato biaaancoo.. e non guardarmi
coshi
io, non shono ubriaco” affermò crucciato per lo
sguardo scettico in risposta
dell’amico “si e io con te non ci gioco
più, cammina dai” lo rimproverò Shino.
Durante
il
piccolo teatrino la principessa aveva raggiunto la base della gradinata
e
Shikamaru se la ritrovò davanti in tutto il suo splendore.
Poi partì una
musica, non una qualsiasi, quella che aveva scelto, e lui
benedì mentalmente
Choji per aver trovato il momento giusto.
“volete
farmi l’onore di questo ballo?” si
sforzò lui, promettendo a sé stesso che
più
tardi avrebbe vomitato.
La
giovane
rimase sorpresa e imbarazzata.
“certo,
mio
principe” disse facendogli l’occhiolino divertita.
Altro
dettaglio che Shika aveva trascurato.
Era
un
lento.
Lei avrebbe dovuto
abbracciarlo e lui avrebbe
dovuto ricambiare la stretta.
Fece
un
respiro profondo e in pochi secondi le sue braccia le cingevano la
schiena
mentre le mani di lei si intrecciavano al suo collo, prima di
cominciare a
dondolare sul posto.
Solo
le loro
teste rovinavano il quadretto.
Una
guardava
in alto imbarazzata l’altra a terra, visibilmente paonazza e
in forte contrasto
con l’abito chiaro.
Poi
lui
abbassò il viso, rimase inebriato dal profumo di quella
testolina bionda e sospirò.
“come
sei
bella stasera …”
Lei
sussultò
e alzò il volto incredula.
Quello
non
era Shikamaru Nara. Poi si riprese.
“…
seccatura, questo e il mio regalo, ascoltala …”
disse, mentre il viso aumentava
la gradazione di rosso.
Ripensandoci
forse lo era, si corresse la bionda.
Lei
appoggiò
la testa al suo petto e ascoltò le parole della canzone.
Sembrava una dichiarazione.
Anzi
no
sicuramente era una dichiarazione.
No,
no una
incantevole dichiarazione.
Nonché
un
favoloso regalo.
“grazie”
fece lei alzando il volto, incontrando gli occhi di lui, le labbra a
pochi
centimetri, i respiri che si intrecciavano.
Poi
il moro senza
interrompere lo sguardo e senza smettere di dondolare, accompagnato
dalle
ultime note della canzone, le chiese, inclinando la testa da un lato e
incurvando
un angolo della bocca in maniera assolutamente sexy
“e
il mio
regalo?”
lei
non
riusciva a distogliere lo sguardo da quelle labbra, e istintivamente
increspò
le sue.
“perché
non
lo vieni a prendere?” gli rispose maliziosamente, mentre
alzava gli occhi
azzurri a sfidare i suoi castani.
Lui
si
affrettò ad estinguere la distanza fra loro in un bacio che
di principesco e
innocente aveva molto poco, mentre con una mano dietro alla schiena
della
bionda faceva un gesto parecchio poco carino, al Choji che sorrideva
alla
console, per niente offeso: lo aveva detto che come al solito avrebbe
dovuto
fare tutto lui.
note:
ultimamente ho dato di meglio ma questa ormai l'avevo scritta,
così la pubblico.
Il termine "bastardi" ci tengo a precisare non vuole essere un insulto
e se darà fastidio lo toglierò solo che ho visto
"bastardi senza gloria di recente" e mi sono lasciata andare ^^
il "grande lettore dell'animo umano" invece proviene da un episodio de
"la vita secndo Jim"
fatemi sapere che ne pensate,
un ringraziamento a chi mette tra i preferiti e mi segue ^^
♥ marti ♥
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