Discorso con un' amica
Shikamaru tirò un pugno al
muro, sul viso un’espressione
indescrivibile di rabbia e dolore.
Perché dovevano essere
sempre così avventati quei due?!
Maledizione.
Le porte scorrevoli di fronte a lui
che recavano la scritta
–vietato l’accesso ai non autorizzati- e che
fissava da un’ora si aprirono all’improvviso,
rivelando la sagoma di una ragazza dai capelli rosa.
“come sta, cioè,
come stanno?” gli urlò quasi senza
rendersene conto in faccia.
Sakura scosse il capo “non
mi fanno entrare”
“come sarebbe non ti fanno
entrare? Tu sei un ninja medico,
maledizione!” un altro pugno al muro, prima di accasciarsi su
una sedia.
Sakura prese posto accanto a lui
“dicono che sono troppo
coinvolta, sarei d’ostacolo. Senza contare che ho usato molto
chakra per
portarli fino a qui”.
La rosa guardava il pavimento, con un
espressione assente.
Shikamaru stava lontano dalle
finestre e continuava a
fissare quella dannata porta.
D’un tratto un Choji
preoccupatissimo avanzò verso di loro.
“Shika,
cos’è successo?” domandò
terrorizzato all’amico. Non
l’aveva mai visto in quello stato.
“Naruto… e poi
Ino… io… non ho potuto fare niente Cho, ti
rendi conto?! Sono uno stratega, avrei dovuto sapere le caratteristiche
dei
componenti della
mia squadra e invece ho
fatto un casino! ” urlò tirando un calcio a una
poltrona, scardinandola dalle
altre.
“Shikamaru non è
colpa tua, io ero lì con voi e ho le tue stesse
responsabilità.” Dichiarò Sakura
“il fatto che sappiamo quanto siano impulsivi
non toglie che loro due come al solito non pensano prima di fare le
cose”
sorrise amaramente.
“Sakura ha ragione Shika..
non è colpa tua..” fece
l’Akimichi posandogli una mano sulla spalla, poi aggiunse
“ devo partire per
una missione, fammi sapere appena puoi”
Ore 17.15
“erano gravi?”
chiese a bruciapelo il moro, immobile accanto
alla rosa da mezz’ora.
“non erano in pericolo di
vita, sono riuscita ad arginare il
veleno. Naruto sta peggio. Quando si è accorto di Ino ha
provato a proteggerla
e lo hanno colpito con più shuriken avvelenati”
disse tutto d’un fiato la
ragazza dopo aver preso un bel respiro.
Avrebbe dovuto proteggerla lui. Lui
doveva essere in quel
letto d’ospedale, non lei, non Naruto, pensò il
giovane Nara mentre soffocava
per l’ennesima volta le lacrime che avvertiva salirgli agli
occhi. I ninja non
piangevano. Gli uomini non piangevano. Era roba da donne. Sorrise
debolmente.
Se lo avesse sentito Ino gli avrebbe rinfacciato che era il solito
misogino.
Poi guardò Sakura.
Non l’aveva mai vista
così, neanche per la partenza
dell’Uchiha.
Era un uomo ma non era uno stupido.
Si era accorto che lei da qualche
tempo non pronunciava più
il nome dello shinobi e aumentava le attenzioni rivolte a Naruto.
E si era accorto del suo pianto
silenzioso mentre
riportavano l’Uzumaki e Ino al villaggio.
E scommise che anche lui aveva la sua
stessa espressione in
volto.
Ore 18.25
“glielo devi
dire” affermò deciso
“cosa?” chiese
sorpresa la Haruno
“che non ti interessa
più l’Uchiha” profetizzò lui
“ma cosa diavolo stai
dicendo Nara!” si arrabbiò lei, non la
conosceva, come si permetteva di esprimere certi giudizi
“senti sarò un
uomo e un misogino ma non sono idiota. Sono
portato di istinto ad analizzare le situazioni introno a me. Certe cose
fa
piacere saperle. Nemmeno se Naruto avesse più
capacità mentali delle mie
potrebbe arrivare a capirlo senza che tu glielo dica”
articolò lui
Sakura rimase sorpresa. Ma stava
parlando di Naruto o di
lui?
“beh.. io ..”
farfugliò in imbarazzo la kunoichi prima di
riprendersi
“non sono affari
tuoi” ringhiò prima di tirargli un pugno in
testa.
Certo lui lo schivò. Non
era mica Naruto.
Ore 20.00
La tensione nella sala
d’attesa si era alleggerita. Shizune
aveva riferito loro che i due ninja feriti erano fuori pericolo, ma che
occorreva ancora del tempo per medicarli e farli riprendere del tutto,
suggerendogli di tornare l’indomani.
Di certo Shikamaru e Sakura non
avevano minimamente
intenzione di allontanarsi da quelle sedie. Fu di nuovo lui a
interrompere il
silenzio
“dimmi cosa mai potrai
trovarci in quello stramaledetto
Sasuke Uchiha” un’altra frecciata a freddo.
Ora che sapeva che i ragazzi erano
fuori pericolo aveva
deciso di insistere. Lo doveva a Naruto, che aveva protetto Ino. Doveva
sdebitarsi con lui, in qualche modo. E poi lo voleva veramente sapere.
Le sue
abilità mentali non lo potevano far pensare come una donna.
Non ancora
perlomeno. In effetti c’era
l’eventualità che Sakura potesse castrarlo per
quest’ultima domanda.
“ancora con questa
storia?” ribollì lei, seccata.
