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Prompt 210: "Scusi, c'ero prima io..."
Too Late – 22 Gennaio
Avanza
sinuosamente, aggraziata ancora di più da movenze quasi
infantili,
oppure ingenue, mentre Matt la osserva mantenendo una certe distanza.
Ha appena chiuso la telefonata con Mello e continua a fare
ciò che
gli è stato detto: controllare ogni movimento di Misa Amane.
A
Matt non dispiace più di tanto, finché si tratta
di spiare e
pedinare una ragazza che, così come ha appena ammesso,
attira non
poco la sua attenzione. Ovviamente, se solo tentasse di avvicinarla e
tentare un approccio (molto) ravvicinato, Mello sarebbe capace di
scuoiarlo vivo per aver fatto saltare la copertura.
Ma
a Matt il rischio piace. E' come quando, la sigaretta tra i denti, il
fumo ti scivola dentro e fuori, donandoti quell'istante unico in cui
la tua dipendenza è appagata. Matt è tentato. Le
tentazioni non
portano mai nulla di buono, solo dipendenza.
Ghigna
mentre infila il cellulare tasca e lascia cadere a terra il mozzicone
della sigaretta. Arde un istante, poi resta schiacciata sotto il suo
piede. Così mette un passo dopo l'altro, Matt, dopo aver
estinto la
fiamma della vecchia dipendenza.
Varca
la soglia di quel negozio colmo di ragazzine urlanti per gli sconti
spettacolari, per un mucchio di altre cose che a lui non interessa
affatto sapere, e osa guardarla più da vicino.
E'
una bellezza tutta sua. Strana.
Non
sono solo i capelli biondi tenuti in due codini da bambina, o gli
occhi che osservano ogni vestito ignorando però il
cartellino del
prezzo.
Non
è neanche la scollatura generosa o la mini gonna che le
scopre le
gambe. O almeno, all'inizio lo era, si dice Matt. E non gli dispiace.
C'è
solo qualcosa che lo lascia quasi di stucco e, se non fosse per quel
suo carattere abituato ad ogni sorpresa, a ogni colpo di scena, se ne
resterebbe fermo a guardarla, un'espressione vagamente ebete dipinta
in volto.
Invece
piega le labbra e continua a seguirla senza far notare la sua
presenza. Finge di interessarsi ad un pull-over, ad un paio di jeans
e ad una cintura, mentre Misa cinguetta allegra esasperando il suo
accompagnatore.
Ogni
tanto lui sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
Ma
Matt, in qualche modo, sa che quell'uomo non la sta guardando
davvero. Quando Matt la osserva vede due occhi pieni di una
malinconia che sorge dritta nel cuore, ma che viene subissata quasi
spontaneamente da un'allegria infantile e rumorosa. E ciò
che più
lo costringe a soffermarsi un secondo di troppo sul suo volto
è la
consapevolezza che lei, di starsi lentamente spegnendo, non la
percepisce.
Amaro
e tentatore.
Quasi
non si accorge, Matt, che ormai sono arrivati entrambi alla cassa e
che, stupito da se stesso per essersi distratto anche solo per mezzo
secondo, si è mosso troppo velocemente, scattando in avanti
e
superando la fila.
Sente
un tossicchiare irritato alle spalle mentre si domanda per quale
diavolo di ragione abbia scelto una maglia così orrenda. Poi
una
mano sulla spalla, come un pugno che batte su di una porta.
Non
è lento quel voltarsi, non è neanche
esageratamente intenso lo
sguardo che si scambiano. E' solo uno sguardo qualsiasi.
“Scusi,
c'ero prima io...” dice Misa, irritata. Odia essere superata,
odia
doversene stare zitta mentre stupidi esseri osano passarle avanti.
“Che
sbadato.” replica Matt, accennando un sorriso che,
più che altro,
sa di soddisfazione e sorpresa. Non l'ha fatto di proposito, non le
ha parlato. E' stato solo il caso, solo una fila troppo lunga per
poter tenere bene il conto e uno sguardo triste che dipende da una
felicità esistente solo in un'illusione.
Le
offrirebbe una sigaretta, Matt, ma preferisce chinarsi in avanti e
respirarle quasi sulle labbra, per far sì che l'odore della
nicotina
la colpisca fastidiosamente. Vuole che quello sguardo bugiardo, ma
così terribilmente bello, svanisca.
“Chiedo
scusa.”
Misa
non ha neanche il tempo di finire di tossire, scuotendosi una mano
davanti al viso, che quel ragazzo misterioso svanisce.
Dimentica
persino l'odore del fumo mentre tra le mani sente qualcosa che non le
appartiene: una maglia giallo acceso con un sole viola al centro.
Ricorda solo due occhi coperti da spesse lenti gialle e una strana
sensazione all'altezza del petto, come se avesse già visto
quel
tipo.
Come
se quello sguardo le fosse entrato dentro per restare, e consolarla
nelle notti solitarie.
Alla
fine, ignorando le proteste di chi le sta dietro, poggia sul bancone
tutti i capi che ha deciso di comprare. Anche quella buffa maglia
gialla.
Non
sia mai detto che Misa Amane abbia ripensamenti su qualcosa.
E
mentre lo pensa, qualcosa dentro di lei si rompe e sanguina. Forse,
per quella volta, avrebbe fatto meglio a restarsene indietro. Ma
ormai è troppo tardi.
Per
tutto.
“Non
fumi da un'ora Matt.”
“Ho
finito le sigarette.”
“E
non le hai comprate?”
“L'ho
dimenticato... Che sbadato.”
Sale
l'amarezza e Matt sa bene che per lui non è troppo tardi,
per lui
non c'è semplicemente scelta. Né tardi,
né presto, né in orario.
E' solo fumo che giace sulle labbra di una ragazza. E' solo una
sensazione.
E'
solo il cuore che batte al contrario e tu che ci credi. E' solo quel
muT-muT... E fa ridere. No, non fumerà
per quella notte.
Riderà e basta, per dimenticare, scoprendo di essersi perso
in un
sussurro incomprensibile esalato dalle sue stesse labbra.
Tum-tum.
Il
cuore tornerà a battere normalmente presto, ma a quel punto
non ci
sarà nessuno davanti a lui che gli dirà
“Scusi, c'ero prima
io...”
La
Morte non ha gli occhi ingenui di Misa Amane. Non la sua
morte.
Tum-t...
Però...
quella
maglia gialla era davvero brutta.
Note di Bella:
*brividi di freddo* Quest'inverno
non ho mai avuto così freddo, cavolo. Va be', non
v'importa.
Questa fic è nata
per caso - come sempre XD. Riprende un momento abbastanza banale, forse
sarà stato già trattato da qualcun altro, ma
anch'io ho voluto dare la mia interpretazione. Non avevo mai scritto
una MattMisa. E ora che ci penso... è la mia prima het su
Death Note XDD Wow, qui ci vuole in brindisi o qualcosa, è
un evento EPICO.
Spero vi sia piaciuta
^^
Bella.
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