Shikamaru pensò che in
quel momento assomigliasse a Ino.
Incuteva lo stesso terrore.
La rosa guardò il
pavimento e decise di accontentarlo. In
fondo dovevano passare insieme ancora parecchie ore.
“Sasuke è..
Sasuke” iniziò lei, lui la guardò
stranito, si
aspettava qualcosa di più. Pensiero che venne percepito
dalla rosa e che la
infastidì “posso dirti quello che penso io di lui,
per quello che ne pensa lei,
lo devi chiedere alla diretta interessata!”
ringhiò con una punta di malizia.
Bingo. Lui arrossì
leggermente voltandosi dall’altro lato.
Poi lei riprese.
“è stato il
primo ragazzo che ho amato. E non solo perché
era bello, affascinante, tenebroso e tanti altri aggettivi che ora non
mi
sembra il caso di citare. Nel suo sguardo vi è sempre stato
qualcosa di
particolare. Nonostante sembrasse spento io ci ho sempre colto la
voglia di
essere amato, la voglia di essere felice, di avere una famiglia. I suoi
modi
evasivi li ho sempre interpretati come indifferenza dettata dalla paura
di non
essere accettato, non da mera affermazione di superiorità.
Ha avuto un infanzia
diversa dalla nostra e non ha mai avuto il carattere di
Naruto.” Sorrise “io
amavo la possibilità di essere la persona che un giorno gli
avrebbe fatto
tornare la voglia di amare, di essere colei che lo avrebbe aiutato a
uscire dal
buio, di essere la sua luce e la ragione di vita” concluse
con tono amaro la
kunoichi.
Shikamaru era imbarazzato. Non aveva
mai visto Sasuke sotto
questa luce e si cominciò a pentire della domanda fatta alla
giovane, poco
sensibile, ma non poteva immaginare una risposta del genere. Nei
secondi
silenziosi che seguirono la dichiarazione Shikamaru ripensò
alle parole
dell’amica, poi rise.
“hai usato il
passato”
“cosa?” fece lei
“nel tuo discorso. I tempi
erano tutti al passato.”
Sottolineo lui.
Sakura ripercorse mentalmente le
parole dette e Shikamaru
sorrise notando la giovane assumere un’aria confusa.
“Sakura, io credo che tutto
quello che mi hai detto siano
cose che hai provato e pensato si, ma molto tempo fa. Sono passati sei
anni dal
giorno in cui Sasuke se ne è andato. Possibile che non vedi
come invece Naruto
ti stia accanto, come ti protegga di continuo? Come non abbia occhi che
per te,
per quello che dici, per quello che fai? Sakura lui è sempre
stato qui. Il suo
posto è sempre stato accanto a te e lui morirebbe per
salvarti la vita.”
Shikamaru non sapeva cosa gli stava
accadendo ma sentiva le
parole uscirgli di bocca spontaneamente, senza paure o ripensamenti
“scommetto che adora
specchiarsi nei tuoi occhi verdi e che
coglie qualsiasi opportunità per sentire il profumo di fiori
dei tuoi capelli
biondi senza essere notato, e in fondo credo che adori anche le tue
scenate. E
che abbia un qualche spirito masochista per cui si fa tirare
appositamente
pugni e sberle o si prende grandi insulti in diretta solo
perché sei tu a
farlo. Ti stima per le tue qualità ninja e ti incoraggia
sempre perché sa che
puoi dare di più ma ti sa anche bloccare, se vede che stai
esagerando troppo.
Insomma, lui ti ama ed è proprio accanto a te, possibile che
non ve ne
accorgiate mai voi donne delle cose più banali da
vedere!?” concluse guardando
la giovane.
Lei scoppiò a ridere
“ si hai ragione. Noi siamo per i
ragazzi cattivi. E soprattutto personalmente credo che Naruto veneri i
MIEI
capelli BIONDI al profumo di FIORI…” disse
marcando bene miei, biondi e fiori.
Lui si voltò imbarazzato
farfugliando un “mendokuse”
Sakura guardò il soffitto
“ hai ragione Shikamaru. È
sorprendente come si riesca a trovare un’intesa nei momenti
più inaspettati e
con le persone più improbabili”
Shikamaru realizzò come
fosse totalmente vero. Ci sono cose
che ti senti più libero di esprimere con qualcuno che
conosci da poco piuttosto
che con qualcuno che conosci da tutta la vita. Sorrise e la
guardò. Poi una
spia rossa segnalò che finalmente potevano far visita ai
loro “amici”.
Sulla soglia della camera di Naruto
Sakura si voltò verso il
giovane Nara,che si apprestava a entrare dalla bionda
“trattamela bene”
sentenziò”Ah, e per inciso, io credo che
adori farsi chiamare seccatura da TE” disse facendogli
l’occhiolino.
Shikamaru scosse la testa divertito.
Il suo debito con Naruto era stato
colmato.
E la sua verità
inalienabile ancora una volta confermata: le
donne erano proprio delle enormi seccature.
Note:
beh che dire, dopo una giornata di
traduzioni di latino sono stata stuzzicata dall'idea di far parlare
Sakura e Shikamaru sui loro riapettivi amori difficili...
dopotutto a voi non è mai
successo di riuscire a esprimere di più se stessi con
qualcuno che non conoscete bene piuttosto che con i vostri migliori
amici?
e poi Naruto e Ino sono molto simili
secondo me in certi aspetti... esuberanti, impulsivi, pazzi e
bellissimi....
fatemi sapere che ne pensate!!
♥ marti ♥
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